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2008, in "Futuro femminile. Passioni e ragioni nelle voci del femminismo dal dopoguerra ad oggi", Lorella Reale (a cura di), Luca Sossella Editore, Roma, pp. 19 – 32
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Il capitolo che segue è dedicato alle "inclassificabili", ovvero a realtà che non appartengono direttamente né al mondo dell'associazionismo, né a quello istituzionale: l'essere inclassificabili è, secondo noi, una caratteristica trasversale che, pur nella diversità delle pratiche e dei contenuti, accomuna e in qualche modo racconta molti dei percorsi politici femministi contemporanei.
I visibili invisibili, 2019
Le classi multidiverse composte da visibili e invisibili sono l’integrazione di diversità spesso incomprese che non trovano un luogo, un’identità, una conservazione del proprio passato, uno spazio reale di comunicazione dove poter imparare ancora, dove poter arricchire le proprie vite di pezzi unici che uniti a esperienze pregresse danno voce al futuro. L’inclusione diventa così un paradigma pedagogico, secondo il quale l’accoglienza della differenza non è condizionata dalla disponibilità della “maggioranza” a integrare una “minoranza”, ma scaturisce dal riconoscimento del comune diritto alla diversità, una diversità che comprende la molteplicità delle situazioni personali, così che è l’eterogeneità a divenire normalità.
1 Per una genealogia della concezione occidentale della formazione che affronta l'arduo tema dell'origine delle pratiche sapienziali si veda il testo di Carlo Sini Le arti dinamiche.Filosofia e pedagogia, libro VI di C.Sini, Figure dell'enciclopedia filosofica, Jaca Book, Milano, 2005. A questo tema l'autore ritorna, confrontandosi con la lettura dell'origine della sapienza greca di Giorgio Colli, in C.Sini, Uno sguardo sulla sapienza greca, in Ermeneutica e grecità, a cura di R.Fabbrichesi, ETS, Pisa, 2009, pp.13-22. 2 Scrive Niezsche a proposito in una lettera a Carl Fuchs del 14 dicembre 1887: " In Germania si lamentano delle mie 'eccentricità'. Ma poiché non sanno dove è il mio centro, difficilmente si scoprirà la verità, dove e quando finora sono stato eccentrico. Per esempio, quando ero filologo ero al di fuori del mio centro. Un po' alla volta certamente la parte più intima di noi stessi ci riporta alla disciplina dell'unità, quella passione, a lungo senza nome, ci salva da tutte le digressioni e dispersioni, quel compito, di cui siamo involontariamente missionari. ( in Cronologia, in appendice a F.Nietzsche, Götzen-Dämmerung, tr.it. di F.Masini, a cura di G.Colli e M. Montinari, Adelphi, Milano, 1983, pp.145-146) 3 Basti, a tale proposito, un aforisma tra i tanti: "Pubblica istruzione. Nei grandi Stati la pubblica istruzione sarà sempre tutt'al più mediocre, per la stessa ragione per cui nelle cucine grandi si cucina nel miglior caso mediocremente. " (F.Nietzsche, Menschliches, Allzumenscliches, tr.it di S.Giametta, a cura di G.Colli e M. Montinari, Adelphi, Milano, 1965, vol.I, pag.255)
Ri-Vista. Research for landscape architecture
Considering the intangible dimension of design is much more relevant than it may seem. Bearing in mind the limited room for manoeuvre the designer has when he receives a commission, since he is usually strongly constrained by the limitations of use and function, the consideration of the immaterial dimension of the project is perhaps the only way he can direct it and think of it as a whole. Thinking of the intangible as a project implies making the invisible visible, knowing how to generate a very subtle narration of the place that captures and attracts our gaze without clamour; a gaze that will not be homogeneous, because the perception of public space is always subject to nuances.
Il nostro pianeta è un luogo di squisita bellezza, fatto materialmente con il respiro, il sangue, e le ossa dei nostri avi. Dobbiamo riprendere la nostra antica percezione della Terra come organismo, e tornare a rispettarla. James Lovelock La teoria delle catastrofi ci insegna che i grandi cambiamenti avvengono a salti, in modo discontinuo e imprevedibile; nel Diciannovesimo secolo la scoperta della geometria sferica da parte di Bernhard Riemann ci ha aperto porte prima inimmaginabili nel percorso della conoscenza. Un evento che rivoluzionò la matematica e la topologia e che sarebbe diventato la chiave per la formalizzazione della struttura stessa dell'universo. Ancora più indietro nel tempo, secoli prima la scoperta della geometria sferica, l'uomo si accorse della curvatura della Terra; due eventi correlati che ci hanno permesso di avere nuovi strumenti, e protesi concettuali per scoprire le nostre nuove Indie; dalla concezione della cosmografia mesopotamica dove il mondo era descritto come un disco piatto galleggiante nell'oceano alle nostre mappe il salto non ha riguardato tanto il dettaglio sempre più fine della rappresentazione, quanto il passaggio dal bidimensionale al tridimensionale. Un modello a tre dimensioni contiene un numero maggiore di informazioni rispetto ad un modello a due dimensioni. D'altro canto, la quantità di informazione di cui disponiamo oggi rende il modello tridimensionale inadueguato ad una descrizione accurata della realtà, le informazioni che riguardano ogni evento sono necessariamente calate in uno spazio dove la dimensione tempo riveste grande importanza e lo spazio delle relazioni è di tipo quadridimensionale, uno spazio che può essere agevolmente descritto da un ipersfera. Di seguito, pur nella necessaria concisione di questo articolo, cercherò di approfondire il perché un modello quadridimensionale potrebbe essere più adatto alla descrizione della nostra attuale visione del mondo. Da milioni di anni, in quanto esseri viventi, siamo immersi nella biosfera secondo modalità che esulano in gran parte dalla nostra consapevolezza; aree buie della percezione, sistemi nascosti che in qualche modo influiscono sulla vita di ognuno. Quello che consideriamo mondo esterno emerge da relazioni che continuamente, noi membri della grande famiglia degli esseri viventi, instauriamo con ogni cosa visibile e invisibile. Ogni ambiente, ogni atmosfera sono prima di tutto prodotti dall'accoppiamento strutturale fra noi e il mondo. La nostra stessa coscienza è definita dal nostro interagire con il mondo e dipende solo in parte dal sistema nervoso. Noi non siamo interamente nel nostro cervello ma siamo individuati dalla relazione che si instaura fra il nostro cervello, il nostro corpo e l'ambiente in cui siamo immersi. La nostra mente non è nascosta dentro il nostro corpo ma emerge dalla dinamica con cui ci relazioniamo col mondo. La percezione è legata alle azioni del corpo, un corpo animato è un corpo partecipe allo spazio e alle cose. Secondo un approccio enattivo o esternalista alla percezione, l'esperienza è prodotta dall'integrazione fra percezione e azione, secondo tale ottica il percepire è un atto creativo che genera la realtà. La vita stessa consiste in continuo sforzo per rendere il mondo reale; attraverso la manipolazione e la rappresentazione della realtà creiamo mondi mentali che indirizziamo verso una loro fattibilità nel reale, in una possibilità di esistenza, micromondi di coerenza che come bolle di sapone si fondono o esplodono incontrandosi. Considerare la percezione come atto creativo significa porsi all'interno dell'organizzazione del mondo non solo intesi come parte in continuità fisica ma soprattutto come artefici di realtà: siamo parte del paesaggio, dell'ambiente e nell'atto di percepirlo lo trasformiamo.
ella storia dei partiti italiani molti sono i soggetti politici che necessitano di maggiore indagine e comprensione. Pochi, però, sono, a tutt'oggi, sostanzialmente ignorati o dimenticati. Il caso forse più eclatante è quello che riguarda il Partito socialista di unità proletaria: il Psiup. Addirittura nelle memorie di molti dei suoi dirigenti o militanti infatti, la permanenza nel Psiup è limitata a poche righe e a qualche breve accenno 1 , se non a vere e proprie omissioni. È un problema generalizzato che coinvolge tutti, da coloro i quali confluiscono poi nel Pci, a coloro i quali continuano le proprie esperienze in altre organizzazioni extraparlamentari o nel Psi. Tutto questo tenderebbe a confermare quanti ritengono l'esperienza del Psiup una semplice anomalia del socialismo, il «Partito Scomparso In Un Pomeriggio» 2 , come viene ironicamente ricordato dopo il rapido processo di scioglimento. Non è compito di questo contributo ricostruire la storia organizzativa del Psiup perché ben altro sarebbe lo spazio necessario per un simile tentativo. Un tentativo
Lessico della crisi e del possibile, Cento lemmi per praticare il presente, Torino, Edizioni SEB27, 2019
Neuróptica
Reseña de: BINDI, V. E RAFFAELLI, L., Che cos'è un fumetto, Roma, Carocci editore, 2021.
Versione più estesa del testo pubblicato in: CRUL Una cultura per la società dell’informazione, a cura di M. Morcellini, Roma Sapienza 2016, pp. 57-60. In the field of communication, sustainibility means, above all, readability: this is the central idea of the article, that is divided in three parts. In the first part, the term sustainibility is analysed in the light of its history and of some interlinguistic aspects. The second point is centered on the parameters of sustainable communication and the specific competences related to the reading and comprehension of messages texts. The last section outlines the project "LEGLab (Legibility and Eyetracker Glass Laboratory)" in orderto discuss the necessity of observing the new readers and studying the changes related to the effects of new technologies and the heterogenous environment of the cities and their human landscapes, different in terms of clothing, language, identity and conceptualizing processes. The risks of the inaccessibility and of a New Tower of Babel are very high. Fortunately, one of the consequences of the horrible terroristic attacks to Europe is the birth of an unusual sense of responsibility, maybe of an renewed humanism and a deep passion for the culture. So, the new technologies-that on one hand are stealing something to the readers-on the other will help them, at least until we will be able to construct original paths between the ancient and modern ideas, words and "ethnoknowledges". Prendendo l'abbrivio da una parafrasi di contrappunto del titolo del famoso romanzo di Milan Kundera sulla nesnesitelná lehkost bytí sembra più facile comprendere l'articolato iter semantico della parola sostenibilità. Si sa bene che l'origine del termine si ascrive a un ambiente molto diverso da quello letterario e che il suo impiego fu connesso soprattutto al concetto di 'inesauribile' e 'incessante'. Così lo utilizzò nel '700 Hans Carl von Carlowitz nel suo trattato sulla Silvicultura oeconomica accennando alla importanza di un uso sostenibile (nachhaltende Nutzung) delle risorse e con questo stesso senso apparve poi agli inizi del '900 la parola Nachhaltigkeit 'sostenibiltà', in riferimento sia alla quantità di combustibile necessario per riscaldare un ambiente, sia per tradurre il latino perpetuitas. Completamente distinto dall'italiano sostenibile-adottato già da Lorenzo Magalotti nel '700 con il significato di 'difendibile' (e riferito al «ripiego di levar ogn'anima agl' irrazionali, riducendoli a semplici macchine semoventi»)-, il termine inglese sustainibility, invece, tra il 1960 e il 1990, acquisisce una notevole importanza e una rinnovata valenza culturale. Per merito dei movimenti ecologisti passa, infatti, dalla semplice delimitazione di una generica idea di «ability to avoid the depletion of natural resources in order to maintain an ecological balance», alla inclusione ed espansione di un dominio concettuale sempre più complesso e diventa programma anche socio-economico, per trasformarsi addirittura in «a requirement of our generation to manage the resource base such that the average quality of life that we ensure ourselves can potentially be shared by all futur generations» (Asheim1994).
Alberto Petrucciani, La catalogazione degli incunaboli. In: Il linguaggio della biblioteca: scritti in onore di Diego Maltese, raccolti da Mauro Guerrini. Firenze: Regione Toscana, Giunta regionale, 1994 (stampa 1995), p. 567-588. (Altra edizione: Milano: Ed. Bibliografica, 1996, p. 809-829).
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d'Intrattabile temperamento. Mario Grasso, paradossi e parossismi d'un intellettuale fuori dalla grazia degli uomini, 2019
XIV, 2020/3 (luglio-settembre), 2020
I giustizieri. Propaganda del fatto e attentati anarchici di fine Ottocento, 2018
‘VEDERE’ L’INVISIBILE RILEGGENDO IL XXXIV LIBRO SULLA NATURA DI EPICURO (PHERC. 1431), 2020
Eastern Theological Journal 4 (2018) 2, 191–216., 2019
Confini, migrazioni e diritti umani, 2022
L’impossibilità normativa, a cura di P. Di Lucia e S. Colloca, Milano: LED, 2015, pp. 127-148., 2015
Sensibilia 6 - "Cose" - John Cabot University - March 23 , 2012