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2017, Altritaliani.net
Oggi come ieri, contraddittori, enfatizzati, occultati o sminuiti sono i numeri e le statistiche del fenomeno migratorio, da sempre fonte di opinioni discordanti e oggetto di dibattito politico. I dati sulle migrazioni anche al giorno d'oggi presentano forti limiti, ma possono anche offrire importanti elementi di riflessione spingendoci a guardare alla storia passata. È a tal fine che nel seguente articolo verranno messe in luce le logiche e i principali retroscena della sempiterna «guerra dei numeri».
The debate on migrations into, in, and out of Italy
Abstract This paper focuses on the role of Italian statisticians and demographers in preparing and helping the implementation of the racist measures adopted in 1938-39 by the fascist government. It also investigates on the effects these measures exerted on the academic and scientific organisation of the statistical field, with the exclusion of Jewish scholars from university teaching and from the participation to scientific activity.
2020
The covid-19 pandemic marks in some ways a pause in the globalization process of the world of the last decades, not only for its unexpected and tragic course but also for the profound effects on the personal and interpersonal lives, and on the social and economic sphere. According to different disciplinary perspectives, this volume intends to contribute to the understanding of a critical and changing period, with some studies focusing on the quantitative aspects of the pandemic phenomenon and others relating to the analysis of historical, cultural and artistic contexts that interpret, elaborate and represent it.
Si parte dalla fine: la constatazione, frutto delle numerose ricerche condotte in questo campo, che la rappresentazione mediatica dell’immigrazione, e di conseguenza la sua immagine pubblica, vede solo un “problema”, che ha a che vedere con l’alterità, l’illegittimità e in definitiva con un’essenza naturalmente criminale. Cercare nel funzionamento dei media le ragioni di questa rappresentazione, come fa molta letteratura, è certamente utile ma non sufficiente a comprendere la natura profonda di questo senso comune, che funziona come un vero e proprio “regime di verità”. Vedere nei vantaggi tattici garantiti dal discorso di inimicizia agli imprenditori politici della paura l’altra possibile causa del nostro “razzismo democratico” è altrettanto legittimo, ma ancora una volta parziale. Il tentativo di questo contributo è quello di rintracciare nelle pratiche di controllo della “Fortezza Europa”, nelle politiche di esclusione dei nuovi paria, nelle indagini e nei provvedimenti ispirati dall’anti-terrorismo, obbligatoriamente “islamico”, le vere matrici del linguaggio che volenti o nolenti usiamo per parlare di immigrazione. Le categorie, gli argomenti, le immagini e le narrative disponibili riflettono gli imperativi organizzativi delle istituzione preposte al controllo del fenomeno, con le loro priorità, sguardi, definizioni. Ai mezzi di informazione rimane in questa ricostruzione l’importante ruolo del traduttore: da pratiche di controllo – raccontate, giustificate, naturalizzate - ai costrutti e le tipizzazioni che diventano l’“archivio” al quale attingiamo nella vita quotidiana.
História (São Paulo), 2017
RESUMO Il viaggio di emigrazione è un oggetto d'indagine storica sfuggente: è una storia di uomini, di navi, di interessi economici e politici. Per gli emigranti è soprattutto un momento di sospensione tra la vita che si sono lasciati alle spalle e quella nuova che troveranno nei paesi di destinazioni. Per gli intellettuali la traversata a fini di conoscenza (letteraria, scientifica, sociologica) è il luogo per eccellenza da cui osservare i flussi migratori e lasciarne una narrazione. La traversata dei migranti tra Ottocento e Novecento può diventare un osservatorio interessante per verificare l'intreccio, spesso drammatico, tra i progetti migratori dei ceti subalterni e le dinamiche di sfruttamento in atto nei loro confronto sia in Italia sia nelle Americhe. Le infermerie delle navi, soprattutto nei viaggi di ritorno dagli Stati Uniti, sono affollate di emigranti che subiscono provvedimenti di rimpatrio coatto perché malati di tubercolosi o perché considerati malati mentali...
PERSONE, SPAZI E COMPLESSITÀ LA “QUESTIONE MIGRATORIA” TRA FILOSOFIA E DIRITTO, 2022
La questione migratoria e un diritto 'incerto': l'alloggio/l'abitare* La casa è il nome comune di tutta quella serie di pratiche e sforzi, immaginazioni e attitudini che intraprendiamo ogni volta per vivere meglio, per vivere meglio non in un istante ma in una temporalità diffusa.
Pierluigi Consorti (a cura di), Tutela dei diritti dei migranti, Edizioni Plus, Pisa 2009, 2009
Dalle prime circolari del 1963 alla Legge Martelli, fino ai "decreti flussi" degli anni Duemila. Una storia della regolazione delle migrazioni per lavoro in Italia attraverso un'analisi del sistema delle "quote": un meccanismo inadeguato e arcaico
2004
1. Introduzione.–2. Le caratteristiche elementari delle politiche migratorie.–3. La genesi delle politiche migratorie italiane.–4. Il processo di politicizzazione delle politiche migratorie.–5. Riformare le riforme: i cambiamenti legislativi nel corso degli anni'90.–6. Da vincoli inespressi a obiettivi rivendicati: la riforma del 2002.–7. Conclusioni.
Revista General de Derecho Público Comparado 30 (2021), 2021
The management of a particular composite social body in the case of the Ottoman and Austro-Hungarian Empire, has seen the recognition of diversified rights according to the model of non-territorial autonomy. Likewise, the rights of the groups were the imprint that distinguished the multinational federations of the former communist bloc. In the individual independent republics of the East, the model of non-territorial autonomy seems to be the one that is still privileged to meet the multiple needs of a particularly composed social body. Following the various stages of the conception and application of this model, the contribution aims to identify the possible use of the same for today's challenges of the integration of immigrants into liberal democracies.
Il volume tratta il delicato tema delle politiche di accoglienza e di gestione del fenomeno migratorio. La questione è stata affrontata con due modalità, riportando i dati di una ricerca e attraverso contributi di studiosi ed esperti che hanno affrontato il tema da diverse angolazioni: politica, sanitaria, pedagogica, sociologica. La ricerca è stata svolta all’interno del progetto “Partner - Partnership Network Reinforcement” coordinato dalla Prefettura di Chieti e approvato e finanziato dal Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno, quale Autorità Responsabile del Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini dei Paesi Terzi. L’obiettivo principale del progetto, che si è svolto nel territorio della provincia di Chieti, è quello di favorire un percorso che porti all’ampliamento e al potenziamento delle reti di governance, oltre al loro coordinamento a livello provinciale, affinché vengano qualificati i servizi pubblici rivolti ai cittadini stranieri e si creino buone prassi in materia di adempimenti amministrativi anche con riferimento alle nuove procedure in vigore. Nell’indagine sono emersi dati molto preoccupanti perché il territorio risulta molto disarticolato e disomogeneo nell’offerta di servizi ai cittadini immigrati. Il libro, che mira a essere un manuale di lavoro per tutti gli operatori dei servizi per utenza anche di origine straniera, comprende molte proposte e riflessioni affinché si strutturi in modo sistematico una rete di servizi per questa porzione della popolazione italiana.
IRANIAN STUDIES IN HONOUR OF ADRIANO V. ROSSI, 2019
Different forms of mobility in Eurasian prehistory and the problem of Indo-European 'migrations'.
Confluenze, 2011
La discussione sui processi migratori sta acquisendo sempre più rilevanza in ambito internazionale, da un lato, perché il contesto socioeconomico odierno produce rotture all'interno delle società di accoglienza, ampliando l'idea dell'immigrato come di un pericolo per la nazione; dall'altro, perché l'esperienza del nuovo, del diverso, amplifica la paura della disgregazione culturale. In una dinamica che coinvolge con maggior forza le nazioni del nord globale, in movimenti che hanno il sud come punto di partenza, le nazioni industrializzate devono fare i conti con la periferia che comincia ad arrivare al centro dell'economia, in cerca di uno spazio negato. Certamente questo fenomeno non tocca da vicino soltanto le nazioni del vecchio primo mondo, ma si fa sentire anche in un rapporto sud-sud, dove in primis si osserva una migrazione cinese anche verso il subcontinente latinoamericano, segnata dall'espansione economica della potenza asiatica e dalla ricerca di migliori condizioni di vita da parte dei suoi cittadini. Anche in America Latina i movimenti umani hanno ripreso vigore, si può pensare ai boliviani che migrano verso l'Argentina o il Brasile, o alla comunità di Brasiguais alla frontiera fra Brasile e Paraguay. In entrambi i casi, siamo davanti a un sempre più forte incontro con l'altro: questa alterità che -in alcuni casi -è rimasta lontana, ora è arrivata a casa, occupa spazio nel salotto cittadino, cerca spazi di riconoscimento, si infiltra nel tessuto sociale. Come nell'America Latina del XIX secolo, dove si registrò un massiccio arrivo di immigrati europei, anche oggi i nuovi Stati di immigrazione devono fare i conti con un altro che diventa sempre più visibile e -anche in seconde e terze generazioni -comincia a partecipare negli spazi pubblici di cittadinanza. Questo contatto ravvicinato con la differenza, che può essere fisica, ma anche culturale, produce una paura della rottura di un immaginato ethos bourdieuiano, a livello nazionale o etnico: si vive la sensazione dello sgretolarsi della comunità locale e/o nazionale così come la intendiamo. Non è soltanto la società di accoglienza che vive questo straniamento nel contatto poiché anche da parte sua, l'immigrato, sperimenta il contrasto con nuovi modi di fare, nuove regole sociali e nuove aspettative. L'immigratodalla partenza all'arrivo, considerando anche il momento temporalmente soggettivo del transito -subisce un forte processo di trasformazione della percezione della terra di partenza e di quella di arrivo. Durante lo spostamento, l'allontanamento dal paese di nascita ne ridimensiona la lettura, creando una visione idilliaca, una sorta di pays du mon enfance. Allo stesso tempo, il paese di accoglienza, che prima apparteneva alla sfera onirica, orapartecipando alla realtà quotidiana -è riconsiderato attraverso una nuova chiave di lettura. In questa relazione di allontanamento e avvicinamento, il
Nuova Antologia, 2019
Rivista di lettere, scienze ed arti Serie trimestrale fondata da GIOVANNI SPADOLINI La rivista è edita dalla «Fondazione Spadolini Nuova Antologia» -costituita con decreto del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, il 23 luglio 1980, erede universale di Giovanni Spadolini, fondatore e presidente a vita -al fine di «garantire attraverso la continuità della testata, senza fine di lucro, la pubblicazione della rivista Nuova Antologia, che nel suo arco di vita più che secolare riassume la nascita, l'evoluzione, le conquiste, il travaglio, le sconfitte e le riprese della nazione italiana, nel suo inscindibile nesso coi liberi ordinamenti» (ex art. 2 dello Statuto della Fondazione).
The philosophical and political reflection about the nature of the democratic societies is already centred on the strong relationship between two concepts: the one about Right and the one about Respect, so that the second inevitably appears intersected the first. On this inducement continues the trend in considering the fair society the that one that doesn't violate the rights of people, which promotes goods and opportunities' equitable issue and rejects differential treatments. According to the humiliation's conception elaborated by the philosopher Avishai Margalit in his text The Decent Society (1996), this essay aims to challenge this paradigm for pointing out one of the possibilities inherent to our democracies: to exclude a certain segment of the population from treatment due to any Human being, through policies, laws and public rhetoric aimed at creating a new category: the immigrant as sub-human. The humiliation's forms are a product of institutional racism that includes our country among the main promoters of racist, segregationist and stigmatizing migrant policies, drawing the scratch image of the migrant as a public danger or paternalistically as needy and unfortunate. Since the humiliating acts are a systemic phenomenon, we can outline various sources: the upstream one is into the immigration legislation that appears already detrimental in the same legal content (Rules' Humiliation), the other one is into the capillary of the system, in the concrete application of laws by the institutional representatives, resulting in degrading practices (Procedure's Humiliation). The following contribution wants just to deal with these two aspects.
SocietàMutamentoPolitica: Rivista Italiana di Sociologia, 2020
The essay wants to investigate the social, political, anthropological dimension of the vision of Deleuze and Guattari around the rhizomatic concept of migration starting from the elaboration of Mille piani. It reconstructs, as a priority, the definition of human mobility in a nomadic dimension, according to the interpretative keys of post-structuralism. So we compare the method with the concept of barbarism, to then identify the actuality of the definitions of war machine and molecular dimension of democracy with respect to the molar dimension of capital. It is a question of verifying, therefore, the overall timeliness of the elaboration of Deleuze and adjustments with respect to the theoretical problems posed by migrations understood not only historical sense but, above all, anthropological and social sense.
2012
1. Ancora una volta il Giudice delle leggi torna a pronunciarsi sull'annosa questione delle procedure di variazione territoriale previste dagli artt. 132 e 133 Cost. e alla problematica individuazione delle "popolazioni interessate" dalle stesse, ormai al centro di una significativa giurisprudenza costituzionale. 1 Con la sent. 278/2011, 2 però, la Corte sembra cambiare ulteriormente orientamento, non solo (e non tanto) rispetto alla sua oscillante giurisprudenza in materia di istituzione di nuovi comuni o di modificazione delle relative circoscrizioni da parte delle Regioni ( ex art. 133.2 Cost.), quanto, piuttosto, rispetto all'immediato precedente rappresentato dalla sent. n. 334/2004, relativo all'ipotesi di distacco-aggregazione di enti locali da una Regione all'altra (ex art. 132.2 Cost.). 3 La questione oggetto della decisione in commento era sorta nell'ambito dell'iniziativa volta a istituire una nuova Regione, il Principato di Salerno, tramite il distacco della Provincia di Salerno dalla Regione Campania, ai sensi dell'art. 132.1 Cost. 4 Secondo tale disposizione, come noto, "si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse". Chiamato a giudicare la legittimità della relativa richiesta di referendum, presentata ai sensi dell'art. 42.2 della legge n. 352/1970 da diversi Consigli comunali della Provincia interessata, rappresentativi di oltre un terzo della relativa popolazione (oltre che dallo stesso Consiglio provinciale di Salerno), l'Ufficio centrale presso la Corte di cassazione aveva però sollevato questione di legittimità della disposizione legislativa citata. In base all'art. 42.2 della legge n. 352/1970, infatti, si prevede che "la richiesta del referendum per il distacco, da una Regione, di una o più Province ovvero di uno più Comuni, se diretta 1 Si ricordano, con particolare riferimento all'art. 132.2 Cost., non solo le sentt. nn. 334/2004, 66/2007 e 246/2010, ma anche le molteplici decisioni di inammissibilità relative ai conflitti di attribuzione sollevati in occasione di specifici procedimenti di distacco-aggregazione (cfr., ad esempio, le ordd. nn. 343/). 2 Per un commento a tale decisione si vedano, tra gli altri, V. DE SANTIS, Il "polimorfismo" del concetto di popolazioni interessate nella creazione di una nuova Regione, in Forum di Quaderni costituzionali, all'indirizzo www.forumcostituzionale.it; L. MELICA, Il Principato di Salerno tra referendum e Corte costituzionale, in Percorsi costituzionali, 2/2011, 345 ss.; R. PINARDI, "Popolazioni interessate" e "diritto all'autodeterminazione" delle comunità locali nel procedimento di creazione di nuove Regioni, in Giurisprudenza costituzionale, 2011, 3617 ss.; M. PIAZZA, La Corte costituzionale e il rasoio di Ockham. Riflessioni in tema di "popolazioni interessate" ex artt. 132 e 133 Cost., in Giurisprudenza costituzionale, 2011, 3626 ss.; L. SPADACINI, Il principio di autoidentificazione delle comunità locali e la creazione di nuove Regioni. Riflessioni a margine della sentenza n. 278 del 2011 della Corte costituzionale, in Rivista AIC, 4/2011, all'indirizzo www.rivistaaic.it. 3 Sulla quale si vedano le considerazioni di R. PINARDI, L'iniziativa del referendum per distaccoaggregazione dopo la riforma del Titolo V, in Giurisprudenza costituzionale, 2004, 3782 ss.; C. PAGOTTO, Per promuovere il referendum di passaggio di province e comuni ad altra Regione o provincia basta il consenso dei "secessionisti", nel vecchio sito AIC, all'indirizzo www.associazionedeicostituzionalisti.it; nonché, volendo, di T.F. GIUPPONI, Le "popolazioni interessate" e i referendum per le variazioni territoriali, ex artt. 132 e 133 Cost.: territorio che vai, interesse che trovi, in questa Rivista, 2005, 417 ss. 4 Su tale bizzarra iniziativa si vedano le osservazioni di A. VUOLO, Un "Principato" nella Repubblica?, in Forum di Quaderni costituzionali, all'indirizzo www.forumcostituzionale.it.
il Mulino, 2006
I sistemi migratori che coinvolgono l'Italia sono considerevoli. Il volume degli ingressi è elevato, così come il tasso d'incremento della popolazione straniera presente sul territorio nazionale. Se un decennio fa la presenza straniera legale nel nostro Paese superava di poco le settecentomila unità, oggi supera i due milioni e mezzo. Poi ci sono gli immigrati irregolari.
La tesi secondo la quale ogni persona è destinata a vivere in un unico luogo, dentro confini prestabiliti, non sta più in piedi. Sempre di più, ai nostri giorni, le persone sono parte di un mondo interconnesso e ricco di sfide, che offre a ciascuno di noi le vesti di attori in più società, a chilometri di distanza l’una dall’altra. Alle volte non solo come singoli individui, ma anche in una dimensione gruppale
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