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2018, TI PRESENTO UN MUSEO ARCHEOLOGIA PUBBLICO MUSEI, G. Calcani, A. Corbascio edd.
A norma di legge è vietata la riproduzione, anche parziale, del presente volume o di parte di esso con qualsiasi mezzo Progettazione e cura grafica: ing. Fabrizio Musetti Roma, ottobre 2018
IX Ciclo di Studi Medievali, 2023
Di fronte ad una retorica dei ‘borghi’ che applica il termine in modo indistinto ad insediamenti molto diversi per cronologia, collocazione o struttura e presenta differenti realtà insediative secondo forme stereotipate e poco rispettose di un’effettiva ‘autenticità’, un gruppo di lavoro congiunto, cui partecipano ricercatori e allievi dell’Università di Cagliari e di quella della Tuscia ha promosso, a partire da azioni di archeologia pubblica messe in atto a Bassano in Teverina (VT), un progetto orientato alla creazione di una rete interregionale denominato ‘Borghi dell’archeologia/Archeologia dei borghi’. Tale progetto si caratterizza per un percorso di ricerca condiviso con le componenti delle comunità locali basato sullo studio della stratificazione storica (e dei suoi risvolti materiali) dei piccoli centri e dei loro territori. La comunicazione social, pensata per Instagram e rilanciata, con gli opportuni adeguamenti, su Facebook ha rappresentato uno degli assi portanti del lavoro di definizione degli elementi che caratterizzano il progetto e uno dei principali spazi in cui far esprimere il confronto e la sperimentazione, oltre che una non improvvisata palestra per la formazione degli studenti in relazione ai linguaggi della comunicazione con il patrimonio culturale. Il prodotto realizzato e il progetto di comunicazione avviato rappresentano, pertanto, un’evoluzione rispetto a pioneristiche esperienze di racconto attraverso Instagram di progetti di ricerca archeologica condotti delle università, dal momento che opera attraverso il progressivo aggiornamento di un progetto editoriale e un’organizzazione redazionale dei partecipanti all’attività. È necessario, pertanto, verificarne gli effetti sulla ricerca in corso, sul percorso didattico che coinvolge studenti di diversi indirizzi disciplinari, sul coinvolgimento del pubblico delle comunità locali direttamente interessate o di quello, fisicamente più distante, di utenti interessati per varie ragioni a seguirne la pubblicazione dei contenuti.
The Museo Archeologico dei Ragazzi (Children's Archaeological Museum) is a museum of prehistoric archaeology based in Nardò (Lecce -Italy). Its specific aim is to inspire the enquiring minds of children. The museum was founded by Maria Laura Spano with the aim of testing the results of her research in archaeology for children. The museum has a tactile room, where children learn about technology in prehistoric times through a multisensory experience, a 3000 sqm area featuring a Palaeolithic camp, a Neolithic settlement and two outdoor activity areas where children can experience an excavation of a Neolithic tent and of a Messapian building. These learning areas allow children to experience life in prehistoric times, to carry out specific research activities, to investigate, to identify and solve problems, to work and collaborate with other children, to reflect on their own choices and to assess their decisions through two different methodologies, living history and role play. All these activities introduce children to life in Prehistoric times and allow children to acquire specific skills while playing and having fun together. The Children's Archaeological Museum acts as a mediator between schools and the other museums in the town of Nardò. Its activities integrate well with elementary school programmes and help guide children towards the acquisition of those pre-requisites which are fundamental to the understanding of local history. Il Museo archeologico dei ragazzi si trova a Nardò (Lecce), nei pressi del Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, un'area di interesse naturalistico e storicoarcheologico. È una struttura open air che si estende su una superficie di 3500 mq.
2019
Ricostruire e narrare. L’esperienza dei Musei archeologici all’aperto racconta al pubblico italiano cosa sono realmente queste iniziative, sgombra il campo da luoghi comuni, illustra le tendenze europee e nazionali, riflettendo su come andrebbero strutturati progetti del genere, sulla comunicazione tramite il Time Travel, sulla possibilità di creare nuove economie e nuovi sbocchi occupazionali. INDICE Introduzione Open Air Museum: origini e dibattito tra fine Ottocento e i nostri giorni Gli Archaeological Open Air Museum Il viaggio nel tempo (dedicato a Raffaele Licinio) La performance storica Archaeological Open Air Museum in Italia Archaeological Open Air Museum in Italia: lo stato delle cose Bibliografia
Archeologia Pubblica in Italia , 2019
Questa comunicazione si prefigge di sintetizzare e riflettere brevemente sul tema dell'esperienza in contesto museale, partendo da una revisione critica della letteratura pubblicata in museologia e proponendola come spunto per sviluppi futuri dell'archeologia pubblica italiana.
La raffigurazione della gigantomachia nei templi sicelioti , 2018
ABSTRACT TESI Nel presente lavoro vengono presi in esame alcuni rilievi di scultura architettonica templare della Sicilia di età greca provenienti dai tre templi della collina di Marinella di Selinunte, dall’Olympieion di Agrigento ed infine un torso di guerriero maschile ritrovato nei pressi di quest’ultimo. Si ipotizza che le sculture potevano far parte di episodi legati al mito della gigantomachia. Tuttavia il mito, oltre a rappresentare la lotta fra l’ordine e il caos, proprio in ragione della sua comprensione immediata ed istantanea, poteva essere destinato a veicolare anche altri messaggi, in quanto già radicato e consolidato nella coscienza del cittadino di una polis. Così prima di analizzare la documentazione materiale, sulla base della storiografia antica e delle evidenze archeologiche mi sono orientata ad illustrare le due polis dal punto di vista storico e politico. A Selinunte s’instaura la tirannide di Terone, che secondo Polieno era figlio di un certo Milziade, a partire dalla metà del VI secolo e quella di Pitagora intorno all’ultimo quarto del VI secolo, successivamente ad Agrigento, intorno ai primi decenni del V secolo si afferma la tirannide Emmenide. La forte rivalità tra le due città portò allo scontro di Himera del 480 a.C., dove dalla parte dei vinti c’erano Selinunte e i Cartaginesi, mentre da quella dei vincitori proprio i tiranni di Agrigento e Siracusa. Successivamente vengono analizzati degli edifici di culto dal punto di vista architettonico e cronologico, e ciò ha permesso di rilevare delle analogie tra essi, ma anche delle peculiarità locali. Dopo di che vengono descritti i rilievi dal punto di vista stilistico e iconografico, così anche in questo caso si possono riscontrare delle corrispondenze molto evidenti, trovando talvolta dei collegamenti con la madrepatria. Così valutando tali analogie e le vicende storiche che contraddistinsero le due polis, si potrebbe avvalorare l’ipotesi molto recente che intravede nella raffigurazione del mito l’espressione di una propaganda politica, che però all’epoca, con molta probabilità doveva avere delle sfaccettature talmente ampie da lasciare ancora oggi diverse interpretazioni ed interrogativi.
La consapevolezza del ruolo educativo del cultural heritage e l'approccio olistico alla gestione del patrimonio archeologico proposto dalla Public Archaeology sono i presupposti per lo sviluppo di elaborazioni teoriche e attività pratiche di musei e parchi, con obiettivi educativi, sociali, culturali, per consentire al pubblico di comprendere il dato archeologico, adottare modalità comunicative ed educative differenziate in risposta ai bisogni sociali di partecipazione culturale, riaffermare il valore del patrimonio archeologico come possibile crescita per i cittadini, per lo sviluppo di un turismo sostenibile e la promozione integrata delle diversità culturali e naturali. Su tutto questo si riflette ormai da tempo all'interno dell'équipe dell'Università di Macerata, che da quasi un ventennio opera indagini stratigrafiche nell'area archeologica di Tifernum Mataurense (Sant'Angelo in Vado, PU), piccolo municipio romano, sito nell'area centro-appenninica lungo l'alta valle del Metauro,
Inaugurato nell'ottobre 2014, il Museo Archeologico di Roma, l'Università di Roma "Tor Vergata", è stato realizzato con l'intento di proporre un nuovo modo di promuovere l'archeologia a Roma, in particolare nelle zone più lontane dal centro storico della città. Oltre all'esposizione, sono state progettate varie attività educative, dedicate a bambini e scuole di ogni genere, e sono stati realizzati eventi con l'intento di coinvolgere il più possibile i residenti dei vicini quartieri e le istituzioni per una valorizzazione del territorio condivisa. Anche con poche risorse disponibili, è stata intrapresa un'attività di comunicazione e promozione online. Dopo alcuni mesi di funzionamento, è stato possibile fare un bilancio dei dati di presenza e proporre alcune considerazioni.
VENTI ANNI DI ARCHEOLOGIA, ARTI E STORIA NELL’UNIVERSITÀ DI FOGGIA Tra ricerca e terza missione, a cura di Roberta Giuliani e Saverio Russo, 2020
Poco meno di 20 anni fa, a novembre del 2000, l’anno successivo all’istituzione dell’Università di Foggia, partivano i corsi della Facoltà di Lettere e Filosofia. Accanto al ruolo di altre istituzioni e di altri protagonisti, dal 2000, importante è stata l’indagine dei ricercatori dell’Università di Foggia, che ha avuto, spesso, una traduzione nelle politiche di tutela, divulgazione e valorizzazione, che costituiscono la cosiddetta terza missione. È ovvio che il riferimento territoriale delle ricerche svolte in ambito universitario non può limitarsi – e non è stato limitato – a questa vasta sub regione, come si legge nelle pagine del volume. È da rimarcare, tuttavia, come una comunanza di approcci di ricerca, per così dire di impianto “territorialista”, diversamente da quel che avviene in altre Università, abbia portato a Foggia ad una pratica di forte collaborazione scientifica tra discipline storiche e archeologiche. È parso opportuno, perciò, non solo per la storia dell’istituzione, ma anche per la storia civile del territorio, documentare l’attività dei ricercatori che della sezione di archeologia, storia, arti e geografia hanno fatto o fanno tuttora parte, in questi 20 anni (dalla prefazione di S.Russo).
Verona e le sue strade. Archeologia e valorizzazione, 2019
L'Idomeneo, n.13, 2011, 2012
ARCHEOLOGIA QUO VADIS? Riflessioni metodologiche sul futuro di una disciplina (MONOGRAFIE DELL'ISTITUTO PER I BENI ARCHEOLOGICI E MONUMENTALI (IBAM), 14 CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE), a cura di Daniele Malfitana, Catania, 2018
IL PROGETTO DI ARCHITETTURA COME INTERSEZIONE DI SAPERI Per una nozione rinnovata di Patrimonio, 2019
Le città sono l’esito del susseguirsi di trame e orditure che, nel tempo, si sovrappongono mettendo sovente in evidenza contraddizioni, lacune e discontinuità del palinsesto urbano. Il conflitto di autonomie di logica, di contesto d’uso e forma, di passati e presenti differenti, manifestano il bisogno di trovare una risoluzione capace di innescare una nuova vitalità e una nuova riconoscibilità di senso e struttura della città. La reinterpretazione contemporanea delle tracce archeologiche trova nel progetto di architettura il luogo in cui interrogarsi criticamente su ciò che tali preesistenze hanno ancora oggi in potenza: ovvero le capacità di riemergere, nel contemporaneo, come inediti elementi primari. Ele- menti, cioè, in grado di risolvere le discontinuità e le smagliature tra le figure autonome del tessuto urbano, innescando nuove tensioni nella costruzione della città.
L’università al servizio dei musei locali, 2024
Emanuela Stortoni (a cura di), Vent'anni di ricerche dell'Università di Macerata a Tifernum Mataurense (Sant'Angelo in Vado - PU) (2000-2021) - Vol. III - Patrimonio archeologico, beni culturali e territorio; 3; Roma, Scienze e Lettere; pp. 85 - 96, 2022
I volumi sono stati sottoposti alla revisione prevista dal sistema del peer review anonimo
Musei, persone, presenza: esperienze in Campidano
Archeologia e Calcolatori, 2016
The author illustrates some recent events promoted in Orvieto (the ancient Etruscan town of Volsinii) by the Fondazione per il Museo ‘Claudio Faina’. After a brief description of the scope and aims of the Foundation, which was established in 1957, attention is focused on some exhibition projects that make use of computer-based technologies to illustrate and disseminate information on the Museum collections, encouraging a greater interaction between scholars and the general public. In particular, the author focuses upon the recent exhibition ‘Voci ritrovate. Archeologi italiani del Novecento’. The exhibition was conceived by ‘digging’ in the Archives of the Foundation, a research work that enabled the ‘discovery’ of a series of tapes in which the voice of some of the greatest Italian archaeologists and historians of the last century were collected and preserved. Original Rai radio recordings of the Sixties and Seventies of the 20th century enrich the collection and a dedicated websit...
Oggetto di questo discorso sono gli interventi di scavo archeologico effettuati a Roma negli ultimi vent'anni. Il titolo è in forma interrogativa, perché uno dei nostri scopi è proprio quello di vedere se, e fino a che punto, questi scavi possono essere qualificati come interventi di Archeologia Urbana in senso proprio e completo.
E. Parlato, M. Pomponi, C. Valeri (a cura di), Archeologia e Storia dell’Arte. Contaminazioni, innesti e dissonanze, 2020
Discussione sulla situazione degli insegnamenti di Archeologia nell'Università italiana alla luce delle evoluzioni normative in relazione al tema della valutazione accademica. Seguono considerazioni relative al dibattito interno tra i diversi settori scientifico disciplinari.
2020
Il volume, curato da Saverio Russo e Roberta Giuliani, raccoglie la produzione scientifica dei docenti di archeologia, storia e storia dell'arte del Dipartimento di studi umanistici nei primi venti anni di vita dell'Università di Foggia. Con l'indice si propone qui la presentazione.
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