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2019, Lexicon Philosophicum
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This article reflects on the presence of Dante's allegory in Leopardi's works. In the Zibaldone Leopardi considers allegory in a similar way to Dante in the Convivio in defending the autonomy of literature from excesses of allegorical interpretation. Furthermore in the Canti and the Operette Morali Leopardi rewrites several allegories taken from Dante's Commedia and Vita Nova. The last aim of the article is to suggest that Leopardi is actually a "deformed Dante" as Baudelaire.
Il recupero di tessere dantesche nell'idillio consente di ragionare sull'influsso della Commedia nel giovane Leopardi
L'articolo tratta del rapporto di Leopardi con lo Stoicismo Romano,e in particolare con un esponente di spicco del neostoicismo Epitteto.
L'autunno colora di fuoco e oro boschi e campagne, la stagione scorre verso i giorni gelati dell'inverno: ma quanti di noi ancora ammirano questi spettacoli? Pochi, probabilmente, perché pochi hanno gli spazi giusti per poterli anche solo vedere, o il tempo per goderseli. La natura è una gioia per gli occhi e per la mente di chi la sa osservare, in qualunque stagione, ma gli stretti confini dei nostri caseggiati, sempre più alti a chiudere il cielo, nelle città ci impediscono di gustarne la bellezza. E non ci sono più, o ci sono sempre meno, le voci di chi conosce bene il nostro legame coi cambiamenti della terra, di chi sa assecondare i mutamenti degli alberi e ottenerne senza danneggiarla i frutti. C'è però chi ci aiuta a ricordare che siamo immersi in un ambiente che vive e ci sostiene, e di cui siamo parte attiva e importante. Dante, proprio nella Commedia, si rivela un osservatore insospettabile dei fenomeni naturali, tanto da farli diventare una sorta di fiume carsico del suo poema, capace di emergere nei punti più inaspettati del suo Aldilà a volte materico e roccioso, come l'Inferno, altrove idilliaco e metafisico, come nel Purgatorio e nel Paradiso. Dante si mostra come un abitante del mondo naturale, oltre che delle città e dei borghi del suo tempo: conosce molto bene gli uccelli e il loro volo, e le abitudini di altri animali che oggi ci sono completamente estranei, ed è un attento, a volte commosso osservatore dei paesaggi d'Italia, e non solo, che assumono aspetti diversi nelle diverse stagioni. Nel suo poema, che non dimentichiamolo lui stesso definisce «sacro», i passaggi da un tempo naturale a un altro sono i segni della grandiosa armonia del creato, i sintomi tangibili, e visibili, dell'amore divino verso la sua creazione. I passi in cui descrive la bellezza della natura, attraverso i suoi occhi di artista e uomo di fede, diventano nel loro insieme un tesoro, un'eredità per noi lettori di oggi, allontanati nostro malgrado da questa ricchezza naturale. Lo vediamo fin dai primi canti dell'Inferno, quando nel secondo cerchio, quello dove sono dannati i lussuriosi, per descrivere il loro movimento aereo Dante fa riferimento al volo invernale di stormi di
L'articolo possiede come obiettivo quello di indagare il rapporto tra desiderio e natura umana nel pensiero di Giacomo Leopardi, facendo particolare riferimento ad una lettura dell'idillio L'Infinito.
2015
The article focuses on Leopardi’s renowned poem "La ginestra, o il fiore del deserto" (1836) and on the scholars who have firstly explored the ‘political’ ideas proposed by this text: C. Luporini in his "Leopardi progressivo" and W. Binni in "La nuova poetica leopardiana", both published in 1947. This particular field of the Leopardi scholarship – which originated in the postwar years – tries to bring the ideological ‘content’ of the text to the fore. After a quick look at Luporini’s and Binni’s readings, the inquiry focuses instead on the ‘form’ of the text, and more specifically on the practice of lyric discourse, in order to outline the general ethical dynamics which underlie the lyric use of language in "La ginestra": the relationship between the 'I' and the flower of the desert, the potential dialogism of the lyric voice, the context of production of the text, the posture assumed by the 'I' and the historical position of the critics, the truth telling as an ethical act of individual and collective resistance to crisis. By looking at these dynamics, it is possible to reconsider the political ‘ideal’ proposed by the text – in particular the "social catena" ("social chain") mentioned at line 149 – in the light of its discursive practices. The article, finally, emphasizes the similarities between this interpretative possibility and the philosophical interpretation proposed by Antonio Negri in his essay "Lenta ginestra. Saggio sull’ontologia di Giacomo Leopardi" (1987) in a cultural context very different from Binni and Luporini’s postwar Italy.
Rivista Internazionale di Ricerche Dantesche, 2022
Il presente saggio illustra e discute criticamente le ipotesi di lettura allegorica che Robert Hollander ha rivolto al testo del Convivio e della Commedia contestualizzandole in riferimento al sistema culturale proprio dell’età medievale. Particolare attenzione verrà data a ciò che Hollander ha definito «figuralismo verbale», inteso come processo di integrazione semantica di immagini e concetti attuata ricorrendo ad una rievocazione tipologica, e alla possibilità di attestazione di un ibridismo dell’allegorismo della Commedia fatto di allegorie in verbis e in factis.
Le posizioni di filosofia morale sostenute da Leopardi nel Dialogo della Natura e di un Islandese sono in forte contrasto con quelle ricavabili dal pensiero naturalistico del XVIII secolo. In particolare si avverte in esso una netta presa di distanza metafisica da quelle esposte da d'Holbach nel suo Système de la Nature.
Sulla presenza di parole e immagini tratte dalla Commedia sia nei riflessi intertestuali della poesia sia nella lingua comune contemporanea, esemplificata dai giornali
Il Pensare, n. 13, 2023
The other nature and Leopardi's skepsis The complex question of Nature is one of the most discussed themes in Leopardi's philosophy. The theme is reconsidered here under two aspects: firstly, by inserting it within the framework of the rival scientific paradigms of matter and life; and secondly, by inserting it in the evolution and restless polyphony of Leopardi's thought, with particular reference to the underlying skepsis that tends to rebalance the most extreme versions of a nature that appears-under various names and guises-now «benign», now «stepmotherly», and finally guilty of all evil. Beyond the worn-out formulas to the opposite excess of removal (think of the forms of Leopardi's pessimism), it's about questioning more deeply the other nature-«almost of another species»-to which Leopardi often alludes, beyond the mere preservation of matter and bare life itself. Moreover, reorienting Leopardi's problem of nature into a new ecocentric perspective would make it possible to overcome the anthropocentric vice that remains at the root of all human hybris. In this direction it would be possible to recover a less dramatic confrontation with the archetype of Mother Earth (Gaia), without forgetting that «nobil natura» is represented, for Leopardi, by the «flower of the desert».
Quaderni D Italianistica, 1996
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Allegoria. Per uno studio materialistico della letteratura, 1992
Lingua. Language and culture, 2020
Atti del Congresso Internazionale “Volponi estremo”, Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, Italy,, 2015
«La Rassegna della Letteratura italiana», 2018, p. 468.
La poesia nel "Giardino dei Finzi-Contini, a cura di Gaia Litrico ISBN: 978-88-31358-24-8, 2024
Siculorum Gymnasium. A journal for the humanities LXX, III, 2017, 2017
vol. del progetto editoriale da determinare, Limina Mentis Editore, Villasanta; consegnato, e accettato per la pubblicazione con la conferma dell’Editore
AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista di epica
Animal Studies, n. 31. L'animale che desidera, 2020
DOAJ: Directory of Open Access Journals - DOAJ, 2013
Letteratura e pensiero ( n. 8, Aprile - giugno)., 2021
Rivista Italiana di Filosofia del Linguaggio, 2017