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2019, Rifondazione Comunista website
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Una recensione del libro di Stefano G. Azzarà: "Comunisti, Fascisti e questione nazionale" (Mimesis edizioni).
Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee, 2021
Recensione a: G. Parlato, La Nazione dei nazionalisti. Liberalismo, conservatorismo, fascismo, Fallone Editore, Taranto 2020.
Romanian nationalism during the national-communist times (1964-1989) has been considered by historians and political scientists as a consequence of international relationships. After the death of Stalin, Romanian communists searched for popular and international support against the control Soviet Union pretended to have on the country. However, the development of national discourse in a communist contest was forced by more than mere circumstances: Romanian public discourse floated around the nation since the 19th century, so communist intellectuals had plenty of national symbols and figures to rely on. The aim of the present paper is to show why Romanian national-communist cultural politics were based on the re-evaluation of cultural materials already present in the national cultural discourse. These cultural materials were merged in a Marxist-Leninist framework to be part of a nationalistic cultural project. The article discusses the centrality of the recovery of Romanian national ideology into the strategy of consent pursued by the communists, while showing the marginality of Romanian Communist Party in the interwar national discourse.
Studi storici: rivista trimestrale dell'Istituto …, 2010
Negli anni centrali del decennio 1970 il termine «eurocomunismo» s'era guadagnato una vasta eco negli ambienti politici e giornalistici, a indicare le convergenze di alcuni partiti comunisti occidentali nella ridefinizione della propria identità. Se gli storici non concordano né nel determinare le radici di tale maturata esigenza di «aggiornamento», né nel giudicare la validità della strategia politica che essa implicava e i suoi risultati, l'attenzione stessa che a essa fu dedicata allora e successivamente può però essere presa a riprova dell'impatto che ebbe e stimolare il rilancio di piú approfonditi studi al riguardo. I protagonisti di questa intesa furono i partiti italiano, francese e spagnolo, sebbene essi non fossero gli unici a convergere nel ritenere giunto il momento di riformare la tradizione comunista per darle un nuovo ruolo nelle condizioni delle società occidentali a capitalismo maturo. Il Pci spiccava tra questi partner per statura culturale, organizzazione e peso elettorale 1 . Senza l'appoggio dei comunisti italiani, il cosiddetto eurocomunismo forse non avrebbe avuto il consenso che ebbe e sarebbe stato riassorbito da posizioni ortodosse. Essi, pur tuttavia, si mantennero spesso in bilico tra vecchio e nuovo, costretti alla mediazione da molteplici condizionamenti nazionali e internazionali. Il Pcf, apparentemente loro partner preferenziale, rimase il piú tradizionale e anzi i suoi stessi atteggiamenti, restii ad accettare una serie di innovazioni, sono comunemente indicati tra le cause del fallimento della strategia stessa. Sebbene comunemente sia relegato in un ruolo marginale, anzitutto per le sue dimensioni e la precarietà della sua stessa struttura, fu il Pce il partito che in alcuni frangenti si espresse nei termini piú netti, soprattutto nella gestione dei rapporti con Mosca 2 . Esso scelse precocemente una linea di «adattamento democratico» 3 e, nella clandestinità impostagli dal regime fran-1 Cfr. S. Pons, Berlinguer e la fine del comunismo,
INDICE PRESENTAZIONE di A. Gasparini e V. Cesareo pag. 7 INTRODUZIONE di S. Tabboni pag. 9 PRIMA PARTE -La questione nazionale La fine dell'idea di nazione pag. 18 di L. Bonanate Neo-nazionalismi e nuove relazioni internazionali, pag. 36 il nazionalismo e la democrazia moderna di A. Martinelli Neo-nazioanlismi e nuove relazioni internazionali pag. 42 di V.E. Parsi Sistema politico internazionale e nazionalismo pag. 45 di C.M. Santoro SECONDA PARTE -II nazionalismo etnico in Europa Orientale II fallimento dell'unitas multiplex jugoslava pag. 57 di L. Bergnach e M. Komac Dall'Unione Sovietica alla Russia. Problemi e sviluppo pag. 85 di P. Calzini II crollo delle federazioni comuniste, il riemergere dei pag. 104 nazionalismi e la transizione alle democrazie di G. Detti Zotti Da polis a demos: la società civile all'Est pag. 124 di A Pocecco Conflittualità interetnica 5 Ismu, Milano, 1995
Diacronie, 2012
L’articolo si propone di affrontare le relazioni intercorse tra il marxismo italiano e i nazionalismi periferici, attraverso la rilettura di una storia politica che affonda le sue radici nel Congresso di Colonia del Partito Comunista d’Italia e prosegue in sordina fino allo scioglimento di Democrazia Proletaria. Il Programma d’Azione approvato a Colonia nel 1931, che prevedeva la realizzazione della Federazione delle Repubbliche Socialiste e Soviettiste d’Italia, sancì l’inizio di una tormentata e ambigua relazione tra il marxismo nostrano e il diritto all’autodeterminazione dei popoli. Subito accantonate dal movimento comunista ufficiale, queste tematiche riemergeranno periodicamente nei dibattiti della sinistra rivoluzionaria. Dai rapporti di Lotta Continua e Potere operaio con gli indipendentisti baschi e irlandesi, fino al riconoscimento ufficiale delle nazionalità periferiche italiane da parte di Democrazia Proletaria, sono molti gli elementi che invitano ad un’accurata riflessione su questi temi. L’analisi delle scelte e delle lotte condotte in nome del diritto all’autodeterminazione dalla Nuova Sinistra italiana potrebbe consentire una maggiore comprensione di un rapporto, quello tra socialismo e nazionalismo, talmente complesso da essere stato troppo spesso travisato.
Nazioni e narrazioni tra l'Italia e l'Europa, 2013
The article aims to address the relationships between the Italian Marxism and the peripheral nationalisms, through the reading of a political history that has its roots in the Cologne Congress of the Communist Party of Italy, and that continued silently until the dissolution of “Democrazia Proletaria”. The Program of Action adopted in Cologne in 1931, which contemplated the creation of the Federation of Socialist and Soviet Republics of Italy, declared the beginning of a troubled and ambiguous relationship between our national Marxism and the right of self-determination. Immediately after being set aside by the official Communist movement, these issues reemerged periodically in the debates of the revolutionary left. From the relationships between “Lotta Continua” and “Potere Operaio” with the Basque and Irish separatists, to the formal and official recognition by “Democrazia Proletaria” of the Italian peripheral nationalities, there are many elements which call for careful reflection on these issues. The analysis of the political decisions and the struggles waged in the name of self-determination by the New Italian Left could allow a greater understanding of the complex relationship between socialism and nationalism that it has been too often misunderstood.
Saggio pubblicato nel volume "Il Risorgimento italiano. Le culture politiche che hanno fatto l'unità d'Italia", a cura di G. Parlato e M. Zaganella, Roma, Fondazione Ugo Spirito/Cooperativa Nuova Cultura, 2010, pp. 97-134.
1950
In ciascun paese la polemica politica riflette e ripete, dai due lati di una barricata cartacea, i motivi emanati dai due grandi centri mondiali di influenza statale, militare, poliziesca e di propaganda. Non si tratta di due grandi centrali ideologiche, dei santuari di due grandi opposte credenze religiose della umanità di oggi, ma in buona sostanza di due potenti grancasse, che ai pennaioli dipendenti su tutti i lidi inviano temi, schemi e formule fisse.
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Ernesto Nathan. L'etica di un sindaco, 2019
Biblion edizioni, 2017
Storia e Futuro, 2011
Firenze University Press eBooks, 2019
Lutero e i 500 anni della Riforma, a cura di Andrea Aguti, Luigi Alfieri, Guido Dall’Olio, Luca Renzi, ETS, Pisa, 2018
Acta Histriae, 2017
Librosdelacorte.es
L'Italia e gli ustascia (1929-1945), 2024
«Nuova Rivista Storica», , 2022
Passato e Presente, n. 70, 2007, pp. 95-111.