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2019, rivista Andersen
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Retranslating Jack London's Call of the Wild
Francesco Alpago, avvocato fi scale, al Podestà e Capitano di Belluno (1768) (ASV, Sen., Ars., fi lza 112)
Undici racconti per ragazzi, d'età compresa dai quattro agli undici anni, sono il frutto di un lavoro così intenso che quello speso per un saggio scientifico appare in una certa misura minimale. Lo confessiamo non per sottovalutare la pratica dell'attività di ricerca che dovrebbe coinvolgere ogni studioso universitario chiamato a coniugare la ricerca con la didattica e che, detto altrimenti, impegna a comunicare, attraverso la lezione, non cose comuni e pacificamente accreditate, ma ipotesi di lavoro davanti a problemi via via insorgenti e, magari, soluzioni destinate, anche e purtroppo, a durare molto poco.
aver contribuito alla conoscenza floristica del territorio; Vincenzo Liguori, del CSD ARSSA di Sibari, per il supporto logistico fornito nel corso delle escursioni.
Tutti i diritti riservati © 2013, Pearson Italia, Milano-Torino Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest'opera, l'editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti.
M. Vinci, Lə fraschə e lə scòrcə, Crispiano, 2017
Regole grafiche, ortografiche e grammaticali per la trascrizione della parlata di Crispiano (TA)
Tirature '16 Un mondo da tradurre
Atti della prima conferenza internazionale della Facolta' di lingue (Al-Alsun) (5-7 Marzo 2016), 2016
La lingua si considera, dal punto dell'evoluzione storica, un patrimonio che si trasmette, si allarga, si rovina. Il lessico di una lingua, cioè l'insieme delle parole che la compongono, è "una realtà mobile e varia" 1 all'interno della quale avvengono continui cambiamenti: parole nuove che nascono, parole che muoiono, parole che entrano a far parte della lingua da altre lingue, ecc. È considerabile un "mutevolissimo" 2 sistema "aperto" 3 , in quanto è passibile di accogliere sempre nuovi elementi, risente d'ogni novità e d'ogni moda. Il lessico italiano è composto fondamentalmente da voci provenienti dal latino, da neologismi, parole formatesi da parole italiane già esistenti e da prestiti, voci provenienti da lingue straniere. 4 In un mondo in cui le barriere nazionali sono cadute e le comunicazioni sono divenute fulminee grazie alla tecnica informatica, i forestierismi di origine anglo-americano hanno massicciamente invaso la lingua italiana; tante lingue e diversi popoli, prima molto lontani, interagiscono più velocemente, in uno spazio di informazione globale, con nuovi tipi di mezzi di comunicazione internazionale (p.es. Twitter, Facebook, Snapchat, Whatsapp, Instagram, Google+). L'obiettivo principale del presente saggio consiste nell'individuare i forestierismi "digitali" dovuti alla rivoluzione digitale e, particolarmente, legati all'uso di Internet. Il saggio cerca, inoltre, di individuare le cause principali che favoriscono la circolazione dei forestierismi sotto studio, che appaiono non soltanto nel linguaggio dei giovani nelle chat-room o nemmeno nel linguaggio settoriale dell'informatica, ma anche sono riusciti soprattutto a penetrare sostanzialmente nella lingua italiana comune. La maggior parte dei forestierismi citati è approvata dall'Accademia della Crusca 5 e dall'Osservatorio neologico della lingua italiana 6 ; qualche forestierimo è ancora relativamente giovane, non è ancora registrato nei vocabolari italiani. A tale proposito sono dettagliatamente inquadrate le nozioni basilari del prestito e del calco. Sono illustrate le generali proprietà fonetiche, grafiche e morfologiche. È stato individuato un corpus composto da un insieme di anglicismi 7 "digitali" raccolti in prima istanza nella banca dati dell'Onli 8 , in Parole nuove 9 del sito dell'Accademia della Crusca, in Neologismi riportati nei siti Sapere.it 10 e Treccani.it 11. È stato molto utile ricorrere, inoltre, al dizionario Neologismi quotidiani 12 e all'archivio online del "Corriere della Sera" 13. Penso che il presente contributo possa servire ai docent, agli studenti dell'università e agli appassionati cultori della lingua italiana che desiderano rendersi conto in modo più sistematico dei mutamenti in atto.
Fogli. Transeunte 2020 -2 (ISSN 2532-7895), 2020
A nineteenth-century anecdote reported by Emmanuele Antonio Cicogna, apparently only curious, concerning a wax factory, and a mentally disturbed Venetian patrician, finds a rational context if connected to architecture, in particular at Palazzo Foresti from Cere to Tolentini, which in turn retrieves further confirmation of its identity physical and historical, freed from the common and tedious falsehoods that have hitherto incredibly concealed it. Un aneddoto ottocentesco riportato da Emmanuele Antonio Cicogna, apparentemente solo curioso, riguardante una cereria e un patrizio veneziano mentalmente disturbato, trova un razionale contesto se collegato all’architettura, in particolare a Palazzo Foresti dalle Cere ai Tolentini, che a sua volta recupera ulteriori conferme alla sua identità fisica e storica, liberata dalle comuni e tediose falsità che l’hanno finora incredibilmente celata.
Rivista di storia dell'agricoltura, 2013
Le Cinque Terre, e Riomaggiore in particolare, sono state oggetto di numerose indagini, le quali hanno considerato soprattutto la produzione vinicola e gli aspetti paesaggistici dei terrazzamenti. È stata in gran parte trascurata la funzione essenziale che hanno avuto le alture e le porzioni di territorio non vignato. La notevole estensione, che vigneto e terrazzamenti hanno raggiunto nei primi decenni del ’900, ha conferito loro un ruolo totalizzante che essi non avevano nei secoli precedenti. Infatti, il periodo metà ’800-metà ’900 può essere considerato unico per la storia di Riomaggiore sia come sviluppo demografico che come espansione della viticoltura. Il vignato, e con esso i terrazzamenti, hanno avuto per quest’area una presenza continua nel corso dei secoli, contribuendo a modellarne la conformazione in modo sostanziale ma, per lunghi anni, in un contesto di uso multiplo del territorio. I documenti del periodo medievale suggeriscono la presenza di una superficie vignata assai ridotta e frammentata, mentre nel XVII secolo la copertura delle terre vignate è poco più del 50% delle terre censite, la percentuale che si abbassa se si aggiungono le terre comuni. È quindi una situazione promiscua, dove attività legate alla silvicoltura e alla pastorizia coprono una parte rilevante del territorio comunale. Nello scorrere dei secoli possiamo osservare, seppure con una qualche discontinuità, una tendenza all’incremento del vigneto a scapito delle altre attività, soprattutto quelle legate all’allevamento. Un elemento fondamentale, che ha permesso questa espansione, è stata la stretta connessione con le comunità interne (quelle oltre il crinale delle colline litoranee) e, in particolare, la disponibilità di terreni in quei comuni, dove la coltura più diffusa è quella del castagno. Anche le comunaglie rivestono un ruolo centrale sia per le attività tipiche del bosco che per la pastorizia. Il cambiamento più radicale si ha durante l’800. In una fase di sviluppo demografico senza precedenti, che richiede una espansione del coltivo e una sua maggiore produttività, le modalità tradizionali di utilizzo delle comunaglie appaiono sempre più inadeguate. È in questo contesto che si arriva alla loro alienazione mediante la cessione a “particolari”, e al superamento dell’antico regime consuetudinario. Questi cambiamenti non sono indolori come dimostrano i contenziosi sia interni alla comunità di Riomaggiore che quelli con le comunità limitrofe. Un’attività strettamente connessa all’uso delle terre comuni è l’allevamento, soprattutto di ovini, importante sia per l’alimentazione degli abitanti che per la concimazione delle terre coltivate. Tuttavia, soprattutto a partire dal XIX secolo, la pastorizia perde progressivamente la sua rilevanza con l’espandersi del vigneto e con l’esigenza di una maggiore produttività agricola.
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