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2015, “‘Io sento sì d’Amor’: il terzo amore di Dante, ovvero dell’amicizia”, in Grupo Tenzone, Io sento sì d’Amor la gran possanza, edición de Natascia Tonelli, Madrid, Asociación Complutense de Dantología-Departamento de Filología Italiana (UCM), 2015, pp. 139-174.
1. Uno dei tratti più costanti nel progetto poetico di Dante lungo gli anni 90 del Duecento è la ricerca -contenutistica e formale -della fusione fra diletto e virtute, cioè fra bellezza e bontà poetiche, ovvero, nei termini 'sociali' di Poscia ch'Amor, fra «sollazzo» e «opera perfetta». 1 Si tratta di un progetto essenzialmente poetico ma anche di un progetto politico, o meglio sociopolitico, nel quale la canzone che serve ad articolare poetica e politica è appunto Io sento sì d'Amor. A nostro avviso, Io sento sì d'Amor individua l'essenziale unità fra le canzoni di tematica amorosa e quelle di tematica politico-dottrinale per quanto, come ha spiegato Barański, riesce a integrare «l'amore con l'etica e la politica» (Barański 2009: 161). Cercheremo di mostrare in queste pagine come l'argomento principale della canzone sia appunto la conversione dell'eros in agapé, o, più concretamente, la conversione dell'amore universale che muove tutti gli esseri a 'ben fare', cioè a sviluppare le proprie intrinseche potenzialità, così come si formulava in Amor che movi, 2 in una nuova volontà di servire gli altri che genera un piacere nuovo, quello dell'amicizia e della compagnia, che sarà poi sviluppato in Poscia ch'Amor. 3
La canzone di Dante « amor che movi tua vertù dal cielo » sulla natura di Amore di Enrico Fenzi I. Nella prima parte della Vita nova Dante arriva per gradi a denunciare la sua condizione di amante infelice, vittima del feroce gabbo della donna e ormai vicino a morire. Questa progressione culmina nei tre sonetti nei quali particolarmente forti sono i toni cupi e dolorosi di matrice cavalcantiana : Con l'altre donne mia vista gabbate ; Ciò che m'incontra nella mente more ; Spesse fïate vegnonmi a la mente 1 . A questo punto segue il colpo di scena di una svolta radicale, quasi una rinascita poetica 2 . Di colpo siamo trasportati in una dimensione affatto nuova, e Dante segna in maniera netta il momento dello stacco :
Doctor Virtualis. Rivista online di filosofia medievale, n. 18, 2023
The article focuses on the analysis of the extended comparison between philosophy and friendship advanced by Dante in "Convivio" III, xi, interpreting it as a conscious analogy. Starting from a careful exegesis of the chapter, read as Dante’s peculiar "accessus ad philosophiam", the article goes through the stages of the analogy, and it highlights its main theoretical contents. In this way, it becomes possible to show the relevance of the topic of friendship (especially that between master and student) for a correct understanding of one of the fundamental (and most debated) aspects of philosophical practice as conceived by Dante, i.e., its intrinsically collective character. Moreover, the article underlines that friendship constitutes for Dante one of the essential instruments in order to broaden philosophical knowledge outside of university circles, something that the "Convivio" explicitly purports to do. Keywords: Dante; "Convivio"; Analogy; Philosophy; Friendship.
“Dante curioso, Dante studioso: dalla ‘Vita nova’ a ‘Amor che nella mente mi ragiona’”, en Grupo Tenzone, Amor che nella mente mi ragiona, edición de Enrico Fenzi, Madrid, Asociación Complutense de Dantología -Departamento de Filología Italiana (UCM), 2013, pp. 111-155., 2013
Partendo dal rapporto - postulato da Squillacioti - tra la canzone di Folquet de Marselha "Tant m'abellis l'amoros pessamens" e il sonetto "Gentil pensero che parla di voi" (VN, XXVIII), il presente lavoro mira a una rapida incursione nel genere trobadorico della "chanson de change", valutando la presenza del motivo del "cambio" nella poesia dantesca e focalizzandone la peculiare modulazione.
R. Pinto DANTE. LA METAFISICA DELL'AMORE Indice .1. La seconda poetica del disdegno e il Liber de causis in Amor che movi tua vertù dal cielo. p. 2 .2. Io sento sì d'amor la gran possanza: la verifica fallimentare di una ipotesi metafisica. p. 29 .3. Paradiso I p. .4. Paradiso XXVIII p. .5. Paradiso XXIX p.
March: il dialogo con Dante Sommario Diviso in tre blocchi tematicamente coerenti, e strutturati nel loro insieme, che descrivono un percorso di tipo romanzesco e filosofico di chiara leggibilità, il canzoniere di March dialoga in modo costante e sistematico con l'opera dantesca, della quale vengono accolte le principali ipotesi di pensiero, che sono però risolte in una visione tragicamente dicotomica dell'anima umana di straordinaria originalità e potenza espressiva. Parole chiave: Dante, Vita Nuova, Beatrice, lutto, filosofia. Abstract Ausiàs March's cançoner is divided in three thematically coherent blocs which are structured as a whole that traces a clearly novelistic and philosophical arch. It establishes a constant and systematic dialogue with Dante's oeuvre, whose main hypotheses it takes up, only to solve them from a vision of the human soul which is tragically dichotomic, extremely original and highly expressive.
saletta di un bar. All'aprirsi del sipario, in scena ci sono due signore, ben curate, sedute a due tavoli diversi; entrambe scrutano di tanto in tanto, l'ingresso ed appaiono ansiose. Sul tavolo di ciascuna di esse un bicchiere ed una tazzina da caffè che probabilmente hanno consumato nell'attesa. Trascorre circa uno/due minuti, prima dell'ingresso di Marco, vestito elegantemente che porta un vistoso fiore all'occhiello. Al suo apparire, entrambe le signore si alzano in piedi e si scrutano vicendevolmente con sospetto. Marco. (Si avvicina alle due signore) Scusate il ritardo, ma sono stato fermato … Io sono Marco, lo vedete il fiore? (Ad Anna) Lei è …? Anna. Anna. Marco. Tanto piacere. Ebbene Anna, le presento … Mara! Vero che lei è Mara? Mara. (molto sorpresa, guarda Anna e senza porgere la mano riesce a dire) Si … Mara. Piacere! Anna. (Altrettanto imbarazzata) Ciao! (Silenzio fra i tre) Marco. Anche voi vi siete rivolte all'Agenzia matrimoniale "Caccia al Tesoro" , nevvero? Anna. Se sono qui … Marco. La trovo intelligente questa denominazione perché è sufficientemente ambigua ed il suo acronimo C.A.T. è molto suggestivo perché rimanda all'immagine di un micetto bisognoso di cure e protezione … che ne dite? (ride cercando un consenso e magari un sorriso) Anna e Mara. (tacciono guardandosi perplesse) Marco. Io capisco il vostro imbarazzo e credo sia necessaria una spiegazione. Mettiamoci tutti e tre a sedere a questo tavolo… beviamo qualcosa che ci aiuterà a sciogliere la lingua e brindiamo alla salute dell'agenzia che ha propiziato questo incontro… Cosa beviamo? Mara. Ho già consumato… nell'attesa. Anna. Ho preso un caffè e non desidero altro. Marco. Vuol dire che quando si presenterà il cameriere, che ha un bel da fare a servire tutta quella gente che è scesa proprio adesso dal pullman, ordinerò per me solo. Anna. Io ho un po' di fretta ed andrei via… (si alza in piedi) Mara. Anche io! (Si alza anche lei) Marco. … ma perché? Anna. (ironica) A casa ho una dolcissima gattina da accudire: si chiama Aurora che io sconsideratamente ho lasciato da sola. Purtroppo capita di trascurare certi affetti, per correre dietro a chimere di nessuna importanza! Marco. Vi prego, sedetevi e datemi il tempo di spiegare… Anna. Non vedo come si possa spiegare … Marco. Sono certo che se qui non ci fosse Mara, Anna non avrebbe alcuna fretta di andarsene, ed altrettanto succederebbe a Mara, se non ci fosse Anna! Non è vero? (entrambe le signore tacciono). Vedete che ho colto nel segno! Ebbene signore, non c'è stato alcun errore, da parte mia. Di proposito, ho voluto organizzare questo incontro a tre, quando di norma, gli incontri fra cuori solitari avvengono fra uomo e donna. (Sembra ripensarci) O anche tra due uomini o tra due donne, ma sempre a coppie! Anna. Prima di venire qui, anch'io la pensavo così! Marco. E' ora di rivedere i nostri convincimenti, perché i tempi sono cambiati; oggi si corre più in fretta, si naviga in internet, e quello che si riesce a fare in un giorno, soltanto dieci anni fa, ci voleva una settimana … e dunque? Anna. Visto che lei apprezza così tanto la velocità, mi chiedo perché ha voluto questo incontro, quando poteva benissimo mandarmi una email per palesarmi le sue intenzioni! Avrei evitato di perdere del tempo prezioso …e trascurare la mia gattina. Marco. Anna … Mara … diamoci del tu. Volete? Sarà tutto più facile. Anna. Non credo che passare dal "lei" al "tu" possa farmi cambiare opinione… comunque diamoci del "tu" se può essere di aiuto. Marco. Volevo dirti … volevo dirvi, che quando attraverso l'agenzia, mi sono rivolto a voi … singolarmente questa volta … intendevo soltanto stabilire un contatto con ciascuna di voi, così per un primo approccio, e dar vita ad un rapporto … libero, disinvolto e funzionale alla conoscenza reciproca! Mara. (Si alza in piedi) Lei … anzi, tu … sei pazzo! Anna. Lo credo anch'io (anche lei si alza per andarsene)
Il saggio si propone di esaminare l'interpretazione offerta da Boccaccio nelle Esposizioni del celebre e controverso sentimento di pietà mostrato da Dantepersonaggio nell'Inferno di fronte ad alcuni dannati. Boccaccio, muovendo da una lettura "biografica" del poema, condivisa da buona parte degli esegeti precedenti, sviluppa un'interpretazione coerente ed originale della pietà dantesca, che si fonda sul riconoscimento della dimensione etica delle passioni del protagonista all'interno del suo personale cammino di redenzione. 2. Sulle Esposizioni si vedano almeno Id., L'ultima opera di Giovanni Boccaccio. Le Esposizioni sopra il Dante, Padova, CEDAM, 1959; Id. Il Boccaccio "fedele" di Dante cit.; A. Vallone, Boccaccio lettore di Dante, in Giovanni Boccaccio editore e interprete di Dante, a c. della Società Dantesca Italiana, Firenze, Olschki, 1979, pp. 91-117; si rimanda ai profili tracciati da S. Bellomo, Dizionario dei commentatori danteschi. L'esegesi della Commedia da Iacopo Alighieri a Nidobeato, Firenze, Olschki, 2004, pp. 171-183, e C. Calenda, Giovanni Boccaccio, in Censimento dei Commenti danteschi, 1, I Commenti di tradizione manoscritta (fino al 1480), a c. di E. Malato e A. Mazzucchi, Roma, Salerno Editrice, 2011, pp. 241-249, per una bibliografia esaustiva; fra i contributi più recenti si segnalano comunque C. Delcorno, Gli scritti danteschi di Boccaccio, in Dante e Boccaccio. Lecturae Dantis Scaligerae in memoria di Vittore Branca, Padova, Editrice Antenore, 2006, pp. 109-137; S. Bellomo, Dante letto da Boccaccio, in Letture classensi, 37, Le tre Corone. Modelli e antimodelli della Commedia, a c. di M. Picone, Ravenna, Longo, 2007, pp. 31-46; L. Azzetta, Vicende d'amanti e chiose di poema: alle radici di Boccaccio interprete di Francesca, in «Studi su Boccaccio», 37 (2009), pp. 155-170. 3. Qualche divergenza ha riguardato le ragioni di tale componente apologetica. Secondo Padoan risponderebbe alle polemiche che, soprattutto a Firenze, avrebbero investito la Commedia già a partire dalla sua prima divulgazione; secondo Bellomo, invece, alla preoccupazione di «conciliare la poesia dantesca con l'ideologia dell'amico e maestro [Petrarca], prima di tutto in relazione alla diversa opzione linguistica» (cfr. in proposito Bellomo, Dizionario cit., p. 174). 4. Si veda più avanti. 5. Si veda in part. V. Russo, Nuclei e schemi narrativi nelle 'Esposizioni', in Id., «Con le muse in Parnaso». Tre studi sul Boccaccio, Napoli, Bibliopolis, 1983; Azzetta, Vicende d'amanti e chiose di poema cit. (e, per la bibliografia pregressa, i rimandi ivi indicati a p. 156 n. 3). Critica del testo, XVI / 3, 2013 Dante «passionato» secondo Boccaccio 165
Rubricazione dei testi più significativi sull'amicizia di Agostino di Ippona sulla base della definizione di amicizia fornita da Marco Tullio Cicerone in «Laelius», vi, 20.
Lecce, Pensa Multimedia editore, pp. 5-309, 2019
I temi trattati nel presente volume sono quelli dell’amore, del pentimento e della conversione, della narrazione autobiografica e del complicato intrecciarsi in questa di istanze di verità e falsificazioni allegoriche: temi centrali nell’opera di Dante e, in alcuni casi, strutturali nel senso più pregnante della parola. I capitoli seguono l’ordine cronologico dei vari scritti danteschi di cui ci si occupa (il capitolo primo è dedicato a questioni relative alla presenza di Agostino nella Vita Nova; il secondo e il terzo ad alcuni aspetti particolari della cultura e autobiografia dantesche all’altezza del Convivio; il quarto all’episodio infernale di Paolo e Francesca; il quinto infine ad alcuni momenti chiave nella struttura del poema, tra chiusura della seconda e inizio e conclusione della terza cantica), ma frequenti sono i richiami incrociati, resi necessari dalla natura dell’opera di Dante, caratterizzata da una prepotente forza centripeta impostale dall’autore: è essa stessa che pretende di essere letta organicamente. A questa coerenza di impianto e di progetto, in cui ruolo centrale svolge l’analisi della presenza agostiniana nelle opere di Dante trattate, corrisponde una pluralità di strategie nella concezione delle diverse parti, animate da approcci differenti e complementari: si va dalle letture ravvicinate del testo dantesco (come nel primo e nel secondo capitolo) all’approfondimento di alcuni nodi più strettamente teoretici (ancora il secondo e il terzo capitolo), dal tentativo di saggiare il modello ermeneutico approntato su un singolo, emblematico luogo poetico (il quarto capitolo) a un esercizio di concentrata lettura verticale del poema, con particolare attenzione al ruolo strutturale giocato dal personaggio di Beatrice (il quinto capitolo).
a delivered speech about the canzone trilingue
L'ospite ingrato - Rivista online del Centro Interdipartimentale Franco Fortini, 2021
La ricostruzione di una vicenda editoriale particolare e tortuosa come quella di Ezio Sinigaglia (Milano, 1948) è appassionante e racconta molto delle dinamiche del mercato del libro. Questo promettente autore ha pubblicato il suo primo romanzo, «Il pantarèi», nell’anno 1985, senza riscuotere alcun riscontro di critica e di lettori. Dopo, Sinigaglia sparisce praticamente dalla scena letteraria, per farvi ritorno soltanto trent’anni dopo, nel 2016, anno della pubblicazione del romanzo «Eclissi» da parte di Nutrimenti Edizioni. Da quel momento i suoi scritti, in molti casi rimasti inediti per lunghissimi anni, hanno cominciato finalmente a conoscere una nuova vita e una meritata fortuna, accompagnata da un crescente dibattito che si sta sviluppando soprattutto online, su lit-blog e Youtube grazie all’opera di diffusione di Giuseppe Girimonti Greco e dell’editore Giovanni Turi, titolare di TerraRossa Edizioni. Durante la lettura di Sinigaglia ci troviamo di fronte ad un outsider del canone del romanzo italiano, sopravvissuto alla temperie postmoderna e postmodernista? Oppure siamo di fronte ad una voce che è in grado, grazie ad una notevole consapevolezza dei generi di riferimento, di utilizzare la letteratura per offrire squarci interpretativi sull’oggi? Rifletto su questi aspetti, concentrandomi soprattutto sulla terza narrazione di Sinigaglia, «L’imitazion del vero».
“Le canzoni politico-dottrinali di Dante e le tre fiere di Inferno I”, Quaderns d’Italià 22, Studi in onore di María de las Nieves Muñiz Muñiz (2017), pp. 13-32., 2017
In questo articolo si propone l'idea che nella rappresentazione visuale delle tre fiere, attra-verso le caratteristiche di esse che il testo mette in evidenza, ci sia un'allusione alle tre canzoni politico-dottrinali Poscia ch'Amor del tutto m'ha lasciato, Tre donne intorno al cor mi son venute e Doglia mi reca nello core ardire, o, per essere precisi, agli opponenti di Dante che queste canzoni descrivono o suggeriscono. Parole chiave: Dante; Inferno; canto I; canzoni dottrinali; tre fiere. Abstract. Dante's political and doctrinal canzoni and the three beasts of Inferno I. This article argues that in the visual representation of the three beasts, through their features highlighted by the text, there is an allusion either to the three political and doc-trinal canzoni Poscia ch'Amor del tutto m'ha lasciato, Tre donne intorno al cor mi son venute and Doglia mi reca nello core ardire, or, more specifically, to Dante's opponents that these canzoni describe or hint at.
Studio del ruolo di Francesca nell'opera e nella vita della scrittrice argentina Victoria Ocampo
Dante Alighieri. Nel 700° anniversario dalla morte, 2023
Il desiderio più profondo iscritto in ogni cuore coincide con il bisogno di riconoscere la vita come eterna, non segnata dalla finitudine. È l’anelito, quasi il grido, di chi cerca la salvezza. Dante, nel Paradiso, ci racconta proprio che l’esistenza di ogni figlio di Adamo è redenta dall’incontro salvifico con Dio, mediante il suo Amore misericordioso che può trasformare ogni realtà. L’ultima cantica è, dunque, attraversata dal realismo tipicamente medievale: in senso filosofico, significa che – spiega Vittorio Possenti – «il pensiero umano può raggiungere la verità presente nell’essere e nella vita ed esprimerla in concetti e giudizi». In tale prospettiva, il Paradiso è attraversato dal realismo filosofico e da una teologia pratica, non astratta, che lo innervano,
2017
ut tutius atque pacatius inter se rationalis uoluntatis expertes bestiae sui generis uiuerent, quarum ex aquis et terris plurium pullulauit exordium, quam homines, quorum genus ex uno est ad commendandam concordiam propagatum -[…] Al contrario le bestie di ogni singola specie che cominciarono a esistere germinando in più dall'acqua e dalla terra, sebbene prive di razionale volontà, sarebbero vissute fra di loro con più tranquilla sicurezza degli uomini, sebbene la specie di questi ultimi si è propagata, ad inculcare la concordia, da un solo individuo» (De civitate Dei XII, 23: CCL 48, 380). Dio, col dire: "Adamo, dove sei?" indicò la morte dell'anima che avvenne perché egli l'aveva abbandonato; e col dire: "Sei terra e tornerai nella terra" indicò la morte del corpo che gli sopraggiunge quando essa lo abbandona 7 .
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