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L'esperienza dell'amore di Dio nell'atto di fede

2018, Forum. Supplement to Acta Philosophica

https://doi.org/10.17421/2498-9746-04-05

Abstract

Si esplora la natura dell'atto di fede per giustificarne il carattere autenticamente personale e oggettivo. Alla luce del Magistero recente e di alcuni significativi apporti teologici, l'esperienza dell'amore con cui lo Spirito tocca il cuore nell'atto di fede viene messa in evidenza. In tale contatto, che richiede il coinvolgimento della dimensione affettiva accanto a quella intellettuale, il soggetto credente ha una certa esperienza immediata dell'oggetto della fede: Dio stesso, il quale, indicato all'intelletto nei segni esterni, per grazia si rende percepibile nel cuore dell'uomo. Abstract The nature of the act of faith is explored to justify its authentically personal and objective character. In the light of the recent Magisterium and of some significant theological contributions, the experience of love with which the Holy Spirit touches the heart in the act of faith is highlighted. In such contact, which requires the involvement of the affective dimension together with the intellectual one, the believer has an immediate experience of the object of faith: God himself, who, indicated to the intellect in external signs, by grace becomes perceptible in the heart of man.

Key takeaways

  • Una seconda novità di rilievo è il fatto che Dei Verbum procede spiegando in che modo l'assenso della fede può essere prestato, senza accennare ai segni esterni di credibilità (come avveniva invece in Dei Filius), ma solamente riferendosi alla necessità della grazia nell'animo del credente: «Perché si possa prestare questa fede, sono necessari la grazia di Dio che previene e soccorre e gli aiuti interiori dello Spirito Santo, il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio [cor moveat et in Deum convertat], apra gli occhi dello spirito [mentis oculos aperiat] e dia "a tutti dolcezza nel consentire e nel credere alla verità"» .
  • Nello sviluppo del capitolo, tuttavia, diviene chiaro che la comunicazione di tale conoscenza avviene per un'iniziativa di amore da parte di Dio: «Dio, in quanto fonte di amore, desidera farsi conoscere, e la conoscenza che l'uomo ha di lui porta a compimento ogni altra vera conoscenza che la sua mente è in grado di raggiungere circa il senso della propria esistenza» (FR ).
  • La fede è precisamente l'atto in cui la persona intera si apre all'amore ed è «in questo intreccio della fede con l'amore che si comprende la forma di conoscenza propria della fede, la sua forza di convinzione [. . . ].
  • Naturalmente, spiega Rousselot, a nché l'uomo «possa rivestirsi di questo amore volontario come di una nuova natura ed esprimere, a partire da questa, un giudizio assoluto [ossia il giudizio di credibilità, che è tutt'uno con la confessione di fede ], bisogna che egli sappia che questo nuovo amore viene da Dio non meno della sua stessa ragione, bisogna che Egli testimoni a favore di questo nuovo modo di vivere con la stessa forza con cui testimonia a favore della natura che ci ha dato» .
  • Un'apologetica basata solo sull'a ermazione del valore oggettivo dei preamboli e dei segni di credibilità della fede deve fare i conti con il dato dogmatico che l'atto di fede non è possibile solo sulla base di un accertamento razionale di quei segni, per quanto essi siano un imprescindibile fondamento della fede e un valido argomento di confronto con le domande della ragione .