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2017, Orbite in librazione attorno ai punti lagrangiani collineari
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Nella meccanica celeste kepleriana, analizzata attraverso il cosiddetto problema dei due corpi, esistono soluzioni analitiche e il comportamento del sistema è facilmente prevedibile. Al contrario, nel problema dei tre corpi, non esiste soluzione analitica (tranne che in rare eccezioni) e la dinamica del sistema è caotica. Sebbene ciò costituisca da un lato un grosso ostacolo allo studio, dall'altro apre nuove strade e possibilità, che sfruttano la diversa dinamica del sistema per ottenere soluzioni non ottenibili dalla meccanica celeste kepleriana.
44 San Tommaso d'Aquino sottolineava che la molteplicità e la distinzione «proviene dall'intenzione del primo agente», colui che volle che «ciò che mancava a ogni cosa per rappresentare la bontà divina, fosse compensato dalle altre», perché la sua bontà «non potrebbe essere rappresentata convenientemente da una sola creatura» (S. Th. I, q. 47, a. 1). Perciò noi abbiamo bisogno di cogliere la varietà delle cose nella sue molteplici relazioni (cf.
La lettura contestuale del racconto di Ulisse (Inf. XXVI) e del secondo sogno purgatoriale di Dante (Purg. XIX) mostra che Circe e la “femmina balba” che si trasforma in sirena sono lo stesso personaggio, e che quindi l’inversione di rotta dell’eroe, rispetto al racconto omerico, è l’effetto della seduzione che la prostituta esercitò su Ulisse. Allo stesso polo negativo della femminilità, e quindi collegati alla riscrittura dantesca del mito ulissiaco, appartengono anche la lonza di Inf. I e Gerione di Inf. XVI-XVII.
La Balena Bianca. Rivista di Cultura Militante, 2025
È per movimenti circolari che procede la meditazione. Si parte dall'io, lo si prova a negare o superare, ma poi sempre all'io in qualche modo si torna, arricchiti nella vita quotidiana dalla relativizzazione dell'esperienza del sé. Immaginate di applicare questa ciclicità alla Terra tutta, più che all'ego individuale, e avrete un'idea di massima di cos'è Orbital di Samantha Harvey: libro vincitore del Booker Prize 2024, tradotto in italiano da Gioia Guerzoni per NNE. Una prosa poetica che dalla Terra parte e alla Terra torna, ruotandole intorno al ritmo di sedici orbite compiute da due astronaute, due astronauti e due cosmonauti che, riuniti nella stessa stazione spaziale internazionale, non smettono di interrogarsi sul pianeta che hanno di fronte -e, quindi, sui propri destini. Anche in lontananza, anche dallo spazio, la Terra è sempre presente a sé stessa, attraverso sei cervelli e dodici occhi che la mano sapiente dell'autrice inglese rende reciprocamente interconnessi. Le distinzioni lessicali da guerra fredda (astronauti vs. cosmonauti), attualizzate dalla guerra nemmeno più così fredda in corso negli ultimi anni, vengono infatti mantenute ma al tempo stesso sovvertite. Nella compagnia forzata imposta dalla missione spaziale -compagnia che è in fondo una solitudine irriducibile -viene a crearsi una «famiglia per aria» (p. 25) in cui la condivisione è, più che auspicata a livello etico-razionale, praticamente esperita: Tutto quello che abbiamo lo riutilizziamo e lo condividiamo. Non possiamo dividerci, questa è la verità. E non succederà perché non può essere. Beviamo la nostra urina riciclata. Respiriamo la stessa aria riciclata (p. 80). Nella versione originale, le ultime due frasi sono marcate da un each other battente che evidenzia con efficacia la reciprocità di questa condizione: «We drink each other's recycled urine. We breath each other's recycled air». Ma in fondo questo riciclo non caratterizza la vita umana anche sul livello del mare? Non siamo tutti sostenuti da un continuo scambio organico, immersi nell'atmosfera come
Il primo libro in lingua italiana dedicato alla storia dell'Astrolabio, con una prefazione dell'astronomo Piero Tempesti.
Per un ermeneutica comparata del rapporto luce/ombra
Psichiatria e Psicoterapia Culturale, 2021
2017
Catalogazione dell'intera emissione imperiale, analisi di alcuni esemplari.
La monetazione di Onorio, 2018
A causa dell'inflazione che colpì l'economia degli anni tra la fine del III e gli inizi del IV secolo, si ebbe una perdita del potere di acquisto della moneta e il conseguente rialzo dei prezzi, tanto che nel 305, Costantino dovette procedere ad una nuova riforma monetale, il cui caposaldo fu la moneta in oro, il solido, emesso con il peso di 1⁄74 di libbra, equivalente a 4,54 g 1 , a cui furono affiancate anche due frazioni, il semisse e il tremisse, rispettivamente ½ e ⅓ di solido. Nel 368 d.C., durante il regno di Valentiniano I e Valente, fu imposta sulla moneta aurea la sigla OB. La sigla comparve per la prima volta nel campo dei solidi di Costantinopoli emessi per i quinquennalia di Valentiniano e Valente (26 febbraio 368 d.C.), e subito dopo si spostò all'esergo, unita alle iniziali delle varie zecche (TROB, MDOB, AQOB, ecc.) 2 . Alcuni ritengono che OB stia per "72" in numerali greci, e si riferisca quindi al peso del solido in 1/72 di libbra d'oro, come la cifra latina LXXII che era apparsa su alcuni solidi alla fine dell'età costantiniana 3 ; va tuttavia notato come la stessa sigla comparirà poi su alcuni multipli e frazioni del solido, pertanto non può essere un'indicazione di peso. È molto più verosimile, per non dire certo, che la sigla sia l'abbreviazione di "(aurum) Ob(ryzum)", cioè oro purissimo e sia quindi un marchio di garanzia della purezza del metallo 4 . Questo marchio fu temporaneamente sospeso durante le campagne contro Magno Massimo nel 388 quando, in oriente, la coniazione aurea fu accentrata a Costantinopoli che continuò ad usare la sigla CONOB, mentre in occidente l'oro fu inizialmente contrassegnato dalle sole lettere COM, che indicano l'autorità responsabile dell'emissione, il "Com(es auri, o sacratum largitionum)" 5 . Dopo la morte di Magno Massimo e il ritorno dell'occidente sotto Teodosio, le zecche occidentali aggiunsero nel campo le loro iniziali. Infine, dopo la sconfitta di Eugenio (settembre 394 d.C.), fu ripristinato il marchio di garanzia OB aggiungendolo, nell'esergo, alle lettere COM, e da allora in occidente l'oro fu regolarmente contrassegnato dalla sigla COMOB all'esergo, quasi sempre accompagnata dalle iniziali delle zecche nel campo. Nei primi anni del IV secolo la riforma costantiniana previde la rimozione dal mercato delle emissioni in argento introdotte da Diocleziano, con l'inserimento di nuovi nominali, siliqua e miliarense, la prima coniata a 1⁄96 di libbra, 3,41 g e il secondo a 1⁄72 di libbra, con peso di 4,23 g. Come per le produzioni auree, anche sull'argento venne posto un marchio che ne assicurava la purezza, PS, pusulatum, "purificato", un dato confermato anche in questo caso da analisi recenti. La siliqua sotto i Valentiniani, tende a diminuire progressivamente di peso, stabilizzandosi poi sui 2,27 g (1/144 di libbra) 6 . Dopo l'elevazione di Teodosio all'impero (379 d.C.) le zecche occidentali iniziarono a coniare anche la mezza siliqua di 1,137 g (1/288 di libbra), 14-15 mm) 7 che ha come tipo normale una vittoria a sinistra ed è per questo chiamata "vittoriato". Per la monetazione in lega di rame 8 la riforma di Costantino prevede inizialmente un "follis" di 6,5 g, un peso che viene ridotto rapidamente 9 , fino a raggiungere 1,36 g. Non esistono molte fonti che possano illustrare con certezza quale tipo di moneta in lega di rame fosse utilizzata in questo periodo, ma alcuni dati sono presenti in passaggi del Codex Theodosianus; quello datato 354/356 d.C. dichiara che maiorinae vel centenionalis erano le uniche emissioni ammesse alla circolazione 10 . I tentativi di interpretazione di questi testi e il collegamento con le produzioni monetali di questo periodo sono molteplici 11 , perciò, per ovviare all'uso di 1 8 In questa analisi si considerano produzioni in lega di rame anche emissioni come l'AE2 FEL TEMP REPARATIO che dovrebbero contenere ca. 2,5% di argento nella lega. 9 Dal RIC VII, 310 = g 5,20; 312 = g 4,5; 314 = g 3,75; 318 = g 3,35; 322 = g 3,00; 330 = g 2,25; 335 = g 1,50. 10 Codex Theodosianus., IX.23.1; "pecunias quae more solito maiorinas vel centenionales communes appellant vel veteras quas vetitas esse cognoscunt".
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CIRCONVOLUZIONI PER UNA APOLOGIA DELLA LUCE
Liberazioni n. 1, 2010
Cartografia Italiana in età Napoleonica, 2021
ARCHEOLOGIA AFRICANA-Saggi occasionali 2014-2018 n° 20-24, 2018