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2018, Nuove architetture urbane
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La città contemporanea, costruita nel corso degli ultimi decenni, appare oggi come una somma di edifici-eccezione, apparentemente autoreferenziali e incapaci di entrare in dialogo tra loro. Negli ultimi anni alcune rilevanti figure del panorama architettonico hanno proposto una visione alternativa dello spazio urbano, fondata su alcuni caratteri tipici della città europea: il ruolo centrale assegnato all’architettura nella costruzione dello spazio urbano, la funzione della facciata come elemento in grado di conferire carattere e forma alla città, l’equilibrio tra uniformità e variazione architettonica, sono gli aspetti qualificanti di un modello spaziale e figurativo radicato nel senso comune. La ricerca di una continuità con la città storica e la rielaborazione dei temi tradizionali della facciata urbana si traduce in architetture dal carattere rigoroso e seriale che sembrano porsi in alternativa alle architetture singolari caratteristiche del passaggio al nuovo millennio. Tuttavia queste Nuove Architetture Urbane, pur ricercando una continuità estetica e percettiva con la città storica, finiscono per emergere come singoli oggetti autoriali, configurandosi come una delle tante espressioni dell’articolato panorama della cultura postmoderna.
Italy-China: An Ancient Cultural Heritage And The Challenge For Future Development, 2013
Si analizzeranno i Programmi Narrativi di vari progetti architettonici (in Nepal, Cina, Grecia e Italia) che hanno modificato il paesaggio. Il Programma Narrativo è la promessa di ciò che si può fare con esso, e rende un luogo fondativo dell'identità di un gruppo sociale. Se il Programma Narrativo del paesaggio si riduce a immagine stereotipata da consumare, si costruisce junkspace, privo di relazione, identità e storia, non turisticamente attraente. PAROLE CHIAVE: paesaggio, programma narrativo, junkspace
Fernand Pouillon Costruzione, città, paesaggio Viaggio in Italia, 2019
Giulio Barazzetta, architetto, fondatore e associato sino al 2017 dello studio 'SBG architetti' (www.sbgarchitetti.it);
Foglia L. - Arena M., Microarchitetture per un nuovo spazio pubblico, in “Cultura Tecnologica e Progetto Sostenibile. Idee e proposte ecosostenibili per i territori del sisma aquilano”, (M. C. Forlani ed.), Alinea Editrice, Firenze, 2010, pp. 270-281- ISBN 978-88-6055-604-2;
Saluzzo, città e diocesi. Cinquecento anni di storia (Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici della Provincia di Cuneo), 2013
Civitas vero appellatur illa quae habet episcopum » * * Il titolo del paragrafo è una citazione di BARTOLI A SAXOFERRATO, Tractatus, in Consilia, Quaestiones et Tractatus, X, a cura di G. AGNELLO, Venezia 1596, ff. 94v-182v, in part. cap. Fideles subditos, 5d-6a (ff. 103v-104). Colgo l'occasione per ringraziare Antonino Angelino, Rinaldo Comba, Maria Gattullo e Aldo Settia per le indicazioni e i sempre preziosi suggerimenti.
2016
The urban regeneration processes have sparked renewed interest for urban and architectural design. At the time, technological inno- vation of information flows and matters related to the conditions of deskilling, pollution and iniquities of the contemporary city have determined the urban transformation both in the territorial character, in terms of borders and margins of the city, both in the archi- tectural features in terms of new interior spaces to the city. The scientific debate has to ask about the strategies and intervention actions to improve the quality of urban life, and the quality of architecture and the city. DOI: http://dx.medra.org/10.19254/LaborEst.12.14
Le prospettive architettoniche sono un ponte che collega l’arte alla scienza, e la scienza all’arte; e questo ponte l’ha costruito la Storia. Questa metafora è utile, perché descrive, in sintesi, le caratteristiche di un genere pittorico che è stato individuato nella letteratura artistica con vari nomi, da ‘secondo stile’ a ‘quadraturismo’, ma che non è mai stato studiato nella sua estensione. Si tratta di rappresentazioni di architettura che, sfruttando ora la prospettiva lineare, ora la prospettiva aerea e altri accorgimenti, inducono nello spettatore una percezione di profondità che ‘sfonda’ la compagine muraria, dilatando lo spazio che le ospita fino ai limiti dello sguardo. Basta questo per capire perché questi particolari soggetti dell’arte pittorica abbiano tanto da dire a chi si occupa di scienza della rappresentazione e di storia della scienza: infatti non si possono raggiungere effetti illusionistici di sì grande potenza, senza una consapevolezza delle leggi della proiezione centrale e senza una conoscenza, quantomeno empirica, dei complessi meccanismi della percezione visiva. Perché, poi, questo ponte lo abbia gettato la Storia, è presto detto: le prospettive di soggetti architettonici sono già ben presenti a Ercolano e Pompei, nonché a Roma, nelle case di Augusto e di Livia e possono dirci molto sulle conoscenze ottiche e geometriche degli antichi. E sono ancora presenti in tutto il Medioevo, fino al Rinascimento, quando artisti-scienziati come Filippo Brunelleschi, Leon Battista Alberti e Piero della Francesca, esperimentano e teorizzano le leggi della ‘costruzione legittima’. Da quel momento, Scienza e Prospettiva percorrono strade parallele, con un continuo scambio di conoscenze teoriche e sperimentali. La Prospettiva, con Guidubaldo del Monte, si svincola dai limiti di una veduta rigidamente assiale, consentendo all’occhio una libertà di movimento che permette di ‘sfondare’ visivamente non una sola parete alla volta, ma un intero spazio. La Scienza, con Keplero e Desargues, supera il limite del quinto postulato euclideo dichiarando l’esistenza di punti e rette ‘all’infinito’. Ancora la Prospettiva si appropria di questa conquista per utilizzare, consapevolmente, il punto di fuga come immagine dell’infinito e la degradazione apparente delle grandezze nelle ‘glorie’ che aprono verso il cielo le volte delle chiese barocche. Le prospettive architettoniche non sono un fenomeno provinciale: esse, al contrario, sono diffuse in tutta Italia e in Europa. Quindi la trasversalità della Prospettiva, già verificata nell’immagine del ponte che si è data all’inizio, comprende il territorio, oltre alla Storia e alla cultura artistica e scientifica, in generale. Da ultimo occorre ricordare che le prospettive architettoniche non sono solo pitture, ospitate su pareti piane e o superfici curve voltate. Esistono, infatti, effetti di illusione prospettica che sono ottenuti per mezzo di strutture tridimensionali, come la Galleria di Palazzo Spada a Roma, attribuita a Francesco Borromini. Ed esistono, infine, effetti illusionistici di profondità che sono ottenuti per mezzo di una scansione delle facciate in intervalli prospettici, anziché regolari; dunque per mezzo di una struttura visiva monodimensionale. Sorprende constatare, quindi, quanto poco sia valutato questo patrimonio, al punto che nemmeno i custodi e i proprietari, pubblici e privati, ne riconoscono l’importanza. Opere come gli affreschi di Agostino Tassi nella sala dei ricevimenti di Palazzo Lancellotti, una delle illusioni prospettiche più coinvolgenti del panorama romano, sono oggi ridotti a cornice per banchetti e inaccessibili ai visitatori che non siano ospiti di quei festeggiamenti. Altre si trovano in stato di abbandono. Di altre ancora si ignorava l’esistenza e chissà quante ancora sono dimenticate sotto improvvide scialbature. È perciò evidente come il primo obiettivo degli studi che questo volume presenta sia quello di costruire un repertorio delle prospettive architettoniche in Italia. Un secondo obiettivo, più modesto ma anche più immediato, è quello di dimostrare, anche solo per gli effetti di una ampia carrellata di immagini, quanto ricco e suggestivo sia il paesaggio del quale ci occupiamo. Un terzo obiettivo, mirato alla conservazione, è quello di documentare le prospettive dei vari tipi ai quali sopra si è fatto cenno, con le tecniche più avanzate di rilevamento, che vanno dalla scansione laser alla fotografia in alta risoluzione. Un quarto obiettivo è quello di svelare i segreti delle prospettive dal punto di vista della scienza della rappresentazione. Come sono state progettate? Come è stato riportato il disegno sulle grandi superfici da affrescare? Da quale punto di osservazione (o da quali punti) debbono essere guardate al fine di ottenere il migliore effetto di ‘sfondamento’ della compagine muraria? La costruzione prospettica è corretta o non lo è? E, se non lo è, perché evoca comunque una forte sensazione di profondità? Nel primo esame di un buon numero di casi di studio si è potuto constatare che esistono sempre due chiavi di lettura per queste opere. La prima è di natura geometrica, nel senso che, applicando, in un procedere inverso, le fasi della costruzione prospettica, si può ricostruire nello spazio a tre dimensioni l’architettura rappresentata. La seconda chiave è di natura squisitamente architettonica, nel senso che i caratteri di regolarità geometrica, di simmetria e di proporzione delle strutture architettoniche ne consentono la ricostruzione nello spazio anche indipendentemente dal processo geometrico. Ad esempio: se la prospettiva raffigura un colonnato, è chiaro che la trabeazione sarà orizzontale e perpendicolare all’asse delle colonne, gli intervalli tra le stesse saranno sensibilmente eguali, e gli archi e le volte, se vi sono, saranno per lo più a sesto circolare e così via. Ebbene, queste due chiavi di lettura possono essere perfettamente coerenti (come nel caso di alcune opere di Andrea Pozzo) oppure possono essere in contrasto l’una con l’altra (come nel caso di molte opere di Agostino Tassi). In quest’ultimo caso è l’architettura, sempre e comunque, che prevale nel contrasto, perché l’architettura ha un potere evocativo dello spazio che è più potente di quello della sola prospettiva lineare. La riprova di questo meccanismo percettivo è data dall’esperimento della camera distorta, nota come Camera di Ames (Ames e Kilpatrick, intorno al 1950). In questo esperimento, un osservatore viene invitato a guardare una stanza la cui forma è stata distorta in modo che i vertici della stanza reale e deformata e quelli di una virtuale stanza di forma regolare siano allineati con l’occhio dell’osservatore. Ebbene, quest’ultimo crede di vedere una stanza regolare anche quando la presenza di altri indizi palesemente dimostrerebbero il contrario: ad esempio due persone di eguale statura che sono entrate nell’ambiente e che appaiono, ora, l’una gigantesca e l’altra incredibilmente piccola. Questo effetto, evidentemente già noto in modo del tutto empirico agli artisti delle prospettive architettoniche, viene sfruttato con varie finalità che vanno dalla semplificazione del processo di costruzione del dipinto, all’ampliamento della zona dalla quale si può godere lo sfondamento illusorio dello spazio che ospita la prospettiva. Un altro aspetto degli studi che sono presentati in questo volume riguarda l’analisi dei trattati di prospettiva. Questi trattati sono stati quasi sempre scritti ‘per gli artisti’ o segnatamente per la realizzazione degli sfondati prospettici, come nel caso di Andrea Pozzo. E tuttavia non sono stati ancora studiati come premessa teorica ad applicazioni che si esprimono nella libertà e nella suggestione delle pitture murali. Infine, alcuni saggi affrontano il problema della valorizzazione del patrimonio delle prospettive architettoniche, sviluppando tecnologie che ne consentono la lettura, la comprensione e la divulgazione.
Mimesis, Scenari , 2020
The aim of this paper is to explain the debatable connection between architecture and philosophy. In the first part, we will take into consideration in what sense architecture can be considered a form of ideology, which contributes to realize processes of Subjectivation through material forms that create precise conditions of existence; we will use Althusser, Freud and architects such as Koolhaas for this purpose. In the second part we will refer to the various kinds of inspiration that philosophy has produced in the field of architecture; how Jenks read Lyotard or Rem Koolhas took inspiration from Les Immaterieux at the Pompidou center in 1985, by making reference and explaining the so-called Postmodern condition and the so-called design philosophy in Latour. We will also try to understand how architectural concepts such as junkspace connect to philosophical concepts such as heterotopias
Con i piedi ben saldi sulle possibilità e potenzialità offerte dalla rivoluzione tecnologica e con la mente proiettata alla modernità, attraverso un uso sapiente di materiali tradizionali ed innovativi, i grandi maestri dell’architettura nel passaggio tra ‘800 e ‘900 ridisegnano lo spazio domestico della contemporaneità. Il libro ha le proprie radici nei presupposti sinteticamente delineati. Un libro che affronta con un approccio interdisciplinare il tema dell’evoluzione dello spazio dell’abitare in tutte le sue articolate chiavi di lettura. Nuove richieste, non ancora sufficientemente esplorate, emergono dalla società mentre cambiano i protagonisti dell’offerta di abitazioni e muta, divenendo più complesso, il processo ideativo e realizzativo di questo tipo di prodotto.
Lezione, 2019
Si ripercorrono temi di ricerca che hanno caratterizzato tra l'altro le elaborazioni svolte nei cinquanta anni. L'elaborazione internazionale ha coltivato i suddetti temi. Sulla teorica di soglia si sono impostati gli structural plans redatti negli anni settanta in Gran Bretagna, cui devo l'acquisizione della metodologia nel corso di svariati soggiorni ad Edimburgo operando presso la Planning Reserch Unit della Università diretta di Percy Jonhson Marshall. L'elaborazione della teorica di soglia era stata svolta dal Prof Boleslaw Malish operando a Varsavia in Polonia, nel Centro Nazionale delle Ricerche, con la collaborazione di Jurek Kozlowski a Cracovia, cui devo i frequenti soggiorni in quel paese svolti su invito negli anni settanta. La perequazione urbanistica si ritrova nella pratica urbanistica di città degli Stati Uniti, definita come "Transfert of development rights", ampiamente descritta nei volumi a firma del professore di urbanistica Nico Calavita della Università di California in San Diego, cui devo i soggiorni su invito svolti in quell'università e città. D'altra parte i problemi posti dall'uso del suolo nell'economia liberale non sono dissimili, nel tempo e nello spazio, fronteggiandosi sempre proble-mi di equità, giustizia, efficienza ed efficacia. I problemi persistono e su questi le differenti generazioni, anziani e giovani, sono chiamate a con-frontarsi.
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Presenza Tecnica Ottobre 2015
Alfredo Martini, Giuseppe Nannerini (a cura di), Città e Città Esperienze e riflessioni sulla trasformazione urbana, pp. 225-234, 1988
RASSEGNA DI ARCHITETTURA E URBANISTICA 163, 2021
C. Panella, C. Rescigno, A.F. Ferrandes, Architetture perdute. Decorazioni architettoniche fittili dagli scavi tra Palatino, Velia e valle del Colosseo (VII-IV secolo a.C.), 2021
in P. Pensabene, C. Sfameni (a cura di), La villa romana di Cottanello. Ricerche 2010-2016, Bari, 2017
Francesco Ghio, Annalisa Metta, Luca Montuori ( a cura di ). OPEN Papers. Scritti sul paesaggio. Edizioni ETS, Pisa 2012, pp. 244- 251