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RAFFAELE CASTAGNO

2008, Lanx

L'evergetismo di Traiano ed Adriano nelle città dell'Italia. Opere pubbliche e modalità di intervento. 1. Introduzione «Fenomeno collocabile tra il politico, l'economico e il sociale l'evergetismo occupava un posto essenziale nella vita delle comunità. Il termine è un neologismo contemporaneo che indica l'atteggiamento munifico e i benefici (evergesie) degli individui verso le collettività […]. Questa dimensione civica è fondamentale e distingue l'evergetismo da altre forme di generosità, giustificate dalla pietà religiosa, dalla carità o dal mecenatismo, così come dai benefici legati alle relazioni personali». 1 Strade, porti, acquedotti, terme, teatri, anfiteatri, templi, magazzini, mercati. È questa l'immagine dell'evergetismo di età imperiale, prodotto della liberalità delle città, dei magistrati locali, dei collegia, dei privati ed infine strumento fondamentale della politica dei principes, da quando, con Augusto, l'immagine del principe costruttore-architetto divenne il prototipo dell'imperatore "buono" quasi per antonomasia 2. L'evergetismo di matrice imperiale, oggetto di questo breve contributo, costituisce, prendendo a modello la classificazione elaborata da Helene Jouffroy, una delle fonti principali di finanziamento nell'ambito della munificenza pubblica, affiancandosi alle evergesie riconducibili alle città (siano esse prodotto dell'ordo municipale o dei magistrati) e a quelle riconducibili a soggetti privati 3. Il ruolo dell'imperatore si fece progressivamente più centrale, in particolare per la realizzazione di quelle che potremmo definire, rubando un termine alla moda nelle discussioni politiche odierne, "grandi opere". Va però aggiunto, almeno per il periodo qui considerato (i regni degli imperatori Traiano ed Adriano), che l'accresciuto ruolo del princeps non determinò tout court una scomparsa degli altri soggetti ricordati: si nota, è vero, una progressiva erosione delle iniziative legate alle città o ai loro magistrati, che conobbero la maggiore intensità nel corso del I secolo d.C., ma non un loro esaurimento in qualche misura definitivo ed irreversibile. I testi epigrafici ci documentano liberalità che spaziano dal restauro di templi 1