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Storia

2016, in "Antropologia museale" n.37/39

Abstract

In una tranquilla cittadina pugliese un corteo storico dilaga, ogni anno, coi suoi 350 figuranti. Racconta una storia che nessuno aveva mai sentito. Un gruppo di giovani cerca di legarla alle leggende locali. Da dove nasce tutto ciò? Inaspettatamente, dall’arrivo di un’équipe di archeologi. L’etnografia di quest’articolo rende conto delle implicazioni e delle ripercussioni dell’incontro fra professionisti dell’archeologia e una collettività, o meglio un gruppo di giovani, che scopre e nutre una passione per la storia. Da qui, due conseguenze inattese: la patrimonializzazione della storia, che i protagonisti valorizzano e riscrivono, e la creazione di un corteo storico, ormai quasi trentennale, che nel suo specifico linguaggio viene qui letto come un “uso sociale della storia”.