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2019
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2020
Il complesso di S. Maria in Via Lata si insedia in una preesistente porticus di epoca imperiale articolata su più piani che ne condizionò gli sviluppi edilizi nel corso del tempo. Inizialmente, il pianterreno della porticus è occupato da una diaconia, provvista di una propria cappella, ancora parzialmente preservata come oratorio ipogeo. Ad essa si va a sovrapporre l’ attuale basilica, sfruttando il piano superiore della porticus. Non c’ è motivo di dubitare che la chiesa odierna conservi l’ impianto medievale molto meglio di quanto generalmente ritenuto, al netto dell’ inversione dell’ orienta-mento e degli interventi barocchi. È, infatti, suddivisa in tre navate da arcate a tutto sesto impostate su colonne di spoglio, ancora in opera al di sotto del rivestimento moderno. Numerosi indizi convergono per un’ intrapresa del cantiere negli anni di pontificato di Pasquale II (1099–1118): così anche S. Maria in Via Lata andrebbe ad ascriversi al vasto programma di riorganizzazione urbanistica promosso da questo pontefice. Oltre a due altari, vi si conservano esigui resti di smembrati arredi liturgici, tutti pertinenti a fasi diverse.
Se non diversamente indicato, sono di Raffaele Esposito (al quale va un particolare ringraziamento dei curatori per la disponibilità e la professionalità dimostrate nello svolgere questo compito per l'Ateneo) le fotografie che accompagnano i saggi di Ove necessario, la documentazione grafica è pubblicata con l'autorizzazione degli Enti di competenza. ISBN 978-88-7431-935-0 © 2018 Università degli Studi della Campania 'Luigi Vanvitelli' Giannini Editore Via Cisterna dell'Olio 6B -80134 Napoli www.gianninispa.it [email protected] I diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
2020
Bibliografische Information der Deutschen Nationalbibliothek: Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie; detaillierte bibliografische Daten sind im Internet über <http://dnb.d-nb.de> abrufbar. Dieses Werk einschließlich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschützt. Jede Verwertung außerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist unzulässig und strafbar.
2021
La notizia, supportata da una lunga tradizione erudita, per cui sotto il complesso di Santa Maria della Vita a Napoli si collochi una catacomba dedicata a san Vito, dove un tempo si ergeva una chiesa intitolata al medesimo santo, è stata sempre circondata da incertezza. Nonostante la catacomba sia tuttora irrintracciabile, lo studio, mosso dal fine di chiarire il complesso di fonti al riguardo, ha conseguito notevoli risultati, accertando l'esistenza storica e i caratteri della primitiva chiesa, individuando in loco numerose cavità ipogee non funerarie, nonché riportando all'attenzione degli studiosi un'immagine mariana dimenticata, proveniente dagli ambienti sotterranei preesistenti al convento.
La chiesa di S. Maria dell'Ospedale a Torre del Greco fu la maggior chiesa del paese prima dell'edificazione di quella di S.Croce
Mio elaborato come esame finale dello corso di Architettura religiosa.
proposte in uno studio sugli sviluppi della drammaturgia intorno a Maria di Scozia, e intorno alla codificazione del mito stuardiano, Benedetto Croce osservava: «e anche colui che chiuda in un dramma il solo episodio di Maria Stuarda, in quanto poeta non offre in nessuna misura la storia del tempo o quella di Maria Stuarda, neppure in via di accenni; ma offre soltanto la sua Maria Stuarda, cioè la propria anima poetica». 1 Una acuta ed ineccepibile precisazione critica, quella del filosofo napoletano, che, muovendo saggiamente dalla premessa metodologica che «nessun poeta rende mai la storia, né in complesso né in parte» (compito che è proprio dello storico), chiariva, e per molti versi motivava, l'intricato diagramma in cui trovano collocazione le multiformi scritture drammatiche sul crudele supplizio della regina di Scozia venute alla luce lungo i secoli (di cui conosciamo la composita tradizione, o di cui -si pensi all'opera di Tommaso Campanellasono sopravvissute isolate rivelazioni). 2 1 K. KIPKA, Maria Stuart im Drama der Weltliteratur vornehmlich des 17. und 18. Jahrhunderts, Leipzig, Hesse, 1907 (in particolare, pp. 107-111); B. CROCE, Il tema ''Maria Stuarda'', «La critica», 6, 1908, pp. 188-192 (poi in ID., Problemi di estetica, Bari, Laterza, 1926, pp. 84-90 [da cui si cita]: 85-86). 2 La lunga sequenza delle opere drammatiche (Reine d'Ecosse di Anthoine de Montchrestien, La reina di Scotia di Carlo Ruggeri, Marie Stuard reine d'Ecosse di Charles Regnault, Maria Stuart of Gemartelde Majesteit di Joost van den Vondel, The Albion Queens, or the Death of Mary Queen of Scotland vista e sensibilità culturali e poetiche tanto eterogenei quanto eterogenee si mostrano le «Marie Stuarde» 'inventate' o 'raccontate'. A proposito, utilissima la consultazione di M. DUCHEIN, Marie Stuart. La Femme et le mythe, Paris, Fayard, 1987 (si veda, in particolare, l'ultimo capitolo, il XXIV [En ma fin est mon commencement: pp. 533-556], che si muove, però , sul solo versante della produzione franco-tedesca); M. PITTOCK, The invention of Scotland. The Stuart myth and the Scottish identity (1638 to the present), London-New York, Routledge, 1991. Interessanti, altresì (a rappresentare una duratura espansione storica e geografica del mito stuar-
2020
La chiesa aventinese di S. Maria del Priorato, celebre specialmente per l’ intervento di Piranesi che le ha conferito l’ attuale aspetto, è in origine un caposaldo romano della riforma cluniacense. Conserva un altare reliquiario che per il suo insolito programma iconografico ha sollecitato numerosi quesiti e altrettanto numerose proposte di datazione. Le fonti seicentesche e qualche esigua testimonianza materiale consentono di ritenere che il complesso, una volta divenuto la sede romana dei Templari, sia stato rinnovato radicalmente, aggiornandone le architetture ai canoni »moderni« dell’ epoca. Nuove esigenze di rappresentanza potrebbero, così, spiegare l’ aggiunta di una loggia a ridosso del fianco più in vista della chiesa.
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Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome, 2016
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Chronique des activités archéologiques de l’École française de Rome - Italie du Sud: Santa Maria di Agnano (Ostuni, Pouilles), 2012
Perrotta Francesco
Alpha Omega (Roma, Italia), 2012
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Teora (AV) - La Chiesa Madre San Nicola di Mira, 2016