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2019, Prometheus
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A new reading of the scholion on Euripides Andr. 10 in the manuscript Marcianus Graecus 471, with the help of the UV lamp, allowed to recover a better text, with benefits also for the fragment of Dionysius of Chalkis (FGrHist 1773 F 14) handed down there (about the cities founded in the Troad by Skamandrios and Askanios).
Discussion of the editions of the Hecuba of Euripides published by Porson and Hermann. List of their conjectures. Discussion of Porson's law (iambic trimeter) and importance of Hermann's contribution in formulating the law.
Il volume propone un commento critico-testuale e filologico verso per verso all'Elettra di Euripide.
Daria Gigli Piccardi e Enrico Magnelli (a cura di), Studi di poesia greca tardoantica : atti della giornata di studi università degli studi di firenze, 4 ottobre 2012 ISBN 978-88-6655-487-5 (print) ISBN 978-88-6655-488-2 (online PDF) ! Sara Lanna L'INNO A ISIDE DI MESOMEDE. OSSERVAZIONI SUI VV. 9-10
Classici Greci e Latini BUR (Rizzoli), 2009
Euripide IONE È il primo dramma in cui troviamo insieme gli elementi della forma comica standard, quale poi si vedrà in Menandro, Plauto, Shakespeare, Molière fi no a Oscar Wilde. Bernard Knox Alternando i colori cupi della tragedia a quelli brillanti di una commedia ironica, lo Ione mette in scena l'incontro della principessa ateniese Creusa con il fi glio adolescente, da lei abbandonato alla nascita per tenere segreto lo stupro di cui è stata vittima. Autore della violenza è Apollo, dio della verità oracolare, che ha salvato il bambino e lo ha fatto crescere nel suo santuario di Delfi . Nell'intreccio si susseguono equivoci, rivelazioni, un avvelenamento e una condanna a morte sventati in extremis. Il riconoscimento tra madre e fi glio, voluto dalla provvidenza divina ma favorito dal caso, garantisce alla fi ne, non senza ombre, la felicità dei protagonisti. L'introduzione e il ricco commento evidenziano, nell' originale disegno di questa moderna tragedia "a lieto fi ne", i modi in cui la drammaturgia di Euripide dissacra il mito di fondazione di Atene e della stirpe ionica. Di Euripide (- a.C.) BUR sta pubblicando l' opera completa. Maria Serena Mirto insegna Storia della cultura e della tradizione classica all'Università di Pisa. Per BUR ha curato anche l'Eracle, sempre di Euripide. In copertina: Adamo Tadolini, Amore cacciatore (part.) Roma, Museo Mario Praz © Foto Scala, Firenze Progetto grafi co Mucca Design www.bur.eu 12,00 Euripide IONE a cura di Maria Serena Mirto testo greco a fronte C L A S S I C I G R E C I E L A T I N I
Sono trascorsi venticinque anni da quando pubblicai per i tipi della Sansoni Editore un commento scolastico della Medea euripidea. In questi cinque lustri, però, ho continuato ad occuparmi dell'opera, sia pure in modo saltuario, al fine di approfondire altre problematiche lasciate da parte in quella pubblicazione. Nelle pagine che seguono ho riportato i risultati raggiunti con il dichiarato intento di illustrare talune caratteristiche peculiari della civiltà, all'interno della quale si realizzò la produzione drammatica di Euripide. I criteri seguiti nel commento sono rimasti i medesimi che informavano quel commento: evidenziare nella tragedia da un lato le fitte rispondenze (espressive e lessicali) della vasta tradizione poetica precedente, dall'altro far emergere gli echi del vivace dibattito, in atto all'interno della polis ateniese, sui valori religiosi, etici, politici, culturali e sociali.
Myrtia, 2021
Analizo el texto y la colometría de los mss. Laurentianus plut. 32,2 (L) y Laurentianus conv. soppr. 172 + Palatinus gr. 287 (P) para el canto de entrada del coro de Heracles. Muchos lugares han sido discutidos y corregidos por un autorizado grupo de filólogos. Los discutiré nuevamente, proponiendo una defensa del texto antiguo y la colometría donde creo haber encontrado argumentos adecuados. Las ediciones modernas modifican la colometría en varios lugares, anulando la mezcla de cola yámbicos y trocaicos, que en cambio tiene su propia ratio. La presencia de los ἴαμβοι podría remontarse al género ialemos, una forma de lamento fúnebre, y la mezcla con los τροχαῖοι es típica del estilo de Eurípides, cuando quiere insistir en un tono sombrío y lúgubre. Cuando la atención de los ancianos de sí mismos se desplaza a los niños de Heracles, la versificación se vuelve en hypodochmi y τροχαῖοι como resultado de un tono más trepidante. This work analyzes text and colometry of mss. Laurentianus ...
Draft, 2022
Lo scoglio / ch'esser non lascia a voi Dio manifesto» (Pg. II 122-123). (Una nuova prospettiva di lettura del poema dantesco, resa possibile dalla nuova interpretazione di Catone recentemente proposta).
Medea, la tragedia di Euripide (Atene 431), continua ad affascinare: arte, letteratura, teatro, cinema, psicologia ne indagano le sfaccettature sia in chiave tradizionale sia in chiave moderna, sviluppando molteplici tematiche, come ad esempio: 1. Il conflitto tra la barbarie, incarnata da Medea, e la civiltà greca, espressa da Giasone 2. l'opposizione straniero/autoctono e la condizione di alterità di Medea, emarginata e proiettata in una assoluta solitudine. 3. l’inferiorità sociale della donna, contrapposta alla superiorità dell'uomo, 4. l'esplosione del conflitto nella relazione amorosa e nel rapporto coniugale; 5. il contrasto fra freddezza e rigore della ragione e dominio irrazionale delle passioni. In estrema sintesi, incombono su questa tragedia tutte le diversità di Medea: di razza, di sesso, di intelligenza, di affetti ed emozioni; ad esse si aggiunge, devastante, non la follia, ma paradossalmente un'intelligenza fredda, lucida e vendicativa. Si può parlare allora di una 'polivalenza', di Medea, di una 'concordia discors… sfuggente, impenetrabile, indefinibile', 'che spinge a nuove riletture, con la promessa di ulteriori approfondimenti e chiarificazioni'. Proprio questa concezione di work in progress della riflessione critica su Medea diffusa tra gli studiosi mi ha stimolato a sviluppare una riflessione sull'idea di giustizia e sugli elementi del diritto presenti nella tragedia e nel suo linguaggio e sulla loro interazione con il diritto sacrale, le norme etiche, il comportamento morale e le scelte tragiche di Medea.
SCUOLA DI DOTTORATO DI RICERCA IN : Scienze Linguistiche, filologiche, letterarie INDIRIZZO: Filologia Classica CICLO XXIII Commento Filologico all'Elettra di Euripide Vice Direttore della Scuola: Ch.mo Prof. Guido Baldassarri Coordinatore d'indirizzo: Ch.mo Prof. Lorenzo Nosarti Supervisore: Ch.mo Prof. Davide Susanetti Dottoranda : Nuala Distilo 7 INTRODUZIONE. LA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELL'ELETTRA DI EURIPIDE. Il testo dell'Elettra di Euripide dipende, come tutte le tragedie cosiddette alfabetiche 1 , dall'autorità del codice Laurentianus pl. 32, 2 (L), ff. 192r-200v, e dal codice BAV Palatinus gr. 287+Laurentianus conventi soppressi 172 (P), ff. 28v-40r della parte fiorentina. Il dramma è poi stato trascritto in almeno cinque apografi di L, tutti di età umanistica e copiati in Italia. In particolare si tratta dei codici: Laur. plut. 31,1, ff. 70v-77v, apografo di L, copiato per conto del Filelfo da ê Ì ˆ Ú ˜ , all'inizio del secolo XV 2 ; Ricc. 77, ff. 129r-156v, appartenuto a Pietro Candido 3 del Monastero degli Angeli, ancora copia diretta di L; Par. gr. 2888, ff. 142r-175v, vergato da Aristobulo Apostolis 4 , di proprietà del Lascaris e poi donato al Cardinale Niccolò Ridolfi. Vi erano infine altri due codici -dipendenti l'uno direttamente, l'altro indirettamente da L -: Par. gr. 2714, nel quale l'Elettra è presente due volte: ai ff. 12r-22v, copia diretta di L e ai ff. 130r-150v, in cui è copiata, invece, dal Laur. 31,1; Basel Universitätsbibliothek F.VI.46, apografo del Laur. 31,1, che contiene, ai ff. 1r-7v, solo i vv. 1-486 5 . 1 Ô , Ô , , , π Ô , ∏ Ô Ã Û , ∏ Ô ˜ , º , ˜ . 2 Cf. Calderini 1913, pp. 204-424; alle pp. 236-237 Calderini annotava nella tabella riassuntiva dei codici appartenuti al Filelfo che il manoscritto fu copiato a Roma e rinvia a M. Vogel-V. Garthausen 1909, p. 8. Vogel-Garthausen, tuttavia, menzionano il solo copista del manoscritto, mentre non vi è alcun riferimento alla città in cui esso è stato vergato e la notizia di Calderini non trova alcun riscontro. È comunque da ritenere che esso si trovasse prima a Roma nella biblioteca di Giovanni de' Medici, e poi a Firenze, dal momento che è stato identificato, da Pertusi (1960, p. 119), nell'inventario redatto da Fabio Vigili dei codici greci medicei che si trovavano a Roma presso il cardinale Giovanni de' Medici, dopo il riscatto da lui operato nel 1510, e che vi rimasero fino al 1522. L'inventario si legge nel Vat. Barber. lat. 3185, ff. 1r-76v (già 260r-335v): Medicee domus insignis bibliotheca quae nunc est apud rev.mum cardinalem de Medici. Graeca Biblioteca (f. 1r); il Laur. 31,1 è identificabile al n. 292 del Vigili. E cf.
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La collegiata dei Santi Cesidio e Rufino a Trasacco: un santuario nella Marsica, a cura di G. Curzi, Gangemi, Roma 2015, pp. 105-110
Massimiliano Papini (ed.) Opus Imperfectum. Roma, 2020
Rheinisches Museum, 2019
Il Calamo della memoria VII, 2017
Giornale Italiano di Filologia LVIII, 2006
E-journal degli scavi, 2023
“La retorica dell'amore fecondo: cielo terra e mare in Ap 10,6 e nel De rerum natura di Lucrezio”, in C. Bazzi – R. Amici (edd.), Donare. Esegesi, teologia e altro (Studia 63), Roma, Urbaniana University Press, 2012, 205-218.
CFC (g): Est. grieg. e indoeurop. 34, 2024: 53-64, 2024
Scienze dell'Antichità, 2023