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Il Gruppo Nazionale di Lavoro per la "Stanza del Silenzio e/o dei Culti" si è recentemente costituito a Modena, il 16 Giugno 2016, e vede partner il Master Interculturale nel Campo della Salute, del Welfare, del Lavoro e dell'Integrazione dell'Università di Modena e Reggio Emilia, il Master Death Studies and The End of Life dell'Università di Padova, le Fondazioni Benvenuti in Italia e Fabbretti di Torino, Associazione Exit Italia Torino, Franco Pittau del dossier Immigrazione Idos, Alessandro Stievano dell'AIT Associazione Infermieri Transculturali, in rete anche l'Associazione Arciatea di Milano, insomma una rete leggera (Comitato di volontariato) di professionisti impegnanti dall'alto livello accademico all'operatore sociale (ormai un centinaio) su tutte le tematiche afferenti il dispositivo "Stanza": http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/un-comitato-per-la-stanza-del-silenzio-o-dei-culti-prime-risposte-per-spazi-multifede/ In pochi mesi di vita il Gruppo Nazionale di Lavoro ha prodotto: Avvio a Parma, a mia cura e di un Gruppo Locale Parma, che si è costituito a norma di Statuto Gruppo, del Progetto "Stanza" presso Aou Pr e Ausl Pr, con la adesione di tutte le Comunità Religiose del territorio con l'aggiunta di UAAR e Associazioni di volontariato che si occupano di fine vita o simili: Redazione (a cura del Gruppo locale Parma) di una Risoluzione di Giunta Regione Emilia Romagna che Impegna la Giunta regionale e l'Assessore competente a promuovere presso Ausl e Aou della Regione l'installazione delle Stanze del Silenzio, a promuovere, in subordine, presso Ausl e Aou della Regione soluzioni che assicurino, quanto meno, l'assistenza spirituale e religiosa ai pazienti non cattolici etc. La Risoluzione è superata da una nota della Direzione Sanitaria Rer, che ha fissato al 25 Noembre 2016 il termine per tutte le Aziende Sanitarie del territorio Rer per fornire alla Regione la valutazione di fattibilità dei progetti a livello locale.
i Buongiorno di agosto 2019, 2019
Un mese infuocato, sotto tutti i punti di vista. Quello meteorologico è stato terribile. La Terra brucia letteralmente, dal Brasile all'Africa, alla Siberia. Le immagini dal satellite sono terribili. I ghiacciai si sciolgono e la follia umana sembra senza limiti. Sul piano politico abbiamo avuto la caduta del governo che doveva durare cinque anni provocata da quel Salvini che scommetteva sulla lunga durata di un governo che lui ha dominato in lungo e in largo. Si è suicidato da solo e ora che sta per nascere un nuovo governo che lo vede escluso dalla stanza dei bottoni, grida al complotto e al "governo truffa". Chi semina vento raccoglie tempesta. E i pericoli di una destra fascista desiderosa di pieni poteri non sono scongiurati. I fascio-legisti in salsa sovranista, anche se per il momento sono stati accantonati dal re dei sovranisti che è Trump, verranno usati come arma di ricatto, una riserva armata pronta all'uso. Come è stato per anni il MSI usato dalla DC contro il PCI e il movimento di massa dei lavoratori contro il capitalismo putrescente. Una storia vecchia che noi non dimentichiamo. Di seguito tutti i "buongiorno" che sono stati pubblicati ogni giorno del mese di Agosto 2019. La notte è ancora lunga ma il sole sorgerà, ne siamo certi. GATTOPARDISMO «Tutto deve cambiare perché tutto resti come prima» o, meglio ancora, «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». È la famosa frase che Tomasi di Lampedusa, autore del romanzo Il Gattopardo, mette in bocca a Tancredi nipote del principe di Salina. Si chiama gattopardismo ed è un male tipico della politica italiana. È un male di cui è malato sicuramente Luigi di Maio, capo politico dei 5Stelle, ma di cui sono maestri gli esponenti del PD. Così sui decreti (in)Sicurezza si preparano a seguire la vecchia regola gattopardesca. Al posto di Salvini metteranno Minniti, che è un Salvini dalla faccia preoccupata anziché feroce, e lasceranno che dei due decreti si occupino la Corte Costituzionale, lasciando inalterata la teoria complottistica sulla sostituzione etnica di cui abbiamo parlato un po' di giorni fa e che impregna la politica salviniana. E hanno la faccia tosta di continuare a vendere il governo che sta per nascere come il "governo più a sinistra della storia della Repubblica". Vedono comunisti dappertutto che ora nel nostro paese sono una diaspora, ancora malamente organizzati e che stanno prendendo piano piano, troppo piano, coscienza di se e della crisi profondissima che sta vivendo il sistema capitalistico giunto ai suoi rantoli finali. Esalerete l'ultimo nauseabondo respiro e l'umanità, finalmente libera dall'oppressione dell'uomo sull'uomo, passerà al socialismo e cioè alla gestione sociale dei mezzi di produzione e alla pratica della giustizia sociale. Noi non dimentichiamo. Buongiorno e fate i buoni, ma non siate succubi, là fuori! 31/08/19 : 7:25:55 SUK Quello che sta andando in scena in questi giorni di trattativa per il nuovo governo sembrano le fasi tipiche di una trattativa in un suk arabo, con i venditori a vantare le qualità del proprio prodotto e i compratori a svalutarle. E come in tutti i mercati ci sono i pataccari che tentano di spacciare per nuovi prodotti avariati. E i pataccari oggi si chiamano Salvini e Meloni che farfugliano di improbabili rivolte di piazza giusto per tentare di tenere alti i sondaggi che li danno in caduta libera. Cosa succederà? Con l'incarico a Conte e la benedizione di Trump le elezioni non si faranno per lo meno fino al 2022 quando si dovrà rieleggere il capo dello Stato. Sulle nostre vite incombe una nuova crisi economica globale, come quella del 2008, che avanza al galoppo. In Inghilterra il sovranista Johnson chiude il parlamento fino al 14 ottobre per giungere comunque alla Brexit senza
Umberto Eco. Sull’arte Scritti dal 1955 al 2016, La Nave di Teseo , 2022
A chronological reconstruction of Umberto Eco's interest in the visual arts, from 1955 to 2016
Raccolta articoli, 2019
Furono tutti considerati dei pericolosi briganti. Nel registro dei defunti della Chiesa Madre di Castellammare del Golfo è riassunta la triste fine della povera Angela: "Romano Angela filia Petri et Joanna Pollina consortis. Etatis sua an.9 circ.Hdie hor.15 circ in C.S.M.E Animam Deo redditit absque sacramentis in villa sic dicta della Falconera quia interfecta fuit at MILITIBUS REGIS ITALIE. Eius corpus sepultum est in campo sancto novo". Non sapremo mai se i caratteri maiuscoli utilizzati per scrivere che fu uccisa dai soldati del Re d'Italia volessero significare, nella mente di chi redasse la nota, rispetto per il ruolo ricoperto, e di converso rispetto per il sovrano, oppure il disgusto e il disprezzo per un gesto ignobile compiuto da adulti, in rappresentanza di un Re, nei confronti di una povera bambina. CONOSCI TU LA TERRA DOVE FIORISCONO I LIMONI? (Goethe) Sono tanti i luoghi ameni della nostra penisola e tra di essi figura Castellammare del Golfo, meta prediletta di turisti raffinati, estasiati dai suggestivi panorami su un mare cristallino, che s'infrange su una lunga costa la cui bellezza è sacra anche agli Dei. Nel 1718 la Sicilia era al centro della contesa tra Filippo V di Spagna e Amedeo di Savoia, entrambi con ambizioni dinastiche per il suo possesso. Il 13 luglio, cinque navi inglesi, giunte in soccorso dei piemontesi, stavano per colare a picco un bastimento spagnolo, che cercò riparo in un'insenatura nei pressi del castello, di fatto mettendosi in cul-de-sac. Il fuoco congiunto dei cannoni inglesi atterrì i cittadini, che già presagivano una triste sorte. All'improvviso, però, una figura femminea di bianco vestita, seguita da una schiera di angeli, prese forma sulla sommità del monte delle Scale, abbagliando l'intero tratto di mare presidiato dalle navi inglesi, i cui comandanti, spaventati, ordinarono subito di invertire la rotta. Resta da capire come mai le Alte Sfere dell'Onnipotente, dopo aver dato cospicua mano alle pretese di Enrico V, assegnarono poi la corona a Vittorio Amedeo di Savoia. Ma queste sono cose cui nessuno può dare risposta e che non vanno nemmeno discusse. A prescindere dall'esito finale della guerra di successione spagnola, comunque, ancora oggi, con cadenza biennale, si tengono riti di ringraziamento per la "Madonna del Soccorso" e rievocazioni storiche dell'evento dal forte richiamo turistico. Nel 1863, purtroppo, sempre per gli inspiegabili motivi di cui sopra, nessuna divinità venne in soccorso di quei poveri e inermi cittadini massacrati dalle forze governative, assurti a un'imperitura fama della quale avrebbero fatto volentieri a meno. I FATTI Nel 1861 fu varata la legge che prevedeva la leva obbligatoria, assente nel Regno Borbonico, invisa ai poveri contadini meridionali, costretti ad abbandonare per ben sette anni il lavoro nei campi, unico sostentamento familiare. La legge prevedeva l'esonero per i giovani rampolli dell'alta borghesia, definiti "cutrara", ovvero possessori della "coltre" del potere, grazie al "collaborazionismo" prestato prima e dopo la conquista del regno. Nei primi due giorni di gennaio si ebbe una sommossa fomentata dai "surci" filoborbonici, che presero d'assalto le case dei notabili e gli edifici pubblici. Gli scontri furono violenti e generarono numerosi morti da ambo le parti, ivi compresi il commissario della leva e il comandante della Guardia Nazionale. Il Governo reagì duramente inviando i bersaglieri e due navi cariche di truppe: la pirocannoniera Ardita e la pirocorvetta Monzambano. Il compito di sedare la sommossa fu affidato al generale Pietro Quintino, la cui ferocia e soprattutto il "disprezzo" per i meridionali erano ben noti. Con uno spiegamento di forze adatto a un vera guerra contro nemici di pari livello, il compito assegnatogli si trasformò in un gioco da ragazzi. I briganti, al di là dell'alone leggendario che accompagna le loro gesta, erano poveri cristi delusi, affamati e male armati e solo alcuni di loro potevano vantare qualche esperienza militare nell'esercito borbonico. Nella fattispecie, per i fatti di Castellammare, è addirittura improprio definire "briganti" le vittime della repressione. Gli atti concernenti il processo, purtroppo, sono andatati quasi tutti distrutti e sono disponibili solo poche notizie, dalle quali si evincono le accuse rivolte ai prigionieri: sostegno ai rivoltosi e omertà per non aver svelato il loro nascondiglio, che ovviamente non conoscevano: non siamo certo al cospetto di "eroi" pronti a sacrificare la vita per difendere i propri ideali. La pena di morte fu decisa direttamente da Pietro Quintino e pur volendolo considerare il più bieco tra gli uomini è davvero azzardato ritenere che la condanna riguardasse anche la piccola Angela. Si sono formulate varie ipotesi, tutte senza prove concrete. Quella più plausibile, tuttavia, è che la bimba avesse visto qualcosa che non doveva vedere, nella villa che fu teatro dell'esecuzione, e quindi fu aggiunta all'elenco dei condannati per farla tacere. Per meglio comprendere il clima sociale di quel periodo fa testo il giudizio espresso dal generale Giuseppe Govone, che giustificò il massacro affermando che "la Sicilia non è ancora uscita dal ciclo che percorrono tutte le nazioni dalla barbarie alla civiltà". Govone era un altro carognone ancora più spietato di Quintino, inviato in Sicilia nel 1862 e subito distintosi per la sua ferocia, che gli valse l'accusa di "criminale di guerra". Il Parlamento, però, dopo alcune sedute di facciata lo assolse e, tanto per far comprendere quale fosse la reale considerazione dei territori annessi, lo gratificò con una promozione. COSA INSEGNA QUESTA STORIA Ho indossato la prima divisa di bersagliere all'età di sei anni, dono di compleanno del mio adorato Papà, soldato d'Italia tempratosi tra le assolate dune libiche. Dei bersaglieri ho sempre sentito decantare le gesta eroiche e pertanto, a venti anni, indossarne la divisa, presso il più glorioso dei battaglioni, mi sembrò la cosa più naturale del mondo. Districare la complessa matassa della nostra storia non è impresa facile, soprattutto se si abbia la pretesa di codificare uomini, epoche ed eventi senza contestualizzarli, utilizzando un metro di giudizio valido oggi, che però è fonte solo di fallaci generalizzazioni se rapportato al passato. Questo errore si commette con metodica frequenza, generando una sequela impressionante di "falsità e leggende", spesso volutamente, per adattare la storia alle esigenze di chi la scrive o a quelle dei suoi padroni; a volte , però, la distorsione non è frutto di "malafede" e quindi risulta ancora più pericolosa: non vi è nulla di più pericoloso, infatti, dell'essere convinti di avere ragione. Conosciamo tutti, poi, l'orgogliosa fierezza dei militari e il rispetto tributato alla propria divisa, al corpo di appartenenza. So bene quanto siano forti questi sentimenti perché, da giovane, ne ero pervaso anche io. Solo l'esperienza maturata nel faticoso incedere lungo i sentieri della vita ha reso possibile mettere ordine nel retorico ginepraio che abbaglia la vista e annebbia la mente: una divisa è solo della stoffa, magari di buona fattura, lavorata in modo da essere indossata per svolgere determinati compiti, a volte molto terribili. Una divisa non va onorata; vanno onorati gli uomini che la indossano "con onore". E' l'uomo la misura di tutte le cose ed è solo lui che va giudicato, nel bene e nel male, per le azioni che compie. La mia fierezza per aver servito la Patria indossando la divisa di bersagliere rimane immutata, ma solo perché non ho mai tradito i precetti di civiltà che ogni essere umano, con o senza divisa, dovrebbe sempre rispettare. Altri uomini, che pure l'hanno indossata, macchiandosi però d'immani crimini, non posso sentirli in alcun modo vicini e prenderne le distanze, senza riserve, è doveroso. Con i bersaglieri che si sono trasformati in assassini, durante la repressione post-unitaria, non ho nulla a che vedere e voglio ribadirlo con chiarezza. La verità, come sempre, rende liberi. EUROPA ALLA DERIVA? L'Europa è alla deriva e lo si può scrivere senza punto interrogativo. (Chiedo venia agli "evoluzionisti" del linguaggio, ma trovo orribile l'espressione "punto di domanda", alla pari di tante altre moderne forzature sintattiche che, dietro la maschera del nuovo che avanza, lasciano solo trapelare un difficile rapporto con le vecchie e chiare regole). La domanda, caso mai, potrebbe essere la seguente: "Quando l'Europa non è stata alla deriva?" Impero Romano, Impero Carolingio, successivi e variegati conati imperialistici, guerre mondiali, progetti federativi post-bellici che antepongono gli interessi economici all'unione politica, evidenziano una continua disgregazione continentale, labilmente fronteggiata solo da pochi spiriti eletti che, sempre con la disperazione nel cuore, dovendo fare i conti con la tragicità del proprio tempo, hanno tentato di trasformare in realtà un sogno. L'Europa, mentre da un lato "illuminava il mondo" grazie a uomini straordinari, dall'altro si è degradata, secolo dopo secolo, fino a trasformarsi in una vecchia baldracca che ha puttaneggiato in tutti i bordelli, contraendo le peggiori infezioni ideologiche, per lo più culminanti in "ismo", volendo sorvolare sugli altri nefasti aspetti: rivolte medievali dei Comuni; decadenti e oscene monarchie nazionali; massoneria; esaltazioni irrazionali delle masse, che spesso hanno preso lucciole per lanterne, scambiando i nemici per amici e viceversa. Come è stato possibile tutto questo? UN PO' DI STORIA Un po' di storia partendo dalla leggenda, non fosse altro per richiamare alla mente un concetto che accomuna tante leggendarie origini, dell'uomo e di luoghi, tutte-diciamo così-"eticamente discutibili". Europa, principessa fenicia, fece perdere la testa a Zeus, che si trasformò in toro, la rapì e la trombò a raffica in quel di Cnosso, rendendola madre di tre figli, Minosse, Radamanto e Serpedonte, poi adottati dal marito mortale e cornuto,...
Sileno, 2020
Pubblicazione a cura del Club di Cultura Classica “Ezio Mancino” ONLUS, in collaborazione con il Liceo classico statale “Massimo D’Azeglio” di Torino.
Segue Coroncina 7 Pater Ave e Gloria) CANTO: SPIRITO SANTO SCENDI SU DI NOI 1) Spirito Santo, scendi su di noi, Spirito Santo, riempici d'amor. Spirito Santo, vieni in mezzo a noi, Spirito Santo, guarisci i nostri cuor. 2) Spirito Santo, di amore e verità, Spirito di pace, di grazia e di preghiera. Spirito Santo, autore di ogni bene, Consolatore, dono di Dio Padre. 3) Raggio di luce, sorgente d'acqua viva, Fuoco che consuma, infiamma i nostri cuori. Spirito Santo, scendi su di noi, Spirito Santo, riempici d'amor. Adorazione Eucaristica 4 Luglio 2014 Preghiera allo Spirito Santo Messaggio da Medjugorje del 25 Giugno 2014 "Cari figli! L'Altissimo mi dona la grazia di poter essere ancora con voi e di guidarvi nella preghiera verso la via della pace. Il vostro cuore e la vostra anima hanno sete di pace e d'amore, di Dio e della sua gioia. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate e nella preghiera scoprirete la sapienza del vivere. Io vi benedico e intercedo per ciascuno di voi davanti al mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "
2019
La pirateria si sfuma e si confonde con fatti bellico-nautici più ampi in cui essa s'inserisce: il fenomeno è percepito all'insegna di complessità, ambiguità, (tendenza alla) negatività, indefinitezza, indeterminatezza, ineluttabilità; l'inevitabilità fa parte del brigantaggio secondo Cassio Dione, nonché di violenza e discordia in generale per Tucidide, in quanto sono comunque elementi sentiti propri della natura umana; il mare è percepito complesso e quasi 'a sé'.
2016
Presentazione-Önsöz; Le attività della MAIER-İtalyan Arkeoloji Heyeti’nin Hierapolis’teki çalışmaları, 2007-2011; Breve nota sullo scavo del tratto meridionale della Via di Frontino
Dire la differenza, decidendosi per Dio. La concupiscenza nelle Confessioni di Agostino, 2017
È possibile, nel panorama teologico odierno, recuperare il tema della concupiscentia quale chiave ermeneutica per il dramma della libertà del singolo? Un testo che si propone l’obiettivo d’indagare il tema a partire dalle Confessioni di Agostino, così da coglierne la rilevanza ontologica per il darsi del soggetto, evitando una sua visione riduttiva moralistico-sessuale. Il lavoro si articola in due parti che reciprocamente focalizzano l’attenzione sullo specifico tema teologico prescelto, trovando approdo in una finale traccia sistematica per ricomprendere oggi l’argomento in esame. La prima parte, composta da due capitoli, prende le mosse dal confronto con la ripresa del pensiero agostiniano da parte di Martin Heidegger e Jean-Luc Marion. Il contributo dei due autori, in molti punti divergente, sottolinea l’insuperabilità della concupiscentia per un’idonea comprensione della libertà quale decisione di sé di fronte alla verità che pure la istituisce. A questa prima parte, segue la seconda, a sua volta composta di due capitoli. Commentando in maniera più puntuale il testo agostiniano delle Confessioni, abbiamo cercato di mettere in luce la centralità della concupiscenza per il dramma della libertà. In tal senso, il termine concupiscentia sembra identificare una situazione “sospesa” in attesa della decisione del soggetto, riguardante non solo l’oggetto dell’azione, quanto il proprio sé, sempre da-determinare, e la veritas di fronte a cui il sé è chiamato a decidersi. L’ultimo capitolo – il secondo di questa seconda parte – intende perseguire una pista sistematica per ricollocare il tema della concupiscenza nel più ampio panorama dell’antropologia teologica contemporanea. In sintesi, parlare di concupiscenza significa riconoscere la libertà – ovvero il soggetto chiamato a dirsi in un dramma storico – segnata da un desiderio ambiguo, orientata alla determinazione pratica e mai univoca di sé. Dal manifestarsi dell’evento Gesù, si comprende come in questo decidersi umano ne vada del divino che pure lo istituisce. Il teologico, dunque, apre quella differenza creaturale ove l’essere umano può dire sé decidendosi per Dio e può dire Dio decidendo di sé. Una seria ricerca, documentata e approfondita, nata come tesi di Licenza in teologia sistematica, riveduta e "corretta" per una lettura comunque impegnativa ma ben più accessibile.
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A. D'Angelo - V. Roppo (a cura di), Annuario del Contratto 2021, Giappichelli Editore, 2022