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2018, CHIESA E ALCHIMIA FRA XIII E XIV SECOLO
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L'Alchimia occidentale di lingua latina, le cui prime opere originali si possono far risalire alla prima metà del XIII secolo, ebbe subito una larga diffusione tra gl studiosi dell'epoca: in particolare numerosi furono gli ecclesiastici che non solo ricevettero la dedica di questi lavori ma che ne scrissero a loro volta, anche se in alcuni casi si tratta di "attribuzione tradizionale" non ancora provata, come nel caso di Frate Elia, Ministro generale dell'Ordine francescano. Qui vengono presentati alcuni tra i personaggi più interessanti per la loro posizione nella Chiesa di Roma, papi, cardinali e vescovi autori di trattati di Alchimia in cui è evidente il significato spirituale dell'opus alchemicum.
Quaderni Storici Esini IV, 2013
Una pagina della storia di Jesi quasi sconosciuta, in cui si ricostruiscono le vicende del Borgo del Mercatale che sorgeva fuori delle mura cittadine e della sua chiesa parrocchiale.
L'alchimia non è soltanto un'arte o una scienza per insegnare la trasmutazione metallica, ma una vera e solida scienza che insegna a conoscere il centro di ogni cosa, ciò che nel linguaggio divino si chiama Spirito di Vita" (Pierre -Jean Fabre 1636).
Viven Homo VI/2, 1995
SOMMARIO Si riprende il tema della santità della chiesa, rimettendo a fuoco il problema del rapporto fra santità e peccato, alla luce della dottrina della giustificazione, sulla quale in un recente documento della Commissione mista cattolica roana - evangelica luterana, si sta profilando un ampio consenso ecumenico. Attraverso alcuni testi di Barth e di Journet da un lato, di Bonhoeffer e di Von Balthasar dall'altro, si delinea sullo sfondo della questione il più vasto tema del rapporto della chiesa con la storia. Se non si vuole costruire un'ecclesiologia astorica, bisognerà - questa è la tesi dell'articolo - ripensare l'idea della santità della chiesa, sviluppando di più la sua dipendenza dal concetto della misericordia e del perdono di Dio e considerandola inclusiva di un principio-conversione e di un principio-riforma.
Pubblico un numero della rivista Airesis concernente il rapporto tra alchimia ed ermetismo "L'alchimia non è soltanto un'arte o una scienza per insegnare la trasmutazione metallica, ma una vera e solida scienza che insegna a conoscere il centro di ogni cosa, ciò che nel linguaggio divino si chiama Spirito di Vita" (Pierre-Jean Fabre 1636). In realtà, parlare di alchimia oggi suscita solitamente il riso perché l'alchimista viene considerato o una sorta di stravagante illuso, che tentava di arricchirsi trasformando con la magia il piombo in oro, oppure un chimico alle prime armi, capace più di far saltar per aria alambicchi che di reali scoperte. Ma gli alchimisti non furono né l'una né l'altra cosa, essi furono gli adepti di una filosofia spirituale, devoti ad essa come a una religione. L'Alchimia è un sistema filosofico esoterico di antichissima datazione. Tre sono i grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti: 1. Conquistare l'onniscienza 2. Creare la panacea universale, un rimedio cioè per curare tutte le malattie, per generare e prolungare indefinitamente la vita 3. La trasmutazione delle sostanze e dei metalli. Già si conoscono tracce del pensiero alchemico fin dalla età del ferro ed in particolare nell'antica cultura della Cina. L'Alchimia Cinese si fondò sulla base dell'alternanza di due principi complementari detti YIN e YANG che generavano un'unione di opposti:
Actes del Congrés d'Obertura de l'Any Llull. «En el setè centenari de Ramon Llull: el projecte missional i la pervivència de la devoció». Palma, 24-27 de novembre de 2015, ed. L.Badia, A.Fidora i M.l Ripoll Perelló, Universitat de Barcelona / Universitat de les Illes Balears,Barcelona-Palma , 2017
T he main research results concerning the pseudo-Lullian alchemical corpus are synthetically exposed. Ivo Salzinger, firm believer in the authenticity of the alchemical writings of the great Catalan, is taken as a starting point, and the main stages of the pseudoepigraphical attribution, as well as the origin of the legend about Llull alchemist, are outlined. The basic idea is that, due to the great theoretical and practical significance of the elixir alchemy developed in the earliest alchemical texts attributed to him, pseudo-Lullian alchemy contributed to enhance Llull's fame throughout Europe from the late Middle Ages to the 18th century, parallel to the development of Lullism based on Llull's authentic works and focused on his ars combinatoria. 1. Salzinger e il lullismo alchemico U ltimo erede del lullismo rinascimentale, Ivo Salzinger coronava quell'importante epoca degli studi lulliani lasciandone nelle biblioteche europee l'imponente testimonianza con la sua edizione degli Opera omnia, che-insieme alla raccolta di opere edite nel secolo precedente da Lazar Zetzner, ma con un progetto molto più ampio e una messa a fuoco precisa-avrebbe costituito fino agli anni '50 del xx secolo la base della conoscenza del pensiero di Ramon Llull per gli storici della filosofia medievale; anzi, in realtà, dapprima per gli storici della filosofia rinascimentale, nella quale il suo pensiero veniva collocato, anacronisticamente ma sensatamente dato il successo di cui la sua ars aveva goduto nel Rinascimento e di cui ancora godeva nella prima età moderna-basti ricordare l'interesse suscitato in Leibniz. 1
STUDIA PICENA LXXXIV, 2019
L’Archivio storico diocesano di Osimo conserva un ricco patrimonio documentario che racconta gli avvenimenti della diocesi e delle parrocchie dipendenti dal Medioevo all’Età moderna e contemporanea. Il presente contributo analizza le più antiche pergamene risalenti al secolo XIII, presentandone i regesti, preceduti da una breve introduzione. I documenti fanno luce su questioni relative alla storia della diocesi, in particolare al trasferimento della cattedra a Recanati dal 1240 al 1264, a fondazioni di chiese e ospedali, ma interessano anche situazioni apparentemente ‘lontane’, come le vicende di una famiglia signorile stanziata nei pressi di San Severino Marche.
Tesi scrittografica per diploma triennale (primo livello) in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Verona, 2014. Offre una panoramica sul tema dell'arte e dell'alchimia occidentale, con un approfondimento personale su alcuni artisti contemporanei.
Premetto che mi occuperò in questa relazione principalmente delle Storie ecclesiastiche di Socrate scolastico e Sozomeno, scritte a pochi anni di distanza la seconda dalla prima, in dichiarata continuazione della Storia ecclesiastica del creatore di questo genere storiografico, Eusebio di Cesarea, nell'ultimo decennio, dal 440 al 450, di un regno ricco di eventi e di sviluppi sul piano politico, culturale e religioso, quale fu quello di Teodosio II1. La scelta di concentrare l'attenzione su questi due autori è principalmente motivata dalle strette analogie tra le due opere, circa l'oggetto e la metodologia storiografica, che, come si vedrà, si estendono anche alla collocazione spaziale degli eventi e dei personaggi dei quali narrano. Un'osservazione preliminare va fatta per entrambe le opere, come in generale per tutte le storie ecclesiastiche, a proposito della funzione in esse della geografia. Nella storiografia classica, narrazione storica e localizzazione dell'azione sul territorio, sono soprattutto una caratteristica della storia militare, nel senso che la conformazione fisica del terreno e i tratti della etnografia delle popolazioni indigene, influenzano in maniera spesso decisiva le scelte dei protagonisti e lo sviluppo degli eventi2. Questo rapporto è sostanzialmente assente nelle Storie ecclesiastiche dei nostri due autori, per quanto essi dedichino uno spazio relativamente importante alla storia politica e militare, di cui Socrate vuole giustificarsi, sostenendo da una parte le interrelazioni fra la sfera politica e quella ecclesiastica, che egli definisce con il termine ed il concetto greco di sympatheia, dall'altro suggerendo il carattere di digressione di questo genere di narrazioni, che interrompono una descrizione dei conflitti teologici dei vescovi che potrebbe genera re sazietà. Anche quando i due storici trattano di storia militare, evidentemente il loro interesse non riguarda, a differenza della storiografia classica, la valutazione delle capacità militari dei comandanti, e ovviamente soprattutto degli imperatori, ma il significato che vittorie e sconfitte assumono come manifestazione di un disegno provvidenziale nell'ambito del rapporto fra l'impero e la chiesa. Perciò dunque in questo ambito la geografia non ha un particolare rilievo. Sulla trattazione della geografia all'interno della storia ecclesiastica ha un particolare significato il giudizio di Socrate sulla storia cristiana, non dunque ecclesiastica di Filippo di Sidé, autore di una storia del cristianesimo dalla creazione del mondo al 426. Socrate gli rimprovera un'ostentazione di cultura scientifica fine a sé stessa: la sua opera contiene " un intreccio di teoremi geometrici, di speculazioni astronomiche, di principi musicali, e di descrizioni geografiche di isole, montagne, foreste e varie altre materie di poca importanza " ed è inutile agli ignoranti come alle persone colte, agli uni perché sono incapaci di apprezzare questa erudizione, e agli altri perché la trovano fastidiosa. In questo modo Socrate mette in evidenza una sostanziale differenza tra la storia ecclesiastica, come egli almeno la intende, e le storie profane, di stampo in qualche misura erodoteo, come è nella tarda antichità l'opera storica di Ammiano Marcellino, che non solo dedica grande spazio nella sua opera alle descrizioni geografiche ed etnografiche in ampie digressioni ma anche in segnalazioni puntuali nella localizzazione degli eventi3, ma giudica la geografia
The integrated study of literary and iconographic sources connected to the food history gives us much useful and unexpected information for the reconstruction of anthropic landscape between Middle Ages and Renaissance, and for the understanding of the value attributed to it by the contemporaries. In this way it is possible to follow the evolution of the relationship between man and environment, in a period in which the human influence on the territory was almost exclusively tied up to the agricultural and forest productions. This study looks at some examples of "food landscape" between 14th and 16th centuries, drawn from literary texts, including cookbooks and itineraries, and from images of illuminated manuscripts and frescoes.
Età fondata sul progresso, sul movimento [Voltaire] Età di disciplinamento sociale [Prodi] • CAMBIA LA CONCEZIONE DI INDIVIDUO Nasce un nuovo concetto di individuo e si riflette sulla sua unicità. La società inizia a dipendere da esso, tramite le nuove nozioni di famiglia e Stato. La riflessione sull'importanza dell'individuo è ben chiara e anticipata in campo artistico; la firma diventa un'abitudine canonica dell'Umanesimo. Lo Stato è sempre più presente nella sfera pubblica, mentre l'individuo acquisisce sempre più importanza in quella privata. La donna esce dalla condizione generale di passività del Medioevo e, pur non ottenendo la parità, diventa un soggetto giuridico.
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Gioacchino da Fiore e la corruzione del mondo monastico nel XII secolo , 2019
Literatura y conflicto, 2017
La bellezza salverà il mondo, 2018
Il punto su Giovan Domenico Ferrucci, 2020