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2017, Musica e metafora: storia analisi ermeneutica, a cura di Francesco Finocchiaro e Maurizio Giani, Torino, Accademia University Press
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2009
Sintesi. L'immaginazione musicale ed il riemergere nella coscienza dell'artista del patrimonio eidetico sono aspetti di quella particolare concezione che si può definire "metafora" della musica romantica. Accanto ad una visione metafisica dell'Assoluto musicale esiste un pensiero poetico-filosofico sulla musica che si avvale di Weltanschauungen soggettive. L'elemento del tempo, e quindi, della memoria, della nostalgia, della malinconia, assumono le valenze della mitopoietica nei singoli stili degli artisti, laddove, metaforicamente, la vita si immedesima nell'arte e nelle sue forme sublimando la realtà esistenziale ed i suoi significati nella realizzazione estetica. Nella creazione e fusione di generi e di stilemi, appaiono spesso anche evocazioni sinestetiche la cui natura non sempre si rivela chiaramente all'analisi tra rimembranze artistiche, storiche, popolari, religiose, ma che si fondono nella visione d'insieme del musicista e si distinguono nella creazione delle singole opere. Parole chiave. Creazione-immaginazione musicale-intuizione-metafisicametafora-mitopoietica-simbolo-scrittura cifrata-memoria-tempo-formegeneri-stilemi.
Ambiti d'indagine, metodologia, forme e repertori, modi esecutivi Brescia 2019 0 PER VIA E quando fui salito sulle nuvole in alto alla montagna in arie chiare, il regno dei morti si aprì dinanzi a me: di mille antichi avi una tregenda, un balenio di spiriti guizzanti. E mi afferrò bizzarra l'intuizione che io non sono un singolo, un estraneo, che la mia anima, lo sguardo dei miei occhi, la mia bocca, l'orecchio, la cadenza dei passi non sono nuovi e non soltanto miei né la mia volontà che reputai sovrana. Un raggio della luce io sono, una foglia sull'albero di stirpi innumerevoli le cui genti antiche vissero in boschi e in migrazione, ed altri scatenati di guerra in guerra ed altri ancora dei quali le dimore costruite con oro e legno raro nelle belle città si eressero splendenti. Da loro sino allo sguardo silenzioso che mia madre ebbe nel morirmi è stato solo un certo e inarrestabile cammino sino a me ed è lo stesso cammino che mi porta alla deriva dei tempi verso uomini di cui sono avo remoto e ne contengo nella mia la vita. E quando fui salito sulle nuvole in alto alla montagna in arie chiare, si fece la mia vita e il mio occhio che scruta e il cuore che batte, un feudo inestimabile che grato io detenevo senza essere per questo possessore del suo valore e della sua bellezza che perciò non passa. Ed aleggiò sulla mia fronte, lieve, la fredda brezza delle cime. Hermann Hesse 1 Corso generale Ambiti d'indagine L'odierna polisemia d'uso dei termini tradizionale, popolare, folk, etnico. L'idea di tradizione fra suggestioni romantiche, rimozioni moderniste e inclinazioni passatiste. Le musiche di tradizione. La valenza antropologica. La funzione sociale e la relazione comunitaria. Le musiche di tradizione e la distinzione dalla ready-made music. La duplice istanza conservativa ed evolutiva. L'oralità. La selezione comunitaria. La fissazione rituale. Le inclusioni novecentesche e la stilizzazione folkloristica. Cenni alla popular music. Metodologia La fondamentale e dirimente lezione di Béla Bartók e Zoltán Kodály. L'etnomusicologia nel Novecento. L'esempio di Alan Lomax. L'etnologia e l'etnomusicologia in Italia. Le intuizioni etnologiche di Ernesto De Martino. Le lezioni di Diego Carpitella e Roberto Leydi. La metodologia della ricerca etnomusicologica e l'approccio alle fonti documentarie:
Titolo lavoro pag. 5 » 48 » 71 » 116 » 128 » 159 » 195 » 211 » 219 » 233 » 241 » 248 » 257 » 269 » 297 SAGGI DOMENICA FALARDO, Giuseppe Maria Galanti tra "pensieri vari", ultime volontà e documenti inediti ENZA LAMBERTI, Foscolo: autoesegesi LUIGIA ACCUMULO, Thomas James Mathias, arcade inglese nella Napoli di primo Ottocento. Prime ricognizioni bibliografiche e documentarie GIOVANNA ZAGANELLI, Dalle teorie dell'interpretazione alla esegesi dei testi letterari. Iser tra Collodi e Dickens FAUSTO TUSCANO, Aspetti del pensiero musicale dei Canti Orfici DOMENICO CAPPELLUTI, Un "corsaro" all'attacco del Potere INTERVENTI RODOLFO DI BIASIO, La notte nel Purgatorio CARLO SANTOLI, Riscritture goldoniane: l'originalità dei libretti 'seri' GIOVANNA ZAGANELLI, Le macchine del tempo in letteratura: Proust e Genette leggono Nerval e Flaubert NOTE E RASSEGNE SANDRA CELENTANO, Gli Albigesi di Giuseppe La Farina tra storia, romanzesco e impegno anticlericale nella nuova edizione di Ella Imbalzano LUCIA CRISTINA TIRRI, Su un'antologia bilingue della diaspora italiana CARMELA LUCIA, Le forme plurime della rêverie del passato: Gli Anni Piccoli di Enzo Moscato LUIGI TASSONI, Il Medioevo contemporaneo di Giulio Angioni RECENSIONI «Scrivo novelle poetiche e poesie; nessuno mi vuole stampare e io ho bisogno di essere stampato: per provarmi che esisto, per scrivere ancora ho bisogno di essere stampato.» 1 -così Dino Campana da Marradi il 6 gennaio del 1914 a Giuseppe Prezzolini, allora direttore della rivista fiorentina «La Voce».
Il presente lavoro nasce con l'intenzione di avviare un percorso filosofico nel merito del problema dell'esperienza musicale e della costituzione dei suoi oggetti, chiarendo alcune tematiche fondamentali in vista della possibilità di una descrizione fenomenologica dell'esperienza musicale. Il lavoro si articola in tre momenti distinti. Il primo momento consta di una digressione storico-critica volta a far emergere le necessità teoretiche che guidano lo sviluppo dei successivi due. Il secondo momento si raccorda al primo attraverso un focus sul fenomeno dell'espressività musicale, tema che dall'inizio del secolo scorso si è affermato come portante in buona parte del dibattito filosofico contemporaneo. Tale fenomeno viene messo in luce come gradiente qualitativo nel determinare il confine tra ciò che è musica e ciò che che non siamo disposti a riconoscere come tale. La sua indagine permette una prima delineazione della costituzione ontologica degli oggetti cui si riferisce l'esperienza musicale. Il terzo ed ultimo momento interroga infine la pratica musicale in quanto sfera originaria. All'interno di essa hanno origine e spazio di sviluppo una nozione socialmente condivisa di “musica” e un sistema normativo in grado di presiederne a priori le realizzazioni concrete, vale a dire gli oggetti musicali stessi.
Il complesso tentativo kantiano di individuare le conoscenze a cui può giungere la ragione indipendentemente da ogni esperienza, affinché essa possa stabilire quale metodo debba seguire per fondare la metafisica come scienza, non è un problema totalmente nuovo nella storia della speculazione occidentale, e non è una questione relativa solo al criticismo kantiano. Che la filosofia, intesa nell'accezione di metafisica, dovesse affrontare un necessario vaglio metodologico per potersi poi atteggiare a scienza era opinione comune nei filosofi dell'età moderna. La scienza moderna aveva posto nell'istanza metodologica la pietra di paragone tra ciò che era fondato e ciò che era infondato. Inoltre, ai filosofi dell'età moderna 1 appariva in tutta la sua forza epistemica lo iato che si poneva tra una serie di idee metafisiche (legate da una serie di sillogismi) e la catena dei ragionamenti del matematico: la speculazione metafisicastrutturata secondo la logica aristotelicanon riusciva ad assumere un valore scientifico tale da valere 2 per l'intera comunità filosofica.
La figura e l’opera di Francesco Saverio Quadrio, a cura di C. Berra, Ponte in Valtellina, Edizioni della Biblioteca Comunale “Libero Della Briotta”, 2010, pp. 469-489, 2010
L'attenzione che Francesco Saverio Quadrio riservò alla musica rappresenta un fenomeno sicuramente notevole nel contesto della storiografia e dell'enciclopedismo settecenteschi. Un contributo che non passò inosservato fra i contemporanei, che a Quadrio si rifecero sia per la mole delle informazioni fornite sia per la puntualità delle definizioni teoriche, tuttora meritevoli d'indagine. 1 Quanto segue si propone di dar conto della collocazione e del ruolo della musica nel titolo più ambizioso dell'erudito, il trattato Della storia e della ragione d'ogni poesia (1739-52). 2 Che un'opera sistematica e universale sulla poesia accolga con tanta serietà il dibattito sulla musica, corroborandolo con un repertorio straordinario di dati è già di per sé significativo; altrettanto interessante risulterà l'impostazione attribuita da Quadrio alla questione, testimonianza di rilievo nel contesto della cultura italiana del pieno Settecento. 3 1) Ad esempio, cita esplicitamente Della storia e della ragione d'ogni poesia fra le proprie fonti Antonio Planelli, autore d'un fondamentale trattato Dell'opera in musica (Napoli, Donato Campo, 1772). 2) Della storia e della ragione d'ogni poesia volumi quattro di fRancesco saveRio Qua-dRio 1752, vol. V [t. VII], [d'ora in poi: QuadRio, Storia e ragione, seguito dall'indicazione del tomo di stampa e dalla pagina].
Musica domani 39, 1980
Autorizzazione del Tribunale di Milano ri. 411 del 23 Spedizione in abbonamento poslale -Gruppo lV.
Sancta Morum Elegantia. Stile e motivi di unpensare teologico. Miscellanea offerta a Elmar Salmann, 2018
Durante una sua lezione a Cracovia P. Salmann ha detto che si può dire più di una sonata di Beethoven che di un trattato teologico. Se vogliamo classificare questa frase come provocatoria, si deve ricordare il titolo di un libro di Salmann: La teologia è un romanzo1. Lo sforzo continuo di Salmann di attraversare vari paesaggi (per usare una delle sue parole preferite) di cultura e arte nella ricerca delle forme e idee sempre più vicine alla sensibilità moderna, giustifica – e pure spinge – a continuare, o piuttosto sviluppare questo cammino. Interessante che Salmann, nonostante la sua sensibilità e anche le sue competenze musicali, non abbia mai scritto niente esplicitamente sulla musica. Forse per rispetto per la specificità di questa arte? Tuttavia, dato che nei nostri tempi il rispetto come tale sta per sparire e l’ignoranza sia musicale che teologica è sempre più grande, forse è arrivato il tempo per coinvolgere la musica nel discorso teologico. Sembra una utopia – o una provocazione, ma forse anche un atto di disperazione, magari con «un sorriso sofferto», per citare un altro titolo di Salmann. Può davvero la musica aiutare la teologia? Proviamo a rispondere a questa domanda anche in modo un po’... musicale.
Istituzionalizzazione e trasmissione della musica arabo andalusa tunisina, il mal'uf, dai primi anni del Novecento ai giorni nostri.
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Musica Docta, 2013
“Cenobio”, LVII, 4 ,ottobre-dicembre 2009
Rivista di Estetica, 1982
En Daniele Barbieri, Luca Marconi e Francesco Spampinato (eds.). L'ascolto: condotte, pratiche, grammatiche. Lucca: LIM. pp. 43-54, 2008
Filosofia della musica e il musagete, 2022
Musica Docta, 2022
In «L’Ulisse», 16, 2012
Incroci - Adda Editore, 2018
Viviana Andreotti, 2023
"Studio delle possibilità combinatorie e metamorfiche di un tema: la Toccata di Petrassi come sintesi esemplare di tradizione e modernità", Analitica-Online Journal of Musical Studies, vol. 5 (2008):12-26, 2010
A che la parola? Frammenti poetici per una metafisica, in «Vita Pensata», luglio 2021, vol. 25, pp. 35-43, ISSN: 2038-4386
Philomusica on-line, 2021
Studi Gregoriani, 2020