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2019, Catalogo della mostra “Stand for Girls”
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DOTTRINA SEGRETA
La storia dell'Evoluzione Cosmica, come è stata tracciata nelle Stanze, assomiglia ad una formula algebrica astratta, che ne rappresenta il tracciato. E' di per sé evidente che un resoconto dettagliato di tutti gli stadi e di tutte le trasformazioni avvenute fra l'inizio dell'evoluzione universale e l'attuale stadio dell'universo è assolutamente impossibile; oltretutto, ove fosse tentato, risulterebbe incomprensibile per l'attuale sviluppo della nostra mente. Le Stanze, allora, ci danno solo una formula astratta che, opportunamente adattata, può essere applicata a tutti gli strati dell'evoluzione : a quella del nostro pianeta, a quella della catena di pianeti cui la Terra appartiene, all'universo solare che comprende la catena planetaria, e via di seguito, in una scala ascendente che porta la nostra mente sempre piu' in alto, finché vacilla e si arresta. Le sette Stanze rappresentano i sette termini di questa evoluzione astratta, i sette grandi stadi del processo evolutivo. Nei Purana vengono citate come le Sette Creazioni, nella Bibbia come i Sette Giorni della Creazione. P R I M A S T A N Z A-La Notte dell'Universo La prima Stanza descrive lo stato dell'Uno-Tutto durante il Pralaya, antecedente alla prima vibrazione della Manifestazione in procinto di svegliarsi. Se riflettiamo un istante, ci rendiamo conto che tale stato può essere rappresentato solo da un simbolo, essendo ogni descrizione impossibile. Il simbolo è il cerchio del tutto vuoto, la negazione di tutti gli attributi, anche i piu' astratti che la mente umana può concepire. Uno stato che va oltre la pura astrazione, dove nulla di ciò che conosciamo e definiamo è identificabile. Perfino la parola DIO è insufficiente, in considerazione delle rappresentazioni che di questa parola ci sono state date. Può aiutarci il primo giorno del Genesi : " … la terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso, lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque …". Teosoficamente, è l'Essere Autoesistente. Primo Sloka-Lo Spazio Astratto Assoluto. L'Eterna Genitrice (Spazio Astratto Assoluto), ravvolta nelle sue vesti eternamente invisibili (sono il noumeno della materia cosmica indifferenziata) era rimasta sopita ancora una volta per Sette Eternità (i sette periodi che compongono un Maha-Kalpa, gli Eoni degli Gnostici). Essa è la causa eterna ed onnipresente di tutto. Lo Spazio è la sola cosa eterna che possiamo piu' facilmente immaginare, immobile nella sua astrazione, non influenzato né dalla presenza né dall'assenza in esso di un universo oggettivo. Esso non è un "vuoto illimitato" né "pienezza condizionata", bensì entrambi. Lo Spazio è stato, è, e sarà sempre. Il noumeno della materia cosmica indifferenziata non è la materia come noi la conosciamo, ma l'essenza spirituale di essa. E' coeterno ed uno con lo Spazio, nel suo significato piu' astratto. Tale noumeno è l'anima dello Spirito Unico ed Infinito. Gli Indu' lo chiamano Mulaprakriti, che considerano essere la sostanza primordiale, la Base o Veicolo di ogni fenomeno, sia fisico, che psichico e mentale. Mulaprakriti è la sorgente da cui irradia Akasha (l'essenza sottile, soprasensibile, spirituale, che pervade lo Spazio). Akasha è lo spazio universale cui è inerente l'eterna ideazione dell'universo, nei suoi aspetti sempre mutevoli sui piani della materia. Da Akasha irradia il Primo Logos, il Pensiero Manifestato.
Come le donne partecipano alla guerra? Che relazione intercorre tra donne e guerra? La storia secondo cui sono gli uomini a fare la guerra, a dettarne le regole e le condizioni di pace è del tutto obsoleta. In realtà il "genere" della guerra è molto più complesso: genere e guerra si costituiscono reciprocamente.
2013
Le donne briganti es una tesis interdisciplinaria, de caracter historico-filologico con un enfoque de estudio de genero. Es un trabajo que nace del interes por un argumento, el bandolerismo de la primera decada del Reino de Italia, que durante mucho tiempo y a sabiendas, ha sido tratado como una reaccion menor y criminal al proyecto de unificacion italiana, callando las razones de las poblaciones meridionales afectada antes por la invasion y luego por la represion de las tropas de los Saboya. Aun menos se ha tratado el papel de las mujeres en esta organizacion guerrillera por culpa de un montaje literario, historico, retorico que se hizo sobre esas mujeres. Un montaje que refleja un modelo Patriotico-Patriarcal. Patriotico, por ser construido por los que han querido y logrado la unificacion italiana. Patriarcal, porque, a veces olvidadas, a menudo confinadas a concubinas de los bandoleros o a simples colaboradoras, las bandoleras italianas fueron descritas tambien como seres monstru...
In the present paper, I reflect on some oppositions between various ways in which stereotypes act on gender, or influence it, and thus limit the liberty of women. Of course, stereotypes make the life of many unconscious women simpler. However, are you really a human being, if you persist in living in your stereotyped education, or in an endeavor that do not consider your specific and peculiar sin-gularity and individuality? Without consciousness, especially as a woman, living in this strange gendered normative world means to be unhappy. But it also means not to be fully yourself and not to develop all your potential cognitive abilities. I address this question theoretically, without renouncing to appeal to some concrete scientific experiments. Moreover, I will briefly try to show that the very concept of gender might be stereotypical. In anni recenti, gli studenti risoluti a ottenere un Bachelor of Arts in filosofia negli Stati Uniti – titolo di studio comparabile a una laurea triennale italiana – hanno conseguito nel ragionamento verbale e nella scrittura analitica risultati alti, più alti rispetto a studenti di altre discipline , nonché i risultati più elevati nel ragionamento quantitativo nelle discipline umanistiche. Se vogliamo e dobbiamo paragonare su questo punto il genere femminile a quello maschile, sussistono precisi dati: in essi e con essi si attesta che, nei paesi anglosassoni, rimane, comunque, rispetto a quello femminile, il genere maschile a predominare, nel senso che vi troviamo più uomini laureati in filosofia. Nel nostro paese, ove invece gli uomini si dedicano in maggioranza a discipline «dure» (fisica e via dicendo), rimangono le donne a predominare sugli uomini nelle lauree in filoso-fia. Ciononostante, nella disciplina in questione, i professori ordinari di genere femminile costituiscono una rarità. Pare che la filosofia, al pari di altre discipline giudicate cognitivamente adatte a coloro che possiedono razionalità, non venga ben concessa al genere femminile. Come la filosofia, la pratica professionale delle scienze impone solide capacità logiche e razionali. Ma, benché in tal campo parec-chie scienziate si siano distinte per merito, anche ottenendo Nobel, il brutale senso comune stereotipato identifica le donne in una sorta di oggetto sessuale-sensuale, irrazionale, emotivo, illogico, di cui abusare. Le filosofie femministe rimangono presenti, forti, stabili a livello internazionale, nella riflessione su diversi settori intellettuali, con la vo-lontà di capire le cause della scarsa rappresentanza femminile in troppi settori scientifici. Questa volontà genera quella che Harding (1986) battezza the science question in feminism: si tratta dello studio delle norme e metodologie della ricerca scientifica secondo ottiche femmi-niste (per una riflessione sull'approccio femminista rispetto alle varie filosofie delle scienze, cfr. Amoretti & Vassallo 2016). Ma, oltre a ciò, vi è altro a caratterizzare le donne in senso stereotipato: le donne costi-tuirebbero i soggetti cognitivi migliori per dedicarsi all'etica della cura e non all'etica della giustizia (cfr. Gilligan 1982). Stando a Gilligan i ragionamenti e i verdetti morali delle don-ne dipendono da situazioni concrete in cui ogni soggetto cognitivo coinvolto conosce bene l'altro, e in cui a reggere sono impulsi e senti-menti di cura, nonché relazioni che si preservano nel tempo, mentre gli uomini seguono regole legate a una giustizia astratta. In questa tesi non si perpetuano, per l'appunto, stereotipi di matrice sessista? Anche perché è risaputo che le supposte e ipotizzate differenze, tra donne e uomini, per ciò che concerne il ragionamento morale non risultano
Florence Nightingale e le altre 24 GENNAIO 2020, ELENA MACELLARI Florence Nightingale e la sua firma Esattamente due secoli fa, il 12 maggio del 1820 nasceva a Firenze Florence Nightingale, donna di genio che nobilitò la professione di infermiera in una Inghilterra vittoriana, sfidando pregiudizi, convenzioni e ingiustizie sociali. Sebbene ancor prima di lei la conterranea Mary Wollstonecraft si fosse battuta strenuamente per i diritti delle donne, nel 1792 aveva pubblicato A Vindication of the Right of Woman, lo stato delle pari opportunità nell'accesso allo studio e al lavoro era ancora molto arretrato per la maggioranza delle ragazze anglosassoni. Dovremo attendere ancora molto tempo prima che le donne possano scegliere liberamente una professione, un luogo dove vivere autonomamente, o avere un ruolo decisivo in ambito politico, artistico o scientifico. La stessa Nightingale sarà strenuamente osteggiata dalla madre e dalla sorella, e dalle persone a lei più vicine, a perseguire le sue attitudini fin da molto giovane quando il suo desiderio, benché figlia di aristocratici assai facoltosi, era quello di dedicarsi alla cura dei bisognosi, dei malati e degli ultimi. Considerate delle "vivandiere", le infermiere erano all'epoca donne considerate di scarso valore, e per quanto importante fosse il loro ruolo non ricevevano una formazione vera e propria, sebbene fossero fondamentali in un'epoca in cui le malattie erano un flagello e la percentuale di mortalità infantile in Inghilterra e Galles raggiungeva il culmine, nel 1890, con circa 150 decessi ogni 1000 nascite, mentre le guerre facevano il resto. La Nightingale nel 1860 pubblica Note sull'infermieristica, in cui dettaglia la sua comprensione dello stato di salute e l'intera gamma di fattori che la determina. Tratta la materia in modo coinvolgente partendo da fattori fondamentali come igiene
1999
Il presente studio, promosso dalla Commissione Europea attraverso l'Iniziativa Comunitaria Occupazione e Valorizzazione delle Risorse Umane, Programma N.O.W. (New Opportunities for Women), si è proposto di rilevare - attraverso un'indagine di tipo descrittivo - la presenza femminile e i tassi di empowerment raggiunti nella città di Palermo (l'acquisizione di poteri e di responsabilità e la partecipazione significativa delle donne ai processi decisionali) relativamente ai seguenti settori considerati prioritari: Università, Lavoro e Politica. La ricerca ha inoltre cercato di approfondire - attraverso un'indagine sul campo - le barriere che ostacolano l'accesso delle donne palermitane alle posizioni decisionali della vita sociale cittadina mettendo in luce le differenti caratteristiche delle donne e degli uomini che occupano posizioni di responsabilità. Sulla base delle informazioni ottenute si è cercato, infine, di estrarre una serie di proposte e suggerimenti (azioni positive) per sviluppare iniziative che facilitino l'accesso delle donne ai processi decisionali della città di Palermo. La finalità è quella di stimolare un dibattito istituzionale a livello regionale e locale per la definizione di obiettivi politici sulle pari opportunità in questi specifici settori. L'impianto generale della ricerca parte, infatti, dal presupposto che nella nostra società l'esclusione delle donne per ragioni di sesso, educazione e aspettative sociali di genere stereotipate, ha un profondo radicamento storico e culturale.
2004
Le Donne delle donne in «DWF», 1-2, 2004, pp.68-98 Wife and servant are the same But only differ in the name. Lady Chudleigh, 1703 4
In the present paper, I reflect on some oppositions between various ways in which stereotypes act on gender, or influence it, and thus limit the liberty of women. Of course, stereotypes make the life of many unconscious women simpler. However, are you really a human being, if you persist in living in your stereotyped education, or in an endeavor that do not consider your specific and peculiar sin-gularity and individuality? Without consciousness, especially as a woman, living in this strange gendered normative world means to be unhappy. But it also means not to be fully yourself and not to develop all your potential cognitive abilities. I address this question theoretically, without renouncing to appeal to some concrete scientific experiments. Moreover, I will briefly try to show that the very concept of gender might be stereotypical. In anni recenti, gli studenti risoluti a ottenere un Bachelor of Arts in filosofia negli Stati Uniti-titolo di studio comparabile a una laurea triennale italiana-hanno conseguito nel ragionamento verbale e nella scrittura analitica risultati alti, più alti rispetto a studenti di altre discipline , nonché i risultati più elevati nel ragionamento quantitativo nelle discipline umanistiche. Se vogliamo e dobbiamo paragonare su questo punto il genere femminile a quello maschile, sussistono precisi dati: in essi e con essi si attesta che, nei paesi anglosassoni, rimane, comunque, rispetto a quello femminile, il genere maschile a predominare, nel senso che vi troviamo più uomini laureati in filosofia. Nel nostro paese, ove invece gli uomini si dedicano in maggioranza a discipline «dure» (fisica e via dicendo), rimangono le donne a predominare sugli uomini nelle lauree in filoso-fia. Ciononostante, nella disciplina in questione, i professori ordinari di genere femminile costituiscono una rarità. Pare che la filosofia, al pari di altre discipline giudicate cognitivamente adatte a coloro che possiedono razionalità, non venga ben concessa al genere femminile. Come la filosofia, la pratica professionale delle scienze impone solide capacità logiche e razionali. Ma, benché in tal campo parec-chie scienziate si siano distinte per merito, anche ottenendo Nobel, il brutale senso comune stereotipato identifica le donne in una sorta di oggetto sessuale-sensuale, irrazionale, emotivo, illogico, di cui abusare. Le filosofie femministe rimangono presenti, forti, stabili a livello internazionale, nella riflessione su diversi settori intellettuali, con la vo-lontà di capire le cause della scarsa rappresentanza femminile in troppi settori scientifici. Questa volontà genera quella che Harding (1986) battezza the science question in feminism: si tratta dello studio delle norme e metodologie della ricerca scientifica secondo ottiche femmi-niste (per una riflessione sull'approccio femminista rispetto alle varie filosofie delle scienze, cfr. Amoretti & Vassallo 2016). Ma, oltre a ciò, vi è altro a caratterizzare le donne in senso stereotipato: le donne costi-tuirebbero i soggetti cognitivi migliori per dedicarsi all'etica della cura e non all'etica della giustizia (cfr. Gilligan 1982). Stando a Gilligan i ragionamenti e i verdetti morali delle don-ne dipendono da situazioni concrete in cui ogni soggetto cognitivo coinvolto conosce bene l'altro, e in cui a reggere sono impulsi e senti-menti di cura, nonché relazioni che si preservano nel tempo, mentre gli uomini seguono regole legate a una giustizia astratta. In questa tesi non si perpetuano, per l'appunto, stereotipi di matrice sessista? Anche perché è risaputo che le supposte e ipotizzate differenze, tra donne e uomini, per ciò che concerne il ragionamento
METAMORFOSI. Miti d'amore e di vendetta nel mondo romano, Padova, Centro di Ateneo per i Musei (CAM), 29 settembre-1 dicembre 2012, a cura di I. Colpo, F. Ghedini, G. Salvo, Padova
La metamorfosi è la trasformazione di un essere in altro da sé: con un lento cambiarsi delle membra, un uomo può diventare animale, pianta, pietra, statua, aria, acqua... Di questi mutamenti la fantasia dell'uomo, antico come moderno, è quanto mai ricca, ma l'elogio senza dubbio più elevato al mondo delle forme in divenire sono proprio le Metamorfosi di Ovidio, il poema popolato di uomini che diventano, per volere degli dèi -per punizione o premio delle loro azioni -sassi, fiumi, alberi, fiori, divinità, mostri, animali; animali che saltano, che strisciano, volano o nuotano. Ovidio narra nel suo poema ben 129 metamorfosi, descrivendo nel dettaglio i piedi che pietrificano, le unghie che diventano radici, le braccia che si coprono di fronde, gli occhi che si chiudono coperti dalla corteccia; ancora, i capelli che cadono, il pelo e le piume che ricoprono l'intero busto, la voce che si fa incapace di parlare, il corpo intero che si scioglie; e mentre tutto muta, il pensiero rimane. Nel mondo di Ovidio prendono così vita e si rincorrono trasformazioni in animali, in vegetali, siano essi alberi o fiori, in "minerali", quindi pietre, sassi, ma anche statue; e ancora, vi sono fanciulle che si dissolvono in aria, cambi di genere (da donna a uomo o viceversa), statue che prendono vita, stirpi di uomini che sono generati dalla terra o dalle pietre; senza contare quegli esseri, divini o mortali, capaci di assumere aspetti diversi. Non mancano infine i catasterismi, ossia le trasformazioni in costellazioni, e le apoteosi.
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Voci di partigiane venete, a c. di Maria Teresa Sega, 2016
Noi compagne di combattimento, 2017
MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini,suggestioni, 2018
Le epigrafi della Valle di Comino. Atti del quattordicesimo convegno epigrafico cominese, a cura di H. Solin, Atina, Palazzo Ducale 2 giugno 2018, San Donato Val di Comino, Associazione ‘Genesi’,, 2019
La scuola femminile a Bolsena.Dalle Maestre Pie alla suore francesi: più di 200 anni di attività educativa e didattica, 2015
Migrare al femminile. Temi nella storia dell’emigrazione femminile italiana. L’esperienza di Elena., 2024