Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2019, Manoscritto
…
10 pages
1 file
Manoscritto è la storia di un pugno di drammatici giorni nella vita di un frate del Seicento, l’unico sopravvissuto alla devastazione di un convento nei Balcani ad opera degli Ottomani. Hai l’ordine di vivere fra’ Uk! Queste sono le ultime parole del suo superiore prima di essere legato dietro ai cavalli e condotto alla morte. Ordine che deve essere compiuto. Dolore, rabbia e odio, che sfociano nel dubbio dell’esistenza di un Dio che permette tutto questo. Speranza, sacrificio e gloria, che si manifestano in una missione per la salvezza delle radici, della cultura e della libertà umana. Ecco ciò di cui sono testimoni gli occhi del frate di nome Uk ‘lupo’. Il frate più giovane, portato nel convento dal padre per scampare alla fame, sopravvive una seconda volta, per diventare un punto di riferimento per la gente nella sfida alla furia devastatrice dell’occupazione. Gli archetipi della storia, amalgamati con la fiction, ricostruiscono un’esistenza nella quale, tra verosimiglianza storica e fantasia romanzata, alla fine comunque trionfa la vita, libera da ogni barriera che ieri come oggi tenta di sopprimere l’identità dell’altro.
Spunti e Ricerche, 2019
All’interno dell’economia de "La scuola cattolica" di Edoardo Albinati, il racconto del Delitto del Circeo non occupa che poche pagine. Ciononostante, l’articolo si pone l’obiettivo di mostrare come in tale evento sia possibile riconoscere una struttura capace di spiegare l’intero meccanismo del testo. Infatti, la narrazione dello stupro/omicidio risulta essere il ‘grado zero’ del rapporto uomo/donna all’interno di una visione maschilista del mondo, in cui solo l’uomo ha il potere di agire. Per contro, la donna assume i tratti della passività: la violenza, allora, si spiega come il tentativo da parte dell’uomo di prendere il controllo di tale passività, al fine di non esserne contagiato. Inoltre, la violenza contro la donna permette anche di bloccare il potere del fascino, col quale la donna rovescia i ruoli ponendo l’uomo in uno stato di dipendenza. Questa ‘strategia’ di controllo della passività, quindi, dovrebbe liberare l’uomo da ogni vincolo, permettendogli così una totale libertà d’azione. Il narratore, invischiato in questa visione dei rapporti tra i sessi, cerca, attraverso l’imponente mole del testo, di esaurire l’energia del racconto del delitto e della struttura che è alla sua base. Il testo, quindi, è un modo per fare i conti non solo con quanto accaduto, ma con il maschilismo in generale: esso è una sorta di ‘artefatto contenitivo’ che cerca di rinchiudere tale struttura al fine di renderla inattiva. Il tutto per poter ripristinare l’importanza dell’altro, in quanto ulteriore possibilità di vita che travalica quelle che ci vengono imposte dai punti di vista normativi, ristretti e confinanti. Pubblicato in Gregoria Manzin, Barbara Pezzotti (a cura di), "Woman and Violence in Italian Literature", Spunti e Ricerche, vol. 33, 2019.
Galatina: Congedo, 2005. Pp. 187.
The Italianist, 2015
This article examines a passage from Alessandro Manzoni's Fermo e Lucia (1821-23), the so-called digression on 'romanzi d'amore', where Manzoni pondered the appropriateness of writing of love in novels. By analysing Manzoni's argument closely, in particular his statement that the danger lies in letting the readers identify with the feelings of the character and therefore confusing their world with that of fiction, the article aims to underline Manzoni's perspicacity in realising, first, that the dynamic of identification is at the heart of the novel and, secondly, that the new mode of reading introduced by the novel and based on empathic identification was going to throw into crisis the pedagogical and moralistic conception of art, of Platonic origin, in which he believed. Hence, the article looks at the digression on 'romanzi d'amore' as the first manifestation of Manzoni's rejection of the novel as a genre; not simply a formulaic repetition of the leitmotif of the novel as a corruptive genre but the beginning of a meditation that anticipated by almost 30 years the impasse declared by Manzoni in the essay Del romanzo storico (1850): a reflection on the novel within the novel which makes Manzoni's workintended in its complexity from Fermo e Lucia to I promessi sposinot only one of the best examples of self-reflexive novels but also an antinovel in the most radical sense of the word, that is a novel that disavows itself.
Archivum Fratrum Praedicatorum, Nova Series, 2017
Le Edizioni Quasar di Roma avviano una nuova collana di saggi dedicati alla Storia delle religioni. La serie accoglie contributi redatti in italiano, francese, inglese, spagnolo e tedesco, sui temi specifici della disciplina e sui suoi rapporti con altre scienze storiche e umanistiche. Gli ambiti culturali spaziano dalle antiche civiltà classiche e preclassiche alle istanze e manifestazioni religiose delle società contemporanee. I lavori presentati sono sottoposti a procedura di valutazione anonima (Peer Review), effettuata da specialisti. La Direzione della collana è affidata a Sergio Ribichini. Fanno parte del Consiglio scientifico internazionale Corinne Bonnet (Tolosa), Eugen Ciurtin (Bucarest), Agustinus Gianto (Roma), Francisco Marco Simón (Saragozza), Beate Pongratz-Leisten (New York), Francesca Prescendi (Ginevra-Losanna), Sergio Ribichini (Roma), Abderrazak Sayadi (Tunisi), Christopher Smith (St Andrews-Roma), Philippe Swennen (Liegi), Dorothea Weltecke (Francoforte). Il Comitato editoriale è composto da Francesca Iannarilli (Venezia), Alessandro Locchi (Roma) e Marta Rivaroli (Roma)
L'Archivio di Stato di Mantova è ospitato nell'ex colle gio e convento dei Gesuiti, complesso che comprende anche la torre dei Gambulini e la chiesa della SS. Trinità, ora adibita a deposito principale. Istituito nel 1868, due anni dopo la definitiva annessione di Mantova al Regno d'Italia, esso conserva documenti a partire dal secolo XI (quando Mantova faceva parte del dominio di Matilde di Canossa), del periodo comunale, della signoria dei Bonacolsi e soprattutto dei Gonzaga, che reggono la città per quasi quattro secoli (1328-1707), facendone la capitale di una piccola corte di raffinata temperie culturale, crocevia fondamentale della civiltà del Rinascimento dove trovano alte forme di espressione le arti, la musica, il teatro, la letteratura.
"La controversa figura di Ippolito de’ Medici trova un perfetto riscontro nel celebre ritratto dipinto da Tiziano Vecellio nel 1532. Benché a quella data Ippolito fosse già stato creato cardinale, egli vi appare con un abito sontuoso e marziale che mette in piena luce le sue ambizioni politiche e sociali, nonché il suo carattere assai poco predisposto alla vita ecclesiastica. Figura inquieta, eccentrica e brillante, Ippolito de’ Medici era nipote di Lorenzo il Magnifico e nel corso della sua vita aspirò ad assumerne il ruolo alla guida di Firenze. Tale ambizione si scontrò però con la strategia dinastica di papa Clemente VII, anch’egli un Medici, e condusse Ippolito alla morte per veleno all’età di appena ventiquattro anni. Basato su materiale documentario in larga misura inedito, questo volume colma una cospicua lacuna nella storiografia sui Medici, che fin dal Cinquecento si è mostrata reticente a investigare le tensioni e i conflitti scoppiati all’interno della famiglia prima dell’ascesa di Cosimo al ducato nel 1537. Restituendo coerenza alle vicende biografiche di Ippolito, giunte fino a noi in forma frammentaria proprio perché in contraddizione con il mito di unità e legittimità promosso da Cosimo, questo studio fa luce sui meccanismi in base ai quali la memoria di un personaggio scomodo come Ippolito è stata rimodellata e piegata agli interessi dinastici dei Medici. Il profilo biografico è integrato da quattro capitoli dedicati agli abiti da lui indossati e al significato che essi assumevano agli occhi dei contemporanei, alla sua corte come organo di rappresentanza e al suo multiforme mecenatismo letterario e artistico, che investì alcuni dei massimi pittori, scultori, poeti e intellettuali del suo tempo. Servendosi degli strumenti della storia sociale e politica, della microstoria e della storia delle arti, questo libro illumina con vivacità la cultura di un periodo di transizione della storia italiana, in cui la frammentazione dei poteri signorili cedeva spazio alla creazione di più forti autorità statali."
Quaderni D Italianistica, 1998
Piccola biblioteca 139 similar survey in "Panorama di studi anosteschi" (139-48), which evaluates developments in Ariosto criticism by examining works considered to be emblematic of significant critical trends and methodologies: Marina Beer's Romanzi di cavalleria: Il 'Furioso' e il romanzo italiano del primo Cinque-cento (Roma, Bulzoni, 1987), representative of the research on chivalric hterature sponsored by the Istituto di Studi Rinascimenti in Ferrara; Albert Ascoli 's Ariosto's Bitter Harmony. Crisis and Evasion in the Italian Renaissance (Princeton: Princeton UP, 1987), an important example of the North American hermeneutic approach; Mario Santoro 's Ariosto e il Rinascimenio (Napoli: Liguori, 1989), emblematic of post-Crocean criticism interested in the cultural implications of the Furioso; and Sergio Zatti's // 'Furioso' fra epos e romanzo, (Lucca: Pacini Pazzi, 1990), which shows the influence of the psychoanalytic theories of Francesco Orlando. The two review essays constitute a useful orientation in the vast field of Ariosto studies. The first appendix includes a brief but significant note, "II 'Pro bono malum' ariostesco e la Bibbia" (149 51), in which Casadei proposes several Biblical passages as possible sources for the motto, expressive of the theme of human ingratitude, found in the first editions of the Furioso. The essays are all exhaustively annotated, and those which were previously published have been edited and updated. The volume contains a useful index of names. The author made previous contributions to Ariosto studies in his monographs La strategia delle varianti: Le correzioni storiche del terzo "Furioso" (Lucca: Pacini Fazzi, 1988), and 11 percorso del "Furioso" : Ricerche intorno alle redazioni del 1516 e del 1521 (Bologna: Il Mulino, 1993). This latest volume retains a strong focus on Ariosto, but the scope has been widened considerably. Although it is inevitable that a collection of articles written at different times lack some unity, the volume succeeds in presenting a clear view of questions central to the history of chivalric Literature in the Renaissance. Furthermore, in dealing with the variety of issues examined here, Casadei has drawn expertly from a wide range of scholarly work, and he has shown himself to be sensitive to the possibilities offered by methodologies not traditionally apphed to chivalric texts. In consequence, the volume also serves as a valuable illustration of the current state of scholarship in the field and of promising directions for future research.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Quaderni D Italianistica, 2019
Il codice Maimonide e i Norsa. Una famiglia ebraica nella Mantova dei Gonzaga. Banche, libri, quadri, a cura di C. Farnetti, catalogo della mostra, Roma 2018, pp. 18-30., 2018
Carte Italiane, 1986
Italian Studies, 2018
in "Renato Guttuso. La potenza dell’immagine 1967/1986", a cura di Fabio Carapezza Guttuso e Dora Favatella Lo Cascio (catalogo mostra Bagheria, Museo d’Arte Contemporanea “Renato Guttuso”, 15.12.2007 / 30.05.2008), Troina, Enna (Città aperta edizioni) 2007, pp. 113-140, 2007
Quaderni d’italianistica, 42, 2, 301-303, 2021
Comitatus: A Journal of Medieval and Renaissance Studies, 2014
IRCLAMA 29_ Late Medieval Renaissances and their Antecedents, 2022
Journal of Modern Italian Studies, 2009
Bollettino d'arte, 50, pp. 1-14, 2021