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2003, La Rivista dei Libri
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Recensione di Mary Warnock, Making babies. Is there a right to have children?, Oxford, Oxford University Press, 2002, pp. 120.
"Fata "Morgana", 2018
Il saggio si sofferma sull'infanzia migratoria e i "figli dell'ombra" del titolo con riferimento all'analisi di alcuni film del cinema italiano, nonché richiami alla tradizione canora italiana, alla letteratura, alla psicoanalisi, alla filosofia etc. La sua pubblicazione è all'interno di un numero monografico dedicato all'Infanzia dalla rivista di fascia A "Fata Morgana".
2005
Questo lavoro si propone di spiegare la relazione tra costo dei figli e scelte procreative nell'ambito di un modello collettivo di scelte familiari. Nel perseguire questo obiettivo distingue il costo di mantenimento del figlio, misurato attraverso le scala di equivalenza, dal costo di accrescimento di un figlio, che comprende, oltre al costo di mantenimento, anche il costo del tempo che i genitori dedicano alla cura dei figli e che dipende dalla propensione dei genitori ad investire sulla qualità dei figli. Il costo di mantenimento del bambino serve per operare confronti interfamiliari, mentre il costo di accrescimento del bambino è appropriato per spiegare le scelte procreative. Lo studio analizza la relazione tra costo dei figli e scelte procreative esaminando tre importanti quesiti relativi alla presenza dei figli nella famiglia: 1) la questione positiva, 2) la questione delle necessità, e 3) la questione della spesa. L'informazione relativa alla spesa consente di stimare il costo di accrescimento dei figli, purché sia noto come vengono allocate le risorse in famiglia, cioè quanto viene speso per gli adulti e quanto per i bambini. Il modello collettivo dell'economia familiare, che pone enfasi sugli individui piuttosto che sulla famiglia nel suo complesso, consente di stimare il costo di accrescimento del figlio, cioè di risolvere la questione della spesa, e permette di comprendere in modo più completo la relazione tra costo dei figli e scelte procreative.
Vengono esaminati da più autori alcuni miti nei loro aspetti fondativi del diritto di varie civiltà
Persona y Derecho, 2018
The aim of this article is just to examine some res novae in contemporary law in order to test their potentialities and to identify bias from which the legal theory must be set free. The attention concerns human rights, the process of constitutionalization and internationalization of law, the primacy of human person and, therefore, of adjudication, legal pluralism and the evolution of the concept of legal system. What keeps together all these res novae is the relevance of practical reason in the field of legal theory.
Versione leggermente modificata di G. Itzcovich, Pinocchio e il diritto, in “Materiali per una storia della cultura giuridica”, 37/1, 2007, pp. 239-268
Versione leggermente modificata di G. Itzcovich, Pinocchio e il diritto, in "Materiali per una storia della cultura giuridica", 37/1, 2007, pp. 239-268 PINOCCHIO E IL DIRITTO di Giulio Itzcovich Guardi che litania prolissa! Obbligatorio il far da giurati, obbligatorio il servizio militare, obbligatorio il pagamento delle tasse, obbligatorio il far da membro (frase indecorosa e quasi avvilitiva) nelle commissioni di sindacato, e per giunta, obbligatoria anche l'istruzione elementare… Carlo Collodi, Come studiavano i fiorentini 1. Premessa. Pinocchio e le discipline C'è, in pieno Ottocento, una vena realistica plebea che non accetta la fede, illuministica prima, positivistica poi, nelle "magnifiche sorti e progressive" dell'educazione pubblica-statale. È un luogo comune popolare, è il grido e il lamento di Pinocchio: prima il pane, la strada, la vita, poisemmai, se proprio bisogna -gli abbecedari, i maestri, i pedagoghi. All'epoca, la resistenza alla pubblica istruzione, al processo di scolarizzazione come obiettivo politico e cura del governo, doveva essere del tutto generica, quasi pre-politica: era di matrice democratico-repubblicana, liberale, clericale, reazionaria? Tutte queste cose e nessuna, al tempo stesso "autenticamente popolare" e "codina" 1 . Era una resistenza propriamente "generica" 2 : per tutti e di nessuno, parziale e universale; intempestiva, sgradevole, inclassificabile nel sistema politico. Oggi sarebbe davvero molto semplice liquidarla come demagogica e qualunquista. Nella vita politica italiana, ne troviamo tracce nell'opposizione alla legge Coppino del 1877 sull'obbligo scolastico: una delle più importanti riforme della Sinistra storica, esercizio fra i più illuminati e progressisti della funzione di governo. Alcuni scritti di Carlo Lorenzini (Collodi) offrono una testimonianza ingombrante di questo rifiuto della scolarizzazione come obiettivo di politica pubblica, o più in generale del rifiuto della scuola. Soprattutto la lettera aperta al Ministro della pubblica istruzione Pane e libri («avete sragionato così: "Per rigenerare i popoli […] bisogna illuminare le masse! Illuminiamo dunque le masse!" […] Date retta a me, che sono ignorante: meno chiacchiere e più pane!») 3 e il passo degli Ultimi fiorentini riportato in epigrafe 4 , ma anche le Avventure di Pinocchio 5 e un passo brillante delle Macchiette («i pedagoghi e i maestri di scuola, 1 Ciò, ovviamente, non significa che le forze politiche non si dividessero su questioni come la creazione e l'organizzazione di un sistema scolastico nazionale, l'opportunità di introdurre l'obbligo scolastico, finalità e programmi della pubblica istruzione, ecc. Vedi, in generale, E. De Fort, La scuola elementare dall'Unità alla caduta del fascismo, Bologna, Il Mulino, 1996. 2 Sul concetto di "generico", vedi A. Badiou, L'essere e l'evento (1988), Genova, Melangolo, 1995, cap. XXXI, pp. 329 ss.; Id., Manifesto per la filosofia (1989), Milano, Feltrinelli, 1991 C. Collodi, Pane e libri (A S.E. il Ministro Berti e C.), pubblicata nel 1884 su "La Vendetta. Gazzetta del popolo", raccolta in Id., Note gaie, a cura di G. Rigutini, Firenze, Bemporad, 1892, pp. 185-190, Omessa dall'edizione critica C. Collodi, Opere, a cura di D. Marcheschi, Milano, Mondadori, 1995, se ne può leggere un estratto in R. Bertacchini, Collodi educatore, Firenze, La Nuova Italia, 1964, pp. 50 s. 4 C. Collodi, Gli ultimi fiorentini, in Id., Occhi e nasi (Ricordi dal vero) (1881), ora in Id., Opere, cit., pp. 315-320, p. 318. 5 C. Collodi, Le avventure di Pinocchio (1883), Torino, Einaudi, 2002. Sul tema dei rapporti fra Pinocchio e la scuola -«a me la scuola fa venire i dolori di corpo» (ivi, cap. XXV, p. 95)tornerò più avanti. Fra i molti episodi significativi, mi limito qui a ricordare quello in cui i libri scolasticifra cui il Giannettino e il Minuzzolo, scritti dallo stesso Collodi vengono scagliati contro Pinocchio e finiscono in mare; i pesci, «dopo avere abboccata qualche pagina o qualche frontespizio, la risputavano subito, facendo con la bocca una certa smorfia che pareva volesse dire: "Non è roba per noi: noi siamo avvezzi a cibarci molto meglio"» (ivi, cap. XXVII, p. 103).
M. Cavina, Diritto di famiglia, in Il contributo italiano alla storia del pensiero, ottava appendice, Diritto, Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, a cura di P. Cappellini et alii, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2012
Un recente manuale sul diritto di famiglia così definisce il proprio ambito disciplinare: Il diritto di famiglia è quell'insieme di norme giuridiche che disciplina le relazioni familiari; dette norme appartengono a molteplici settori dell'ordinamento, ancorché in diversa misura: al diritto privato in primo luogo, ma anche al diritto costituzionale, internazionale privato, penale, processuale civile e penale, ecclesiastico, tributario, del lavoro, amministrativo e regionale. Il diritto di famiglia ricomprende inoltre norme di ordinamenti diversi da quello interno, quali il canonico, l'internazionale ed il comunitario (M.
Lo Stato , 2023
Alessio Lo Giudice’s Il dramma del giudizio is certainly a book worth reading. It is fluent, at times compelling, and enriched by literary references. There are two visual angles from which to look at this book. The first is to explore the idea that judgment embodies the essential aspect of law. The second angle of view consists in deepening the dramatic dimension of judgment. Judgment, like drama, is an expression of conflicting human actions. Not only does it presuppose a conflict between human beings, but it is conflictual.
La realtà attuale è caratterizzata spesso dall'enunciazione, quando non addirittura dalla solenne proclamazione di diritti, che poi restano inevasi a causa dell'impossibilità di farli valere, per mancanza di idonei procedimenti di attuazione.
UMBERTO CELLI Il Diritto alla Verità nell´ottica del Diritto Internazionale: il caso brasiliano Sommario: 1 -L´origine del diritto alla verità; 2 -Il sistema interamericano e la progressiva evoluzione e costruzione del diritto alla verità; 3 -Un principio emergente nel diritto internazionale; 4 -La Convenzione Interamericana dei Diritti dell'Uomo e la legge di amnistia brasiliana; 5 -La Commissione per la verità del Brasile; 6 -Considerazioni Finali. 1. L´origine del diritto alla verità Nel quadro del diritto internazionale, l´origine del diritto alla verità risale al diritto internazionale umanitario dei familiari di conoscere la sorte dei propri congiunti. Questo diritto è sancito negli articoli 32 e 33 del I Protocollo Addizionale alle Convenzioni di Ginevra del 1949 1 , adottato nel 1977, nonché negli obblighi delle parti belligeranti nei conflitti armati internazionali di cercare persone scomparse. Questi articoli trattano specificamente del diritto alla verità delle persone scomparse in conseguenza del conflitto ed impegnano le parti belligeranti ad assumere tutti i provvedimenti necessari a questo scopo. 2 Con il tempo, la sparizione forzata di persone ed altre gravi violazioni di diritti umani durante periodi di estrema violenza sponsorizzata da Stati, in particolare in numerosi paesi dell'America Latina, come Cile, Brasile e Argentina, portarono ad una interpretazione più Professore ordinario di Diritto Internazionale all´Università di San Paolo, Brasile. Preside della Scuola di Giurisprudenza di Ribeirão Preto dell´Università di San Paolo. Contributo sottoposto positivamente al referaggio secondo le regole del double blind peer-review. 1 Le quattro Convenzioni di Ginevra del 1949 hanno portato un importante passo avanti per il diritto internazionale umanitario. Esse sono state completate nel 1977 con l'adozione dei Protocolli I e II, recepiti in Brasile dal decreto n. 849 del 25 giugno 1993. Recita infatti l'art. 32 del I Protocollo aggiuntivo (rubricato Principio generale): «Nell'applicazione della presente Sezione, le attività delle Alti Parti contraenti, delle Parti in conflitto e delle organizzazioni umanitarie internazionali menzionate nelle Convenzioni e nel presente Protocollo, dovranno essere motivate soprattutto dal diritto che hanno le famiglie di conoscere la sorte dei loro membri.» 2 L. E. BORGES. O Direito Internacional Humanitário. Belo Horizonte, 2006, p. 113.
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I nostri Figli sono OPERE D'ARTE
Frammenti di sociologia del diritto, Patti (Me): Kimerik (ISBN 9788860963062), 2008
La discesa del Figlio dell’Uomo, 2015
Giornale di Storia Costituzionale, 2020
TEORIE E PRATICHE NELLE CLINICHE LEGALI, 2018
Affari Sociali Internazionali, n. 1, 2006
WAR! L’esperienza della guerra fra storia, folclore e letteratura, a cura di S. Barillari, Castel Negrino Editore, Milano, 2016.