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2006, “Roma moderna e contemporanea” XIV, 2006, 1/3, pp. 387-393;
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È giunto alla sua VI edizione «FotoGrafia -Festival Internazionale di Roma», manifestazione dedicata alla fotografia che da sei anni caratterizza l'offerta culturale della Capitale. Promosso dall'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma ed organizzato da «ZoneAttive» con la direzione artistica di Marco Delogu, il Festival ha raggiunto notorietà e guadagnato una posizione di rilievo, rappresentando ormai un punto di riferimento tra le iniziative europee in questo settore. Mostre collettive e personali, eventi, incontri, fotografi emergenti e professionisti affermati provenienti da tutto il mondo, linguaggi espressivi diversi e un ricco circuito di sedi espositive diffuse in tutta la città: tutto questo è FotoGrafia.
2016
Questo testo intende delineare un panorama delle esposizioni di fotografia ospitate dalle principali istituzioni pubbliche della capitale dal 2000 al 2015. L’esigenza di focalizzarsi in particolare sulle realtà statali e comunali è scaturita dal fondamentale ruolo da loro giocato nell’offerta legata al fotografico della nostra città. Dall’inizio del millennio le mostre fotografiche sono entrate nell’orizzonte di aspettativa del pubblico cittadino, collocandosi anche in sedi espositive non esclusivamente riservate al mezzo e riscuotendo un diffuso interesse. Perché iniziare dal 2000? Oltre a segnare l’avvio del nuovo millennio, questo termine consente di prendere in esame un periodo sufficientemente ampio, ma allo stesso tempo gestibile, per tentare di rispondere alla domanda: c’è stata un’evoluzione nel panorama espositivo fotografico romano
2020
Il contributo è contenuto all'interno del secondo volume dell'opera "Senigallia. Una storia contemporanea 1860-2000" a cura di Marco Severini, Ventura Edizioni, 2020.
Il libro fotografico in Italia. Dal dopoguerra agli anni Settanta, 2020
"Il libro fotografico in Italia. Dal dopoguerra agli anni Settanta" di Miryam Criscione - isbn 9788874902446 - Prendendo in considerazione i fotolibri d'autore editi in Italia dal dopoguerra agli anni Settanta, questa ricerca ha lo scopo di esaminare le scelte di politica fotoeditoriale intraprese nel paese alla luce del dibattito e delle iniziative che hanno impegnato la critica fotografica nel corso dei decenni interessati.
Torino la città prescelta per ospitare quello che sarà un imponente spazio destinato all'esposizione, promozione e conservazione della fotografia Torino. È prevista per la primavera del 2015 l'apertura di CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia, uno spaziodi 1700 mq sviluppato al pian terreno, con accesso ad una corte interna, in via delle Rosine 18, nel centro della città di Torino. L'obiettivo è di dotare l'Italia di un centro dedicato alla fotografia in grado di interagire con i più grandi musei che nel mondo si dedicano a quest'arte, preservando e valorizzando in particolare la fotografia italiana del XX e XXI secolo in un'esplorazione delle sue valenze artistiche e sociali. Per questo CAMERA è stata concepita come una piattaforma dedicata non solo all'esposizione, ma anche alla produzione, archiviazione, formazione, incontro e dibattito intorno alla fotografia, nella sentita necessità di fornire un'educazione «allo sguardo» che le riconosca il giusto spazio e spessore creativo, soprattutto in un'epoca come l'attuale in cui le innovazioni tecnologiche hanno sì reso l'immagine padrona dei supporti del nostro quotidiano, ma con una banalizzazione del «gesto fotografico». Il progetto, ideato dal direttore di Magnum Photos Lorenza Bravetta -che molto probabilmente sarà anche direttore del centro, con delega operativa per coordinarne le attività di esposizione -è promosso dal «Comitato per un Centro Nazionale per la Fotografia» -costituito lo scorso giugno -e si avvale del patrocinio della Città di Torino, con il sostegno di due tra i maggiori partner istituzionali impegnati nella valorizzazione dell'arte e della cultura quali Eni e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Magnum Photos -che per una storica vocazione promuove attività culturali per la valorizzazione di tutte le forme della fotografia -e Leica Camera Italia -che quest'anno festeggia cento anni di produzione di fotocamere e obiettivi. Ma perchè si è scelta proprio Torino come sede della nuova Fondazione? «Perchè è una città da sempre aperta all'innovazione e alla sperimentazione, perché abbiamo avuto modo di testare in questi ultimi anni il grande interesse e l'ottima risposta del pubblico torinese alle iniziative culturali e, nello specifico, fotografiche (basti pensare alle mostre di grande successo che Magnum sta seminando da qualche anno nei più prestigiosi contenitori culturali in città[i] e in Valle D'aosta[ii]) per l'entusiasmo dimostrato dai membri del «Comitato per un Centro Nazionale per la Fotografia» che dalla prima ora hanno appoggiato il progetto. Non ultimo, per il grande sostegno del Sindaco di Torino che ci ha sostenuti con passione e dedizione per realizzarlo» ha spiegato Bravetta. Camera, insomma, potrebbe davvero diventare un «Hub della fotografia internazionale» -così come l'ha definita il fotografo Alex Mayoli -rimarginando in questo modo la ferita ancora aperta a Torino rappresentata dalla chiusura di Fondazione Italiana per la Fotografia (FIF) -e museo della fotografia storica e contemporanea -che nei suoi 12 anni di attività (1994 -2006) ha realizzato 170 mostre, 10 edizioni della Biennale Internazionale di Fotografia, 4 edizioni di Fotodiffusione presentando 36 istituzioni museali europee. Ha generato un archivio di 167.000 reperti fotografici e una biblioteca di oltre 5.000 volumi e ha educato all'immagine oltre 24.000 studenti attraverso la sua attività didattica in soli 4 anni. Non è un caso, quindi, che Daniela Triunfo, uno dei suoi più presenti testimoni, ne abbia scritto un libro pubblicato da PRINP Editoria d'Arte e intitolato «Fondazione Italiana per la Fotografia 1985 -2006. L'avventura di una passione», con l'intento di lasciare una traccia esaustiva di quella che è stata una delle realtà più forti e interessanti nel panorama della vita culturale torinese e non solo. A questo proposito, infatti, il fotografo Ferdinando Scianna afferma: «Mi stupisce che alcune
Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni. Coordinamento redazionale CAROLINA MARCONI Collaborazione alla redazione 16 Francesco Sisinni Un sodalizio nel segno della Bellezza 20 Marco Dezzi Bardeschi Quell'ingegnoso (e fecondo) tempo di "Psicon" 28 Italo Tomassoni Un piccolo paragrafo su lucenti passaggi a margine della grande opera di Marcello Fagiolo 32 Vincenzo Cappelletti Europa e Università in dialogo 34 Franco Onorati Il mio sodalizio con Mario dell'Arco 38 Carolina Marconi L'epistolario di Mario dell'Arco: razionalità e sentimento all'insegna della poesia
2019
Certamente le immagini fotografiche nelle loro svariate pratiche applicative sono oggetti, cose tra le cose del mondo, merci tra le merci, e come tali, forse, dovremmo anche imparare a trattarle, cessando di occuparci dello sterile e fuorviante discorso fondato su l’ontologia del mezzo. Ripulire il discorso fotografico dalla polvere depositatasi nel tempo, potrebbe favorire l’affiorare di una visione altra, un altro dire la fotografia, iniziando proprio dalle sue diversissime pratiche con il dire: le fotografie.
Fotografi e fotografie , 2023
Terza lezione per il PTCO di fotografia Istituto Mattei di Caserta e Reggia di Caserta
… of GFS2000, Giornate del Gruppo di …, 2000
Figlia degli studi sulla prospettiva e sulle macchine per disegnare, la fotografia nasce tra Francia e Gran Bretagna, i due paesi che hanno guidato la rivoluzione borghese-industriale. In clima positivista, trova significato l'apparizione di una macchina capace di registrare l'immagine del visibile, darne una rappresentazione esatta e riprodurla in innumerevoli copie. Alla riproducibilità, lungo tutta la storia dell'arte pre-fotografica affidata alla mano umana, si aggiunge dunque l'elemento nuovo della meccanicità, come Walter Benjamin ha sottolineato 1 . La fotografia corrode l'idea di originale nell'arte, circoscrivendolo nel volgere di meno di due secoli a sempre più limitate funzioni simboliche e musealia loro volta messe in crisi dal potente sistema della comunicazione contemporanea, fino alla totale perdita, con l'avvento del digitale, della differenza tra matrice e copia.
This article takes into consideration a specific event, that is apparently eccentric within the Italian production of documentary in the fascist Italy: the film set design exhibition in Como, during the International Exhibition of Tourist and Scientific Documentary in 1936. On the one hand the authors stress the historiographic potentiality of the research on public spaces and exhibitions for cinema studies, on the other hand they focus on the complex balance between institutions and amateur cultures, modernism and realism in the formation of a renovated aesthetic and practice of the documentary in fascist Italy.
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Silvia Massa and Elena Pontelli (eds), «Mostre permanenti». Carlo Ludovico Ragghianti in un secolo di esposizioni, Lucca, Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, Lucca, 2018, pp. 208-209., 2018
Verso un'urbanistica della collaborazione, 2015
BC Notiziario del Centro Beni Culturali e ambientali della Lombardia #4 aprile-giugno 1979BC , 1979
Diciannovesimo Colloquio di Musicologia del «Saggiatore musicale», 2015
Francesco Lauretta. Festival, 2022