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2011, Dizionario del Liberalismo, II
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Cattolicesimo e liberalismo nel filosofia pratica di un protagonista della Ricostruzione e del dibattito culturale nell'Italia del secondo dopoguerra.
Il primo ambiente cui si accede dopo l'ingresso in Castel Sant'Angelo è un cortile ristretto, che prende il nome dal busto marmoreo raffigurante il Cristo databile al XV secolo, originariamente inserito nell'arco della facciata interna.
Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo, Firenze, Edizioni CLORI, 2021
Angelo Gatti (Ronta, 17 dicembre 1724 – Napoli, 18 gennaio 1798) è stato un medico che, dopo aver osservato a Costantinopoli la tecnica dell’inoculazione umana del vaiolo (la così detta vaiolizzazione o ‘variolizzazione’), si impegnò nella diffusione della pratica in Francia con notevole successo, attirandosi per questo attacchi personali e un generale discredito da parte di numerosi colleghi. Contro quelli che lui stesso definì "pregiudizi" pubblicò alcuni scritti in difesa del suo metodo. Grazie a una fitta rete di rapporti con i poteri politici e con i propri pazienti, Gatti riuscì a superare le difficoltà, pur decidendo di rientrare definitivamente in Italia.
per le evoluzioni e i contatti relativi all'area romanza; la raccolta e la disamina di testi poetici di vario genere, con un interesse specifico per l'indagine intorno al tema del riso e della facezia e il correlato oggetto poetico dell'epigramma (si vedano complessivamente Convegno su una sintesi in Bernardi 2010). a questo si aggiunge una non esigua produzione poetica in proprio (latina e volgare) che costituisce l'unica parte, per cosí dire, "emersa" -per quanto decisamente postuma -dell'opera colocciana: nel 1772, l'abate marchigiano giovan francesco lancellotti pubblicò infatti a Jesi, con un interessante commento, molte delle Poesie italiane e latine di mons. Angelo Colocci, che egli aveva tratto dai suoi sparsi autografi conservati presso la Biblioteca Vaticana.
La collana Me.Ve. ("Medioevo veneto, Medioevo europeo. Identità e alterità") è dedicata allo studio dell'area veneta come crocevia della storia e della civiltà medievale europea, tramite fra occidente latino e oriente slavo e bizantino, spazio privilegiato di convergenze intellettuali, artistiche, linguistiche. Nelle città del quadrante che si affaccia sull'arco nord-adriatico, in particolare nei secoli XII-XV, avvenne il passaggio dalla cultura curiale, laica ed ecclesiastica, alla cultura 'borghese' e comunale. Artisti, poeti, studiosi dei fenomeni fisici e naturali, giuristi, studenti universitari provenienti dall'intera Europa trovarono nelle comunità cittadine dello spazio compreso tra Adige e Isonzo accoglienza generosa, ricambiata con altrettanto generosa ospitalità. E da quelle stesse comunità in molti sciamarono oltre i confini veneti ed italici spinti dalla curiosità intellettuale o dalla ricerca di affermazione personale nel campo delle professioni, delle arti, della politica. La collana, esito di un progetto strategico dell'Ateneo patavino che ha visto collaborare specialisti di discipline diverse della Scuola di Scienze umane, sociali e del Patrimonio culturale, intende promuovere ricerche orientate verso l'applicazione di competenze multidisciplinari e di metodologie innovative. Prima edizione 2019, Padova University Press Titolo originale: Un castello per la signoria carrarese, un castello per la città. Arte di corte in un monumento in trasformazione
Il procedimento disciplinare SOMMARIO: 1. Premesse. -2. Gli interventi di ordine generale. La titolarità dei poteri: le ragioni di una discontinuità. -3. Segue. Modulazione e natura dei termini. -4. Segue. I motivi per differire l'audizione e il diritto d'accesso agli atti. -5. Gli interventi di ordine specifico. L'"ultrattività" dell'azione in caso di cessazione del rapporto. -6. Segue. … e in caso di trasferimento ad altra amministrazione. -7. Rapporto tra procedimento disciplinare e giudizio penale. Le modifiche. -8. Segue. La contestazione tra differimento e tempestività. Costantino Cordella 25 maggio 2017 n. 75, che apporta mere correzioni, lì dove, qualche tempo prima, si era avuta una sommossa sulle fonti e sui principi 4 .
da 'Novecento', rivista di politica e cultura, n. 15/97, direttore Marcello Mustè
Immagine emblematica degli Ossi di seppia è l'orto chiuso, correlativo oggettivo di un'esistenza angusta, costretta in margini che non offrono varchi a chi voglia diffondere lo sguardo e, più in generale, questa vita «più breve del tuo fazzoletto» (...ma così sia. Un suono di cornetta), oltre il profilo delle mura 1 . Nei versi che aprono la raccolta, In limine, Montale descrive l'orto come il «reliquiario», «dove affonda un morto/ viluppo di memorie». Più avanti, scorgiamo il «rovente muro d'orto» (Meriggiare pallido e assorto), 1'«orto assetato» che «sporge irti ramelli/ oltre i chiusi ripari» (Il canneto rispunta i suoi cimelli), il gufo che «svolacchia» «nel chiuso dell'ortino» (Arremba su la strinata proda), le numerose muraglie che accompagnano il camminante e, in particolare, quella descritta in Crisalide, della quale non smuoveremo «un sasso solo» e «forse tutto è fisso, tutto è scritto,/ e non vedremo sorgere per via/ la libertà, il miracolo,/ il fatto che non era necessario!». Anche nella Gondola che scivola in un forte, il poeta accenna alle alte porte che si richiudono su di un'esistenza senza speranze. All'immagine dell'orto, Montale associa il limite soffocante e insuperabile dell'esserci, quella condizione umana che, in una splendida poesia degli Ossi di Seppia, il poeta definisce «male di vivere», raffigurandolo mirabilmente con alcune immagini limpidissime:
Non tutto ma di tutto': La Libraria del Doni ** un'ironia della sorte che sia toccato proprio a 'Anton Francesco Doni Fiorentino' di compilare quella che si definisce la prima bibliografia della letteratura italiana. 1 Certo il Doni per professione e residenza era un ottimo candidato per l'impresa. La sua attività di poligrafo 2 veneziano d'adozione, sostenuta da due dei maggiori editori della Venezia di metà Cinquecento (Giolito e Marcolini), lo poneva in una posizione privilegiata: poteva contare su una conoscenza immediata del mercato librario e degli autori del suo tempo, in un'epoca in cui la stampa corrente non si riversava nelle biblioteche pubbliche.
Picvs 14-15, 1994-1995 pp. 345-354, 1996
Georeferencing synthesis of archaeological finds, excavations and studies related to the municipal territory, with complete bibliography
Estudis Romànics, 2024
Calabria, ed è stato Fellow di Villa I Tatti a Firenze. In oltre cinquant'anni di carriera si è occupato di filologia occitana, catalana e italiana, di metrica, di critica letteraria, di letteratura italiana contemporanea, di informatica umanistica, firmando una decina di volumi e un centinaio di articoli di altissimo valore. Il suo primo interesse scientifico lo lega indissolubilmente alla Catalogna, allorché decide di laurearsi con una tesi sul poeta Ausiàs March e di partire nel 1969 alla volta di Barcellona per svolgervi le ricerche necessarie. Come egli stesso ricorda: Sapevo, perché lo avevo letto nei libri e me lo avevano detto i miei professori italiani, che Ausiàs March era un grandissimo poeta, al punto di influenzare i maggiori poeti castigliani del Siglo de Oro; ma nel giro di pochi giorni di lavoro alla Biblioteca de Catalunya mi resi conto che la bibliografia su di lui si riduceva a ben poco. Poco quantitativamente e per di più di modesto livello, salvo qualche notevole eccezione e nonostante un leggero incremento delle pubblicazioni in occasione del quinto centenario dalla morte, dieci anni prima. Questa situazione rendeva da un lato più facile il mio lavoro, perché di cose da dire ce n'erano tantissime, dall'altro avevo l'impressione di muovermi nel vuoto. 1
2011
Guglielmo.-Nacque a Como nel 1647. Non è nota la data del suo ingresso nell'Ordine domenicano, ma risulta essere stato allievo del convento di S. Maria delle Grazie a Milano, dove portò a compimento la formazione teologica, dedicandosi in particolar modo allo studio dei testi di s. Agostino e di s. Tommaso. Sotto i maestri generali Juan Tomas de Rocaberti (1670-77) e Antonio de Monroy (1677-86) fu lettore di teologia a Ravenna, Forlì, Napoli, Piacenza, Modena e Bologna. Ottenne il titolo di magister s. theologiae il 10 dic. 1692 e nel 1699 gli fu concessa la facoltà di ricevere la laurea dottorale dalle mani dell'inquisitore di Bologna. Per il suo zelo nella difesa dell'ortodossia e l'integrità dei costumi fu nominato vicario del S. Uffizio di Bologna il 31 genn. 1685 e inquisitore generale di Tortona il 23 marzo 1689 e di Reggio Emilia il 21 sett. 1695. Non trova riscontro, invece, la notizia riportata da I. Taurisano, che lo vuole inquisitore di Brescia nel 1696. Il M. fu attivo come inquisitore di Reggio fino ai primi mesi del 1699, quando, a causa della salute malferma, chiese di essere esonerato. La richiesta fu accolta dai cardinali inquisitori il 4 febbraio. Dopo la cessazione di tale incarico, il M. resse lo Studio domenicano di Bologna dal 1699 al 1702, e dal 1702 al 1704 fu priore del convento bolognese di S. Domenico. Strettamente collegata all'insegnamento bolognese del M. e a esso funzionale è la pubblicazione delle Theses de locis theologicis, necnon aliae ex ecclesiastica historia selectae, historicae, chronologica … (Bologna 1701). Il M. fu in seguito, per due volte, priore del convento milanese di S. Maria delle Grazie e dal 1704 al 1706 priore della provincia domenicana di Lombardia.
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«Nuovo Giornale di Filosofia della Religione», 2017
Patrizia Guarnieri, Intellectuals Displaced from Fascist Italy. Migrants, Exiles and Refugees Fleeing for Political and Racial Reasons, Firenze University Press, Firenze 2019. ISBN: 978-88-6453-872-3. http://intellettualinfuga.fupress.com/en, http://intellettualinfuga.fupress.com
Scritti teorici e tecnici di agricoltura, a cura di Sergio Zaninelli, vol. III, Dall'Ottocento agli inizi del Novecento, 1992
Annali di Storia e Archeologia Sulcitana - 2011, 2011
Roma: Massenzio, Costantino e gli spazi urbani, 2015
La carestia napoletana del 1764-64: sguardi incrociati introduzione), 2020
Tra gli Ezzelini dell’Ottocento, in “Moribus antiquis sibi me facere poetam” – Albertino Mussato nel VII centenario dell’incoronazione poetica (Padova 1315-2015), a cura di Rino Modonutti e Enrico Zucchi, Firenze, Sismel – edizioni del Galluzzo, 2017, pp. 241-254.
Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle Missioni Italiane in Oriente, 2018