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2019, Oèdipus
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Il titolo della raccolta poetica è una parola napoletana che significa "confusione". Ma, a ben guardare, al suo interno racchiude anche la parola "vuoto". Mi sembrava un'ottima rappresentazione del mondo contemporaneo, in cui il senso della confusione sembra scaturire più dalla mancanza che dall'eccesso di massa. Eppure, quel "vuoto", in realtà, è solo un'illusione: la vera etimologia è legata alla parola "votare", che significa "girare", "ruotare". Un rovesciamento, allora: dietro quel vuoto, si nasconde un vorticare, come se la confusione nascondesse in seno una certa potenza. Pubblicato per la casa editrice Oèdipus, Marzo 2019. ISBN: 9788873411857 Recensioni: https://www.labalenabianca.com/2020/03/31/davide-castiglione-gerardo-iandoli-arrevuoto/
Che cosa ci insegna il 'parlare in due lingue'? Commutazione di codice e teoria linguistica e sociolinguistica Gaetano Berruto
La signoria rurale nell'Italia del tardo medioevo. 5. Censimento e quadri regionali, 2021
Scheda sulla signoria rurale degli Alviano nei secoli XIV-XV
REMOTO, 2022
REMOTO investigates seismic events as a metaphor of the motions and dynamics of the contemporary human being in response to the current difficult relationship between human societies and Nature. In their much-discussed unpredictability seismic movements challenge man’s aptitude to adapt, making the vigour of Nature resound. The harmful impacts of an earthquake can compromise the very stability of the human society: triggering a direct connection with the most irrational part of the human being the quake questions our ability to capture and control the reality. REMOTO Along with the exhibition, the outcome of the residency is this book, a publication in which multifarious materials, interviews, photographic notes, artistic interventions and the dialogue that took place between the artist, Elisa Del Prete and Silvia Litardi during the last year's research between Italy and Chile. Introduction text by Luis Alarcón and Ana María Saavedra more info: francescoditillo.info
Aretino e Pasquino * è uno dei titoli più classici della tradizione critica. Conviene riprenderlo adesso perché recenti pubblicazioni hanno consentito di acquisire importanti materiali che ancora non sono stati messi alla prova dalla critica aretiniana. 1 C'è bisogno di un ripensamento, di un nuovo bilancio.
RIVISTA ITALIANA DI DIALETTOLOGIA lingue dialetti società 42 RIVISTA ITALIANA DI DIALETTOLOGIA. Lingue dialetti società «RID. Rivista Italiana di Dialettologia» è una rivista internazionale con referaggio anonimo (blind peer review), pubblicata annualmente. «RID. Rivista Italiana di Dialettologia» is a blind peer-reviewed international journal published once a year.
Agrigento presenta immediatamente gli effetti della massiccia espansione, che, a partire dall'ultimo dopoguerra, ha trasformato l'immagine della città, alterando il consolidato rapporto tra il centro urbano medievale, arroccato sulla "collina di Girgenti", e le imponenti vestigia della città antica sparse sotto il colle denominato "Valle dei Templi". I primi segni di influenza greca risalgono alla fine del VII sec. a.C. La fondazione di Akragas va collocata verso il 580 a.C. Durante il governo del tiranno Falaride si consolida il primo nucleo urbano, e probabilmente nello stesso periodo viene costruita la cinta delle mura. La politica espansionistica raggiunse i massimi risultati durante il governo del tiranno Terone che con la vittoria di Imera sui Cartaginesi (480 a.C), estese il suo controllo militare sul territorio compreso tra la costa meridionale e la costa tirrenica. La vittoria di Imera accresce lo sviluppo economico della città e promuove la fioritura di manifestazioni artistiche. L'impianto urbano di questo periodo: la città dovette estendersi ad occupare l'area dell'attuale Valle dei Templi, secondo lo schema regolare matrice della città ellenistico-romana. Venne incendiata dai Cartaginesi nel 406 a.C. e dopo con Timoleonte (304 a.C) la città venne riedificata nello stesso sito secondo un nuovo piano urbanistico (quartiere ellenisticoromano). Occupata dai musulmani nell'828, nella città crebbe l'importanza economica e divenne capitale dei Berberi. Tracce della presenza di questa popolazione rimangono in alcuni toponimi. Nonostante le vistose trasformazioni dell'impianto urbano, ancora oggi il tessuto viario della città è caratterizzato da elementi urbanistici di tradizione islamica. Dopo la conquista normanna del 1087, la città mantenne la sua importanza economica. Nel XIV sec. nobili famiglie, quali i Chiaramonte e i Montaperto, imposero la loro supremazia: ai primi si deve la costruzione della cinta muraria. L'attività costruttiva del centro urbano si contrae sempre più all'interno delle mura ed è limitata ad alcuni palazzi baronali e di interventi religiosi. Il XVIII sec. segna per la città una ripresa sociale ed economica alla quale fa seguito a livello urbanistico un processo di riorganizzazione che trasferirà il ruolo di centro della città dalla via Duomo all'area sud-est della via Atenea. Nel XIX sec. vengono costruite la "Passeggiata" (1848), oggi viale della Vittoria e l'adiacente Villa Garibaldi. La città antica occupava un'area di circa 1817 ettari , cinta da una poderosa cerchia muraria turrita, in una zona compresa tra il fiume Akragas (S. Biagio) a est e il suo affluente Hypsas (Drago) a ovest, presentava all'interno una parte rocciosa adatta alla difesa occupata dall'Acropoli, che dirigeva verso il mare in una piana su cui sorgeva la città. I monumenti rimasti appartengono principalmente al V sec. a.C. Gli edifici di maggior rilievo, i templi, sono tutti in stile dorico e sono stati costruiti con tufo arenario conchiglifero di colore giallo. Iniziando dal versante sud della rupe Atenea, sorge la chiesetta di S. Biagio costruita in epoca normanna sulle rovine del piccolo tempio di Demetra e Kore. Era un tempio in antis eretto nel 480-460 a.C. Santuario rupestre di Demetra: costruzione esterna alla cinta muraria, si ritiene della fine del VII sec a.C. quindi il più antico santuario di Agrigento, anteriore alla fondazione della città greca. Un edificio rettangolare, quasi addossato al monte e di costruzione che si richiama a forme greche arcaiche, forma vestibolo al santuario vero e proprio di epoca precedente, costituito da tre grandi gallerie scavate nella roccia.
Introduzione 2 L'orfismo e la ricerca del dionisiaco 2
Analisi geospaziale e geostorica dell'evento alluvionale di Orvieto del 12 novembre 2017, oggetto di relazione al convegno tenutosi in materia presso la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, coordinato dal Prof. Claudio Margottini
XXII Congresso ADI (Bologna, 14 settembre 2018): «La santa Croce ci faccia imparare come dobbiamo il buon Gesù imitare»: echi teresiani sull’annichilimento e matrimonio mistico nelle autobiografie per obbedienza della Venerabile Maria Alberghetti, 2020
Il testo originale francese è pubblicato sotto lo stesso numero nell'ediz. franc. della presente Raccolta. 2 RU 2002 885 0.120 Cooperazione internazionale 2 0.120 Capitolo I: Fini e principi Art. 1 I fini delle Nazioni Unite sono:
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Alla ricerca di una scuola dell'arte di vivere, 2016
Aristonothos. Scritti per il Mediterraneo antico, 2010