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Il virtuosismo pianistico tra natura e artificio

2019, Il Paganini

Abstract

Il virtuosismo pianistico tra natura e artificio: il contributo di Rudolf Maria Breithaupt (1873-1945)

Key takeaways

  • Primo fra tutti, e il più condiviso, è il binomio superficie-profondità, che rimanda a una frattura tra significato e significante per spiegare da una parte la grande e positiva accoglienza dei virtuosi da parte del pubblico di tutti i tempi e dall'altra la diffidenza verso il fenomeno del virtuosismo sviluppata invece dagli ambienti musicali e culturali, sin dai suoi albori 4 .
  • Un cammino analogo a quello concettuale è quello della pratica del virtuosismo, della sua pedagogia, delle sue strategie, ambiti che interessano più da vicino il lavoro che proponiamo.
  • Uno degli aspetti più innovativi contenuti nella sua opera scientifica è certamente l'introduzione del concetto di azione naturale e volontaria contrapposta a quella innaturale e non volontaria.
  • Le intuizioni di Breithaupt sono di gran lunga più rilevanti quando pensa e scrive da pianista e da didatta del pianoforte, concentrandosi sulla produzione del suono e sul pensiero musicale, anche se dal punto di vista strettamente tecnico-gestuale il trattato sembra ignorare completamente che lo stato di rilassamento totale proposto e quasi idealizzato è semplicemente impossibile, in quanto il movimento di qualunque natura ed entità si basa fisiologicamente sull'alternanza di contrazione e rilassamento.
  • Quello che appare evidente nei suoi studi è da una parte il ritorno a problematiche gestuali tradizionali (terze, ottave, scale, bicordi e accordi) che vengono declinate però non secondo i parametri di potenza e velocità cari al virtuosismo romantico, ma secondo le molto più recenti sensibilità alla sonorità e alle sue caratteristiche timbriche, dinamiche ed espressive.