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(sulle ultime parole di Ludwig Wittgenstein) Dare inizio ad una ricerca è sempre un'operazione difficile da compiersi anzi, spesso si è sospinti a desistere proprio perché diviene veramente complesso trovare l'espediente che giustifichi un principio. Queste brevi ed incerte riflessioni d'esordio non vogliono essere per nessuna ragione fuorvianti, ma suggerire una via d'uscita al dilemma. Così, anche per dare avvio ad una dissertazione che dovrà condurre all'elaborazione di una tesi finale, è vitale trovare il giusto aggancio che, in questo specifico caso, può essere rinvenuto in mezzo alle complesse ed articolate motivazioni che possono invitare alla speculazione tra tutte le quali una emerge: la passione del sapere, il gusto dello scoprire, dell'illuminare l'oscurità che sempre circonda l'intelligenza. La passione deve essere sostenuta, poi, dalla meraviglia, altrimenti rischia di scadere in un patire senza frutto alcuno, in una esanguità, mentre la sua accidentalità non è costretta fare altro che germinare dal terreno in precedenza dissodato dallo stupore di scoprire. Solo così, le parole che di sotto seguono assumono quel senso che devono possedere e trasmettere al lettore. Proviamo a cominciare usando un espediente.
Facoltà di Telogia dell'Emilia Romagna, 2019
Rilettura teologico spirituale dell'opera "Attesa di Dio" di Simone Weil
L'effusione dello Spirito Santo Uno degli eventi fondamentali del Cristianesimo è stata l'effusione dello Spirito Santo avvenuta nel giorno di Pentecoste, quindi sette settimane dopo la Pasqua ebraica. Innanzitutto l'invio dello Spirito Santo fu profetizzato da Gioele, nel V secolo a.C., vediamo il passaggio corrispondente del Libro di Gioele (2, 28-29): "Dopo questo avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. In quei giorni spanderò il mio Spirito anche sui servi e sulle serve". (1) Inoltre Gesù Cristo aveva annunciato ai suoi seguaci questo evento prima del suo arresto. Vediamo alcuni passaggi corrispondenti. Vangelo di Luca (24, 49): "Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finchè non siate rivestiti di potenza dall'alto". Vangelo di Giovanni (14, 16-17): "e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perchè rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perchè non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perchè egli rimane presso di voi e sarà in voi". Vangelo di Giovanni (15,26): "Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perchè siete con me fin dal principio". Vangelo di Giovanni (16, 7-8): "Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perchè, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio". Finalmente, cinquanta giorni dopo la Pasqua ebraica, lo Spirito Santo giunse sugli Apostoli. Vediamo il passaggio corrispondente, negli Atti degli Apostoli (2, 1-4):
The article proposes a semiotic reflection on the ‘conditions of enunciation’ of graffiti in order to understand the essential features of the relation between this expressive form and the concept of power. Daniel 5, the Biblical passage that narrates the episode of Belshazzar’s feast, is adopted as a point of departure for the construction of a textual series, which explores a philological tradition as well. Jewish interpretations, Christian exegeses, Christian iconography, and intertextual transpositions, all related to this biblical passage, are analyzed so as to determine the ways in which different socio-cultural contexts, in different periods, interpret and express the relation between political power, its injustice, and the role of ‘God’s writing on the wall’ in redressing it.
Psichiatria e Psicoterapia Culturale, 2021
Dall'Inferno all'Empireo: il mondo di Dante tra scienza e poesia, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, 14 dicembre 2021-6marzo 2022),a cura di Filippo Camerota, Sillabe, Città di Castello 2021, 2021
a cura di Filippo Camerota Dall'Inferno all'Empireo Il mondo di Dante tra scienza e poesia Il logo "Le Gallerie degli Uffizi" è un marchio registrato creato da Carmi e Ubertis Il logo "Firenze Musei" è un marchio registrato creato da Sergio Bianco Il logo "Museo Galileo" è un marchio registrato, creato da RovaiWeber design @UffiziGalleries www.uffizi.it @museogalileo www.museogalileo.it Un progetto del Museo Galileo in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi Mostra Curatela
Perché l'uomo ha la necessita di parlare di Dio? Perché c'è questa ricerca dell'inizio della vita e dell'origine? Ovviamente non tutti hanno questa voglia di perché che nasce dallo stupore del bambino che alla fine rimane dentro di noi. Ovviamente ci sarà qualcuno, che o per verità o per puro voglia di essere antagonista dirà che non ha nessuna necessita ne voglia di parlare di Dio realizzando quella che poi diventerà anch'essa una religione, ovvero la ricerca spasmodica di dimostrare l'inesistenza, ma questa è un'altra storia. La teologia, volendo semplificare molto, alla fine è la voglia che l'uomo ha di parlare di Dio. Perché fin dal principio l'uomo anche "tribale" cerca di dare un senso alle cose più grandi di lui come il sole che poi ne diventerà un culto. Anche l'idea di Dio si evolve all'esigenze del "logos" che in quel momento storico si pone la domanda, forse perché Dio riflette la necessità contingente dell'uomo storico, la domanda viene spontanea forse è un Dio che cambia? Un Dio che si evolve certamente potrebbe essere superiore ad un Dio statico fermo su sé stesso. Se lo stesso universo è in espansione ed in movimento perché il suo Dio dovrebbe essere fermo su sé stesso? Se poi Dio nasce dall'esigenza del logos dell'uomo, (in principio era il verbo, Gv.) o meglio la sua indagine allora si potrebbe spiegare perché il tentativo di spiegazione dell'ente Dio sia mutevole. Ma l'ente Dio esiste a priori, ma per parlare dello stesso ente è necessario, fosse pure per i limiti del linguaggio umano e per il rigore della ragione, ricorrere alle idee su Dio e alla inevitabile sua "antropomorfizzazione". Lo stesso ente Dio se è vero che la creazione è la sua emanazione fisica si espande, e più l'uomo immagina grande l'idea di Dio più l'ente Dio si ingrandisce così dovrebbe essere per ogni categoria che l'uomo indegnamente attribuisce a Dio sia pure che si parli di grandi categorie, come: onnipotenza, eternità, infinitezza, bontà, onniscienza, onnipresenza. Una ipotesi della voglia di ricercare Dio ed il suo significato, potrebbe nascere dalla forma pensiero creatrice
Il respiro di Dio Dio respira? Se non fosse scritto espressamente nella Bibbia, non sarebbe possibile dirlo. Sì, Dio respira e questa non è una concessione alla limitata capacità dell'uomo di intenderlo e di immaginarlo, è una affermazione che riguarda in modo diretto il rapporto che lo lega al mondo creato e all'uomo. Che bisogno c'era di dire che respira se in un altro passo è detto che alita? «Ed egli (= il Signore Dio) alitò (wayyipàch) nelle sue (= di Adam) narici un respiro di vita (nishmàt chayyìm) e accadde che l'uomo divenisse un essere vivente (néfesh chayà).» (Gen 2,7) Questo passo ci insegna chi è l'uomo e, di riflesso, chi è Dio. C'è, condensato in poche parole, tutto ciò di cui abbiano bisogno per impostare, come individui e come comunità, la nostra vita ed il rapporto con Dio, e non ci sarebbe bisogno di altro. Dio che ha plasmato l'uomo dalla polvere del suolo, ora lo forgia a sua immagine e gli alita nelle narici (sottolineo: nelle narici!) un respiro di vita (nishmàt chayyìm). E' come se Dio alitasse sulla superficie di uno specchio e poi, con la mano, togliesse l'alone ed ecco che all'improvviso si mostra un volto (e sottolineo: un volto) di Dio nel volto di quell'uomo, di quell'Adàm che non sa ancora di essere uomo e ad immagine di Dio. E quell'uomo (e con lui ogni uomo dopo di lui), grazie a quell'alito divino, diviene un essere vivente (néfesh chayà) al pari di tutti gli esseri viventi che popolano la terra e il mare come è detto nel racconto della creazione di Genesi 1. Nell'uomo c'è il respiro del vivente, la gola/néfesh che ci mostra la forza pulsante della vita, ma c'è anche (e questo viene prima) il respiro/neshamà che Dio infonde in lui e che lo rende non solo un essere vivente. Quel respiro che sa ed odora di Dio, gli conferisce uno statuto privilegiato che lo innalza e lo separa dalla vita animale che condivide (anche se Qohélet, e con lui forse anche qualcuno di noi, dubita che l'uomo, a partire dal suo destino, sia più di un animale). Se l'animale ha solo néfesh chayà, l'anima che caratterizza tutti gli esseri viventi, uomo compreso, nel segno della creaturalità e della centralità irrinunciabile della vita, l'uomo oltre a néfesh chayà ha anche nishmàt chayyìm, quel respiro di vita che lo rende libero di scegliere come
Un viaggio alle radici del monoteismo. L'individuazione della creatio ex-nihilo come momento fondante del monoteismo, dove fu detto che il Nulla è all'origine di tutto ciò che è, impone di rivalutare l'opinione comune sul presunto monoteismo biblico. Dalla Bibbia alla gnosi cristiana, dalla filosofia giudeo-ellenistica alla Qabbalah medievale, da Meister Eckhart al Chassidismo, un sintetico percorso storico che si propone di evidenziare le differenze antropologiche che, attorno al concetto di "nulla", hanno segnato profondamente l'evoluzione e i drammi della civiltà occidentale.
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New Covenant Publications International Ltd, 2020
Incontro per un dialogo fraterno - Consultazione Carismatica Italiana (CCI) Caserta, 31 marzo - 1 aprile 2023
ARCHEO 453/05, 2022
in Marta Cartabia and Andrea Simoncini (eds.) La Legge di Re Salomone: Ragione e Diritto nei Discorsi di Benedetto XVI. BUR Saggi Rizzoli, Milan, 2013
ARCHIVIO TEOLOGICO TORINESE A cura della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale -Sezione di Torino Anno XXVII -2021, n. 1, 2021
F. Leoni, Jacques Lacan, l'economia dell'assoluto, 2012
Frate Francesco, nuova serie, vol. 83, pp. 437-455, 2017