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2012, L'umanesimo di Omero
il giogo 43 «ıpou gàr 'scùV suzugoüsi kaì díkh, poía xunwrìV tÖnde karterwtéra;» Eschilo, Frammento 267. «tòn páqei máqoV qénta kuríwV êcein» Eschilo, Agamennone, 177. «xumjérei swjroneïn Îpò sténei» Eschilo, Eumenidi, 520. «oûpw swjroneïn "pístasai» Eschilo, Prometeo, 982. Chi non spera quello che non sembra sperabile non potrà scoprirne la realtà, poiché lo avrà fatto diventare, con il suo non sperarlo, qualcosa che non può essere trovato e a cui non porta nessuna strada. Eraclito ISBN 978-88-7588-061-3 In copertina: Scena dal libro XXIV dell'Iliade: Il corpo di Ettore riportato a Troia, rilievo su sarcofago romano (180-200 ca.). Museo del Louvre (Ma 353 o MR 793), dalla collezione Borghese. petite plaisance L' umanesimo di omero A Bene «Tu sai quale sia il mio animo, saldo e non avvezzo a cedere; ebbene, io resisterò come sa resistere una roccia dura, o un blocco di ferro». Odissea, XIX, 494-495.
Sanctorum Quattuor Coronatorum Tabularia, 2018
New perspectives to understand evidence borne out by early literacy
«Atene & Roma» 3-4 (2019), 2020
The purpose of this paper is to look at Homer's poetry through the lens of Quasimodo's translations, from both Iliad and Odyssey. These pages aim at detecting a 'standard procedure' linking Quasimodo's poetical work to the translations from the epic poetry. The analysis focuses especially on the rendering of the Greek epithets. Quasimodo's translations are put into the wider frame of the Homeric versions dated to the last Century, which are metrically and formally divergent. The final result of Quasimodo's work offers to the reader a Homer 'lyricized', sounding less grandiloquent when compared to other versions of the same period (as, for instance, those of Rosa Calzecchi Onesti).
Acme 62 (2009), 87-115.
L'epos di corinto e omero 1. Tradizioni corinzie ed Iliade: un problema "secolare"
ARF (Appunti Romani di Filologia) 13, Pisa-Roma., 2011
This paper concerns the meta-poetic features characterising two epigrams by Alcaeus of Messene, 16 G-P and 11 G-P. Firstly (pp. 11-17), it intends to demonstrate, by means of etymological analysis, how the deep meaning of 16 G-P, namely an enigmatic epitaph for a girl, lies in the comparison between the activity of making riddles and that of composing poetry of a riddling nature. Secondly (pp. 17-28), it will show how 11 G-P, far from being just a somewhat conventional praise of Homer, focuses on the image of children who, “waving” ("uphenamenoi" 11 G-P, v. 2) a riddle, kill Homer, meant as a metaphor for Hellenistic poets and, among them, for Alcaeus, the kamòn aìnigma (16 G-P, v. 9). In order to do this, a brief survey will be given of the biographical tradition about Homer, of folklore studies on “neck-riddles”, and of the meta-poetic value of the image of childhood as it appears in some other loci of Hellenistic poetry.
Prometeo, 2022
Pochi esempi contundenti indicano che gli studi umanistici stanno morendo perché i tromboni che occupano l’Accademia non sanno leggere. S’intravede un futuro da evitare. Private da una visione umanistica, umanista, umana, le nostre società moriranno per mano di pseudo scienziati al servizio dei potenti di turno. Si delinea una soluzione: i tromboni dell’Accademia possono imparare a leggere. Non è mai troppo tardi per capire Omero e Parmenide, con l’aiuto di Cappuccetto Rosso. Avendo imparato a leggere testi & fenomeni, potranno insegnare ai tromboni scienziati la differenza tra “conoscenza specialistica” e “competenza sistemica”. Non averlo capito è la causa di un disastro planetario attribuita ad una pandemia preoccupante ma normale. Speriamo che imparino in tempo per la Covid-21.
Un episodio dimenticato del contrasto fra scienza e Chiesa a metà dell'ottocento; protagonisti il fisico mantovanoGilberto Govi, di origini ebraiche, e il matematico cattolico Francesco Faà di Bruno.
Omero e il paratesto. Sulla proprietà letteraria nel mondo greco e una irrisolta questione dei papiri dell'Iliade e dell'Odissea. ZPE, 2017
In età romana, l'Iliade e l'Odissea si distinguevano per due aspetti singolari, nella loro presentazione libraria, da tanta altra letteratura in circolazione. L'uno, notissimo, consisteva nella suddivisione del testo secondo le lettere dell'alfabeto ionico. Ciascun poema si presentava così in 24 rapsodie, contrassegnate dall'Α all'Ω. È ciò che si ricava dai papiri dell'epoca ancora oggi conservati e da qualche testimonianza letteraria a nostra disposizione.
Acme 59, 3, pp. 3-24, 2006
Alcune scene omeriche di carattere simposiale (Il. 24; Od. 4) presentano conversazioni tra eroi che ricordano da vicino tematiche dell'elegia trenodica. Il lutto infatti costituisce una tematica ben presente tra i temi più caratteristici dell'elegia. I rapporti tra epos ed elegia non sono unidirezionali: bisogna pensare alla possibilità che in alcuni casi anche l'elegia possa aver influenzato l'epos.
In Gesù Cristo il nuovo umanesimo. 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (Firenze 9 e il 13 novembre 2015)
"Neoclassicism: what is that?, ed. H. C. Guenther, 2019
Ugo Foscolo è riconosciuto uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo italiano nella sua fase finale, quella dell'epoca napoleonica, quando con l'età delle rivoluzioni tramontava anche Gandini 390 proliferavano le traduzioni in italiano dei poemi omerici. Non mancò di cimentarsi in questa impresa anche Foscolo, che, in virtù delle sue origini, rivendicava una dimestichezza tanto con la cultura quanto con la lingua di Omero superiore a quella che potessero vantare tanti dotti del suo tempo 6 . Nel 1807 vide la luce un Esperimento di traduzione dalla Iliade di Omero di Ugo 6 Incerta è, in verità, l'effettiva conoscenza del greco antico da parte di Foscolo. A Zante, egli ebbe modo di frequentare buone scuole ma, in seguito al trasferimento in Italia, non è nei rapporti con la madrepatria che va cercata traccia dei suoi studi di greco. Ciò vale, in particolare, per il contatto con il più giovane poeta conterraneo A. Kalvos (1792-1869), segretario di Foscolo dal 1812 e fino ai primi anni dell'esilio inglese. Kalvos era giunto in Italia bambino e il suo apprendistato poetico si compì in italiano e sotto l'egida di Foscolo, dalla cui poesia indirettamente trae i riferimenti ai classici, specie greci, presenti nella sua opera. Significativo ciò che questi scrive del giovane allievo a un corrispondente poco dopo l'inizio della loro collaborazione: «questo Calbo scrive di elegante carattere, sa un po' di francese e di greco, ma moltissimo di italiano (corsivo mio)» (lettera a M. Ciciliani del 1° ottobre 1813, EN XVII 377-378). Quando Kalvos invia a Foscolo la prima composizione poetica in greco, l'Ode agli Ioni, si vede rispondere di lasciar perdere «il sonnettare, e inneggiare, e rimare» se non vuole scadere nella mediocrità; piuttosto, prima di scrivere altri versi, dovrebbe dedicarsi a uno studio più accurato dei classici. Ancora nelle opere successive, tuttavia, a differenza di quanto si è a lungo creduto, Kalvos continuerà a mostrare scarsa conoscenza della lingua e della letteratura greca antica, una forte influenza linguistica dell'italiano e assai poca competenza in materia di filologia e cultura classica. Vd. Paschalis (2017) e, più diffusamente, Paschalis (2013) 87-199, 263-286. Foscolo potrebbe, piuttosto, avere approfondito la propria conoscenza del greco nei collegi che frequentò a Venezia e, negli anni successivi, da autodidatta. Tra i libri in suo possesso a Firenze si trovavano diverse edizioni di classici, anche greci, ma la maggior parte è in traduzione italiana o francese, o reca almeno un testo latino a fronte. Assai più complessa la ricostruzione della biblioteca personale di Foscolo a Milano e, soprattutto, delle sue letture negli anni londinesi, ancora in buona parte un desideratum. Cf. Piola Caselli , .
"Koinonia" 42, 2018
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La scelta del tema di questo volume mi pare particolarmente felice e significativa. C'è nella cultura greca un vivo interesse per lo "stato delle origini", il tempo del primitivo e dell'arcaico, che attraversa mitologia, storiografia, poesia e filosofia, e non si limita alla pur viva curiosità etnologica. Il problema della condizione originaria dell'umanità è soprattutto al centro del grande dibattito antropologico che attraversa i decenni tra la fine del V e l'inizio del IV secolo.
Libro XVIII 295 La lotta fra i due accattoni, Odìsseo ed Iro Libro XIX 309 Il colloquio tra Penelope e Odìsseo. Il riconoscimento da parte di Euriclèa Libro XX 329 Il banchetto a palazzo e il riso dei Pretendenti Libro XXI 343 L'arco di Odisseo Libro XXII 357 La strage dei Pretendenti Libro XXIII 373 Penelope Libro XXIV 385 Laerte, l'ultimo scontro e la riconciliazione finale 7 Libro I Atena ad Itaca Invocazione alla Musa. Concilio degli dèi. Atena scende ad Itaca e, sotto le sembianze di Mente, re dei Tafii, incontra Telemaco nella reggia e gli suggerisce di recarsi a Pilo, presso Nestore, e a Sparta, presso Menelao, a informarsi di suo padre. Telemaco, rimasto solo, discute con i Pretendenti. Sua madre, Penelope, scende dalle sue stanze, attratta dal canto di Femio, il cantore di corte, e lo prega di cantare argomenti diversi da quello del ritorno dalla guerra di Troia. Telemaco la invita a tornare nelle sue stanze, quindi comunica ai Pretendenti la sua intenzione di convocare l'indomani l'assemblea del popolo di Itaca, per discutere sulla situazione. Giunta la sera, si reca a dormire nella sua stanza, dove lo accoglie la balia Euriclèa; quindi si addormenta, pensando al viaggio programmato. 8 9
Espiritu Cuadernos Del Instituto Filosofico De Balmesiana, 2011
Il cantore che, accompagnandosi con la cetra, celebrava le gesta di dèi ed eroi si chiamava ἀοιδός («aedo»): si trattava di esecutori e compositori al tempo stesso, personaggi socialmente rilevanti come mostrano le figure di Demodoco e Femio nell'Odissea.
2018
EnglishRelying on the most recent scholarly findings, this essay quickly retraces the presence of the figure of Homer and its meaning in the whole of Giovanni Boccaccio’s literary works. The aim is to ponder the role of the Greek poet in the intellectual biography of Boccaccio, and to better understand the author’s knowledge of Homer in its chronolog-ical development and unfolding. In this chronological survey, a prominent role is played by the recently reemerged Homer’s portrait, which is sketched in the final page of the so-called ‘Toledan Dante’. The essay focuses on the meaning of this fascinating and enig-matic page, in order to formulate a new interpretative hypothesis. italianoIl saggio ripercorre rapidamente l’intera produzione letteraria di Giovanni Boccaccio al fine di riflettere, in prospettiva diacronica e alla luce delle scoperte piu recenti, sulla presenza e sul senso della presenza del poeta greco nella biografia intellettuale del Certaldese e di meglio collocare nel ...
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