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Il mito della vacca celeste
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di Mario Menichetti 1 Titolo della traduzione fatta dallo svizzero E. Hornung, uno degli studiosi che ha maggiormente approfondito l'argomento.
In questa conferenza tenuta presso la sala della Protomoteca del Capidoglio a Roma, Bernard riporta l'attenzione sull'aspetto socialmente critico e politicamente impegnato del cinema della "Dolce Vita" che va distaccato dal luogo comune di un modello di vita scanzonato e ispirato al dolce far niente di una vulgata fin troppo diffusa e fuorviante.
Il culto della Madonna di Pasano a Sava (TA) e la leggenda della pietra caduta dal cielo e dello schiavo miracolato nel 1605
Dalla proposta di intervento durante la prima Conferenza italiana di Public History (Ravenna, 5-9 giugno 2017)
MISTERO CELTICO, 2020
Prologo Cuore Celtico (a cura di Luigi Fraschini) Un'antica leggenda tramandata dai Gaidheal, le genti celtiche delle Highlands e delle Isole scozzesi, narra che l'ultimo dei grandi uomini di questo popolo fu Finn Mac Cumhal. Egli, insieme con i guerrieri Fianna, era per il suo popolo un potente baluardo contro ogni male. Quando Finn lasciò questo mondo, l'anima dei Gaidheal, ricolma di tristezza, cadde in un sonno profondo. Un'altra storia, tuttavia, racconta che Finn è ancora tra le sue genti e riposa, immerso in un sonno magico, nel cuore della sua terra. Una volta, a un viaggiatore in cerca di un rifugio per la notte capitò di imbattersi nell'antro di una caverna che si addentrava nelle profondità della montagna. Mentre procedeva, l'oscurità e il silenzio si facevano sempre più fitti. Ad un tratto al viandante parve di udire un respiro diverso dal suo. Subito dopo ne ebbe la certezza. Non era solo! Con un filo di voce, domandò: «Chi c'è qui?» Non ebbe risposta. Nondimeno, quel respiro estraneo era sempre lì, accanto a lui. L'uomo, assai turbato, indietreggiando appoggiò la mano sulla parete di roccia. Sentì sotto le dita del muschio umido, poi un oggetto a forma di corno. «Che cos'è questo? — si chiese —» In quel momento nelle tenebre una Voce parlò. Era una Voce ineffabile che sembrava vibrare al di là dello spazio e del tempo. Eppure era come se quel Suono provenisse dal fondo della sua anima. «Questo è il corno da caccia di Finn!» «Suonalo!» No, il viandante non voleva farlo. La Voce ripeté soavemente: «Suonalo!» Al terzo richiamo l'uomo sentì un fuoco divampare dentro di sé e con tutto il fiato che aveva suonò il corno. Uno squillo possente pervase la caverna; in esso si distingueva un'esortazione: «Svegliatevi!» Improvvisamente forme evanescenti parvero prendere corpo nell'aria e la Voce ordinò nuovamente: «Suonalo!» Il corno suonò per la seconda volta e nell'oscurità si distinse chiaramente il rumore soffocato di un'armata di guerrieri. La tenebra allora parlò: «Chi chiama Finn e le Fianna?» «Io vi chiamo! lo ho bisogno di Voi!» rispose la Voce e nuovamente chiese al viandante di suonare il corno. Egli, tuttavia, era ormai talmente terrorizzato che non riusciva più a comprendere quel richiamo. Gettato a terra il grande corno delle Fianna, corse a perdifiato nella notte, mentre la Voce lo implorava di suonare ancora una volta. Ma l'uomo continuò a correre, fino a perdere del tutto il sentiero che portava alla caverna. L'epilogo di questa storia non è ancora stato scritto; il corno di Finn attende di essere ritrovato e suonato per la terza volta. Quando ciò avverrà, lo Spirito dei Gaidheal risorgerà in tutto il suo splendore e tornerà ad essere libero. Il presente saggio, che nasce nel solco di questo antico auspicio, vuole essere innanzitutto un richiamo appassionato a una Tradizione — quella celtica — che per millenni ha informato di sé buona parte dell'Europa, alimentando e forgiando Io Spirito dei popoli che l'abitavano. Oggi il mondo celtico, se per un certo aspetto è tornato alla ribalta, anche grazie all'impegno di studiosi seri, ancora troppo spesso viene banalizzato e svalutato oppure fatto oggetto di uno studio prettamente storico-accademico. L'approccio scelto dall'autrice non è né quello storico né quello "folkloristico", tipico di un gran numero di pubblicazioni dedicate ai celti; l'obiettivo principale di questo libro, infatti, è quello di contribuire a gettare luce sulla spiritualità e sul modo di essere e di rapportarsi al mondo di questi antichi europei. Il lettore, seguendo il percorso proposto dall'autrice, avrà la possibilità di sollevare il velo sulla Filosofia di Vita di un popolo di raffinata sensibilità, che non si è preoccupato tanto di innalzare grandi templi e grandi costruzioni quanto di vivere in armonia con la Natura, di riuscire a vibrare all'unisono con essa. Ma, soprattutto, potrà constatare che anche presso i celti, come nel resto del mondo antico, il Divino veniva considerato uno nella sostanza, anche se molteplice nelle sue manifestazioni. L'OIW celtico, infatti, rappresenta l'Assoluto, la totalità delle realtà e delle possibilità, allo stesso modo dell'Atum degli egizi, dell'Ain¬Soph dei cabalisti, dell'Uno dei neoplatonici, del Grande Architetto dell'Universo dei massoni e del Dio dei cristiani. Questo breve saggio, pertanto, vuole essere, per tutti coloro che sentono dentro di sé delle radici celtiche o un sincero interesse verso questa Tradizione, latore di un messaggio che giunga, prima che alla mente, al Cuore.
Quaderni Storici Esini IV, 2013
Una pagina della storia di Jesi quasi sconosciuta, in cui si ricostruiscono le vicende del Borgo del Mercatale che sorgeva fuori delle mura cittadine e della sua chiesa parrocchiale.
inaccessibile agli uomini, perfino ai profeti, ma esteriorizzata e rivelata mediante la presenza di Angeli di altissimo livello: i Serafini, coloro che ardono al cospetto della Sua infinita Potenza. Essi stanno intorno al Volto di Dio, lodandolo e adorandolo senza posa e cantando il Sacro Trisaghion: Santo, Santo , Santo, il Signore Dio degli Eserciti! Il Volto di Dio è inaccessibile all'uomo, per cui egli si mostra per il tramite dei suoi più prossimi servitori. Talvolta essi sono anche inviati a Profeti dotati di tale dignità da poter essere sollevati fino ad ammirare direttamente il Volto di Dio. È stato questo il caso del profeta Isaia purificato da uno dei Serafini; è stato questo il caso di San Francesco d'Assisi, il cui corpo fu purificato nella carne da un altro Serafino che gli impresse le Sante Stigmate di Gesù Cristo. Dopo la Venuta del Signore, infatti, i Serafini sono gli Spiriti del Santo Volto di Cristo e i primi interpreti delle Fiamme del Suo Sacro Cuore. La
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oromuseo.com/Eventi e Notizie, 2023
in «Abbasso il Tango e Parsifal». Wagner in Italia 1914-1945, a cura di P.C. Bontempelli e O. Bossini, Studi Germanici, Roma, 2019
Viven Homo VI/2, 1995
REGGIOSTORIA n.135, 2012
II Festival internazionale della Public History * Lecce 13-16 novembre 2019 *, 2019
IL MISTERO DELLA MASCHERA EGIZIA.IL SOSIA DI NAPOLEONEE, 2015
Claudia Cieri Via , 2020