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2019, Giovanni Perlingieri e Lucia Ruggeri (a cura di), L’attualità del pensiero di Emilio Betti a cinquant’anni dalla scomparsa, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane
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The essay analizes the notion of “interest of the creditor” in the Emilio Betti’s theory of obligations and the influence exercised over the Italian doctrine and jurisprudence.
2021
In this essay the Author focuses on Betti's masterpiece Teoria generale dell'interpretazione (General Theory of Interpretation) to frame his hermeneutical conception first of all as a reflection on the methods of the human sciences. He believes that, by limiting themselves to the pure description of facts, they lose an important veritative aspect. Together with the renewal of philosophy, such a renewal of the human sciences discipline and methodology mirrors its essential mission within the contemporary culture. The Author shows Betti's deep anchoring to classical and humanistic culture, showing the centrality of his reference to Vico's work.
Emilio Betti e il processo civile, a cura di A. Carratta, L. Loschiavo, M.U. Sperandio, Roma-Tre press, 2022, pp. 123-147, 2022
Emilio Betti è tra i primi in Italia a parlare di ‘autoresponsabilità’ delle parti nel processo, trattando il tema della natura del contraddittorio e dell’onere dell’allegazione. Eppure, gli svolgimenti del suo pensiero processualistico attraverso il tempo sono stati sottovalutati o, comunque considerati superficialmente e ridotti a un adattamento dell’elaborazione tedesca, quando invece rivelavano differenze sostanziali. Di fronte alla difficoltà con la quale Betti è diventato oggetto di attenzione ‘ufficiale’, di discussione dei suoi schemi teorico-ideologici – in ordine ai quali ha pesato il pregiudizio per la sua adesione al fascismo – si sottolinea la necessità di una valutazione critica, attraverso l’analisi del problema della rilevanza del comportamento processuale della parte. Si tratta di un tema strettamente connesso alle analisi sul contraddittorio, che attengono alla ridefinizione del potere delle parti, alla valutazione delle garanzie difensive, alla responsabilizzazione dei soggetti. In ordine a tutti questi aspetti, il pensiero di Betti è analizzato all’interno di riflessioni, discorsi e realtà che affrontavano il tema del contradditorio come problema cruciale che coinvolgeva il dibattito del primo Novecento sulla riforma del processo e del codice, evitandosi semplicistiche deduzioni in senso ideologico. Il punto nodale era stabilire se sanzionare o meno l’atteggiamento passivo della parte. Betti afferma che il comportamento omissivo della parte poteva unicamente rilevare dal punto di vista del regime della prova legale, peraltro in determinate ipotesi eccezionali e cioè quando la parte si rifiutava di prestare giuramento oppure nell’ipotesi che non avesse disconosciuto la scrittura privata prodotta dalla controparte. Betti, dunque, mette in relazione l’attività processuale della parte con l’onere della prova, mantenendo fermo il principio dell’allegazione a carico di chi vuol far valere il proprio diritto o la propria eccezione, distaccandosi dalle rigidità della dottrina tedesca che legava l’‘autoresponsabilità’ del contegno processuale a un regime sanzionatorio per quei comportamenti non improntati alla verità e alla diligenza.
«Aesthetica Preprint», 2008
Even though the past few years have witnessed an increased interest in Emilio Betti’s thought, there are still important aspects of his work that need to be investigated, including his hermeneutics of art. Brief references to it have been made, but there have been only tentative attempts to identify a comprehensive aesthetic approach in Betti’s work. Of great relevance in this context is the one text where Betti’s hermeneutics has been interpellated in relation to historic and artistic interpretation, that is, a 1965 essay by Hans Sedlmayr, the renowned art historian of the “New Viennese School.” In the vast corpus of Sedlmayr’s works, this is the only text where Betti is mentioned. However, in this essay the references to the theory of the Italian jurist and philosopher are so numerous as to reveal him to be Sedlmayr’s privileged interlocutor. Betti, too, was an attentive reader of Sedlmayr. He even includes the Austrian scholar among the thinkers who were for him a “source of productive inspiration.” The profound impact of this inspiration may be gauged most particularly in Betti’s reflections on modern art in his General Theory of Interpretation. The present volume focuses on the long-distance dialogue that Betti and Sedlmayr established independently from each other, a dialogue that has previously gone unnoticed. The author, Luca Vargiu ([email protected]), reconstructs this dual, reciprocal reading, reevaluating the contributions of Betti and Sedlmayr to the lively debates in the field of art historical-hermeneutics.
2021
The essay studies the construction of the concept of jurist in Emilio Betti as an organic representative of society. He is not a political representative, with or without mandate constraint, nor a legal representative, who transfers interests and relates them. The organic representative is a longa manus, an authoritative extension of the best of society. Its authority, disregarding political power, can reconcile the interests at stake, say the law with the sentence, rebalancing social imbalances, which can also be caused by the laws themselves. The function of social rebalancing combined with equity understood not only as formal but substantial justice makes Betti's theoretical tension a methodological tool possible for all the sciences of knowledge and also for the associated life in the footsteps of Aristotle's Nicomachean Ethichs, Politics and Rhetoric. The decision-making choice of the jurist emerges as one of the most relevant legal issues of our time, that of due process. Its necessary solution, both on the level of the legislation of each state, and on the level of all the individual narratives of each procedural event, can find solid references in Betti's Romanesque studies, starting from those on the seven Kings of Rome, up to those on the Roman praetor. It makes possible to distinguish the gnoseological and thoughtful decision-making of the jurist from that which puts an Petrillo, Emilio Betti e la funzione sociale del giurista 80 end to the state of exception of the politician theorized by Carl Schmitt. And it also makes allows to distinguish a logic based on a broad ethical and cultural vision of society, from a logic emptied of deontology and based only on syllogistic argumentation, in which the means can replaces the end.
«Discipline filosofiche», n. 2 (1994), pp. 105-147
1. Per una storia dell'ermeneutica in Italia --Non è ancora stata scritta una storia dell'ermeneutica italiana: troppo uniforme e tardivo è considerato il suo sviluppo, come sembra troppo impegnativo ricostruirne la preistoria implicita (Vico e Croce, l'attualismo e l'esegesi cattolica). D'altra parte, se a scrivere la storia (anche dell'ermeneutica) sono i «vincitori», non è facile prescindere dall'ermeneutica ontologica d'ispirazione heideggeriana, tanto più se simboleggiata dalla saggezza senile di Gadamer. «Questa» ermeneutica, diventata la nuova koiné della filosofia in seguito al superamento storicisticoesistenzialistico dell'egemonia strutturalista e delle sue radici positivistiche 1 , ha infatti prima assimilato e poi reso obsoleto (stigmatizzato come «poco» filosofico) il contributo storico-erudito fornito dalle ermeneutiche metodiche.
2021
Considerazioni preliminari per uno studio sul problema dell'interpretazione giuridica in Emilio Betti nel quadro delle dottrine giuridiche del XX secolo
V. Frosini-F. Riccobono (a cura di), L’ermeneutica giuridica di Emilio Betti, Giuffrè, Milano 1994, pp. 87-107
C'è un dettaglio, quasi un'idiosincrasia, a partire dai quali si potrebbe forse rileggere l'intera ermeneutica bettiana e valutare la coerenza della norma che in qualche modo la regge: sensus non est inferendus sed efferendus. Si tratta del rifiuto assai esplicito del concetto di Bündigkeit, che Betti traduce con «concretezza esauriente e univocamente intuitiva» (1), «carattere esauriente, indissolubile e impegnativo nella sua intrinseca coerenza» (2). Com'è evidente, Betti respinge in tal modo un Vor-urteil che, pur da sempre latente nella tradizione ermeneutica, trova però una definitiva sistemazione e consacrazione solo con Gadamer: è il cosiddetto «presupposto di perfezione» (3), secondo cui l'interprete, sul piano formale, si aspetta che il «testo» esprima un significato compiuto e coerente, mentre, sul piano del contenuto, presuppone addirittura la «verità» di quanto in esso si dice. Per far fronte a tale ermeneutica, che gli pare fondata, in ultima analisi, su un'illecita intesa preliminare sulla Sache e sull'acritica sottomissione alla tradizione, Betti mobilita tutta la sua profonda conoscenza del metodo storico, rivendica, in linea con Droysen (4), la posteriorità della «critica della veracità» rispetto all'atto interpretativo, non *Questo testo, leggermente ridotto, è stato presentato alle «Giornate di Studio su La teoria generale dell'interpretazione di Emilio Betti», tenutesi il 13-14 dicembre 1991 presso l'
«Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari», 1997
IGNAZIA DEIANA: Incinerazione e inumazione: il caso della Sardegna -EGIDIA ROSSI: Moduli lessicali e stilistici di Aulo Gellio nella presentazione di anonimi contemporanei -SONIA LACONI: Osservazioni di critica testuale sul Moriundum esse pro dei filio di Lucifero di Cagliari -CLARA INCANI CARTA: Lo spazio ed i luoghi originari del monachesimo. Riflessioni ed ipotesi per la ricerca -GIOVANNI MURGIA: Sanluri, da castello a villaggio: un caso di riorganizzazione istituzionale del territorio nella Sardegna moderna -BRUNO ANATRA: La leggenda nera in Italia: Boccalini e Tassoni -GIOVANNI CARA: Un itinerario trasversale nelle Tablas Poéticas di Francisco de Cascales: alcune riflessioni intorno al genere comico -ROBERTO MORO: Note sui genovesi e la loro Arciconfraternita nella Cagliari del secolo XVIII -LORENZO DEL PIANO: Massoneria e club giacobini. Un problema storiografico -MARIA GIOVANNA TURUDDA: La "semiotica dei sensi e del sentimento" in un testo del secondo '800 -MARIO LODI: La struttura morale del tempo -SANDRO MAXIA: L'Officina di Grazia Deledda. Viaggio attraverso le quattro redazioni della Via del male -KATIA USAI: Analyse formelle de «Nuits partagées» de Paul Éluard -GIORGIO PELLEGRINI: Les hélices du céli-batteur. Marcel Duchamp e la macchina volante -LUCA VARGIU: Debiti e affinità tra l'estetica di Emilio Betti e la poetica di Ugo Betti -FABRIZIO USAI: Per una storia del credito industriale in Sardegna -GIOVANNI MURRU: Profilo biobibliografico di Renzo De Felice. 1961-1997: dalla «Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo» a «Mussolini l'alleato. La guerra civile» -LUCA TEDDE: "Storia trascendentale" e scrittura -GIUSEPPE MARCI: Storia e apologo nella narrativa di Sergio Atzeni -CANDIDA MESSORI: Ronald Dworkin e il primato dell'uguaglianza -CRISTINA LAVINIO: Tipi testuali e generi nel parlato. Spunti teorici e didattici per l'insegnamento dell'italiano L 2 . Vai all'Indice per selezionare l'Autore del contributo che vuoi consultare EDIZIONI V A © Cagliari -1997 © EDIZIONI AV di Antonino Valveri -Via M. De Martis, 6 -09121 Cagliari Tel. e fax 070/54 08 53
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in La garanzia nella prospettiva storico-comparatistica. V Congresso Aristec, 2003
BANFI A., BRUTTI M., STOLFI E. (2020), Dall’esegesi giuridica alla teoria dell’interpretazione: Emilio Betti (1890-1968), Roma ISBN: 979-12-80060-21-1, pp. 117-133, 2020
Scritti critici, Le Lettere., 2022
GIUSTIZIACIVILE.COM, 2018
Pacini Giuridica, 2022
Cuadernos de Filología Italiana, 2015
Rivista di Corporate Governance, 2021
I. POZZONI, L’etica come dissoluzione di «falsi dilemmi» in Giovanni Vailati: volontà, libertà e utilità, in “Información Filosófica”, Roma, fasc.16 (2011), VIII, 50-70.
Rivista della Regolazione dei Mercati n. 2, 2019
RiMe. Rivista dell'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea (ISSN 2035-794X), 2021
Veritas (Porto Alegre), 2005