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2019, Casa della Cultura di Milano
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Il presente ragionamento trae origine dalla rilettura del libro di Henri Lefebvre, Spazio e politica. Il diritto alla città II. Il saggio indaga, per brevi cenni, le sovrapposizioni tra critica sociale di taglio marxista (su città, spazio, politica, vita quotidiana) e critica ecologista; e a sondare l’intensità delle possibili interferenze tra il Lefebvre del droit à la ville e lo spirito di chi tra anni ‘70 e ‘80 del Novecento “ritorna” alla terra.
in LA STRUTTURA DEL PAESAGGIO. UNA SPERIMENTAZIONE MULTIDISCIPLINARE PER IL PIANO DELLA TOSCANA, a cura di Anna Marson, Laterza, 2016, Roma-Bari, pp. 113-131, 2016
L'articolazione del Piano paesaggistico in ambiti territoriali è prevista dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (art. 135), che tuttavia non fornisce indicazioni e criteri per la definizione di tali ripartizioni territoriali. Nel caso della Toscana questi criteri non possono prescindere dalla ricca produzione di proposte e di interpretazioni che hanno accompagnato – a partire dalla metà del XVIII sec. – l'approfondimento della conoscenza del territorio e le riforme territoriali del governo granducale. Il Piano paesaggistico della Toscana si fonda su una pluralità di criteri e di approcci: morfologia e bacini idrografici; riconoscimento di regioni storiche; figure territoriali e sistemi insediativi; il criterio bioregionale. Il saggio illustra i quattro filoni interpretativi e le interrelazioni che hanno guidato la ripartizione regionale nel Piano.
in "Jacobin Italia", n. 12, pp. 95-99, 2021
Di fronte alla crisi ambientale e a quelle sociali ed economiche, si fa strada l'idea di una città immacolata, depurata dai conflitti. Ma per costruire nuovi mondi bisogna imparare a vivere tra le rovine del capitalismo
Except the philosopher Blossius Cumanus, living in the II century B.C., no poet nor writer was born in the Phlegrean Fields.The Phlegraea arva are reflected in in the works of the poets and prose writers of Rome, mostly the poetsVirgil, Ho- ratius and Propertius.Virgil gave the spiritual representation of these places in Ae- neid BookVI.
L’archivio fotografico di Stanislao Farri, acquisito dalla Biblioteca Panizzi a partire dal 1995, è costituito da circa 170.000 unità tra negativi e positivi, provini di stampa e diapositive che illustrano l’intensa attività professionale e di ricerca dell’autore iniziata dal 1955. La mostra e il catalogo diventano strumenti della riscoperta dell’archivio, reso disponibile agli utenti grazie a un’operazione di riordino e inventariazione. Stanislao Farri, infatti, si concentra nel documentare le diverse sfaccettature del patrimonio culturale, folklorico e industriale locale, includendo anche il paesaggio che viene presentato come “museo diffuso”. Caratteristica della sua ricerca fotografica è lo studio costante nel tempo, fondamentale per comprendere sia le modalità di lavoro di Farri sia le diverse identità culturali che hanno trasformato la città e il territorio nel corso degli anni. L’attività professionale s’intreccia con la ricerca amatoriale che gli consente una libera sperimentazione, attraverso l’innovativo utilizzo dei materiali fotosensibili. Il lavoro di Farri si caratterizza così con uno stile che ha trovato riconoscimento nel mondo della fotografia italiana dagli anni Sessanta agli anni Ottanta del Novecento.
Il pensare che l'utopia sia dunque così "sfuggevole" ci spinge allo stesso tempo all'umana tentazione di cadere nel suo stesso gioco, permettendoci di continuare a immaginare e costruire nuovi modelli di una società futura». 5 aprile 2014 Lettera a Luciano Canfora 1 , Buongiorno professore, Lei non mi conosce (e nemmeno io!): sono Cesare Benedetti, uno studente dello Iuav di Venezia, attualmente iscritto al terzo ed ultimo anno del corso di laurea triennale L-21 "Pianificazione Urbanistica e territoriale". Le scrivo perché stamani, perdendomi come amo fare fra le scaffalature della Feltrinelli a Venezia Mestre, mi sono imbattuto in un Suo libro titolato La crisi dell'Utopia, libro che tratta, da quanto ho intuito nei pochi minuti che mi sono concesso, alcuni spunti che mi piacerebbe trattare nella tesi di laurea. Nel particolare, ho trovato molto interessanti gli ultimi due capitoli; da ciò che scrive sul "nuovo Uomo", alla relazione fra grandi pensatori del passato che la critica oggi cita tra filosofi, economisti e sociologi. Inoltre, ho trovato molto interessante il dibattito complessivo che, come da cornice, contiene nella sua interezza tutta la trattazione che segue nel libro. Nel particolare, il binomio tra la concezione dell'evoluzione attraverso il progresso (l'agire umano irrompendo e trasformando il contesto), mito che nel tempo ha avuto differenti esiti, e l'evolversi attraverso la naturalità delle cose (l'agire nel tempo attraverso una costante metamorfosi dettata dall'evolversi del genere umano). E' molto interessante questo perché tale binomio, lo si riscontra dalla (presunta) nascita dell'uomo a oggi; due fondamentali princìpi etici che hanno determinato, che determinano e che continueranno a determinare, attraverso il loro continuo conflitto e scontro, l'evoluzione del "genoma umano" e della società in tutte le sue possibilità di confronto e relazioni. Nel contesto in cui dovrei operare un domani, si riscontra tale principio ponendo riflessione su alcune visioni della tecnica urbanistica, come ad
Osservazioni e nuove acquisizioni sui riti legati al Monte Albano e sull'assetto del complesso monumentale desunti da vecchi e nuovi scavi
I can't say school activity has gone down, since this petty virus is keeping me segregated at home. It is a forced imprisonment, because the social hermitage must always be a choice and not an obligation, but I see my dear studies lost in an indistinct, distant future, as if continuing them is a sort of historical myth that cannot be demonstrated. Yet, I do not give up: as a trench teacher (and I would not give others the high honor of leading my students to the test, in this psychological war that overwhelms everyone), I cannot but acquire the traits of a military official , involved in the conflict also from the point of view, if not ideological, at least post-ideological. I feel worthy of it and, as such, I also want to show courage in my activity as an investigator of literature, a comparator, a semiologist - and above all a semasiologist - of literary contents. If in fact I succumbed to discouragement and imprisonment of thought, if I let myself be overwhelmed by a suicidal and millenarian vision of research (that is, as I have heard in recent days, the stupid preaching of the concept that a culture, in front of the evils of the present time, it is a foolish nonsense which certainly is not worth talking about), I would completely lose the reasons for my own existence. As the ancients said, I would behave like the one who would like "propter vitam, vivendi perdere causas". But, I want to declare it once and for all, I am not the Hegelian "abstract thinker": I live in my time, like everyone I listen to the news, I read-like all the "online" periodicals to keep me informed. And so? So, I decided to positively contaminate ("absit iniuria verbo") the two things, dealing with a little-known text of the early nineteenth century. It will be said: what does that have to do with it? It has something to do with it, because Coppi's volume describes a large part of the epidemics that hit Europe in past epochs (or at least until the publication of the text itself), with typological - or semi-typical examples, that make it interesting and harbinger of reflections and critical ideas. The essay in question, to conclude, is a historical and anthropological reflection on the sources and on the composition of a text by the early-nineteenth-century scholar Antonio Coppi on epidemics (in the part relating to Roman history).
2010
Sparsero i semi a larga mano, e tutta D'erbe, di piante, d'animai, di genti Ripopolaro la gentil contrada. Tu della nova origine, tu mostri Calde ancora le tracce, Ortonio Monte (c) 110 Chiaro per doppia d'acque opposta vena; E Tu non lunge, che sommesso aggrotti (d) L'umili spalle, e Tu che levi adorna L'acuta cima, e gran Palagio inalzi De' tuoi Signor maraviglioso albergo; (e) 115 E Tu conto, più ch'altri, Abano illustre Di che tanto risuona Italia e il Mondo. Tu fosti già d'acherontèa palude Fetido laco detestato, ai bruti, Agli uomini, agli augei subita morte 120 Pegli infetti vapor. Chi detto avria Che quell'onde malefiche deposti I rei principj e l'infernal mefite, Cangiasser tempra sì, che a vincer morbi A ingagliardire e avvigorar i sensi 125 i colli euganei Ministrassero incognita virtude, E più ch'altra di Coo, d'erbe di succhi Medica forza?-Un Collicello umile Sgorga perenne dalla incotta cima L'acque salubri. Il grave odore e il fumo 130 Ne l'accusan da lungi. Esse bogliendo Gorgogliano incessanti. Attorno attorno, Fra l'erba che verdeggia e il fior che spunta, Rampollano ruscei, d'arida crosta Vestono il suolo, e corrivati in doccia 135 Vanno implorata a dispensar la vena A chi giacente di secreta stanza Entro marmoreo vano, ai cavi piombi Volge la chiave; e di fumante pioggia I lassi membri asperge e riconforta. 140 Ai più tardi di Romolo nipoti �ueste fonti Aponensi, e questi Colli Più che medica vena, offriano un tempo Dolce ricovro ne' grand'ozi estivi, E ritrovo ai piacer; che già mal puote 145 Per tristizia di morbi o insulto d'anni Frenarsi l'uom dagli appetiti usati; E ragione e follia corrono insieme Lo stadio irremeabile di vita. Egregia man dissoterrò memorie (f) 150 De' secoli Romani, ed Urne e Vasi E reliquie di lapide e di nummi, Su cui devoto le pupille aguzza L'interprete accigliato, e il lustro avito Di quest'inclite Fonti ammira e nota. 155 Ma che rinnovo le memorie antiche Pur or sepolte, se d'Italia tutta E d'oltre monti e d'oltre mare io veggo Ben cento cocchi all'Aponensi Terme Piegar veloci, e risonare ascolto 160 La via frequente, e d'agitata polve Nugoli e nembi sollevarsi al Cielo? Oh? qual de' nostri e peregrini quanto Corso, ricorso! E degli Euganei Colli Al primo aspetto, alla beante scena 165 Che sorpresa, che gioja; onde più certa Si promettono i miseri salute! … Ma qual fra tanti, a cui vorace morbo
AURIFODINAE AND HISTORICAL BENCH GOLD GRAVEL EXPLOITATION. Bench gold gravels peculiarities, the mineral content and the tailing of ancient exploitations are examined and related to the procedures used from Roman times until the ninetheenth-century big gold rushes, and more recent ones. The big quantities of recovered gold, in the usual short times necessary for the ore exploitation, are assumed, and there are pointed out the long time divulged mistakes regarding the Roman exploitation in Spain (Las Medulas etc.) and in Italy (Bessa).
Realism and utopia. (About More and Spinoza) Rationalism, deism, freedom and tolerance-recognition, republican pacifism: this paper offers an insight into a few themes on which a comparison (very often neglected in scholarship) between 'utopian' More and 'realist' Spinoza can be based. Notwithstanding the differences between these authors' political philosophies, there are some significant similarities in argumentation and in the common philosophical grounds on which they are rooted: the ruins of finalism and of universal principles. Both Utopia, a reversed mirror image of society, and Spinoza's political treatises show a deep awareness of the situatedness and relativity of culture ('reason') as opposed to reality: they show an awareness of the inescapable overflow of reality and the inadequacy of any political-philosophical claim on it, and yet never give up the possibility of action. Extreme realism, paradoxically enough, at the beginning of the modern era.
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Ermeneutica Letteraria, 2018
SANTUARI MEDITERRANEI TRA ORIENTE E OCCIDENTE. Interazioni e contatti culturali. Atti del Convegno Internazionale, Civitavecchia – Roma 2014, a cura di Alfonsina Russo Tagliente e Francesca Guarneri, 2016
Ri-vista. Ricerche per la progettazione del paesaggio, 2023
Quaderni di storia, 2019
M.S. Busana, M.T. Basso (a cura di), La lana nella Cisalpina romana: economia e società. Studi in onore di Stefania Pesavento Mattioli, Atti del convegno (Padova-Verona, 12-16 maggio 2011), Collana Antenor Quaderni 27, Padova 2012, pp. 477-494., 2012
Carte Italiane, 1985
Il Mulino editore, 2015
RuralEstudio Indagini sul territorio rurale tra Italia ed Ecuador, 2018
Il Lazio dai Colli Albani ai Monti Lepini tra preistoria ed età moderna a cura di L. Drago Troccoli, 2009
Il diritto alla città storica. Atti del convegno (Roma, 12 novembre 2018), 2019
Atti de Convegno Spazio e tempo nelle civiltà montane, 2019