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2019, Il Paganini
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Il virtuosismo pianistico tra natura e artificio: il contributo di Rudolf Maria Breithaupt (1873-1945)
Siculorum Gymnasium. A journal for the humanities LXX, III, 2017, 2017
In "De Vulgari Eloquentia", Dante develops his thought on illustre vulgare facing the problem of the origins of political society. The goal of this article is to clarify in which terms he harmonizes the naturalistic model with the conventionalist one: a decisive step towards the idea of man as a reasoning and political animal. The naturalistic model, in Dante's philosophy of language, establishes a relationship between language and natural reason, calling to mind the political perspective which considers positive law as a rationalization of natural law, an ordinance of reason. Eorum que sunt omnium soli homini datum est loqui....
Ricerche di S/Confine, 2013
Nato a Bologna nel 1737, Pietro Giacomo Palmieri si trasferisce a Parma, dove, grazie alla protezione accordatagli dal primo ministro Du Tillot, viene nominato professore di disegno in Accademia per l'anno 1771. Al principio del 1773 l'artista segue il suo mecenate a Parigi, dove si trattiene fino al 1778, quando, dopo aver viaggiato in vari paesi europei, si stabilisce definitivamente a Torino. Quello di Palmieri è quindi un viaggio in senso spaziale, ma lo è anche in termini culturali; infatti la frequentazione degli ambienti più aggiornati del collezionismo bolognese, parigino e torinese, induce l'artista a coltivare un gusto per lo scambio delle tecniche e per il pastiche, che guarda in particolare alla tradizione artistica seicentesca. Born in Bologna in1737,Pietro GiacomoPalmierimoved toParmawhere in the year 1771 was appointedprofessor of drawingat the Academythanks to theprotection affordedby the Prime MinisterDuTillot.At the beginning of1773 theartist followshis patronin Paris,where he stayeduntil 1778, when, after havingtraveled to variouscountries in Europe,he settledin Turin. But his journeymustalso be understoodin terms of culture, in fact,the attendanceof the most important connoisseurs in Bologna,Parisand Turin, leads the artistto cultivatea taste forthe exchange oftechnical andpastiche, looking in particularat theseventeenth-centuryartistic tradition. Bolognese di nascita e protetto dal cardinal Lambertini, il disegnatore, incisore e pittore Pietro Giacomo Palmieri riceve la sua formazione nell'ambito dell'Accademia Clementina e sotto la guida di Ercole Graziani; verso la fine degli anni sessanta si trasferisce a Parma e in seguito a Parigi fino al 1778, anno in cui, dopo aver viaggiato per qualche tempo in Europa, si stabilisce definitivamente a Torino. Fonti principali per conoscerne la biografia sono due manoscritti raccolti da Alessandro Baudi di Vesme e compilati il primo da un anonimo, probabilmente Giovanni Francesco Regis, il secondo da Roberto d'Azeglio, entrambi torinesi; attendibili per l'ultima fase della carriera di Palmieri, sono piuttosto imprecisi riguardo ai periodi precedenti, ad esempio il soggiorno parigino dell'artista durerebbe otto anni, secondo quanto riportato dal Vesme, mentre, come si vedrà meglio, altre fonti permettono di collocarlo tra la metà di gennaio del 1773 e la primavera del 1778. Le notizie fornite
in Paolo Serrao e la musica a Napoli nella seconda metà dell'Ottocento, Istituto di Bibliografia Musicale Calabrese, 2021
Lectio in musica Dantis: Dante e la musica del suo tempo. Filologia e Musicologia a confronto", a cura di C. Campa, Roma, Ibimus-ETS., 2023
nel suo saggio propone di considerare la domanda "quando q arte?", invece che la solita questione ontologica "quand'q arte", si sono aperti numerosi dibattiti e considerazioni sul tema 1 .
In TRANSIZIONI. L’avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura, 2022
Ripropongo, con poche modifiche, il testo di un editoriale pubblicato nel fascicolo 5-6 di "Cadmo" (1994). È una prima risposta alle molte richieste che mi pervengono di chiarimenti circa un progetto sperimentale di individualizzazione didattica sviluppato agli inizi degli anni Novanta con Mauro La Torre e Emma Nardi. A distanza di tanti anni ho l'impressione che la direzione allora individuata meriti ancora di essere seguita.
2008
collezione di note autografe di Chopin che consiste di testi in vari stadi di completezza. Il manoscritto comprende dodici fogli separati, singoli e doppi di vario formato; in tutto risultano sedici lati scritti e venti bianchi. Redatto in inchiostro, con un esempio musicale e due correzioni aggiunte a matita, il Progetto di Metodo è particolarmente difficile da leggere. Dopo la morte di Chopin quest'autografo fu preso da Ludwika Jedrzejewicz, sorella più anziana del compositore, che fece una copia esatta di una parte di esso, ma incluse anche dei frammenti assenti dall'originale. Nel 1850 la sorella di Chopin regalò il manuscritto alla Principessa Marcelina Czartoryska, che successivamente lo diede alla pianista Natalia Janotha. Nel 1926 il Progetto di Metodo fu acquistato da Alfred Cortot che lo tenne con se fino alla morte, avvenuta nel 1862; ora è nel deposito Robert O. Lehman della Pierpont Morgan Library di New York.
pubblicato in Sig. r Amadeo Wolfango Mozarte. Da Verona con Mozart: personaggi, luoghi, accadimenti, a cura di Giuseppe Ferrari e Mario Ruffini, Venezia, Marsilio, 2007, pp. 381-419. Il clavicembalo-pianoforte vis-à-vis di Johann Andreas Stein di proprietà del Museo di Castelvecchio di Verona e conservato presso la sede dell'Accademia Filarmonica di Verona merita sicuramente un posto d'onore fra i più preziosi reperti organologici esistenti. Oltre ad essere, con ogni probabilità, il più antico strumento conservato fra quelli costruiti da Stein e l'unico con la meccanica di quello che da Michael Latcham è stato individuato come il primo periodo di attività dell'autore 1 , esso è uno dei soli due esemplari giunti fino a noi di un particolarissimo prodotto di quel periodo di grande fervore creativo espressosi nell'ambito della costruzione degli strumenti a tastiera nel corso di tutto il Settecento (in particolar modo per quelli a corde pizzicate e a corde percosse) 2 . Fra questi due esemplari, come illustrerò in seguito, esistono notevoli differenze tecniche, in modo che essi possono essere a buon giudizio considerati due espressioni distinte fra loro del medesimo concetto di base: uno strumento doppio formato da un pianoforte e un clavicembalo posizionati contrapposti ed utilizzabili contemporaneamente da due diversi esecutori. Nei due strumenti, infatti, alcune delle soluzioni tecniche adottate per l'esecuzione pratica del manufatto sono abbastanza dissimili, in modo che ciascuno di essi può essere considerato, almeno entro certi limiti, un pezzo unico nel panorama della costruzione degli strumenti musicali. Nel presente saggio si procederà ad una breve esposizione dello strumento, anche alla luce di quel fervore sperimentativo cui si è testé accennato, e si darà soprattutto conto della sua storia più recente. 3 1 M. Latcham, Mozart and the pianos
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150 anni di scienza e filosofia nell'Italia unita, 2011
La figura e l’opera di Francesco Saverio Quadrio, a cura di C. Berra, Ponte in Valtellina, Edizioni della Biblioteca Comunale “Libero Della Briotta”, 2010, pp. 469-489, 2010
"Ricerche di S/Confine", 4, 2013
Nicolò Paganini,. Diabolus in Musica A cura di Andrea Barzizza e Fulvia Morabito 285-306 (21 pag.) Brepols, 2008
Con-Scientia Musica, Libreria Musicale Italiana, Lucca, 2010
in Il Gran Principe Ferdinando de' Medici (1663-1713), ed. by Riccardo Spinelli, Catalogue of the exhibition (Florence, Uffizi, 26 June-3 November 2013), 2013
STUDI VIVALDIANI (ISSN: 1594-0012), vol. 17, pp. 79-102, 2017
Scritti offerti in onore di Francesco Mazzoni degli allievi fiorentini, 1998