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In this paper the author analyzes the researches performed by Federico d’Ippolito on roman jurists, following a chronological path: from the first paper ( Gaio Cassio Longino’s monography), trough the works on the II century’s B.C. jurists up to the archaic jurisprudence. The methodological criteria used by d’Ippolito are pointed out. They are the reconstruction of each personality on the basis of a refined use of all the instruments used by the ancient historians such as the philological inquiry of the sources and the insertion of any jurist in its cultural, social and political environment. In addition the historiographical papers are examined: they represent a great part of the scientific production of d’Ippolito and involve mainly the changes that the European romanist science operated toward the study of the jurists: from Sanio to Lenel, from Schulz to Wieaker, from “pandettistik” to the Neapolitan school and debates on the new trends. In the final part of this paper the d’Ippolito project on the full collection of Testimonia and Fragmenta of archaic jurisprudence is described. Such research project is now inside the SIR (Scriptores iuris romani) project, coordinated from the Italian Institute of Human Science in Florence and will be performed by coworkers of the departed scholar.
Eterogenesi dei fini, incapacità di gestire i conflitti e grande capacità viceversa nel crearli ed alimentarli, iato fra retorica anti-modernista e miseria delle soluzioni progettuali. Il caso del Contratto di di quartiere di Gratosoglio, a Milano. Key words: contratti di quartiere, politiche di quartiere, politica di quartiere, Milano, Gratosoglio, politiche urbane, mix sociale, edilizia pubblica, social housing, Public housing
Da "Bollettino storico piacentino", CIX, 2014, pp. 91-145.
LA SINDROME DEL CERCAWHY PREAMBOLO AMBULATORIALE È ormai universalmente acclarato che la scienza medica risulta del tutto impotente di fronte alla sindrome del cercawhy. Anche il ricorso all'erboristeria non ha sortito alcun effetto terapeutico apprezzabile. Sembra, infatti, che perfino i migliori decotti di cicuta siano riusciti, per lo più, ad eliminare il malato più che il male.
Francesco Cherubini. Tre anni a Milano per Cherubini nella dialettologia italiana. Atti dei Convegni 2014-2016, a cura di S. Morgana e M. Piotti, Milano, Ledizioni, pp. 7-21, 2019
La formazione e la carriera del lessicografo Francesco Cherubini (1789-1851) nella Milano del Romanticismo, tra Cattaneo e Manzoni.
Pittori ad Ancona nel Quattrocento, 2008
Philomusica on-line, 2016
Del compositore bresciano di inizi cinquecento Antonio Caprioli nulla sappiamo per l’ancora imperante silenzio dei documenti d’archivio. Un qualche sospetto sorge tuttavia a proposito della sua provenienza, perche Capriolo e una localita situata nell’area collinare a sud del lago d’Iseo all’estremo occidentale della Franciacorta. Le composizioni conservatisi, tutte raccolte nelle edizioni a stampa di Ottaviano Petrucci, appartengono al genere frottolistico, tranne una lauda polifonica latina a 4 voci. Le poche fonti che le trasmettono hanno per lo piu origine nel Veneto e confermano non solo la forte propensione dell’ambiente padano, e padovano in particolare, per la musica profana, ma anche lo stretto contatto con l’antico attraverso il rinnovato uso di cadenze arcaicizzanti della tradizione arsnovistica e il delinearsi di «veri nuclei compositivi ispirati a Petrarca»; caratteristiche alle quali non sfuggono le composizioni del Caprioli. Dall’altra parte, l’emergente presenza di te...
figure settecentesche più affascinanti.
Adriano Cristofali (1718-1788), 2007
P oco prima di mori re Gaetano Cri s t o fali ( -) indicava all'abate Giuseppe Venturi le principali opere eseguite dal padre, inserite nella seconda edizione del Compendio della storia sacra e profana di Verona (): nell'elenco figurano "il palazzo Bettoni a B o j a g o " , "il palazzo Vicelli alle Mozzecanne. Q u e l l o Canossa al Grezano" e, tra le ultime opere citate, il "palazzo" di Novare . Gaetano non usa il termine "villa", e ciò potrebbe essere di per sé indicativo dell'approccio di Adriano, che essendo nato e vissuto in città non riesce, a dire il vero, a scrollarsi di dosso il modello del palazzo urbano anche quando interviene in contesti rurali; ciò non toglie che la presenza di un brolo, di un giardino e di fa b b ricati rurali qualifichino a tutti gli effetti come ville questi complessi. All'attribuzione del figlio Gaetano si aggiunge la testimonianza di un contemporaneo, M a rcello Ore t t i , c h e redige un breve resoconto della sua attività verso a fine degli anni ' in cui cita solamente le ville di Bogliaco e di Novare ; ai suoi brevi appunti,come pure alle memorie di Gaetano, attingerà più tardi Zannandre i s , il cui profilo biografico orienterà la bibliografia successiva. Le ville di Cri s t o fali rappresentano probabilmente i p rogetti meglio documentati all'interno del vasto e f r a m m e n t a rio catalogo dell'arc h i t e t t o, c o n t r a s s e g n a t o dalla perdita di numerose opere. Un contributo fonda- Le ville di Adriano Cristofali
Battistello Caracciolo. Il patriarca bronzeo dei caravaggeschi, 2021
Oltre ottanta opere provenienti da collezioni italiane ed estere. Alcune notissime, altre inedite o meritevoli di una riscoperta. Dipinti e disegni di colui che, documenti alla mano, fu quanto di più vicino a un allievo in senso stretto il Caravaggio ebbe mai. Stiamo parlando di Battistello Caracciolo nato a Napoli nel 1578 e che si educa, come pittore ad affresco, in quell’articolato e ricchissimo momento di passaggio al ‘6oo che le chiese napoletane e le sale del secondo piano di Capodimonte documentano al più alto livello desiderabile. Tra gli artisti della scena locale Battistello è uno dei primi in assoluto a orientare il proprio lavoro sulle opere del Caravaggio; già conosciuto a Roma (nel 1600) e riguadagnato finalmente a Napoli nei due soggiorni alla fine del 1606 e nel 1609. Si riapre così il libro dei conti con il caravaggismo meridionale: capitolo cruciale del realismo moderno, che dura fino almeno a Vincenzo Gemito e ad Antonio Mancini, e che non ha smesso, da oltre un secolo, di solleticare l’interesse di studiosi e pubblico. Anche per questo non ci dispiacerebbe se il dedicatario ideale di questa esposizione monografica proprio Roberto Longhi (1890-1970), lo scrittore e storico d’arte che, con un saggio del 1915, avviò prepotentemente gli studi sul Caracciolo. Certo, non è la prima volta che si decide di dedicare una esposizione al naturalismo napoletano. Fu infatti nel 1991, ormai trent’anni fa che, nelle sale del Castel Sant’Elmo il compianto Ferdinando Bologna curò, con l’aiuto di Stefano Causa, una rassegna su ‘Battistello Caracciolo e il naturalismo napoletano’; in quell’occasione si vide, del pittore, una selezione di dipinti (ma nessun disegno). Tuttavia, la nostra rimane la primissima monografica in senso proprio dedicata a Battistello il primo e il più grande dei seguaci napoletani del Caravaggio. Nondimeno, a differenza del maestro più anziano di lui di meno di un decennio, Battistello fu incisore, disegnatore di vaglia e assiduo frescante. I fogli del Caracciolo, conservati in molti dei maggiori gabinetti di grafica (tra cui un fondo consistente si trova tuttora a Stoccolma), sono lo sparo d’inizio e il miracolo del sangue del disegno meridionale. A giudicare dalla selezione che abbiamo fatto per l’occasione, siamo di fronte alla più bella mostra sul Caravaggio senza opere del Caravaggio. Stefano Causa
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Notizie Archeologiche Bergomensi, 2014
Anna Kuliscioff e Milano, in Rivista storica del Socialismo, Nuova serie, anno I, numero 1, pp. 61-82, 2016
Notiziario del Portale Numismatico dello Stato, 3. L’eredità salvata. Istituzioni, collezioni, materiali a Milano tra numismatica e archeologia (Catalogo della mostra, Milano, 22 novembre – 20 dicembre 2013), a cura di G. FACCHINETTI, S. PENNESTRÌ, Roma 2013, pp. 36-37, 2013
positanonews , 2025
Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2011
Proporzioni, 2008
PER UNA STORIA DELLE CLASSI DIRIGENTI MERIDIONALI Il caso lucano (1861-2016), 2017
Ciro Abagnale, vita ed attività. Ritratto di uno studioso della memoria, 2019