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2009, Istria Fiume Dalmazia laboratorio d'Europa. Parole chiave per la cittadinanza. Editoriale Umbra
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Neanche l'alfabeto comune è sopravvissuto alla battaglia per le identità nazionali sulla sponda orientale dell'Adriatico. E' una regione in prolungato fermento, caratterizzata da migrazioni di massa, che in diverse guerre assunsero anche un carattere di pulizia etnica, ovvero religiosa. I paletti della autoidentificazione croata sono le appartenenze: linguistica, territoriale, confessionale (cattolica), culturale (occidentale). Alla identità attuale concorrono negativamente: un capitalismo "latinoamericano", corruzione e cleptocrazia, una giustizia carente.
"Fiume. Rivista di Studi adriatici", n. 32, II semestre 2015 , 2015
Nation and State: the Case of the Eastern Adriatic Sea by GIOVANNI STELLI in "Fiume. Rivista di Studi adriatici", n. 32, II semestre 2015. The areas of the eastern Adriatic sea, which were lost by Italy after 2nd World War, did belong to Italy for a short period (1920-24 to 1948), but were, in fact, of Italian culture for a much longer time. The concept of cultural nationality is the main object of this article.It is, first of all, necessary to make a distinction between “cultural nationality” (Nation) and “political belonging” (State). The identification of these two concepts was an ideological abuse operated by Nationalism during 19th century. It must be underlined that the Italian culture of Trieste, Fiume, and Dalmatia does not differ from that of other Italian regions and cities, as it dates back to the Roman Empire, and continues through Medieval time, the Renaissance and the subsequent centuries. However, such Italian culture could be called “marginal”, or, better, of “border type”, because the regions on the eastern Adriatic sea were in contact , conflict, or contamination with foreign languages and populations. Federico Chabod underlined that a Nation can be seen either through a “naturalistic” or a “voluntaristic” framework. The thnical concept (or “naturalistic” nationality, if we use Chabod’s terminology) considers the biological ties as central. Such concept, which has assumed an extreme and brutal form in the Nazist regime, was present also in other countries under the form of “ethnic-cultural nationalism” (Smith) and did generate strong moves for the expulsion of people belonging to other groups. Finally, the Author touches the terrible subject of the ethnical “cleansing”; historically, it started in the last quarter of the 19th century: at the Berlin peace congress in 1878 “ethnographic maps” were used for the first time: they were mapsadjusted in order to have ethnical areas coincident with the territories claimed by each State.
Immaginare l'Adriatico (Emilio Cocco and Everardo Minardi, eds.) 2007. Milan: Franco Angeli, pp. 97-111., 2007
2019
Le problematiche dell'identità sono rilevanti nella maggior parte dei film realizzati in Sardegna negli ultimi vent'anni da autori 'sardi', ossia nati e cresciuti nell'isola. Con l'avvento del nuovo millennio gli autori sembrano volersi appropriare, quasi un riscatto, del diritto di raccontare dall'interno e con un certo orgoglio il proprio mondo dopo che per decenni era stato raccontato da altri. Nel farlo vanno alla ricerca di storie fortemente legate alla realtà locale recuperando la lingua minoritaria e cercando costruire uno stile adeguato al carattere delle opere
2002
L'A. analyse les relations linguistiques italo-croates dans la region cotiere de l'Istrie et de la Dalmatie, territoire appartenant aujourd'hui a la Republique croate. La presence des deux langues sur le meme territoire souleve la question des facteurs historiques, politiques et sociaux qui determinent les echanges et les influences interlinguistiques
Nell'ottobre del 1954, dopo aver fi rmato il Memorandum d'intesa, il governo italiano perseguì una nuova politica estera che, fortemente ancorata agli ideali atlantici ed europeisti, fece della nuova alleanza con il vicino jugoslavo uno dei suoi principali cardini 1 . Con la fi rma dell'accordo londinese, la questione della ex-zona B del Territorio libero di Trieste (TLT) fu relegata ai margini della politica internazionale 2 . Nonostante le dichiarazioni ufficiali, il ritorno di Trieste sancì infatti la defi nitiva partizione del confi ne adriatico 3 . Di conseguenza, le ricorrenti tensioni diplomatiche che caratterizzarono i rapporti italo-jugoslavi tra il 1954 ed i trattati di Osimo ma soprattutto le percezioni del mondo politico verso la «questione istriana» ed il loro impatto sulla comunità adriatica furono spesso minimizzate negli studi storiografi ci 4 .
SSRN Electronic Journal, 2000
Concordo inoltre pienamente con Luigi , quando sostiene che l'Adriatico, a differenza di altri mari che circondano la nostra penisola, sin dall'antichità non ha rappresentato per lunghi periodi di tempo una frontiera, una netta linea di separazione fra popoli differenziati per etnia, lingua, cultura, religione e fra stati separati e fra loro ostili, ma ha svolto egregiamente invece un'utilissima funzione di ponte, di collegamento senza soluzione di continuità delle terre che vi si affacciano, le une a fronte delle altre, e dei popoli che le abitano, un ponte che ha alimentato scambi di merci e migrazioni stagionali o definitive di persone. Lo stesso graduale e lento processo di formazione della Nazione Italiana, germogliato spontaneamente, nel Medioevo 1 dal seme fecondo dell'Italia Augustea, suddivisa in undici regioni, 2 ha riguardato e accomunato per alcuni secoli entrambe le sponde di questo mare. Per inciso contesto con fermezza la tesi di una Nazione Italiana improvvisamente sbocciata dal nulla nel secolo XIX con il Risorgimento, precisamente nel 1861, una tesi che purtroppo nei tempi odierni sembra raccogliere consensi almeno in base a quanto si ascolta nei programmi radiotelevisivi e si legge nelle pagine culturali dei quotidiani in occasione della celebrazione del centocinquantenario dell'unità d'Italia. Questa tesi farebbe iniziare il processo di nation building concernente l'Italia nella seconda metà del secolo XIX, ma è una tesi che mal si concilia con la stesso termine di "Risorgimento" che porta a pensare a qualcosa che esiste già, la nazione, che è in stato di catalessi e che si risveglia e risorge.
Časopis za povijest Zapadne Hrvatske, 2012
Parole chiave: Alto Adriatico, storia comparata, dopoguerra (dopo la Prima e la Seconda guerra mondiale), nazionalizzazione, repressione. La comparazione storica può tornar utile per superare narrazioni stereotipate e fortemente dipendenti da presupposti di tipo ideologico. In questa sede verranno confrontati i dopoguerra dei due conflitti mondiali nell'area altoadriatica: si tratta infatti di periodi che e presentano forti parallelismi, perché vedono come protagonisti da una parte due stati per la nazione impegnati a conquistare il controllo del territorio operando sia a livello diplomatico che sul campo, e dall'altra una società locale fortemente plurale e fortemente frammentata, che rilutta al nuovo ordine ed alle semplificazioni che esso comporta. La comparazione riguarderà quindi il lungo processo di definizione dei confini, le occupazioni militari, le politiche di nazionalizzazione dei territori di frontiera, i presupposti culturali dell'intolleranza nei confronti delle minoranze, le pratiche della violenza in rapporto con il nesso guerra/rivoluzione, i tentativi di ingegneria etnica e gli spostamenti forzati di popolazione.
sito: http://www.irsml.eu/qualestoria/ «Qualestoria» è la rivista dell'Irsml FVG, fondata nel 1973 come «Bollettino dell'Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia». Ospita contributi di autori italiani e stranieri, promuovendo la pubblicazione di numeri monografici e miscellanei. La rivista propone tradizionalmente tematiche legate alla storia contemporanea dell'area alto-adriatica e delle zone di frontiera, rivolgendo particolare attenzione allo studio e alla storiografia dei paesi dell'Europa centro-orientale e balcanica. Le proposte di pubblicazione vanno inviate all'indirizzo e-mail della redazione. Saranno preventivamente valutate da esperti interni ed esterni al comitato di direzione. I saggi pubblicati nella sezione «Studi e ricerche» sono sottoposti in forma anonima a double-blind peer review. «Qualestoria» è attualmente presente nei seguenti indici: Bibliografia storica nazionale, Catalogo italiano dei periodici (Acnp), Essper, Gbv (Gemainsame Bibliotheksverbund), Google Scholar, Res. È inoltre inserita dall'Anvur nella lista delle riviste scientifiche ai fini dell'abilitazione scientifica nazionale. La rivista non si intende impegnata dalle interpretazioni e vedute espresse da articoli e note firmati.
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Anales de historia antigua, medieval y moderna, 2006
Istria religiosa e civile tra età moderna e contemporanea, 2020
Al di là delle trincee. Territori e architetture del Regno d’Italia al tempo della Prima guerra mondiale, Atti del congresso internazionale (Roma, 3-5 dicembre 2015), a cura di P. Cimbolli Spagnesi, Quasar Edizioni, Roma 2017, pp. 339-354.
De Vergottini G., Cevolin G., Russo I. (edited by), “Fenomenologia di una Macro Regione. Sviluppi Economici, Mutamenti Giuridici ed Evoluzioni Istituzionali nell’Alto Adriatico tra Età Moderna e Contemporanea. Volume II. Percorsi Economici ed Istituzionali”, ISBN: 978-88-6393-056-6, 2012
L’autonomismo triestino e la crisi dello Stato-Nazione. Appunti per una geografia dell'identità, 2018
Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari, n.s. XXV (vol. LXII) - 2007, 2008
M. Falla Castelfranchi, M. De Giorgi (eds.), Bisanzio sulle due sponde del Canale d’Otranto, 2021
I proverbi e la vita di Giuseppe Vatova, 2020