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2019
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L'elaborato prende in esame le caratteristiche del periodo Postmoderno e quelle della Transavanguardia, nel tentativo di ricercare una continuità con i decenni precedenti e i relativi linguaggi artistici, per poi portare l'attenzione sulla figura di Enzo Cucchi e la sua poetica.
D. Silvioli, "Segni: Accardi, Asdrubali, Melotti, Raspi, Sadun, Scialoja, Turcato" + D. Silvioli, "Neoavanguardie e Postmoderni: Angeli, Festa, Schifano, Garutti, Dibbets", in L. P. Nicoletti, S. Petrillo, M. Tonelli (a cura di), "La collezione Carandente", SilvanaEditoriale, 2023. ISBN 9788836655205
Vittorini nella città politecnica, a cura di Virna Brigatti e Silvia Cavalli, Premessa di Alberto Cadioli e Giuseppe Lupo, Pisa, ETS, 2018, 2018
Esiste un legame molto stretto tra Elio Vittorini e la città di Milano: nato sul finire degli anni Trenta, si è rinsaldato nel secondo dopoguerra, nel periodo che dalle pagine di «Politecnico» (1945-47) arriva fino al «Menabò» (1959-67), nel frangente degli intensi dibattiti politici e culturali che a Milano nascevano e si sviluppavano, tra la Casa della Cultura e le redazioni delle case editrici con le quali lo scrittore pubblicava i propri libri, ma per le quali soprattutto lavorava come traduttore, collaboratore, direttore di collane, ricoprendo nel tempo molteplici e sempre più incisivi ruoli.
«Mosaico italiano», n. 213, 2022
Mosaico italiano è aperto ai contributi e alle ricerche di studiosi ed esperti brasiliani, italiani e stranieri. I collaboratori esprimono, nella massima libertà, personali opinioni che non riflettono necessariamente il pensiero della direzione.
2013
Ogni indagine circa i concetti di trascendenza e immanenza ha riguardato,dall’antichita all’Eta moderna, la questione della verita e, dunque,dell’essenza da cui hanno origine i fenomeni e gli oggetti della nostraesperienza. Una verita da ricercare “al di la” dell’esperienza umana, oltrel’apparenza dei fenomeni: una verita trascendente per il primo polo dellacoppia dialettica. Una realta che rappresenta un “oltre” rispetto a cioche si puo percepire mediante i sensi. Identificata, fino alle soglie dell’Etamoderna, con la divinita, la trascendenza riguarda la mente sopra le cose,causa e origine dell’essere stesso, in ogni sua manifestazione. La trascendenzae dunque sempre stata riferita a una realta oltre il mondo sensibile.Nel secolo XX, invece, essa e stata concepita come funzione costitutivadell’esistenza umana, che, nella sua finitezza, individualita e temporalita,scopre il proprio limite proprio nell’incapacita di oggettivare e renderetrasparente alla ragione cio che e “al di la” ...
2014
Cadenza 1 Sehnsucht della forma. Hermann Cohen nel postmoderno Cadenza 2 Le passioni nel postmoderno Cadenza 3 L'idealismo critico ai tempi della differenza Cadenza 4 Natura del pensiero non rappresentativo II TEMA Cadenza 1 Unità del cuore e Io infranto-Una lettura postmoderna della dottrina buberiana del male Cadenza 2 Sensi di colpa, colpa e peccato. L'uomo contemporaneo e il pensiero di Buber Cadenza 3 "Dal muro specchietto favella". La menzogna della coscienza borghese e l'errare del soggetto infranto III TEMA Cadenza 1 La differenza etica. Sapienza sotto il sole e sapienza del cuore Cadenza 2 Lo humour come segno di storia Cadenza 3 Fine della fondazione sacrificale. Un sogno di Michel Serres Cadenza 4 Santo vs sacro. Spunti per una riflessione Cadenza 5 La sacralità della seconda natura, ovvero il capitalismo trionfante CADENZA AL POSTO DI UNA CONCLUSIONE Facciamo l'uomo PREFAZIONE Le denominazioni date dai contemporanei o dai posteri alle diverse epoche culturali sono in genere inadeguate o solo parzialmente adeguate; ciò a causa dell'inevitabile distorsione della prospettiva degli uni come degli altri. Talvolta i posteri, nel guardare indietro alle culture passate, peccano di un senso di superiorità, per il quale le definiscono con sufficienza (es. medioevo), talvolta invece, per un senso di inferiorità, le idealizzano (es. classicità greca o romana). I contemporanei, poi, per il fatto di sentirsi parte di una cultura nuova, hanno spesso trasferito comprensibilmente nel nome questo fascino della novità, accompagnato dalla speranza e dal progetto (es. modernità, illuminismo). Tra tutte le denominazioni, poi, quella che è stata adottata ed è in uso per indicare la cultura contemporanea: postmodernità o postmoderno, sembra senz'altro essere la meno significativa e la più infelice. Pare anzi che non si tratti di un vero e proprio nome, dotato di un significato specifico, ma piuttosto di un segno sostitutivo di un nome, quasi di un'indicazione provvisoria, in attesa di una denominazione adeguata: il rimando al nome della cultura precedente, con l'unica indicazione della posteriorità, sembra non portare in sé nessun indizio della novità caratterizzante questa cultura. Ma si tratta di un'apparenza. A mio parere proprio questa sola ed unica indicazione della posteriorità è pregna di significato ed esprime convenientemente la radicale novità della cultura contemporanea. Mai una cultura aveva definito se stessa per la propria posteriorità. E' anzi perfino difficile immaginare come una cultura possa pensare se stessa senza riferimento al futuro, a un progetto, a un programma, senza un fine né un orizzonte. Eppure questa è proprio l'assoluta e caratteristica novità, almeno immediata, della cultura contemporanea. Il riferimento al passato, poi, in questa denominazione, è allo stesso tempo debole e forte. Debole, in quanto si tratta di una generica indicazione di posteriorità, senza ulteriori determinazioni del rapporto con il passato. Forte, perché proprio questa indeterminazione e genericità esprime una intenzionale sottovalutazione del rapporto con la precedente cultura moderna: sottovalutare, prendere in scarsa considerazione il rapporto con qualcuno o con qualcosa può essere (e in questo caso è) il modo più radicale per segnare la propria distanza ed estraneità. Vi sono molti modi di rapportarsi a ciò che viene prima, o comunque a ciò che è altro. Vi sono modi che sottolineano la continuità, la discendenza, l'eredità, la comunicazione; altri che accentuano la diversità, la differenza o anche l'opposizione. In tutti questi casi, nelle forme positive, come in quelle critiche o oppositive, si tratta sempre di relazioni forti con l'altro. L'estraneità, l'alienità, l'oblio esprimono al contrario l'indebolimento della relazione con l'altro, sino al limite della sua assenza. Certo, di fronte alla grandezza, all'ampiezza, alla profondità di significato della modernità, sarebbe impensabile che il mutamento culturale possa essere avvenuto, semplicemente e brevemente, per oblio. Infatti non è così: il postmoderno non è la
Postpubblico. Lo spettatore culturale oltre la modernità, 2021
Manipolatore o manipolato? Mediale o mediato? Attivo o interattivo? Pubblico o postpubblico? Quali sono i termini più appropriati per parlare di partecipazione culturale e definire i caratteri dello spettatore delle arti? Carlo Bordoni, Derrick De Kerchkove, Nicola Emery, Alessandro Scarsella, Daniele Francesconi, Alessandro Bollo, Stefano Laffi, Francesca Serrazanetti, Pier Luigi Sacco e Gloria Bovio esprimano il loro personale punto di vista sui pubblici culturali contemporanei e sulla relazione con le caratteristiche del nostro tempo.
Geografie della modernità letteraria, Atti del convegno internazionale della MOD, Università per stranieri di Perugia, 10-13 giugno 2015, a cura di Siriana Sgavicchia e Massimiliano Tortora, ETS, , 2017
La rappresentazione dello spazio in letteratura è stata spesso, e non solo nel Novecento, oggetto privilegiato di attenzione critica e teorica, assumendo significati, direzioni e metodi investigativi molto diversi Nell'ultimo ventennio, tuttavia, l'indagine spaziale sembra essere dilagata fino a im- porsi come una vera e propria dominante del discorso critico, provocando un vivace dibattito, di ambito soprattutto anglofono, sulle forme e sui modi con cui la narrativa inscena le dimensioni spazio-temporali. Dopo lo scarso interesse registrato in ambito strutturalista, già nel poststrutturalismo postmoderno lo spazio è tornato a configurarsi come una dimensione cruciale, capace di generare metafore euristiche fondative, come quella del Flat Space di Jameson, o quella del Global Village di MacLuhan, che interpretano il nuovo mondo globalizzato. Il dibattito anglofono, peraltro, perlustra almeno dagli anni Cinquanta del Novecento due direzioni di ricerca collegate, benché indipendenti: una investiga il problema dello spazio dentro i testi, ai fini della loro storicizzazione e interpretazione; l "altra quello dello spazio letterario nel contesto dei saperi e delle culture contemporanee. Intendo qui affrontare, pur in estrema sintesi, la prima. Non perseguo l'intento di configurare un discorso teorico, ma parto dalla teoria per perlustrare il panorama del romanzo contemporaneo. In particolare, vorrei concentrare il mio discorso sul paradigma del nonluogo, come elemento tipico del romanzo postmoderno italiano, per sottolinearne la pregnanza nella fase degli anni Ottanta e Novanta, ma soprattutto per metterne in evidenza il declino, sullo scorcio del secolo, quando affiora un modello molto diverso di rappresentazione spaziale, che definisco iperperiferia. Ricavo le due figure del nonluogo e dell'iperperiferia dalla disamina di ambientazioni romanzesche ricorrenti, e le definisco paradigmi esegetici, --------______ ___l~ 54 GEOGRAFIE DELLA MODERNITÀ LETTERARIA per il rilievo ermeneutico che assumono in sede di periodizzazione storiografica. Al di là delle complesse questioni teoriche implicate, l'ermeneutica incentrata sullo spazio mi interessa in questa sede come una chiave utile alla storicizzazione, che permette di cogliere nitidamente un cambiamento significativo, e cioè la svolta che separa la stagione del romanw postmoderno da quella del primo quindicennio del Duemila. Comincerò da qualche riferimento al campo critico italiano contemporaneo, limitandomi a citare alcuni testi utili per orientarvisi. Della sua importanza e vastità rende conto un numero di «Moderna»,
Chi credi di Essere Vol. I -Superare le paludi del postmoderno, 2021
Il libro ci introduce negli angoli più reconditi del pensiero del nostro tempo e invita a riflettere sugli errori del secolo scorso. È il crepuscolo dell'Era Postmoderna. Nietzsche ha posto nelle mani dell'uomo il coltello per assassinare Dio, promettendo la nascita di un uomo nuovo, capace di liberare energie impensabili, finalmente emancipato dalle catene della morale. Ma le promesse non sono state mantenute. Il superuomo si è scoperto fragile e incapace di sopportare il peso della responsabilità di questa libertà. Di fronte al nichilismo dell'uomo del '900, solo un vento nuovo, che spinga la brezza del pensiero verso nuovi lidi di speranza, restituirà all'umanità un senso della vita che oggi appare perduto. Il tempo in cui viviamo è un era di passaggio. Sta nascendo un uomo nuovo, di cui ancora conosciamo poco, mentre l'uomo post-moderno è invecchiato scalciando per rimanere il più a lungo possibile. Quest'opera è una riflessione impietosa e sincera sugli errori del pensiero contemporaneo, e apre a una prospettiva di speranza e ottimismo per il futuro. Ma tutto dipende da noi e dal nostro approccio filosofico al divenire. Se saremo capaci di recuperare la nostra naturale origine divina (nella bibbia sta scritto "voi siete Dei") si aprirà un tempo nuovo.
arte e spazio pubblico, 2023
Arte e spazio pubblico è un progetto di ricerca a cura della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e della Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali. Una ricerca su pratiche artistiche e strategie di progettazione negli spazi pubblici, su processi partecipativi, politiche pubbliche di rigenerazione di spazi urbani e territori, su committenti, mediatori e comunità, sul ruolo della conservazione delle opere d'arte nello spazio pubblico e sulla temporalità dell'opera d'arte pubblica. Il volume restituisce gli esiti delle giornate di studio Arte e spazio pubblico, dei tavoli di lavoro e della giornata di sintesi finale. Raccoglie i contributi di studiosi, artisti e curatori, architetti, giuristi e attori istituzionali, selezionati da una call for abstract e invitati a presentare ricerche, pratiche e casi studio, da cui emerge una visione a tutto campo sui temi Spazio, Temporalità, Partecipazione e Committenza.
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Historika: Studi di storia greca e romana, 2012
Erudizione cittadina e fonti documentarie Archivi e ricerca storica nell’Ottocento italiano (1840-1880) a cura di Andrea Giorgi, Stefano Moscadelli, Gian Maria Varanini, Stefano Vitali, 2018
Memorie della Società di Studi Geografici, 15, 2017
Studi sugli intellettuali europei fra Ottocento e Novecento, 2019
Studia Polensia, 2012
Memoria storica e postcolonialismo. Il caso italiano, 2016
Tesi di Laurea Triennale in Lingue e Letterature Straniere Moderne, 2018
Presenze toscane alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, 2017
La retroguardia dell'avanguardia, 2011
Nuova Antologia, ottobre-dicembre 2024, fasc. 2312, 2024
La critica a effetto: rileggendo La trans-avanguardia italiana (1979), 2020
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Filosofia Italiana, 2017
sinestesieonline, 2025
Festival Gesualdo Milano 2013. Atti del Convegno. Azione teatrale del Processo, 2015