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La Sala del Mappamondo a Palazzo Venezia

2014, Prospettive architettoniche - conservazione digitale, divulgazione e studio - VOLUME I

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Key takeaways

  • In attesa di studi successivi e di puntuali elaborazioni, nell'ambito dell'Unità locale di Roma, ci si è concentrati in questa prima fase della ricerca sulla raccolta documentaria che ha interessato da una parte le ricerche storico-bibliografiche e d'archivio, dall'altra l'acquisizione dei dati metrici oltre alle prime sperimentazioni diagnostiche sulle pareti; queste ultime applicate in particolare alla Sala del Mappamondo, che è sembrato il tema più significativo sia per i caratteri dell'impianto prospettico, sia per l'attribuzione delle pitture originali ad Andrea Mantegna 1 .
  • L'ambiente è l'unico tra i saloni monumentali in cui non si è conservata alcuna traccia delle decorazioni originarie che viene interamente sostituita nel 1924 dal Comitato dei Lavori di Palazzo Venezia, su disegno di Armando Brasini e dipinta da Giovanni Costantini, la nuova decorazione si presenta a partizione architettonica ispirata alla Sala del Mappamondo.
  • La sala è costruita tra il 1464 e il 1471 durante il pontificato di Paolo II e costituisce il primo dei tre monumentali ambienti di rappresentanza che determinarono l'inversione del percorso all'interno dell'appartamento papale.
  • Agli effetti della tassa di registro, si dichiara che la superficie delle pareti è di circa 825mq e quindi l'importo preventivo dei lavori ascende a Lit.
  • Nell'ambito della ricerca e all'interno dell'Unità locale di Roma è stata avviata una campagna di studi e di indagini scientifiche sui materiali e sui colori delle superfici pittoriche che caratterizzano la Sala del Mappamondo di Palazzo Venezia.