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2018, Itinerari di ricerca storica
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Fray Francisco Alvarado, better known as “The Philosopher Rancio” (1756-1814), was an Andalusian Dominican who was very critical towards the philosophy of the Enlightenment. On the occasion of the convocation of the “Cortes de Cádiz” and the proclamation of the Constitution in 1812, he began the publication of some Letters in which he opposed the new liberal ideas. Such Letters became very popular. The article analyzes the economic ideas of Alvarado’s work, whose main purpose was the defense of the economic rights of the Church. Alvarado focused on two fundamental topics: the right of the Church to continue to receive tithes and the defense of the properties of the convents. They were issues of many debates and of the legislation of the courts. Fray Francisco Alvarado, meglio conosciuto come “Il filosofo Rancio” (1756-1814), era un domenicano andaluso molto critico nei confronti della filosofia dell’Illuminismo. In occasione della convocazione delle “Cortes de Cádiz” e della proclamazione della Costituzione del 1812, iniziò la pubblicazione di alcune Lettere (divenute presto molto popolari) in cui si opponeva alle nuove idee liberali. L’articolo analizza le idee economiche dell’opera di Alvarado, il cui scopo principale è la difesa dei diritti economici della Chiesa. Alvarado si concentra su due questioni fondamentali, oggetto dei dibattiti e della legislazione dei tribunali dell’epoca: il diritto della Chiesa di continuare a percepire le decime e la difesa del patrimonio dei conventi.
Compito della storia è certamente ricostruire i fatti accaduti nello scorrere del tempo, tuttavia se non è accompagnata da uno sforzo intellettuale che cerca di comprenderne i motivi che li hanno prodotti e che aiutino a renderli in un certo qual senso intelligibili, anche se risultano non totalmente incomprensibili, certamente non si coglie la complessità di ciò che rappresentano. Così per capire meglio i Monti di Pietà si potrebbe analizzare come sono nati, quali circuiti economici interessarono, la realtà sociale coinvolta, eccetera. Tuttavia anche questo non andrebbe al fondamento di ciò che li hanno prodotti. Infatti essi sono l'espressione di una sintesi mirabile tra scelta evangelica della povertà e attenzione al bene comune vissuta da frate Francesco d'Assisi, elaborata concettualmente da frate Pietro di Giovanni Olivi, diffusa dalla predicazione di Bernardino da Siena, e testimoniata dalla predicazione sociale dei Francescani nella seconda metà del Quattrocento. Ma andiamo per ordine...
Federico Caffè dedicò la sua vita di studioso alla diffusione, in accademia, tra i decisori economici del big business, big labour e big government , fino ai lettori di quotidiani e riviste indipendenti, di quei modelli possibili che emergevano da una lettura matura e variegata del passato storico italiano, dallo studio attento e non viziato di pregiudizio delle teorie di politica economica più recenti, fossero di eredità keynesiana o dedicate al welfare economics, ed infine dalla riscoperta di idealità passate e sconfitte, come la centralità del lavoro nella vita sociale. Di seguito si analizzerà proprio questo sforzo diffusivo dell’economista abruzzese, troppo facilmente e semplicemente riconducibile a quella “tradizione italiana dei grandi Maestri del passato che, a cominciare da Francesco Ferrara, non hanno mai circoscritto il loro impegno alla ricerca teorica e all’insegnamento, ma hanno svolto un’attiva opera divulgativa e polemica nella pubblicistica e si sono posti a disposizione del Paese, quando il loro consiglio è stato richiesto nell’interesse generale” . Approfondendo, infatti, lo studio delle pubblicazioni di Federico Caffè, oltre il mero sforzo pubblicistico o la volontà di consigliare i cittadini, se ne intende ricostruire le fondamenta epistemologiche, metodologiche e teoriche del pensiero.
2007
Questi appunti-che non sostituiscono lo studio dei manuali, e tanto meno la lettura dei classicisono finalizzati a rendere accessibile a studenti con preparazione di base di Economia Politica le teorie economiche del passato, secondo un approccio di rational reconstruction. Ampio spazio è riservato agli aspetti analitici delle teorie passate in rassegna, mentre minore rilevanza assume la dimensione propriamente storico-culturale. Ciò nella convinzione che un corso di SPE possa essere utile per far comprendere che la teoria economica studiata oggi non è l'unica teoria possibile, né è l'unica teoria 'vera'. Naturalmente, ciò non implica che gli studi di historical reconstruction siano irrilevanti o meno rilevanti di quelli qui proposti. Ciò che si intende sottolineare è che, così intesa, la disciplina rientra direttamente nel bagaglio di conoscenze che un economista deve avere, e il suo studio-per la natura stessa della disciplina-induce ad apprezzare il pluralismo delle idee economiche. secondo una visione competitiva del sapere economico, all'interno della quale si confrontano visioni diverse e spesso contrastanti (cfr. Ronacglia, 2001). In tal senso, il 'guardarsi indietro' non è un mero esercizio di erudizione o, per dirla con Schumpeter, una "visita di soffitta". Lecce, aprile 2007 Guglielmo Forges Davanzati PARTE I-L'economia 'pre-sistematica' 1.1-SUL METODO DELLA STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO Si ritiene convenzionalmente che l'economia politica ha la sua 'data di nascita' nel 1776, anno di pubblicazione della Ricchezza delle nazioni di Adam Smith. E' tuttavia innegabile che, fin dall'antichità (Aristotele, Platone), siano state elaborate riflessioni teoriche sui fatti economici. In quanto segue, la trattazione avrà inizio con la fase c.d. pre-sistematica e, segnatamente, con il mercantilismo. Non esiste un metodo unico né dell'Economia politica, né della Storia del pensiero economico. Per quanto attiene all'Economia politica-e con estrema sintesi-si possono individuare due approcci allo studio dei fatti economici: 1) L'approccio della riproducibilità. E' proprio dell'economia politica classica (Smith, Ricardo, Marx, in particolare) ed è basato sulla convinzione che oggetto di studio della disciplina siano i meccanismi di produzione e distribuzione della ricchezza. Si ritiene, a riguardo, che l'analisi debba essere condotta a partire dalla constatazione che la società è strutturata in classi (segnatamente: i proprietari terrieri, i capitalisti, i lavoratori) e che la dimensione storica, sociale e istituzionale sia non separabile dalla dimensione propriamente economica. A ciò si aggiunge l'assunto in base al quale i fattori produttivi (lavoro e capitale) sono riproducibili senza vincoli di scarsità e in un orizzonte di lungo periodo, ad eccezione della terra, assunta come quantità data e, dunque, scarsa. Questo approccio può essere declinato come olismo metodologico: ciò che conta non è il comportamento dei singoli agenti, ma delle classi (o gruppi) sociali presi nel loro insieme. * Questo testo è stato elaborato esclusivamente per scopi didattici. Esso è il frutto di un lavoro congiunto di Guglielmo Forges Davanzati, Andrea Pacella (che ha materialmente steso le sezioni su Say, Malthus, Ricardo e sulle teorie dell'interesse) e Antonio Luigi Paolilli (che ha elaborato la parte III). Si ringrazia il dott. Michele Bee per aver contribuito alla stesura della sezione sulla fisiocrazia, il dott. Andrea Pappalardo per aver curato la sezione su Schumpeter e la dott. Carla Maria Fabiani per aver scritto la sezione introduttiva su Marx.
2013
Nel trascrivere il testo abbiamo limitato al minimo gli interventi e abbiamo mantenuto l'impaginazione originale.
2011
IL PENSIERO ECONOMICO DEL GIOVANE GUIDO MENEGAZZI 1. Introduzione Scopo del presente saggio è ripercorrere le teorie economiche elaborate dal giovane Guido Menegazzi durante gli anni Trenta, al fine di evidenziare come in questo periodo si formino i fondamenti del pensiero che andranno a costituire i capisaldi della più matura elaborazione teorica dell'economista veronese, venuta alla luce negli anni Sessanta del secolo scorso e compiutasi definitivamente nei quattro volumi dei Fondamenti dell'ordine vitale dei popoli ( 1 ) riassunti nei Fondamenti del Solidarismo ( 2 ).
Nel trascrivere il testo abbiamo limitato al minimo gli interventi e abbiamo mantenuto l'impaginazione originale.
2003
l Archivio Storico Provinciale di Gorizia (=ASPG), Atti degli Stati Provinciali, Sezione seconda, (=Stati Il), busta 325ill (vol. 0), ff. 30lv-302r.
Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio
Economic knowledge and scientific method in the lombard enlightenment. Notes from «Il caffè». The connections, emerging between the 16th and the 18th century, between the evolution of economic knowledge and the rise of the scientific method, are important research topics for historians of economic ideas. However, further research on the application of the scientific method is still needed, especially when we come to the analysis of how economic principles took shape in Lombardy during the Enlightenment. The same need for further research concerns the debates on economic policy during the Age of Reforms in the latter half of the eighteenth century. This is even more necessary for Milanese Enlightenment scholars, who have been relatively neglected in comparison to the contemporary Neapolitan writers. A first aspect, enphasized in this paper, is the admiration expressed by the Lombard authors toward achievements coming from elsewhere, and particularly from outside Italy. Reading “Il Ca...
Questo scritto analizza i contributi dello Stato Commerciale Chiuso (1800) di Johann Gottlieb Fichte all’economia politica nel loro complesso. Presenta l’interpretazione del diritto di proprietà del filosofo tedesco come un a priori fondamentale del suo metodo economico. Quanto deriva da questa interpretazione—principalmente l’impianto di un’economia pianificata centralmente—appare il risultato di una costituzione economica “razionale” che perviene a un equilibrio di stampo socialista ma senza un calcolo economico esplicito. Il paper fornisce anche una nuova e diversa interpretazione dell’“anarchia dei mercati” di Fichte, riconducendola a un esito derivante dal “fallimento dei mercati” stessi. Questi argomenti vengono discussi, infine, in una prospettiva comportamentale che giustifica l’attenzione di Fichte verso gli stili economici (Wirtschaftsstil) quale caratteristica tipica della tradizione economica tedesca
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Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio
La Civiltà Cattolica, 2022
Territorio n. 92, 2020
I Florio: storia di una dinastia imprenditoriale, 2008
Business Insider Italia, 2020
Narrare I Gruppi, 2013