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2019, Prospettiva Persona
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Non è quello che vidi che mi fermò, Max/ È quello che non vidi./ Puoi capirlo? Quello che non vidi… In tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine 1. Con queste parole, Novecento, protagonista de La leggenda del pianista sull'oceano, giustifica all'amico Max la scelta di seguire il Virginian, il proprio mondo, sino alla fine. La parabola moderna contenuta nella pellicola di Tornatore sintetizza efficacemente lo spaesamento e l'immobilismo di chi vive l'incapacità di superare i propri schemi di vita dinnanzi al fluire continuo e inevitabile del tempo. Caricando di senso drammatico una diffusa percezione del rapporto fra il cittadino e l'Europa (e la configurazione politica soprannazionale attuale) non pare troppo ardito, in tale contesto, il richiamo alla malinconica vicenda evocata da Baricco nel suo monologo.
Citizenship and Formalized Identity Building Processes in Europe: Analyzing the concept of freedom of movement both in accordance with the norms of the European Convention of Human Rights and in the case law of the Court of Strasbourg, it has emerged that there are some malfunctions in the regulation and control of the migratory phenomenon in the European context that are structural and inevitable. This paper intends to show how the absence of the right of immigration can create some malfunctions in the Human Rights law and how this is connected with our concept of identity. Indeed, we can say that inasmuch as we identify ourselves with the liberal-democratic regimes which form our communities, the characteristic institutions of such regimes represent a fundamental reference for the processes of identity building. In a context of multilevel constitutionalism the influence of international institutions and treaties allows human rights to enter into the formalized processes of identit...
2021
GENIOLA, Andrea, PACI, Deborah eds. (2022), Sulle tracce della comunità immaginata. Identità e istituzioni nell’Europa degli stati nazionali, Unicopli, Milano. Con prefazione di Rolf Petri.
Informazioni della Difesa, 2013
che vengono chiesti dalla maggior parte dei governi del nostro continente per risanare le finanze nazionali sono letti come un'imposizione dall'alto da parte di istituzioni lontane e sembrano allontanare i cittadini dal raggiungimento dell'obiettivo finale, quale una possibile integrazione politica europea. Vale quindi la pena, in questo particolare momento storico, volgere lo sguardo indietro e vedere come si presentava l'integrazione europea a metà degli anni Ottanta, quando furono concepiti alcuni strumenti che oggi sono dati per acquisiti, soprattutto da parte delle giovani generazioni. In questo articolo si ripercorrerà quindi il lavoro, presieduto dall'italiano Pietro Adonnino, che ha portato alla scelta della bandiera e dell'inno d'Europa, alla creazione del più importante e conosciuto programma di scambio per studenti, il programma "Erasmus", alla nascita dei gemellaggi tra i comuni europei.
IDENTITÀ COLLETTIVA E CITTADINANZA ATTIVA NELLA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE: IL CASO DI NOTRE DAME, 2020
Appendice 353 Bibliografia 455 C 65 ZAPPALÀ, in «Avvenire», 19 gennaio 2020. 66 COLARUSSO, in «La Repubblica», 21 ottobre 2019. 67 ZAPPALÀ, in «Avvenire», 19 gennaio 2020. 32 (Direction régionale des Affaires culturelles) dell'Île de France e del Ministro della cultura, Franck Riester 68 . Rimane poi il problema dell'assenza di una grande impresa di costruzioni, che come appaltatore generale coordini l'intervento, in grado di realizzare questo gigantesco programma di ricostruzione e restauro che si presenta complesso dal punto di vista tecnico, teorico e metodologico. Non avendo infatti nessuna delle grandi imprese di costruzione in Francia le competenze necessarie nel campo del restauro, molti compiti sono stati sub-appaltati. Se attualmente sono quindi impiegate numerose imprese specializzate, in molti casi trasferite in urgenza da altri cantieri queste, essendo imprese medie e piccole specializzate in progetti di restauro relativamente limitati, che raramente superano il valore di 10 milioni di euro, non sono in grado di gestire la complessità della ricostruzione di Notre Dame.
PER LA FILOSOFIA Filosofia e insegnamento, 2016
Dove inizia e dove termina una città? Questa domanda non fa solo riferimento alle indicazioni che qualsiasi mappa, o dispositivo digitale di geoposiziona-mento, possono offrirci. Come potremo osservare, l’inizio e la fine di una città non possono risolversi in quelle linee che determinano i suoi “confini”. Attualmente conosciamo città che si estendono, vanno oltre, se stesse: sono tanto incontenibili e incontrollabili non solo dal punto di vista dell’incremento della materia che costituisce il loro tessuto urbano – nel divenire di più nella loro stessa massa – ma anche dal punto di vista della loro velocità, ossia vivono accelerazioni specifiche secondo dinamiche di ritmi propri. Il movimento dei loro abitanti, così come delle trasmissioni e dei trasporti, le ha rese uno spazio di velocità relative, spostamenti che si realizzano nella loro estensione territoriale.1 Si tratta di un’incessante interruzione costituita da attrazioni e repulsioni, movimenti centripeti e centrifughi che trasportano i soggetti cittadini fuori e dentro l’ambito di riconoscimenti in processo di riordinazione del luogo proprio (lavorativo, sociale, culturale, politico o economico).
L’idea di cittadinanza nelle tradizioni europee si è sviluppata lungo due direttrici: quella “orizzontale” che distingue un gruppo di individui da un altro (cittadino/straniero) e quella “verticale” che distingue il rapporto tra l’individuo e l’autorità all’interno di una comunità definendone diritti e doveri (cittadino/suddito). Benché i nazionalismi abbiano declinato quest’idea in senso monolitico ed esclusivo, di per sé la sua storia è intrisa di pluralità e dunque l’idea europea di cittadinanza tende a rendere compatibili – pur nella dialettica – appartenenze a comunità diverse (familiare, culturale, religiosa, politica, giuridica). l’idea di cittadinanza europea si nutre di questa storia di pluralità che va oggi difesa e sostanziata sia sul fronte dei diritti che su quello dei doveri e che va nutrita con un forte radicamento nei suoi principi ideali: pluralità, libertà, giustizia. The idea of citizenship in European traditions has developed along two lines: “horizontal” which distinguishes a group of individuals from another (citizen/foreigner) and “vertical” which distinguishes the relationship between the individual and the authority within a community, defining rights and duties (citizen/subject). Although nationalisms have configured this idea in a monolithic and exclusive sense, its history is full of diversity and therefore the idea of European citizenship tends to render compatible - even in the dialectic - groups that belong to different communities (familiar, cultural, religious, political and legal communities). The idea of European citizenship is developed by this plurality which needs to be defended and substantiated both in terms of rights and duties, and that should be nourished with a strong entrenchment in its ideal principles: variety, freedom, justice.
Dialegesthai, 2009
Il concetto di globalizzazione e quello di cittadinanza sembrano apparire sempre più come due concetti antitetici. Il primo è descritto dalla de-personalizzazione dei processi produttivi, dalla velocità degli scambi sia commerciali che dell'informazione, dalla omologazione mondiale dei consumi, dalla crisi degli Sati-Nazione e dalla debolezza dei loro rapporti con i centri della finanza internazionale, dalla rapidità e intensità dei flussi migratori; il secondo tende ad essere schiacciato in senso strettamente localistico nella polarità cittadino-straniero oppure ad essere diluito sino a scomparire nel mito aidentitario del «cittadino del mondo». All'interno di questa antitecità la globalizzazione da un lato tende ad annullare le strutture di significato del concetto di cittadinanza attraverso l'enfatizzazione del villaggio globale e la rottura della interazione pragmatica e simbolica tra spazi privati e spazio pubblico, dall'altro tende a promuovere per reazione le forme più estreme di identificazione societaria centrate sull'enfatizzazione di mono-appartenenze (religione, etnia, lingua, territorialità, ecc...). Alla luce di tutto ciò si tratta di capire se il concetto di cittadinanza conservi ancora la sua originaria valenza pratica e simbolica ai fini della lettura e animazione del sistema di relazioni al cui interno l'uomo, nella sua concretezza, vive. La questione che si pone è se e in che misura la dinamica della globalizzazione apra criticità importanti a livello della struttura intersoggettiva dell'uomo e se il concetto di cittadinanza, a livello simbolico e dinamico, possa ancora, e in che misura, sostenere tale struttura. Le criticità che mi sembra di poter segnalare sono tre: la dimensione dell'identità, la dinamica del riconoscimento, la prospettiva della comunità. Su ognuno di questi tre aspetti la globalizzazione è intervenuta, e continua ad intervenire, in misura importante. La mia ipotesi è che il concetto di cittadinanza, rianimato nelle sue strutture di significato pregiuridiche, possa costituire l'universo simbolico e pratico per la ricomposizione delle fratture prodotte dalla globalizzazione nella condizione intersoggettiva del vivere umano. In questo quadro nell'articolo proporrò alcune considerazioni di sfondo sulle tre criticità segnalate circa le questioni dell'identità, del riconoscimento e della comunità. Nella parte finale, prendendo spunto anche da alcune prime evidenze emergenti da una ricerca qualitativa in corso, proverò ad argomentare circa la possibilità che il concetto di cittadinanza possa essere ri-attualizzato come spazio di contenimento degli effetti della globalizzazione sulla struttura intersoggettiva del vivere umano e come spazio ricostruttivo dell'intersoggettività stessa.
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NAZIONALE SCHI ED ITALICI ENZE STTJDI E,TRTJSCHI VOL. LXV-LXVIII -(SonIn III) FIR GIORGIO BRETSCHNEIDER EDITORE
Simone Ferrante, 2020
Il futuro è della sinistra liberale, 2020
Koreuropa, 2014
Construir para Perdurar (XLVII Semana de Estellla), 2021
Anales de historia antigua, medieval y moderna, 2006
Dialoghi Mediterranei, n. 36 (marzo), 2019