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2019, Êthikê Theôria Studi sull’Etica Nicomachea in onore di Carlo Natali
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L’Etica Nicomachea di Aristotele è il primo trattato di filosofia morale della storia del pensiero greco. La sistematizzazione aristotelica dei suoi concetti chiave, come quelli di virtù, responsabilità, giustizia, amicizia, felicità, non ha mai cessato nei secoli di costituire il punto di riferimento fondamentale e sempre attuale di ogni riflessione e dibattito etico. I maggiori specialisti offrono in questo volume una presentazione completa e originale di questa opera e della sua fortuna, dall’epoca ellenistica al Rinascimento, alla luce delle ultime tendenze interpretative.
Le pagine che seguono non pretendono assolutamente di raggiungere la verità sulle "cose ultime", perché questo sarebbe il massimo della presunzione. Per questo abbiamo deciso di delineare semplicemente un'ipotesi, ossia un'elaborazione più o meno fantastica di come potrebbero conciliarsi elementi apparentemente non coerenti e dissonanti (male e bene, il buon Dio e la sofferenza, ecc). Sicuramente la verità -quella autentica e definitiva -non coincide col mito elaborato, ma lo supera infinitamente. Tuttavia è possibile utilizzare il mito come se fosse un'ipotesi indimostrata condividendo la quale, forse, si riesce a intravvedere e ad intuire qualcosa di più o meno elevato. Di più non si può dire, e il resto è Silenzio. 1) Dio non può fare nulla che sia in contrasto con il bene, perché è il bene in sé; quindi vuole che la gioia, per quanto possibile, sia meritatamente conquistata, anche attraverso tribolazioni e fatiche, affinchè abbia un valore più alto, e sia in definitiva più gioiosa rispetto a una gioia pura immediatamente data (discuteremo ampiamente questo postulato nei prossimi paragrafi); 2) scopo della storia cosmica e umana vista in chiave teologica è la creazione e la formazione di innumerevoli enti dotati di intelligenza e libera volontà; essi debbono evolversi in modo tale da raggiungere, alla fine dei tempi, una felicità piena e significativa, conquistata e meritata attraverso le proprie azioni libere e responsabili. Infatti, per il postulato 2, solo una simile felicità, conquistata liberamente e responsabilmente, potrà essere, infine, la più alta, piena e matura felicità possibile (qualsiasi altro tipo di felicità non raggiungerebbe la massima perfezione possibile). E ora abbozziamo la nostra ipotesi mitica di storia cosmico-umana. L'inizio della storia cosmico-umana è l'atto creativo. Dio crea moltitudini immense (forse infinite) di monadi spirituali semplici, uniche e irripetibili. L'atto creativo significa l'atto con cui un'essenza prima solo possibile viene, con un fiat divino, tradotta in concreta esistenza (Tommaso d'Aquino). L'atto creativo può essere concepito in vari modi, per esempio come creazione iniziale in un tempo che comincia ad esistere, oppure come creazione continua, ecc. La sua essenza resta comunque la medesima nonostante l'atto possa essere variamente interpretato. Ogni monade spirituale, essendo un'essenza eternamente presente nella mente divina, è essenzialmente eterna, anche se non lo è esistenzialmente. Essenzialmente la monade è una possibilità contenuta eternamente nell'intelligenza di Dio, il quale, con la sua infinita creatività, genera moltitudini di casi particolari ciascuno con un'ecceità unica e irripetibile. In senso essenziale ogni monade è un frammento dello splendore divino, come recita un passo della Baghavad-Gita: questo però non dev'essere inteso come se Dio si dividesse in parti per generare le monadi, perché Dio resta uno, semplice e inalterato, ma nel senso per cui la monade in certo modo "fa parte" dell'essenza divina, essendo appunto la concretizzazione di un'idea nella mente di Dio, a cui a un certo punto viene donata l'esistenza reale. L'atto creativo di Dio è un atto libero. Dio genera innumerevoli monadi spirituali liberamente e creativamente. La libertà di Dio spiega la contingenza di tutte le monadi del mondo, la loro possibilità non necessaria, il fatto che esse potrebbero anche non esistere o non essere esistite. L'ipotesi teistica, l'unico orizzonte all'interno del quale abbia senso porsi il problema della teodicea, ci fa escludere che gli enti finiti derivino necessariamente da Dio (l'emanatismo di Plotino, Spinoza ecc). Dal punto di vista strettamente filosofico, riteniamo inoltre che le difficoltà che derivano dall'assunzione dell'ipotesi emanatistica siano superiori a quelle che deve affrontare chi parte dal teismo. La seconda fase della teodicea, quella che succede all'atto creativo, è la fase della assunzione di una esistenza autocentrata, una fase che potremmo chiamare della separazione e quasi dell'abbandono da parte di Dio, che assume a questo punto il carattere del Deus absconditus. E' una fase fondamentale, perché senza di essa le monadi create resterebbero pure scintille divine diafane e senza "corposità" e "tridimensionalità", senza una reale e concreta autonomia, oltre a non poter raggiungere la massima felicità possibile (vedi il postulato 2). Ogni monade, per "autocentrarsi" e per realizzarsi compiutamente, deve necessariamente passare attraverso la fase della separazione e dell'abbandono. In questa fase Dio sembra ritirarsi dal mondo, sembra, almeno apparentemente, abbandonare la monade appena creata a se stessa; l'essenza, espressione del Logos divino, acquisita esistenza nel mondo diviene consapevole di sé ma dimentica della sua origine; non conosce sé stessa. Un primo aspetto della separazione è dunque l'abbandono (almeno apparente), mentre il secondo aspetto importante è l'incarnazione della monade spirituale, cioè
Professore: Agusti Borrell Studente: Abdou Mikhael ABDOU ROMA APRILE 1995 La risurrezione della figlia di Giàiro: Mc 5,21-24.35-43. La guarigione dell'emorroissa: Mc 5,25-34. Questo testo di Mc, costituito da 23 versetti, presenta due episodi intersecati: la guarigione dell'emorroissa e la resurrezione della figlia di Giàiro. Cercherò, alla luce dei criteri che abbiamo appreso nel seminario, di fare l'analisi narrativa di questi due episodi, esaminando, passo passo, il tipo di narratore, i personaggi, i luoghi e gli spostamenti presenti nel testo, gli aspetti temporali e tutto questo chiarificandone il contesto generale dentro il Vangelo di Mc e ricavandone alcune osservazioni utili.
Feronia, la Dèa protettrice di Terracina, più antica della Venere a cui è dedicato il tempio erroneamente attribuito a Giove Anxur, protegge i limiti del "coltivato" contro la ferinità del caos sacro a Fauno e comprende nella sua protezione chi esce dalla condizione di schiavitù per divenire uomo libero, residuo di quello che era l'arcaico mito del "re del bosco di Nemi" e della Diana nemorense.
Between the places an exile has to avoid, the law of Dracon on murder mentions the <<agorà ephorìa>>, so as Panhellenic games and Amphictyonic rituals. Ancient and modern scholars have been up to now puzzled about the exact meaning of the strange expression. A new perspective is probably available, if we take into account the inhibition alluded to by Solon in his Elegy on Salamina.
ERESIA CATARA, 2010
il testo fa parte dell'appendice del libro Templeisen, stante i frequenti riferimenti al catarismo. L'autore, tuttavia, ha ritenuto utile mettere a disposizione il saggio sui Catari, per tutti coloro che fossero interessati esclusivamente allo studio di questa importante eresia. Utilissimo per gli studenti universitari e per tutte le ricerce sulle eresia. Storia di una delle più temute eresie della Chiesa. Il catarismo è stato inutile e la sua presenza senza effetti- vo significato storico? Abbiamo visto nell'XI secolo l'inquietudine religiosa delle masse, che erano alla ricerca di una fede, e l'avevano trovata nel catarismo, che nei secoli XII e XIII ha esercitato un peso religioso eccezionale, impegnando la Chiesa in uno sforzo dal quale uscì rinnovata. Dalle critiche dell'eresia catara fu costretta ad aprire le diocesi, mondi chiusi, a nuove forze rappresentate dagli Ordini Mendicanti, che furono presenti nei luoghi dell'eresia per combatterla con le sue stesse armi, il digiuno, la preghiera, l'aiuto ai poveri, la costruzione di ospedali. La Chiesa fu costretta a ripensare al suo complesso dottrinale, alla sua liturgìa. Considerò con occhi diversi i laici come comunità cristiana. La Chiesa fu obbligata ad un esame di se stessa, a migliorarsi, a riformarsi senza tregua per due secoli. Storia conclusa dunque quella dei Catari, se ci limitiamo alla constatazione che questi non esistono più; ma perenne, se pensiamo che le forze che essi hanno suscitato, gli ideali che hanno risvegliato, per il loro sacrificio, per la loro decisione e la loro fede, sono entrati nel circolo eterno della storia.
2020
Una raccolta di studi che si pongono come la prima indagine ad ampio raggio sul fenomeno della letteratura eroicomica, inserita nel contesto della produzione burlesca, comica e macaronica dei secc. XV-XVIII. Ho avuto l'onore di concepirla e di gestirne la lavorazione insieme all'amico e collega Giuseppe Crimi dell'Università degli studi Roma Tre. Propongo qui la copertina, l'indice, la nostra Premessa, l'Indice dei nomi e le note di presentazione degli autori. Il volume (Roma, Carocci, 2020) compare in libreria oggi, 15 ottobre 2020.
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Dizionario Biografico degli Italiani. Enciclopedia Treccani, n. 96, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2019, pp. 624-627
L'analisi del significato in H.P. Grice (1913-1988), 1998
"Una regina vicina alle Alpi", in La Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza. Atlante iconografico, a cura di R. Cassanelli, Monza 2016, pp. 15-23, 376-377, 2016
ATRIUM. Studi Metafisici e Umanistici. pp.77-93, 2021