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2019, Axon 3 (1)
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The inscription, written on two continuous lines in the two fluting cuts of an Ionic column, is a dedicatory epigram and consists of five hexameters. The dedication is attributed to Kallimachos of Aphidna, the Athenian polemarch who died at Marathon in 490 BC, according to Herodotus. The reconstruction of his name was made possible starting with the demotic Ἀφιδναῖο[ς] (l. 1) and the term πολέ]μαρχος (l. 3): it leads to the conclusion that the writing of the dedication took place likely in two moments: when Kallimachos was still alive (lines 1-2) and after his death (lines 3-5). The state of conservation is fragmentary: hence the multiple restitutions of the text proposed by scholars.
Nella scheda, dedicata alla parte scultorea della tomba di G. Dolfin (m. 1361), si analizzano la figura del doge eletto nel 1356, la commissione e datazione del monumento e la sua iconografia; si propone che il lapicida veneziano che la realizzò, Andrea da San Felice, si fosse formato nella bottega di Andriolo de' Santi nei primi anni Quaranta del Trecento e che egli vada identificato con il tagliapietra lagunare Andrea Barosso che, con Andriolo, era imparentato.
Annuario della Scuola Archeologica Italiana di Atene, 2019
The present article deals with a dedication to Septimius Severus, Caracalla and Iulia Domna inscribed on one altar that was erected at Philippi by a “federation” of five communities designated as Πενταπολεῖται (CIPh II.1, N. 24). The presence at the end of the text of the Greek term θυσία (= sacrifice) singles out this inscription among the known dedications, both imperial and non-imperial. My hypothesis is that this particular formula is drawn from (or inspired by) the festive calendar of the Roman colony, which would have been the model followed by the dedicants while offering a sacrifice to the reigning emperor.
Two limestone blocks from a Roman monument, one of which characterized by an Ionic architrave with two fasciae, were found as reused pieces in an early medieval burial recently excavated near the city of Allifae. Two other similar fragments of architraves, housed in the Museo Civico of Piedimonte Matese (CE), on which is inscribed a dedication to Augustus, are ascribable to the same complex, and may be associated with other architectural elements including two voussoirs and a fragment of a frieze, datable to the first triumviral age, engraved with trophies and weapons. It seems plausible to assign all those items to the façade of the triumviral colony city gates; the dedication to Augustus was added later above the gate overlooking Rome, that was monumental-ized after the construction of a paved road from Venafro (and Rome) to Alife given by the princeps.* Un recente sondaggio archeologico nell'area cir-costante l'anfiteatro di Alife, nel suburbio sud orientale della città, ha portato in luce due sepol-ture altomedioevali una delle quali realizzata con vari blocchi lapidei di spoglio (figg. 1-3). 1 I pezzi provengono in parte dal vicino anfiteatro ormai in abbandono, ma anche dalla circostante necropoli romana; due elementi di incerta attribuzione, evi-dentemente parte di un medesimo complesso per le consimili caratteristiche, si distinguono per la particolare morfologia:-Blocco parallelepipedo in calcare (cm 111,5 x 43,5 x 31-27) integro, fronte articolata in un architrave a due fasce sormontata da cornice a gola rovescia e listello, superficie liscia con leg-gera gradina; parte retrostante lasciata grezza, fianchi con anathyrosis a lieve sottosquadro e superfici di contatto (verso la fronte e la faccia superiore) rifinite a fine gradinatura, piano di posa e piano di attesa lisci con lavorazione a gradina. Sul piano di attesa si individuano un filo scalpellato (in corrispondenza del sotto-stante attacco della cornice) per il corretto po-sizionamento arretrato del blocco sovrastante, e due incassi per ingrappature laterali (figg. 2-3, 13.1, 14.1, 16).-Blocco parallelepipedo in calcare (cm 111,5 x 45 x 34) integro, fronte liscia con leggera gradina; parte retrostante lasciata grezza, fianchi con anathyrosis a lieve sottosquadro e superfici di contatto (verso la fronte e la faccia superiore) rifi-nite a fine gradinatura, piano di posa e piano di attesa lisci con lavorazione a gradina. Nella faccia superiore sono due incassi per ingrappature late-rali (figg. 4-5, 14.2). Al primo dei due blocchi, per dimensioni, deco-razione frontale e caratteristiche della lavorazione, sembrano avvicinabili due pezzi consimili fram-mentari conservati al Museo Civico di Piedi-monte Matese, che presentano un'iscrizione sulle due fasce, più volte editi (figg. 6-12, 13.2-3, 15, 17): 2-Blocco parallelepipedo in calcare (cm 82+ x 46 x 38) mutilo del lato sinistro, fronte articolata in un architrave a due fasce sormontata da cornice a gola rovescia e listello; sulle fasce iscrizione: [-] SARI. DIVI[-] / [-]TRIBVNIC[-], lett. cm 14, 12; superficie liscia con leggera gradina; parte retrostante lasciata grezza, fianco residuo con anathyrosis a lieve sottosquadro e superfici di contatto (verso la fronte e la faccia superiore) rifi-nite a fine gradinatura, piano di posa e piano di attesa lisci con lavorazione a gradina. Sul piano di attesa si individuano un filo scalpellato (in corrispondenza del sottostante attacco della cornice) per il corretto posizionamento arretrato del blocco sovrastante, e un incasso per ingrappatura laterale sull'estremità superstite (figg. 6-7, 11, 13.2, 15.1, 17.
Δόσις δ'ὀλίγη τε φίλη τε. Studi offerti a Mario cantilena per i suoi settant'anni. A cura di A. Porro, S. Barbantani, Milano, Ricerche. Letteratura greca e latina, 2019
The most important poets of the Hellenistic period (Callimachus, Aratus, Apol¬lonius of Rhodes) seem to avoid the hexameter’s structure which consists of three adonii delimited by word-end (ds|ds|ds||): they may observe a double bridge, unknown to the scholars hitherto, which includes the already known Hilberg and Naeke’s bridges. The exceptions to the double bridge, which are almost absent in the considered Hellenistic poets, are already rare in Homer, as rare as the exceptions to the Hermann’s bridge. The percentage difference be¬tween the double bridge and Hilberg and Naeke’s bridges indicates that the for¬mer is perceived as an independent law.
ACME LXII 3, 2009
Reliquie callimachee in esichio a 1 A: TÕ a perispasqþn dhlo‹ e ‡qe, aej par¦ Kallim£cJ (Aet. fr. 1.33 mass. = 1.33 Pf.): '« p£ntwj †na gÁraj' … 1 che il lessico di esichio cominci proprio nel nome di callimaco è certo dovuto alle leggi dell'ordine alfabetico, ma simbolicamente prefigura quanto frequenti sono i riferimenti alle sue opere nell'intero lessico: quoquo versum pedem figas ecce iterum Callimachus, scriveva con una certa enfasi m. schmidt 2 . in verità il cireneo è menzionato solo undici volte in esichio, ma numerose glosse trovano il loro locus classicus nei suoi carmi. Gli studiosi hanno talora ecceduto nell'attribuzione delle glosse agli autori classici e a callimaco tra gli altri e R. Tosi esorta giustamente a «procedere con somma cautela», poiché non sempre è possibile individuare un preciso locus classicus, soprattutto nei casi di quelle che egli chiama "glosse tradizionali", spiegazioni generiche che sono divenute canoniche in lessici e commenti. molte glosse che schmidt nell'Index copiosissimus in calce alla sua edizione di esichio assegna ad autori classici sono in realtà prive di fonte certa 3 . qualche esempio riguarda anche callimaco. una categoria particolare è costituita dalle glosse la cui paternità è contesa tra callimaco e un altro poeta ellenistico: a lungo i poeti ellenistici altri da callimaco sono stati esclusi dal novero delle fonti esichiane, sebbene alcuni di loro siano esplicitamente menzionati all'interno del lessico (nicandro sette volte, Teocrito ed euforione due, apollonio e licofrone una volta sola). schmidt è convinto che i soli callimaco e nicandro siano stati scelti per rappresentare l'intera poesia alessandrina. egli stesso ammette di non comprendere i motivi di tale scelta e quasi en passant azzarda l'ipotesi che esichio abbia deliberatamente ristretto il campo, rinunciando ad apollonio, affinché il lessico non 1 ) le glosse sono numerate secondo le edizioni di K. latte, voll. i-ii, hauniae 1953-1966 (a-o), P.a. hansen con la collaborazione di i.c. cunningham, vol. iii, Berlin -new York 2005 (p-s) e m. schmidt, voll. i-iV, ienae 1858-1862 (t-w).
Il Razionalismo Italiano Storia, città, ragione, 2013
Il Razionalismo Italiano. Storia, città, ragione L a vicenda del Razionalismo Italiano si delinea, all'interno di questo testo, at-traverso riflessioni su architetti, opere, temi e questioni. Lungi dal voler as-sumere una connotazione storico-critica, il lavoro propone un punto di vista orientato e operativo su un periodo significativo della storia dell'architettura ita-liana del Novecento. Orientato perché una delle idee di fondo è che al Razio-nalismo Italiano possa guardarsi come ad un momento nel quale molti archi-tetti ebbero l'occasione di fare Teoria innanzitutto attraverso le loro opere, e quindi operativo perché lo sguardo è quello di chi cerca, nel pensiero e nelle opere dei Maestri del passato, i riferimenti per continuare a portare avanti una costruzione teorica e, soprattutto, una modalità di costruzione dell'architettu-ra e della città fondata sulla Ragione. F ederica Visconti (Napoli, 1971) è professore associato in Composizione ar-chitettonica e urbana del Dipartimento di Architettura-DiARC della Università di Napoli Federico II. È componente del Comitato Scientifico della rivista EDA_esempi di architettura e dell'editorial board della collana "Theoria, ar-chitettura, città" della CLEAN di Napoli (direttore Fritz Neumeyer). La sua at-tività di ricerca riguarda principalmente i temi del progetto urbano in rappor-to alle questioni poste dalla città contemporanea.
Scritti per MARIARITA SGARLATA. a cura di Fabrizio Bisconti, Matteo Braconi, Lorenza de Maria, Maria Domenica Lo Faro, Lucrezia Spera, 2023
Sul lato sinistro del loculo di un bambino, del quale non conosciamo né nome né sesso, in una galleria senza cubicoli (e quindi assai povera) del primo piano della catacomba di Domitilla, si trova l’impronta di un bellissimo oggetto, forse un medaglione probabilmente di bronzo, con la rappresentazione di un pastore tra pecore e palme. Cerchiamo di analizzare quest’impronta, e di contestualizzare meglio le circostanze della sua origine e della sua scoperta.
2023
La ricerca tratta la storia del monumento ai Caduti di Chiesina Uzzanese (PT); la sua collocazione, il rischio di rimozione e la situazione attuale.
Nella scheda è presentata la tomba di V. Pisani (m. 1380), celebre capitano generale da Mar di Venezia; onorato dalla Repubblica con solenni esequie, fu sepolto in un monumento eretto, a spese della famiglia, nel presbiterio della chiesa di Sant'Antonio di Castello. Dopo la demolizione dell'edificio, avvenuta all'inizio dell'Ottocento, le parti superstiti del sepolcro (la statua stante del comandante e l'epigrafe) furono riparate all'Arsenale e, solo negli anni Venti del Novecento, integrate ad un nuovo monumento realizzato, sulla base di un acquarello settecentesco, nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo.
Giornale Italiano di Filologia L, 1998
Tentap.do di andare per ordine nella presentazione del ricchissimo lavoro, anche per volontà dell'A. è necessario soffermarsi innanzitutto sul testo. Primo, obiettivo vantaggio è quello di avere, riuniti, i frammenti divisi tra l'edizione callimachea di Pfeiffer ed il Supplemmtum Hellenisticum. Con in piu un novum, il fr. 58, rintracciato da Luigi Lehnus. ffiteriormente, e qui entriamo nella rassegna dei meriti dell'autore, c'è da felicitarsi per la scelta di includere nel "panorama" anche tutti i frammenti che non solo «ad librum primum aut secundum fortasse spectant», ma anche quelli che «incertae sedis» (frr. 116-S7) o «incerti auctoris ... ad Aetiorum librum primum aut secundum fortasse spectant» (frr. lSB-42). È il primo segno di quell'intento di completezza che caratterizza il lavoro (cf. anche p. 47, sez. IV. l. F. sub fin.).
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"Di Bisanzio dirai ciò che è passato, ciò che passa e che sarà", 2018
Santa Maria del Fiore. Teorie e storie dell'archeologia e del restauro nella città delle fabbriche arnolfiane, a cura di Giuseppe Rocchi Coopmans de Yoldi, Firenze, Alinea, 2006
Napoli Nobilissima, 2023
Studi e Materiali di Storia delle Religioni 88/2, 2022
Archeologia classica e post-classica tra Italia e mediterraneo, scritti in ricordo di Maria Pia Rossignani, a cura di S. Lusuardi Siena, C. Perassi, F. Sacchi e M. Sannazaro, 2016
FOLD&R FastiOnLine documents & research, 2008
Prospettiva, 2011
Monografie della SAIA XXVII, 2019