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2019, Libro
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L’idea di una “Cittadinanza Globale” è senza dubbio la migliore proposta per far fronte alle sfide che la società contemporanea sta affrontando a livello planetario. L’unione e la convivenza fra i popoli, basata sul rispetto reciproco e sul principio di “fraternità” – secondo cui gli esseri umani sono consapevoli di appartenere a un’unica famiglia –, rappresentano il vero fondamento di un’organizzazione di vita pacifica, ove i popoli, lungi dall’approfittare gli uni degli altri, cooperano vicendevolmente. Il “senso di appartenenza alla stessa comunità”, implicito nell’idea di cittadinanza globale, si traduce in “senso di appartenenza alla stessa famiglia” – il proprium della “Società Fraterna” –, al fine di trasformare radicalmente gli egocentrismi dei popoli e delle loro guide. Per favorire questo “comune sentire” – auspicato da una saggezza millenaria – è indispensabile educare a questa nuova cultura del vivere civile. Questo saggio, con dovizia di riferimenti, dà voce a tale prospettiva, illustrando le attitudini civiche che meglio esprimono l’idea di Cittadinanza Globale, a partire da una visione secondo cui il concetto di fraternità non rappresenta tanto l’espressione di un sentimento filantropico, di un’ideologia politica o di una dottrina religiosa, quanto piuttosto una filosofia universale di vita, dalla quale promanano attitudini civiche costruttive, pacifiche, leali, cooperative ed empatiche.
Nuova Umanità XXXII, 2010
La fraternità è una categoria esclusivamente etica e religiosa o può occupare un ruolo rilevante anche nella teoria e nella pratica politica? Questo è l’interrogativo/sfida che Antonio Maria Baggio ha lanciato nel libro collettivo: Il principio dimenticato. La fraternità nella riflessione politologica contemporanea. In questo breve saggio abbiamo cercato di raccogliere la sfida proponendo alcune riflessioni iniziali sul tema come parte di un dibattito più ampio che il prof. Baggio e i suoi interlocutori stanno realizzando. L’ipotesi centrale è definire i concetti di fraternità a partire dalla capacità di promuovere una maggiore solidarietà sociale, come anelli concentrici che tendono ad allargarsi fino all’idea di una fraternità tendenzialmente universale. Svilupperemo il nostro tema proponendo un dialogo fra la lettura evangelica della fraternità e la lettura sociologica di Max Weber. 1
SocietàMutamentoPolitica, 2016
5 Per una lettura introduttiva della riflessione sulla cittadinanza globale: Greblo 2014. Nel dibattito politico e sociale degli ultimi anni, l'idea di una cittadinanza che si proietti al di là dei confini dello Stato-nazione, ha assunto denominazioni diverse e articolate accezioni, non equivalenti tra loro: cittadinanza globale; cittadinanza sovranazionale; transnazionale; postnazionale; fino al concetto, tipico del cosmopolitismo liberale, di cittadinanza universale. Solo in quest'ultimo caso, è palese l'adesione a un ideale universalistico. Nelle altre accezioni il tratto comune è il riconoscimento del carattere trans-territoriale (globalizzato) della vita politica e sociale, che dovrebbe alimentare forme di cittadinanza in cui 'il diritto ad avere diritti' non sia più associato unicamente all'appartenenza a uno Stato sovrano (Greblo 2014: 1103-1104). 6 Il video del seminario Food security in the post 2015 agenda: The Milan Charter in the context of the new Global Partnership for Sustainable Development, è online: http://webtv.un.org/watch/food-securityin-the-post-2015-agenda-the-milan-charter-in-the-context-of-the-new-global-partnership-forsustainable-development/4512075051001#full-text. 7 L'accordo contempla 17 temi principali e 169 target: https://sustainabledevelopment.un.org/ post2015/transformingourworld. 8 Osserva il fenomeno, The Global Hunger Index (www.ifpri.org): ifpri 2015. Una risorsa imprescin
2021
F: Un punto di partenza di questo nostro dialogo potrebbe essere qualcosa che paradossalmente non è tanto presente in questo lavoro di Morin, forse perché lo dà un po' per scontato, e mi sembra che sia la questione della caduta della verticalità. In fondo lui fa, anche se rapidamente ma in maniera molto significativa, oltre che molto umana, una esegesi dell'orizzontalità, in particolare della fraternità. E forse una cosa interessante è che questa prospettiva risulta particolarmente importante in una fase nella quale il tema della verticalità, e quindi dell'autorità, e quindi degli ordini in qualche modo sacri, dati dall'alto, hanno perso buona parte della loro sacralità. Dare ordine è diventata questione molto interumana. Google conta più di Dio, oggi, e sappiamo benissimo che non c'è niente di divino in Google o in Amazon, è una vicenda di umani. Quindi è come se, in fondo, il contesto nel quale si potrebbe collocare questo ragionamento di Morin sia, non fosse proprio il fatto che è più difficile oggi, almeno per una gran parte del mondo, soprattutto occidentale, collocare il tema del che ne facciamo del nostro stare nel mondo a carico di qualcun altro che ci salva e ci dice 'segui questo algoritmo che andrai in paradiso'. Questa prospettiva mi pare molto meno presente, soprattutto nell'Occidente, e quindi questo chiaramente apre un tema di responsabilità comune, di società nella quale non c'è più qualcuno che sta sopra le nuvole e che, fortunatamente o sfortunatamente, ti può però indirizzare o magari salvare. Poi sappiamo anche bene che questo stare sopra le nuvole era perché noi avevamo creato questa verticalità. C'è un riferimento
Abstract The small planet is made up of systems of cities, where more than half of the entire world population lives. Against common sense, it is necessary to affirm not only that inhabiting cities does not mean a single lifestyle at all, as a widespread narrative would have us believe, but also that within the cities a complex set of seemingly disconnected decisions matures, but all essential for their same metabolism. Despite the small space, apparently insignificant, physically occupied by the urban phenomenon, their energy cycles actually involve the entire planet. This is the fact. In the past, urban planners drew splendid fantasies or modeled impressive models to immerse ourselves in their idea of the city; today everything seems made to amaze, projects must always overcome every limit of the past, construction seems to arrive even before the drawings. Sustainability, ecology, self-sufficiency, resilience, quality are the words used to smooth the roughness of the numbers which contrasts with the images of cities devastated by wars, fleeing populations, widespread poverty. Yet never as now I do know the city of the future is not in these pictures. Writing about cities and urban planning involves directly addressing different meanings that intersect and collide: the urban experience of men and women, children and adolescents, adults and the elderly. In cities, the confrontation immediately expands, it is impossible to narrow the gaze only to the family or peers. The comparison is between generations, between ethnic groups. In the present the future bursts, in experience the contrast between prejudices and emancipation, selfish indifference and loneliness of the other. The city of the future implies facing many challenges, which do not arise, nor can they arise only in the individual imagination, but from fundamental needs and global phenomena: urbanism, migration, marginalization, degradation, accessibility to resources, social imbalances, wars, climate change. These are real problems affecting the peoples of the Earth, of a planet that only until recently appeared immense and that we now realize to be smaller and more and more urban, tied to the conventional economy which has no care for the biosphere. Sommario Il piccolo pianeta è costituito da sistemi di città, dove vive più della metà dell'intera popolazione mondiale. Contro il buon senso, è necessario affermare non solo che abitare le città non significa affatto un singolo stile di vita, come vorrebbe farci credere una narrazione diffusa, ma anche che all'interno delle città matura una serie complessa di decisioni apparentemente disconnesse, ma tutto ciò che è essenziale per il loro stesso metabolismo. Nonostante il piccolo spazio, apparentemente insignificante, occupato fisicamente dal fenomeno urbano, i loro cicli energetici coinvolgono effettivamente l'intero pianeta. Questo è il fatto. In passato, gli urbanisti hanno disegnato splendide fantasie o modellato modelli impressionanti per immergerci nella loro idea di città; oggi tutto sembra stupito, i progetti devono sempre superare ogni limite del passato, la costruzione sembra arrivare anche prima dei disegni. Sostenibilità, ecologia, autosufficienza, resilienza, qualità sono le parole usate per smussare la ruvidezza dei numeri che contrasta con le immagini di città devastate dalle guerre, popolazioni in fuga, povertà diffusa. Eppure mai come ora so che la città del futuro non è in queste immagini. Scrivere di città e pianificazione urbana implica affrontare direttamente diversi significati che si intersecano e si scontrano: l'esperienza urbana di uomini e donne, bambini e adolescenti, adulti e anziani. Nelle città, il confronto si espande immediatamente, è impossibile restringere lo sguardo solo alla famiglia o ai coetanei. Il confronto è tra generazioni, tra gruppi etnici. Nel presente il futuro esplode, sperimentando il contrasto tra pregiudizi ed emancipazione, indifferenza egoistica e solitudine dell'altro. La città del futuro implica affrontare molte sfide, che non sorgono, né possono sorgere solo nell'immaginazione individuale, ma da bisogni fondamentali e fenomeni globali: urbanesimo, migrazione, emarginazione, degrado, accessibilità alle risorse, squilibri sociali, guerre, cambiamento climatico. Questi sono problemi reali che colpiscono i popoli della Terra, di un pianeta che solo fino a poco tempo fa sembrava immenso e che ora ci rendiamo conto di essere più piccolo e sempre più urbano, legato all'economia convenzionale che non ha cura della biosfera.
Una delle vie per comprendere la dimensione sociale e politica della fraternità è quella di chiedersi quale tipo di relazione essa richieda, in che cosa tale relazione differisca dalle relazioni sociali fondamentali quali l'amicizia e la giustizia, e se è a servizio di un valore sociale tanto necessario da dovere essere annoverata anch'essa tra le relazioni sociali fondamentali.
Persona Y Derecho Revista De Fundamentacion De Las Instituciones Juridicas Y De Derechos Humanos, 2003
Trasformazioni e crisi della cittadinanza sociale , 2014
Qualunque parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero dati o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, senza autorizzazione, a condizione che se ne citi la fonte. Any part of this publication may be reproduced, stored in a retrieval system, or transmitted in any form or by any means without permission provided that the source is fully credited. Edizioni Ca' Foscari -Digital Publishing Università Ca' Foscari Venezia Dorsoduro 3246 30123 Venezia http://edizionicafoscari.unive.it/ [email protected] 1a edizione dicembre 2014 ISBN 978-88-97735-93-9 (pdf) ISBN 978-88-97735-92-2 (stampa) Progetto grafico di copertina: Studio Girardi, Venezia | Edizioni Ca' Foscari
Testimonianze, 2021
Il tema della fraternità è tornato alla ribalta grazie all’enciclica di Papa Francesco, ma viene da lontano. Quando la parola viene unita a libertà ed eguaglianza e diventa il motto della Rivoluzione francese si ha un svolta e diventa uno dei fondamenti della cittadinanza sociale oltre che politica. Siamo in un territorio di fraternità senza padri, in cui alla fine può confluire anche la sorellanza come monito di consapevolezza di un limite insuperabile teso a impedire l’assoggettamento maschile delle donne.
capisaldi Che cos'è il principio di fraternità? È un ideale di natura esclusivamente etico-morale o religiosa, oppure può assumere anche un rilievo in ambito politico e perfino giuridico? È un principio interpretato in modo univoco o vi è una pluralità di interpretazioni? Ci sono equivoci collegati all'invocazione della fraternità? Dopo aver presentato nelle pagine immediatamente precedenti una visione francese di tale principio, quella del prof. Le Goff, offriamo alcune riflessioni a partire dall'ordinamento giuridico italiano.
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Quattro conversazioni Log.Ed open education -Coworking Login Milano, 2017
Quaderni di Gestalt, 2022
Comunità e Globalizzazione Bozza, 2005
Archivio Teologico Torinese, 2023
Rassegna Storiografica Decennale, 2018
Cuadernos de Filosofía Latinoamericana, 2016
Metafisica dell'immanenza. Scritti per Eugenio Mazzarella, vol. II, Etica e religione, 2021