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2014, Prospettive architettoniche - conservazione digitale, divulgazione e studio - VOLUME I
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Le teorie, le tecniche, i repertori figurativi nella prospettiva d’architettura tra il ’400 e il ’700. Dall’acquisizione alla lettura del dato, 2015
Riassunto Il frammento di Palazzo Platamone, mantenuto, con un certo gusto antiquario, all’interno del nuovo assetto della chiesa e monastero di S. Placido a Catania a seguito del terremoto del 1693, rappresenta ad oggi la testimonianza forse più eloquente dell’architettura medievale catanese. Il presente contributo, oltre a ripercorrere le vicende di scoperta del complesso, vuole fornire una serie di spunti per una ricucitura topografica, storica ed architettonica di questo palazzo nobiliare anche grazie alla realizzazione di una pianta e di un prospetto per aprire nuovi scenari su indagini ed approfondimenti futuri sulla città medievale. Palazzo Platamone, testimone della Catania medievale GIUSEPPE FINOCCHIO Abstract The fragment of the Palace Platamone, maintained, with a certain antiquarian taste, within the new framework of the church and monastery of San Placido in Catania, after the earthquake of 1693, is today perhaps the most eloquent testimony of medieval architecture in Catania. This paper, in addition to retrace the history of the discovery of the complex, is intended to provide a series of suggestions for mending a topographical, historical and architectural design of this palace also thanks to the construction of a plant and a prospect to open up new scenarios of investigations and future research on the Medieval city.
Un esempio è Padova dove, tra 1306 e 1309, si rinnovò il palazzo della Ragione 12 , il quale fungerà da modello per l'omonimo palazzo vicentino eretto circa centocinquant'anni più tardi. Negli stessi anni si concepì la costruzione del palazzo Ducale di Venezia, rappresentante un unicum nel gruppo degli edifici pubblici italiani; nato come trasformazione di una residenza fortificata, legato alla particolare struttura politica lagunare di matrice democratica ma oligarchico-nobiliare nella sostanza, l'edificio non si volge verso l'esterno, sottolineando il suo carattere di spazio riservato a selezionati eletti e discostandosi in questo dagli edifici pubblici delle altre città 13. Venezia è pertanto un caso a sé ma, in area veneta e in parte della Lombardia, a partire dall'inizio del secolo XVI, rappresentò tuttavia la chiave per la continuazione di un'edilizia pubblica che, dopo la conclusione dell'esperimento comunale, aveva subito un'interruzione durante il Trecento, dovuta sia allo scarso interesse delle signorie (salvo gli Scaligeri) verso questo settore 14 , sia alle difficoltà economiche che colpirono tutta l'Europa, giunte al culmine nella metà del secolo dopo la grande 12 Ibidem 13 Ibidem 14 Ibidem
CIRICE 20_21 IX CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI / 9TH INTERNATIONAL CONFERENCE 10-12 giugno 2021 / 10-12 june 2021 La Città Palinsesto / The City as Palimpsest TRACCE, SGUARDI E NARRAZIONI SULLA COMPLESSITÀ DEI CONTESTI URBANI STORICI / TRACES, GAZES AND NARRATIONS ON THE COMPLEXITY OF HISTORICAL URBAN CONTEXTS UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II. CENTRO INTERDIPARTIMENTALE DI RICERCA SULL’ICONOGRAFIA DELLA CITTÀ EUROPEA Sessione C.8: Arte in facciata: le decorazioni pittoriche e scultoree nei processi di trasformazione urbana ed architettonica / Art on the façade: pictorial and sculptural decorations in the processes of urban and architectural transformation. A cura di Laura Cavazzini e Paola Vitolo.
Mostra resa possibile grazie all'intervento del Organizzazione a cura del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude
Incarna l'intento di perpetuare l'esistenza di questa città scomparsa quasi duemila anni fa l'istallazione che Francesco Venezia realizza all'interno dell'Anfiteatro di Pompei. L'autore dimostra di essere in grado di interrogare il passato, con i suoi significati ancora attuali, sviscerandone i valori ed esplicitandoli al presente, attraverso l'uso sapiente del linguaggio architettonico. La possibilità di instaurare un dialogo con quei resti, rendendoli vivi, sembra essere la stessa che precedentemente aveva colto il regista Adrien Maben, che nel 1972 aveva individuato nello stesso Anfiteatro la location perfetta per il film "Live in Pompeii" dei Pink Floyd. L'allestimento porta al suo interno una duplicità di valori e figurazioni, apparentemente opposti ma in realtà intimamente correlati dal legame inscindibile del binomio vita-morte. D'altronde come potrebbe essere diversamente percepito, se non nei termini di questo rapporto, l'allestimento di un'architettura contemporanea e temporanea -quindi completamente immersa nel flusso del divenire -all'interno dell'Anfiteatro di una città distrutta, vero e proprio mausoleo a cielo aperto? Richiamando l'archetipo sepolcrale dell'antico Egitto, è stata costruita in uno dei due fuochi dell'antico spazio di rappresentazione pubblica una piramide lignea, completamente removibile, per raccogliere e presentare degnamente i calchi restaurati dei corpi delle vittime dell'eruzione del 79 d.C. insieme alle fotografie d'archivio che documentano i lavori negli scavi tra'800 e'900. La piramide, alta 12 metri, è realizzata quasi completamente in legno, trattato in modo da evocare lontanamente per colore e taglio il tufo giallo napoletano, e contiene al suo interno uno spazio semisferico a cupola in cartongesso, che appare come sospeso. Dalla cupola è stata sottratta -non in asse -una calotta sferica che lascia leggere, nel nero che tutto copre della sua interna struttura, la realtà costruttiva della potente istallazione. Dalla sezione eccentrica -memoria trasfigurata del Tempio di Mercurio a Baia, come suggerisce Dal Co nel recente volume che a questo lavoro è stato dedicato 1 -un foro piccolissimo lascia entrare in alcuni momenti della giornata un solo raggio di sole che muovendosi tocca quei corpi immobilizzati
Tracce di Pietra. La collezione dei marmi di Palazzo Venezia, a cura di Maria Giulia Barberini, Roma , 2008
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Mondi a Milano. Culture ed esposizioni. 1874-1940. Catalogo della mostra. Milano, Museo delle Culture, 26 marzo-19 luglio 2015, Sole 24 ore, Milano, pp. 78-81, 2015
Paolo De Poli artigiano, imprenditore, designer a cura di Alberto Bassi e Serena Maffioletti, 2017
*L'Erma* di Bretschneider, 2015
L. Magnani (a cura di), Palazzo Belimbau. I dipinti restaurati, 2015
Le vestigia dei gesuati. L’eredità culturale del Colombini e dei suoi seguaci, a cura di Isabella Gagliardi, 2020
Impremix Edizioni Visual Grafika, 2017
Nuova Meta. Parole e immagini, 2013
"Annali di Architettura", 10-11, 1998-1999
“Annali di architettura”, 2006
in OMAGGIO A LIONELLO PUPPI, I, a cura di A. Gentili e E.M. Dal Pozzolo, «Venezia Cinquecento», a. XI, n. 21 (2001), 2002