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Musicista di rilievo internazionale, Vittorio Rieti, nato da genitori italiani, visse l'infanzia e la prima giovinezza in Egitto, ad Alessandria, dove iniziò precocemente gli studi musicali e frequentò la scuola tecnica italiana. A meno di 14 anni si trasferì, senza la famiglia, a Milano per iscriversi all'Università economica e commerciale "Bocconi". Nel 1917, ad appena 19 anni, si laureò con Luigi Einaudi, futuro Presidente della Repubblica Italiana. Contemporaneamente studiò pianoforte e composizione con Giuseppe Frugatta del Conservatorio di Milano. Al termine della prima guerra mondiale, alla quale aveva partecipato come allievo ufficiale, si trasferì con la famiglia a Roma. Qui frequentò compositori prestigiosi, come Alfredo Casella, Ottorino Respighi e Gian Francesco Malipiero che lo aiutarono ad inserirsi presto negli ambienti musicali nazionali e internazionali. Tra le due guerre mondiali soggiornò a Roma e Parigi. Nel 1940, a causa delle leggi razziali, fu costretto ad emigrare negli Stati Uniti dove si naturalizzò americano. Per il resto della vita visse a New York dedicandosi fino agli ultimi giorni di esistenza all'attività creativa.
Mi eseguono poco ma in tutto il mondo»: con queste semplici espressioni Rieti era solito riassumere, significativamente, il grado di conoscenza e di diffusione della sua musica che non ha mai mancato di suscitare consensi, a volte anche ampi, nei pubblici più diversiil suo balletto The Night Shadow, con la coreografia di Balanchine, si avvicina alle tremila rappresentazionima che però, a tutt'oggi, non è stata studiata com'era lecito attendersi.
Festschrift per Vittorio Sgarbi 2022. Settanta scritti e altrettanti auguri, Franco Maria Ricci, Parma 2022, pp. 333-338 (edizione fuori commercio), 2022
La parola teoria non è per noi ipotesi di spiegazione progressiva del mondo, né spiegazione autonoma né universale, ma aggiunta di una nuova cosa per mezzo dell'agire dell'architettura in quanto pratica artistica. La parola "teoria" è oggi circondata dal sospetto; si è poi accentuato, nella storia recente, il sospetto di rigidità e di astrazione che riduce forzatamente a priori la nostra azione progettuale. Si può dire che la funzione della teoria sia la presa di coscienza e la scelta di quali condizioni della storia del soggetto e della società costituiscano elemento strutturale e materiale essenziale del nostro agire. E' comunque fondamentale ricordarsi che si fa teoria soprattutto per mezzo della prassi dell'opera e del progetto. Nel caso delle teorie del progetto di architettura ciò che le instaura, le rende non astratte, è comunque una dialettica tra fondamenti altri proposti e ritenuti necessari alla società e all'opera e critica alle condizioni di fatto delle contraddizioni del presente. Parlando di condizioni per l'opera di architettura si fa riferimento innanzitutto con quelle fisico-geografico del sito specifico, cioè con il modo di essere fisico, della storia, e dei principi insediativi del gruppo sociale. Poi anche con le condizioni dell'agire normativo, comunicativo, teologico, scientifico, politico, estetico dell'oggi con i loro strumenti e le loro storie. Una dimostrazione di ciò è la discussione riguardo la pianta centrale o basilicale della chiesa della metà del XV secolo, la quale era allo stesso tempo discussione religiosa, culturale, sociale e materiale rilevante per l'architettura del primo Rinascimento. Tuttavia non si tratta mai di deduzioni dell'architettura dalle condizioni storiche ma sempre di dialettica tra interpretazioni di condizioni e fondamenti disciplinari delle proposte di progetto. Le teorie dell'architettura conservano una lunga durata dei loro principi nelle culture dell'Estremo Oriente, ma a causa della nostra ignoranza e del nostro secolare eurocentrismo è stata incontrata una particolare difficoltà di lettura delle loro lente e sottili differenze nel tempo. Non vi è dubbio, comunque, che nel XX secolo le teorie del progetto e le teorie estetiche infittiscano le loro relazioni, a dimostrazione di ciò vi sono le diversissime interpretazioni di storici del moderno in architettura, da Pevsner a Giedion, da Hitchcock a Mumford e, per quanto riguarda l'Italia, ovviamente Manfredo Tafuri. Le due storie dell'architettura moderna italiana più diffuse sono quelle di Benevlo e Zevi, scritte quarant'anni or sono e da punti di vista diametralmente oppostico, elemento che evidenzia come sia stato alimentato il dibattito teorico in quegli anni. Bisogna considerare però che in architettura il modo di essere privilegiato della teoria è stato il trattato, almeno fino alla fine del XIX secolo. L'unico trattato dell'antichità romana che è giunto fino a noi è quello di Vitruvio, infatti nella forma più chiara e compiuta, il trattato ha una vita relativamente breve: dalla metà del XV alla fine del XVIII secolo. I maggiori trattatisti di questi periodo erano tutti architetti: da Ghiberti a Ledoux, Alberti, Martini, Palladio e Serlio. Nel secolo successivo la parola è lasciata a critici e biografi come Bellori (l'Idea del pittore, dello scultore dell'architetto.). Nella prima metà del Settecento ecco un ritorno al grande trattato di architettura anche in Italia: quello postumo del Guarini del 1737. Tradizioni di paesi più esotici (e quindi allontanamento dalla cultura eurocentrista) vengono introdotte dai trattatisti Chambers e Erlach tra il 1720 e il 1750. La questione della trasmissione della teoria e della prassi a essa connessa attraverso un'organizzazione istituzionalizzata come i corsi di istruzione superiore si è costituita a partire dalla metà del XVII secolo con la fondazione dell'Académie de Royale promossa da Colbert. Fino a quel momento infatti, specie nel medioevo, l'insegnamento dell'architettura avveniva in cantiere, o in bottega. E' però il Rinascimento a segnare il passaggio dell'architettura dalla organizzazione per corporazioni alla sua apparenza alle arti liberali e all'accesso socialmente autorizzato della teoria dell'architettura alla cultura superiore accanto a quelle letterarie, giuridiche e teologiche. L'organizzazione istituzionale avviene circa due secoli più tardi: qui l'insegnamento è nelle mani del maestro e dell'organizzazione per Atelier dove si confrontano diverse teorie interpretative della classicità. E' necessario a questo punto aprire due parentesi riguardanti la relazione "teoria-utopia" e il valore della "teoria disegnata". Nella tradizione della nostra disciplina si forma fin dal XV secolo una relazione tra concetto di utopia e città ideale. Si tratta di un'identificazione abusiva perché le utopie, da Giacomo da Fiore fino a Saint-Simon, sono fondate su teorie politiche di organizzazione totale della città. Robert Klein sostiene l'importanza tutta interna alla tradizione
Vittorio Subilia (Torino August 5, 1911 – Roma April 12, 1988) was 1950 to 1976 Professor of Systematics by Facoltà Valdese di Teologia - Rome. Here my article for <Filosofia e Teologia> (20, 2006, p. 137-146).
2020
Edizione italiana della Gazette Tulliana 2020, organo ufficiale della SIAC
ABSTRACT. The character of Orpheus as unhappy lover is in the Hellenistic love elegy, but it appears in Latin poetry only with the Virgilian epyllion at the end of the Georgics. The scrutiny of several texts (Virgil's ecll. 2, 6, 8 and 10; the anonymous Lament for Bion; Hor. carm. 1, 24; Prop. 2, 34, 90 – 91; Ov. amor. 3, 9, 63 – 64) allows to assume the presence of Orpheus in Gallus' elegy and to guess his figure behind the Virgilian Orpheus.
Girolamo Gigli's Del Collegio petroniano delle balie latine (On the Petronian boarding school of Latin nannies, 1719) describes the opening of an imaginary boarding school, in which Latin-speaking nannies raise little children, both boys and girls, reviving the Roman's language. This paper examines the figurative themes of the book. Focus will be placed on the literary Procession crossing the town, decorated with works of art painted by great painters, among whom is the champion of perspective illusionism, Andrea Pozzo. The subjects of the paintings and their patrons are chosen in relation to the history, culture and nobility of Siena. The school museum is founded upon these paintings and other works of art including archaeological finds. The museum is divided into two galleries, which bring to mind the Roman baroque taste and artists and patrons related to the figure of Alexander VII, Fabio Chigi of Siena. In conceiving the museum, Gigli interprets historical facts of his time making room for Etruscan finds and works by the Primitivi of Siena. Finally , he welcomes ideas by men of learning of the Muratorian circle.
2006
* Nel gennaio 2005 ho avuto modo di parlare di questo mio lavoro in una seduta del Seminario di filologia del Dipartimento di Studi sul Medioevo e il Rinascimento dell'Università di Firenze; della discussione che ne seguì (tutta per me utilisima) devo qui ricordare le stimolanti considerazioni testuali di Giuliano Tanturli e una fondamentale indicazione fornitami dalla dott.ssa Laura Mastroddi (cfr. § 3). ' La datazione del Magliabechiano è argomentata dal Bertelli, sulla base d'un'analisi paleografica che non posso giudicare, alle pp. 127-28; a p. 8 sono stabilite le equivalenze xm ex. = 1291-1300 e xiv in. = 1301-1310. Sono entrambe a c. 19r. di troiano inperadore r. 7, de la melatrice r. 22.
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PA Persona e Amministrazione , 2018
For Real. Il fumetto italiano tra realtà e realismo, a cura del gruppo SnIF, 2024
Risorgimento e Mezzogiorno. Rassegna di studi storici, 2014