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2017, La politica moderna fra società, storia ed istituzioni
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Rosmini affronta il tema della libertà di coscienza e, nello specifico, il rapporto tra fede e politica (sia a livello personale, come libertà religiosa, sia, sul piano istituzionale, all’interno della dialettica Chiesa-Stato) in alcuni tra i più importanti lavori: la Filosofia del Diritto (1841-45), la Filosofia della politica (1839), il corpus rappresentato dalla Costituzione secondo giustizia sociale e dal saggio Sull’unità d’Italia (1848), nelle Cinque Piaghe (1848) e in alcuni saggi composti tra la fine degli anni Quaranta ed i primi anni Cinquanta dell’Ottocento
Analogamente a quanto è accaduto in tempi di Rosmini, oggi siamo in uno stato di perplessità radicale circa la soluzione ai problemi della società e dell'economia. Come verremo nel corso di questo convegno, il pensiero economico di Rosmini a avuto che fare con le idee economiche del patrimonialismo halleriano, il mercantilismo Colbertiano, il cameralismo tedesco, il pensiero economico liberale anglosassone (inglese e scozzese di tipo evolutivo), l'economia civile italiana della felicità, il liberalismo politico tocquevilliano, l'umanesimo sismondiano, il socialismo utopico e l'utilitarismo di Bentham. Allo stesso modo oggi, dopo decenni di consenso primo attorno a una democrazia sociale basata sulla teoria dell'economia del benessere e poi intorno a un neoliberismo basato sul pensiero economico neoclassico ci presentano come alternative nuove forme di neokeynesismo, neo-protezionismo, neopatrimonialismo populista, neosocialismo, neoliberismo hayekiano, neocomunitarianesimo e neo-schumpeterianesimo evolutivo, cui si fanno riferimento ad una situazione di dibattito politico e proposte economiche di una complessità e varietà molto simile a quella affrontata da Rosmini.
Analisi del pensiero rosminiano sulla filosofia dell'economia, nel confronto con l'utilitarismo di Romagnosi, il socialismo di Saint-Simon ed il comunismo di Marx.
2019
Parte seconda Continuità e discontinuità pedagogiche Capitolo 3. Sulla pedagogia classica di Rosmini 3.1 Educazione religiosa o religione educativa? 3.2 Cenni sugli scritti giovanili teo-pedagogici 3.3 Appunti sull'unità dell'educazione 3.4 Dall'educazione religiosa alla Metodica: indagini sull'unità 3.5 Il principio supremo della gradualità 3.6 Discrasie argomentative e nuovi fronti pedagogici Capitolo 4. Nuove frontiere pedagogiche 4.1 Convergenze e dissonanze. Sui rapporti tra animalità umana ed infanzia 4.2 La parola interiore: il linguaggio tra pedagogia e ontologia 4.3 Sviluppo infantile e origine del linguaggio: questioni e cambiamenti di prospettiva 4.4 La generazione dell'Io. Intrecci psico-pedagogici 4.5 Nel groviglio di coscienze mai sorte
Con questo editoriale inauguriamo una linea di ricerca (quella su Rosmini e la fenomenologia) che, come emergerà anche dal Focus, ci è parsa assai feconda e foriera di importanti e interessanti sviluppi. Sicuramente vi sarà modo in futuro di tornarvi. Ringraziamo Carla Canullo per l'importante contributo nell'elaborare le linee della ricerca.
prospettive di ricerca Nel 1931, redigendo la voce "Wissensoziologie" ("Sociologia del sapere") per lo Handwörterbuch der Soziologie, Karl Mannheim, contestando l'idea di presupposti aprioristici del sapere tipica del neokantismo, imperante a quell'epoca, sosteneva che ogni sapere e ogni forma di sapere sono, di fatto, costantemente influenzati dalla loro collocazione sociale, dal loro «vincolo ontologico» (Seinsgebundenheit). Oggi, in quella che comunemente e convenzionalmente sembra essere accettata come "età della scienza", lo scetticismo mannheimiano circa la definizione kantiana del sapere come «un ritener-per-vero soggettivamente e oggettivamente sufficiente» pare aver fatto scuola.
Le riflessioni politiche di Antonio Rosmini nel rapporto fra cattolicesimo e politica Indice Introduzione 3 Capitolo I: 4 Il contesto storico tra la fine del XVII secolo e l'Ottocento 4 La Rivoluzione Francese e il Congresso di Vienna 4 I circoli culturali 6 L'idea di Nazione 9 La Chiesa 10 Capitolo II: 12 Antonio Rosmini e l'idea di politica 12 La formazione di Antonio Rosmini 12 Gli anni Quaranta 16 Il concetto di libertà 32 Neoguelfi e neoghibellini 33 Il sentimento religioso nel Risorgimento 34 L'unità d'Italia: I Cattolici liberali 35 Conclusione 38 Bibliografia e sitografia 40 ! 2
Profezia e attualità di Antonio Rosmini, 2016
L’ordine di svolgimento del presente intervento verte su queste componenti: una prima parte intende essere documentativa di una sintetica analisi storico-critica di quello che è la vicenda del rosminianesimo nelle terre emiliano-romagnole; la seconda parte intende essere interpretativa della documentazione storico-critica che viene proposta; la terza parte si prefigge di essere, infine, una ipotesi di lavoro riguardo all’orizzonte ed ai primi possibili punti di ricerca all’interno del quale andrebbero sviluppate, a mio avviso, le attività culturali su Rosmini, all’interno dei centri nei quali si riflette sul pensiero e l’opera del Roveretano, per l’oggi ed il domani, ecclesiale e socio-culturale.
2014
Giuseppe Rensi should undoubtedly be included among the thinkers who played a critical role in the fortunes of Antonio Rosmini in the twentieth century. Indeep Rensi frequently cites Rosmini in his own work. Although one probably cannot talk in general of Rensi’s ac-tually having produced a real interpretation of Rosmini’s thought, there is definitely an almost constant dialogue between them - containing both positive and negative opinions of Rensi on Rosmini’s work - which deals mainly with ethical and philosophical-juridical questions.
2016
2 Ripubblicato da Francesco Paoli nel secondo volume della sua raccolta di scritti rosminiani (cfr. a. rosmini, Scritti vari di metodo e di pedagogia, a cura di F. Paoli, unione Tipografico-Editrice, Torino 1883), il saggio fu poi riproposto da Giovanni Gentile in una antologia degli scritti pedagogici rosminiani (cfr. rosmini, del principio supremo della metodica e l'educazione dell'infanzia, con altri scritti pedagogici, a cura di g. genTile, torino, Paravia, 1916), con due precisazioni: è un testo che contiene molti elementi caduchi; ciò non di meno, nella sua sostanza ha un valore permanente (anche al di là degli intendimenti strettamente apologetici). 3 Cfr. rosmini, Sull'unità dell'educazione, in iD., dell'educazione cristiana, a cura di l.
2018
Rosmini alla prova della fenomenologia. E viceversa Una persistente tensione fra professione di finitezza e tentazione di assoluto pervade larga parte del pensiero moderno e contemporaneo. Qualche rapido riferimento può risultare illustrativo. In Descartes, la percezione della crisi degli ordinamenti tradizionali motiva l'esercizio sistematico di un dubbio che, radicalizzato, consegna sì l'Io all'attualità incontrovertibile del suo pensare, senza che però, solo per questo, derivi a quel pensare la garanzia del proprio svolgersi secondo verità. Al filosofo francese, qui giunto, non basta tuttavia che l'Io possa sorvegliare la propria fallibilità testimonianza del limite , facendo leva sulle risorse di autocorrezione di cui pure dispone. Gli è invece necessario, scopertosi Io della mente, sapersi con certezza definitiva al di qua del confine che lo separa dall'abisso della falsità assoluta; e dunque rinvenire tra i propri pensieri di Io finito la prova "evidente" del protendersi in lui, come nella natura, dell'ordine delle ragioni di un Dio perfetto e veritiero. Fino al punto che persino la capacità di autoemendazione possa apparire, infine, come facultas a Deo tributa (Meditatio VI, ed. Adam-Tannery VII, 101). La finitezza naturale non è tolta, ma, in quanto finitezza, è certo depotenziata grazie al ripristino del continuum di razionalità che ora, con rassicurante certezza, salda in unità la natura e Dio: «[P]er naturam enim, generaliter spectatam, nihil nunc aliud quam vel Deum ipsum vel rerum creaturarum coordinationem a Deo institutam intelligo». Sembra di udire già Spinoza, ma è ancor sempre Descartes. Il quale, peraltro, proprio per aver accreditato il presupposto della conoscibilità dell'infinito, aprirà non a caso la strada alle grandi variazioni intorno al motivo dell'assoluzione metafisica del finito che saranno proposte non solo da Spinoza, appunto, ma anche da Malebranche e da Leibniz. In Kant, il consumarsi della fiducia nelle garanzie trascendenti della verità impegna la ragione al compito di circoscrivere le proprie possibilità in funzione dei propri limiti, ma, come noto, nemmeno l'opzione autocritica riesce ad affrancare il soggetto trascendentale dal rovello metafisico dell'incondizionato, ancorché riassorbito, con valore regolativo o come postulato, nell'economia della ragione stessa. In Hegel la filosofia torna invece decisamente succuba del bisogno di superare
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F. Ghia, P. Marangon (a cura di), Rosmini e l’Economia, Università degli Studi di Trento, Trento 2015. ISBN 978-88-8443-612-2, 2015
Persona e amministrazione. Ricerche giuridiche sull’amministrazione e l’economia, 2020
Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale, 2017
Rosmini Studies, 2018
Rosmini Studies, 2014
Rosmini. Politica, diritto, economia, 2019