Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
N. Conati, Lo spirito e la follia in Benedetto Croce, 2013.
Vorrei proporre una piccola riflessione sulla concezione della follia e dello spirito in Benedetto Croce. Il punto di partenza della nostra ricerca è il saggio “Un indagatore del mistero dell’universo”, risalente al 1905.Croce entra in corrispondenza con questo Luigi Martinotti: egli mostra come in un tipo molto strambo, riusciva a distinguere il lato filosofico, da quello caratterizzato da una leggera pazzia.In questo nostro percorso dobbiamo sempre ricordarci che in Croce, non c’è alcuna ragione di distinguere spirito sano e malato, per il fatto che lo spirito è sempre sano, o detto più chiaramente,lo spirito non può mai essere malato.
Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici, 2012
Negli ultimi anni la ricerca storiografica è pervenuta ad una soddisfacente definizione dell’esoterismo, inteso come un insieme di correnti e movimenti dell’Occidente moderno caratterizzati da una comune «forma di pensiero». Ciò ha suscitato indagini feconde sui rapporti tra tali tradizioni e le varie dimensioni (arte, letteratura, scienza, pensiero politico) della cultura europea moderna e contemporanea. Nel panorama editoriale italiano odierno, un’espressione compiuta di tale indirizzo di ricerca è il venticinquesimo tomo della Storia d’Italia di Einaudi (2010), dedicato, appunto, all’«Esoterismo». Come illustrato dal volume in questione, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento si assiste anche in Italia all’emergere (o al riemergere) di una spiccata sensibilità nei confronti delle tematiche esoteriche. L’interesse per queste ultime travalica rapidamente i confini dei singoli milieux occultisti, finendo per contagiare vaste cerchie di intellettuali. Se già nella seconda metà dell’Ottocento personalità di spicco come Capuana e Fogazzaro si erano fatte portavoce dello spiritismo di Kardec, all’inizio del nuovo secolo la teosofia e l’antroposofia si diffondono in modo capillare negli ambienti intellettuali, coinvolgendo scrittori come Giovanni Amendola e suscitando entusiasmi nelle avanguardie letterarie. Tali correnti, unendosi a tradizioni endogene, erano destinate ad alimentare in modo originale il dibattito sul sacro nell’Italia della prima metà del Novecento, e a spianare la strada a nuove forme di spiritualità. Date queste premesse, è lecito aspettarsi che una personalità intellettuale come quella di Benedetto Croce, al centro di una fitta rete di conoscenze e attento alle varie istanze culturali del suo tempo, finisse per incontrare sulla sua strada tematiche, problematiche e personaggi appartenenti all’ambito esoterico; ed infatti così fu. A favorire questo incontro, come mostrato a suo tempo da Daniela Coli, fu senza dubbio il ruolo di «consulente letterario» ricoperto da Croce presso Laterza per tutta la prima metà del secolo. Sia Laterza che lo stesso Croce, infatti, erano spesso sollecitati da autori (e traduttori) di spiritualità ed esoterismo, desiderosi di veder pubblicate le proprie opere dall’editore di Bari. Quest’ultimo, non disdegnando gli introiti garantiti da tali pubblicazioni, che andavano a compensare le magre vendite della «roba grave» sponsorizzata da Croce, aveva istituito a tal fine la celebre «Collezione di studi religiosi, iniziatici ed esoterici». Fu così che dinanzi agli occhi del filosofo si spalancarono i vasti spazi delle emergenti religiosità occultiste ed esoteriche, che all’inizio del Novecento godevano di ampia popolarità, e con cui un editore accorto come Laterza non poteva non misurarsi. Ma l'incontro tra Croce e l'esoterismo, da un punto di vista più generale, fu anche il naturale prodotto della temperie culturale dei primi decenni del Novecento, caratterizzata da una vivace reazione antipositivista che vide coinvolti, assieme ai più autorevoli interpreti del neohegelismo italiano, gli ambienti delle avanguardie letterarie e le più varie correnti spiritualiste ed esoteriche. L'osmosi tra queste diverse aree culturali fu tale che alcuni pensatori idealisti – il caso più emblematico fu quello di Piero Martinetti – integrarono senza difficoltà, all'interno del proprio sistema speculativo, robuste suggestioni esoteriche ed orientalistiche, pur tenendo a scanso di equivoci a distinguersi, sul piano filosofico, da ciò che percepivano come forme di occultismo e di «irrazionalismo» deteriore. Esaminare questo rapporto teso, e talora apertamente conflittuale, tra Croce e le correnti esoteriche dell'inizio del Novecento, anche alla luce delle ultime pubblicazioni e risultanze documentali, non esaurisce tuttavia la problematica che qui ci proponiamo di affrontare. Anzi, proprio l’essersi molto soffermati, in passato, sul ruolo di «censore» svolto da Croce, sui suoi ricorrenti «rimbrotti» al Laterza e sulle sue vibranti denunce dell'irrazionalismo del suo tempo, ha generato un paradigma interpretativo che, pur cogliendo alcuni importanti elementi di verità, è tuttavia piuttosto fuorviante se applicato in modo estensivo: quello di un Croce anti-esoterico, in quanto ostile alle nuove religiosità occulteggianti e sospettoso nei confronti di tutto quanto esulasse dai criteri di una salvifica ragione filosoficamente intesa. Un paradigma simile è debole per inquadrare il rapporto tra Croce e l’esoterismo, e lo è perché poggia su una visione riduttrice dell’esoterismo stesso. Un simile approccio ha senso, infatti, solo se ci si limita ad includere in questa categoria i movimenti esoterici sorti in Europa tra la metà dell’Ottocento e la metà del Novecento (spiritismo, occultismo, teosofia blavatskiana, antroposofia, varie forme di tradizionalismo e perennialismo). Se intendiamo con «esoterismo», invece, la «forma di pensiero» descritta dagli studi accademici recenti, che fa la sua comparsa nel Rinascimento nelle sue articolazioni neoplatoniche, magiche e ermetizzanti, e che intrattiene rapporti complessi e strutturali con la genesi della modernità, il nostro angolo prospettico slitta sino a restituirci un’immagine diversa: quella di un Croce, che pur partendo dal fermo postulato del primato della filosofia come affermazione razionale dello Spirito, mostra interesse per vari filoni dell’esoterismo occidentale, nei quali trovava di che appagare una sensibilità intellettuale ad ampio spettro, nonché, in alcuni casi, le proprie inclinazioni di erudito, bibliofilo e storico del pensiero. Volendo rintracciare l'origine della sensibilità di Croce nei confronti di varie correnti esoteriche del passato, essa ci sembra dover essere ricondotta, in ultima analisi, ad alcune trame profonde che innervano la sua formazione culturale e filosofica ed orientano in modo decisivo il suo discorso speculativo. Il primo e più importante fattore da tener presente, da questo punto di vista, non può essere altro che il retaggio di Hegel – quell'Hegel suo «eterno amore e cruccio» da cui Croce deriva l'idea, fondamentale, secondo cui la realtà si dà come spirito che continuamente si determina e si produce. Come è noto, di Hegel si sono potute tratteggiare, specie in tempi recenti, interessanti ed acute letture «ermetiche». Esemplare a questo riguardo è il volume Hegel and the Hermetic Tradition (2001) di G.A. Magee. Nel ricostruire l'itinerario «esoterico» di Hegel, Magee mostra come la forte sensibilità del filosofo di Stoccarda per la mistica e per varie forme di esoterismo medievale e rinascimentale (tra cui l'alchimia), nonché per il magnetismo animale e gli stati alterati di coscienza indotti dalle pratiche mesmeriche, affondasse le proprie radici nella temperie religiosa ed intellettuale del Württenberg della fine del XVIII secolo, animata da forti correnti di pietismo teosofico, in cui simili interessi erano assai diffusi. La maturazione, avvenuta in anni recentissimi, della nozione scientifica di «esoterismo», è il primo fattore che ci permette di affrontare tali questioni in un’ottica diversa, più complessa e storicamente più efficace, rispetto a quanto fatto in passato. Accanto a questo occorre segnalare un altro elemento, e cioè la recente pubblicazione di alcuni importanti carteggi: in primo luogo le lettere di Julius Evola a Croce, le quali ci forniscono interessanti informazioni sui rapporti tra i due pensatori; i carteggi di Ernesto de Martino del periodo 1940-1943, anni in cui prende forma l’ambizioso disegno del Mondo magico; e infine l’ingente epistolario Croce-Laterza, pubblicato in quattro volumi tra il 2005 e il 2009. Da ultimo, ci è stato di grande aiuto l’accesso ai carteggi inediti di Croce, per il quale ringraziamo l’Istituto Italiano per gli Studi Storici e la Fondazione Benedetto Croce.
Universale Studium, 2023
«La religione nasce dal bisogno di orientamento circa la realtà e la vita, dal bisogno di un concetto della vita e della realtà. Senza religione, ossia senza questo orien-tamento, non si vive, o si vive con animo diviso e per-plesso, infelicemente» (B. Croce, 1908).
Analisi della Regola francescana, confrontata con i testi affini del tempo. Francesco in rapporto alle eresie e al sufismo islamico. Analisi del canto XI del Paradiso di Dante dal punto di vista narrativo, figurale, emblematico (Francesco di Dante vs Francesco di Giotto), dell'interpretazione del testo e ideologico.
Fernando Pessoa. Il libro del genio e della follia. Curatori: Giulia Lanciani. Milano: Mondadori, 2012. Grandi Biografie 2012. Attualità e reportage. ISBN 9788804621188. 480 pagine. 14,0 x 21,5 cm. Brossura con alette. In vendita dal 09 ottobre 2012.
Riassunto: il presente saggio indaga l'uso ariostesco delle categorie intellettuali della saggezza e della follia, con particolare riferimento alle Satire, i sette componimenti in terza rima, databili agli anni compresi fra il 1517 e il 1525, in cui Ariosto, all'indomani della pubblicazione della prima edizione del Furioso, afferma con forza, in opposizione ai valori correnti e alla presunta e apparente saggezza del mondo, la propria individualità, frutto di un percorso tortuoso, che muove dall'abbandono degli stereotipi comuni per approdare, infine, alla consapevole accettazione della propria " ragion pazza " come unica forma possibile di salute. Abstract: This essay explores ariosto's use of the intellectual categories of wisdom and folly, with a particular focus on the Satires, the seven poems in " terza rima " (tercets) dating back to the years between 1517 and 1525. During this period, after which ariosto published the first edition of his Orlando Furioso, he strongly affirms, in opposition to the current values and the alleged and apparent wisdom of the world, his own individuality, the result of his following a tortuous path that led him ultimately to abandon common stereotypes in order to accept his " ragion pazza " (" mad reason ") as the only possible form of health.
poco letto? Senza dubbio perché ha scritto in latino degli austeri in-folio. Quattrocentocinquant'anni dopo la sua morte, a dispetto del crescente numero di traduzioni, resta più celebre che letto. D'altra parte, è misconosciuto perché le sue grandi scelte sono al di fuori di ciò che costituisce il successo alla moda e non possono interessare le masse pecorili, chiuse allo spirito critico. Erasmo non è un volgarizzatore ma un iniziatore 1 . 112 : « » 117 15 Ibidem, pp. 38 sgg. 16 Cfr. in proposito ASSO, La teologia e la grammatica, pp. 113-117. 17 «'Haereticum' appellat non qui dissentiat a conclusionibus Magistrorum Nostrorum, sed faciosum» (cfr. ibidem, p. 115). 18 Vedi ASSO, Erasmo e il battesimo, pp. 290-291. 19 ASD, vol. VI-6, p. 30, ll. 8-11. La traduzione è mia.
striale sembra rivelare concretamente i suoi limiti e i suoi pericoli, suscitando la confusa ricerca di un altrove che dia conforto e speranza.
Nelle questioni sollevate dalle correnti esistenzialiste, filosofia, psicanalisi e psichiatria hanno potuto individuare un terreno comune di confronto e indagine. La tradizione europea annovera le riflessioni di autori come Blaise Pascal e Søren Kierkegaard fra le premesse e i contributi decisivi a questo dialogo interdisciplinare: anticipato dai due filosofi cristiani all'interno di una cornice interpretativa teologico-spirituale, il riconoscimento della pazzia e della disperazione quali fenomeni esistenziali ha costituito il punto di svolta nella psicanalisi moderna, da Sigmund Freud a Carl Jaspers, da Ernest Becker a Erich Fromm, per conservare la propria eco nei movimenti antipsichiatrici a partire della seconda metà del XX secolo. Prendendo a riferimento i Pensieri di Pascal, mi propongo di riassumere la relazione che emerge in quelle pagine fra dolore, natura umana e follia, e come questo rapporto sia la diretta conseguenza delle categorie e narrazioni secondo cui l'autore concepiva il legame fra Dio e l'umano. Intendo quindi soffermarmi sui temi della paradossalità, dell'angoscia e della salvezza tanto nell'esistenzialismo cristiano quanto nella teoria psichiatrica dei nostri giorni, indagando le verità racchiuse in una simile prospettiva, insieme alle possibilità di critica offerte e necessitate da una visione prettamente umanista della possibilità di co-esistere con la propria fragilità.
Bollettino di Italianistica, 2021
In the present article, I analyze Domenico Dara’s three novels, their complex architectures and the poetic mode deployed in the narratives examined. The southern region of Calabria – where Dara was born and raised and where his narrations take place – is at the core of the novels and is depicted in ways that are distant from stereotypical and conventional representations of Southern Italy. The analysis that I articulate in this text scrutinizes the elements of continuity and intertextuality in Dara’s novels, in particular the creation of an experimental language and the diffused presence of mental illness in Dara’s imaginary and narratives.
2013
"Il «conoscere operativo» va considerato come l’aspetto a priori che ne regola la psicologia: l’abilità magica è propedeutica ad un élan vital che permea il lebens Welt nelle sue ramificazioni sia interiori che esteriori. Tale slancio è sì vigoroso in Bruno da assumere sovente aspetti folli in cui l’eroico furore traccia le linee, sempre imprevedibili e spesso incomprensibili, di un esistente in divenire, tracciato e scavato di continuo, pensato e ripensato, attuato e cancellato, finito e ricominciato, sospeso a volte dall’inadeguatezza del mondo esterno al suo intento, due mondi paralleli e opposti, che alla fine confluiranno ineluttabilmente nell’abisso della morte". Questo saggio su Bruno, attraverso un breve excursus sulla sua vicenda biografica, intende evidenziare come accanto alla Weltanschauung, gli aspetti della sua personalità risultarono determinanti e fondanti nell’ardita rivoluzione culturale che aveva in mente il Nolano e che provò ad attuare con tutte le sue forze, fisiche e psichiche.
"Messo di fronte all'ignoto, l'essere umano vorrebbe distruggerlo..è come se la reazione fosse: 'Qui c'è qualcosa che non capisco-la uccido'. Altri direbbero, "C'è qualcosa che non capisco -devo trovare". W. Bion, Il cambiamento catastrofico "Più passa il tempo e più penso che, mentre crediamo in tutta buona fede che le questioni di volta in volta privilegiate dal nostro procedimento teorico dipendano dall'importanza assunta da un certo fenomeno clinico, da una nuova lettura, in realtà non facciamo altro che riprendere, sotto altre forme, quelle che chiamerei le 'questioni fondamentali' proprie di ogni analista". P. Aulagnier, L'apprendista storico e il maestro stregone
"Studi Medievali e Moderni" 2/2019, 2019
A quarant’anni dall’entrata in vigore della legge Basaglia, che decreta la chiusura dei manicomi, si propone una riflessione, in tre tempi, sulle diverse tipologie di incontro fra la drammaturgia italiana e il tema della malattia mentale. Partendo dai tempi di Marco Cavallo, il gigante di cartapesta divenuto simbolo della “liberazione”, si porterà l’attenzione, ripercorrendo alcuni filoni del teatro successivo agli anni Settanta, sul disagio mentale come soggetto drammaturgico ma anche come reagente significativo nel viaggio attraverso cui il nuovo teatro ripensa il suo linguaggio, mentre sopravvivono forme di rappresentazione più ortodosse, come quella a cui si ascrive il recente monologo nel quale Giulia Lazzarini interpreta il ruolo di un’infermiera che segue i «matti» prima e dopo l’entrata in vigore della legge 180. La riflessione verte intorno ai diversi significati del “confine”, concetto costitutivo del linguaggio teatrale ma anche della rappresentazione della malattia mentale.
Achademia Leonardi Vinci, 1997
adonque la pittura è filosofia, perché la filosofia tratta de moto aumentativo e diminutivo Libro di pittura, 9 * Questo scritto è parte di una piú ampia ricerca, tuttora in corso, sul pensiero di Leonardo. Se esso viene qui pubblicato, ciò è dovuto a Carlo Pedretti, che ringrazio anche per le osservazioni e i suggerimenti -tutti utilissimi -che ha avuto la cortesia di darmi. Colgo l'occasione per ringraziare anche Alberto Tenenti, per il modo nel quale ha saputo e sa incoraggiarmi e orientarmi.
“Sia la chasa spechio del spirito” Abitare in Friuli nel Quattrocento, 2024
Lo scorrere del tempo, il mutare del gusto, più banalmente le diverse esigenze residenziali legate al vivere quotidiano: tutto ciò ha influito profondamente sull’evoluzione dell’abitare, consegnandoci quasi sempre strutture architettoniche che soltanto apparentemente ci sembrano vicine al loro stato originale, ma che, a ben vedere, sono in realtà assai mutate. La distribuzione e l’organizzazione degli spazi, la gestione della luce naturale e artificiale, l’utilizzo delle risorse idriche, la natura e la disposizione dell’arredo... sono soltanto alcune delle situazioni che, rispetto al XV secolo, oggi hanno subito più profondi cambiamenti. Ma la casa è ben altro che un semplice spazio in cui trascorrere, nel modo più confortevole e razionale possibile, la nostra vita. La casa è veramente “spechio del spirito”, come scrisse un Signore di Partistagno in un registro contabile del primo Quattrocento. È quel luogo ‘materiale’ dove il nostro ‘immateriale’ trova forma, espressione, vita. Il volume ha seguito un percorso di ricerca difficile ma affascinante, ricco di attrattiva per la ricostruzione di dimensioni perdute, ma soprattutto carico di valenze operative che trovano la loro realizzazione nel facilitare l’intelligibilità del costruito antico anche quando il tempo, l’uomo o la natura ce l’hanno definitivamente sottratto.
Dialegesthai. Rivista di filosofia <https://mondodomani.org/dialegesthai/>, 2003
Analisi e tentativo di confutazione degli argomenti di Emanuele Severino contro l'enciclica Fides et Ratio.
2021
L'articolo si propone di riflettere sul senso profondo della interpretazione che Guardini ha offerto di poeti e letterati, e in particolare di Hölderlin. Partendo dalla lettura di alcuni passi guardiniani generalmente considerati "politici", l'autore cerca di raggiungere il piano esistenzialmente profondo in cui autenticità dell'individuo e bellezza della poesia acquistano valore universale e, mancando, causano lo "smarrimento" della modernità.
Cinque studi su Benedetto Croce, 2019
Il saggio è un profilo dell'estetica di Benedetto Croce : delucida gli aspetti teorici fondamentali, l'arte come forma della conoscenza, l'autonomia dell'espressione artistica e analizza alcuni fondamentali corollari, la questione dei generi letterari, la possibilità della tra traduzione, il rapporto con la critica.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.