Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2019, Medical Live Magazine
Cancer is often regarded as a modern disease. It is in fact most ancient and its antiquity can be demonstrated by applying the methodologies of the archaeological branch of medicine, palaeopathology. By studying ancient skeletal remains and mummies, this discipline manages to reconstruct the past and evolution of disease, including cancer. This article shows how oncological conditions were present long before the appearance of Homo sapiens sapiens and endeavours to explain the transition from historical periods in which cancer was a rare entity to the current epidemiology. Finally, the article highlights the status of research on the identification of breast cancer in ancient times.
Canino nella storia e nell'arte. Vicende luoghi personaggi, 2023
Saluto del Sindaco di canino Conoscere ciò che in passato è avvenuto nella propria terra non è mera memoria storica ma valorizzazione del nostro presente. Sono gli avvenimenti dei secoli trascorsi che hanno plasmato determinate tipicità del territorio, conoscerne quindi i processi lenti o tumultuosi che si sono avvicendati ci rende maggiormente consapevoli della realtà odierna. Il libro CANINO NELLA STORIA E NELL'ARTE ripercorre la storia di Canino dall'età della pietra agli Etruschi, dall'età romana, con la presenza della via Clodia ancora in parte da scoprire, agli insediamenti monastici medievali, dai Cavalieri Templari al Ducato dei Farnese, dal Principato di Luciano Bonaparte, che attirò alla sua corte emissari delle maggiori case regnanti dell'epoca, alle vicende storiche della Repubblica Romana e del Risorgimento, fino ad arrivare ai nostri giorni. Un impegno che oltre a richiedere uno studio e un lungo, paziente e minuzioso lavoro di ricerca, presuppone la chiara e consapevole finalità che, se nel processo di globalizzazione della civiltà moderna è in atto un progressivo impoverimento della cultura locale, solo risalendo alle proprie radici si possono individuare le peculiarità di usi, costumi, lingua e tradizioni che persistono ancora oggi. Riscoprendone l'origine saremo in grado di salvaguardare queste diversità culturali, ricchezza imprescindibile di ogni comunità. Ringrazio gli autori e i curatori del volume, in particolare Luisa Rupi, per averci donato con il loro lavoro un valido ausilio di approfondimento per studenti, studiosi, cultori di storia locale e semplici lettori.
ALL’OMBRA DEGLI ULIVI: PER UN’INDAGINE STORICO - ANTROPOLOGICA DEL CAPORALATO A CAMPOBELLO DI MAZARA, 2023
Ricerca storico-antropologica sul caporalato e le forme di sfruttamento lavorativo del bracciantato agricolo, migrante e straniero nel Sud Italia e in particolare in Sicilia, a Campobello di Mazara (Trapani). Il lavoro parte da un paragone con le forme di schiavitù antica e moderna nel Mediterraneo per arrivare a comparare diversi episodi di lotta politica e sindacale nella Sicilia del Secondo Dopoguerra (1948-1968, Avola) con le rivolte di Rosarno del 2010 e lo sciopero di Nardò del 2011. Dal preambolo storico si passa ad un'analisi antropologica che comprende diverse teorie socioeconomiche e una disamina del quadro legislativo italiano ed europero in materia di immigrazione straniera. L'analisi tiene conto anche delle varie forme di agentività migrante e di esempi significativi di lotte e attivismo politico di cui sono protagonisti gli immigrati. Infine, il terzo capitolo è un case study sul ghetto formatosi a Campobello di Mazara, e riporta diverse interviste rilevate sul campo e non solo, oltre a riflessioni etnografiche e personali. Lo scopo di tale lavoro, come affermato nell'introduzione e ribadito nella conclusione, è di unire la teoria con l'esperienza personale politica e sociale accumulata negli ultimi anni viaggiando e vivendo in vari contesti migratori europei. Historical and anthropological research on caporalato ( or 'gangmaster system') and forms of labor exploitation of agricultural, migrant and foreign laborers in Southern Italy and particularly in Sicily, in Campobello di Mazara (Trapani). The paper starts with a comparison with ancient and modern forms of slavery in the Mediterranean area and goes on to compare various episodes of political and labor struggle in post-World War II Sicily (1948-1968, Avola) with the 2010 Rosarno riots and the 2011 Nardò strike. It moves from the historical preamble to an anthropological analysis that includes various socioeconomic theories and an examination of the Italian and European legislative framework on foreign immigration. The analysis also takes into account various forms of migrant agency and significant examples of struggles and political activism in which migrants are protagonists. Finally, the third chapter is a case study on the ghetto formed in Campobello di Mazara, and it features several interviews collected on the field and beyond, as well as ethnographic and personal reflections. The purpose of this work, as stated in the introduction and reiterated in the conclusion, is to combine a theoretical approach with personal, political and social experiences accumulated in recent years while traveling and living in various European migratory contexts.
Dell'ossario di Rio di Pusteria celato sotto il pavimento ligneo della Cappella Sigismondo dedicata a San Floriano se ne era persa la memoria. I necessari lavori di restauro dell'ambiente e una buona dose di curiosità hanno riportato alla luce un quantitativo di circa 30 m³ di materiale osteologico. Un simile deposito rappresenta un archivio bio-archeologico dalle enormi potenzialità. La grande quantità di reperti ossei a disposizione e il buon stato di conservazione rappresentano l'occasione per raccogliere osservazioni, descrizioni e anche diagnosi di tipo paleopatologico. L'ambizione è di fornire una raccolta di materiale osteologico patologico documentato da fotografie di dettaglio, da rilievi radiografici e microscopici. Utile a confronti e a studi futuri, il database è di facile e veloce consultazione visibile nel web agli indirizzi: http://www.paleopatologia.com e www.paleopathology.it
V MEETING NAZIONALE GRUPPO ITALIANO DI PALEOPATOLOGIA (Bertinoro, 18 maggio 2019), 2019
Sabato 18 maggio PROGRAMMA 8.30 Registrazione dei Partecipanti 9.00 Saluti di Benvenuto 9.20 La ferita e l'intervento chirurgico di Giovanni dalle Bande Nere (1498-1526): vita e morte di un capitano di ventura del Rinascimento. SESSIONE I Moderatori: Luca Saragoni, Giorgio Ercolani 9.40 Analisi biomeccanica e chinesiologica di un femore fratturato in paleopatologia: ricostruzione dei meccanismi di lesione, delle cure e degli esiti funzionali nel cammino. 13.05 Uno scavo nel magazzino del museo: riscoperta ed analisi di una tomba nel museo archeologico di Cecina. 13.30 Documentazione di un caso di morte post partum per ritenzione di parte di placenta in soggetto rachitico. Dall'antico registro autoptico del Settorato di Genova. 15.30 Luoghi di cultura. Musei e collezioni di anatomia patologica come vettori di nuove relazioni sociali. 16.15 Di volta in volta: trauma multiplo nella sepoltura altomedievale di un uomo senile di Selvicciola (Italia).
Archeo, n. 267, 2007
Un viaggio alla riscoperta di una delle capitali dell'Etruria. Che nella vasta e suggestiva necropoli della Banditaccia custodisce la chiave per entrare nello spirito e nella cultura della piú importante civiltà dell'Italia preromana ITINERARI Cerveteri LA STORIA SCAVATA NELLA ROCCIA
Vol. 37, 3, 2014
RIASSUNTO: L'immagine del "grembo materno della natura" da cui la ragione umana si deve emancipare per guadagnare la libertà è usata da Kant in uno scritto polemico contro Herder, Mutmasslicher Anfang der Menschengeschichte (1786), che può essere considerato una risposta al libro decimo delle Ideen zur Philosophie der Geschichte der Menschheit, uscito nel 1785. Seguendo il racconto biblico, anche Kant pone la prima coppia umana in un "giardino", un luogo sicuro e ben fornito di alimenti; ma il vero inizio della storia è fatto consistere nella rottura di questo equilibrio ad opera della ragione che gradualmente si è sottratta alla tutela della natura, imparando un po' alla volta a dominarla. Kant dichiara di condividere l'ideale rousseauiano di una cultura che non neghi la natura dell'uomo ma la promuova in quella che dovrà diventare la sua condizione fondamentale di esistenza, che è la libertà. Pone tuttavia questo ideale come termine finale del processo storico, non come condizione da recuperare nella sua purezza iniziale, ritornando alle origini, come invece appariva nella visione della storia proposta da Herder, che avrebbe su questo punto frainteso il pensiero di Rousseau. PAROLE CHIAVE: Storia della filosofia. Filosofia della storia. Progresso. Interpretazione biblica. L'inizio della storia. Dialettica natura-cultura. L'immagine del "grembo materno della natura" (der Mutterschosse der Natur) da cui la ragione umana si deve "emancipare" (entlassen) per guadagnare tutta intera la propria libertà è usata da Kant in un breve scritto
Il cervello umano è in grado di modificare "se stesso"
distribuzione dei rinvenimenti di ancore litiche verosimilmente anteriori ad età storica ricalca, pressappoco, quella dei maggiori abitati pre e protostorici sorti sulle estremità dei frastagliati terrazzi in cui si articola il litorale, abitati a vocazione emporica, evidentemente, per i quali il controllo degli approdi sottostanti rivestiva un'importanza vitale.
Roccapelago, un piccolo centro nell'Appennino Modenese, durante il periodo medievale fu una delle maggiori roccaforti militari sia per posizione strategica che per morfologia del luogo. Attualmente è noto per essere sede di una contenuta ma interessante collezione di corpi mummificati, esposti nella cripta sottostante la Chiesa di Roccapelago. Il campione antropologico esposto 1 fa parte di un ritrovamento avvenuto tra la fine del 2010 ed inizio 2011, di circa 300 presenze umane sia scheletrizzate che mummificate, rinvenute fortuitamente durante lavori di consolidamento strutturale dell'edificio. Grazie all'immediato intervento della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna 2 e la disponibilità ad accogliere e studiare il materiale antropologico da parte mummie di Roccapelago sono divenute oggetto di studio multidisciplinare a partire dall'autunno del 2011, che tuttora prosegue. Gli Scriventi, in seno al progetto di ricerca citato, hanno potuto campionare e ispezionare un primo clust di mummie oltre a poter effettuare una ricognizione dei registri dei morti conservati nell'archivio parrocchiale nella chiesa di Roccapelago 4 , acquisendo dati paleopatologici preliminari. L'analisi delle fonti scritte (figg. 1-2) ha riguardato in questa prima fase, il periodo che va dalla metà del XVII secolo alla fine del XVIII secolo in accordo con lo studio antropologico che ha considerato i corpi sepolti per ultimi all'interno della cripta 5 . Numerose furono le mani che vergarono le pagine dei registri, dissimili per grafia e lingua usata oltreché per modalità di registrazione. Il parroco Domenico Bartolomeo Turrini, che muore nel 1649 all'età di 64 anni, annotava i decessi della comunità con stile prettamente annotativo, facendo esclusivo riferimento al giorno di morte, ai sacramenti ricevuti e al luogo di seppellimento 6 ( , del 1636 è la formula sul luogo di sepoltura «Sepolto l'istesso nella Chiesa parochiale di S. Pauli» (parroco don Stefani). Altra 1 Si tratta di 12 individui esposti. 2 Nella persona del Dott. Donato Labate, responsabile del progetto assieme al Prof. Giorgio Gruppioni. 3 Diretto dal Prof. Giorgio Gruppioni. 4 L'autorizzazione allo spoglio del materiale di archivio è stato consentito dietro regolare richiesta della Soprintendenza dalla Curia e dallo stesso Don Elvino, Parroco di Roccapelago. 5 Ci si riferisce all'US 23 della cripta. 6 Registro dei Morti dal 1599 al 1738, libro 1°, foglio 63 r.
Catalogo della sezione di Paleontologia Preistoria e Protostoria, 2019
Vengono illustrati tutti i reperti della sezione di Paleontologia, Preistoria e Protostoria dell'Antiquarium Comunale di Nettuno.
Questo contributo è stato concepito nell'ambito di un biennio di ricerca trascorso al Wissenschaftlich-theologisches Seminar della Ruprecht-Karls-Universität Heidelberg grazie a una Research Fellowship (2012-2014) della Alexander von Humboldt Stiftung. Il progetto di ricerca ha avuto per oggetto la genesi e la storia del titolo dei libri nell'antichità grecoromana. Alla Fondazione A. von Humboldt desidero ancora una volta esprimere la mia particolare gratitudine, così come al Prof. Dr. Winrich Löhr (Heidelberg), che in qualità di academic advisor ha seguito tutte le fasi della ricerca e mi ha fornito aiuto e moltissimi stimoli. Desidero inoltre esprimere un particolare ringraziamento al Prof. Tiziano Dorandi (Parigi) e al Prof. Enrico Renna (Napoli) per aver letto una versione precedente del presente lavoro e avermi arricchito di nuove considerazioni.
Incontri. Rivista europea di studi italiani, 2022
Recensione di: Serenella Iovino, 'Italo Calvino’s Animals. Anthropocene Stories', Cambridge, Cambridge University Press, 2021, p. 80, ISBN 9781009063586.
Il cancro come campo di gioco, messaggero, riscoperta. Medicina narrativa e autopatografie, 2018
Il libro si colloca nell'alveo concettuale della medicina narrativa e della narrazione di esperienze di malattia e cura. Quando ci si mette in ascolto dell'esperienza di malattia, occorre far esercizio “del prendere con sé”, della comprensione dell'altrui esperienza e, necessariamente, anche della propria. Tutto ciò significa mettersi in gioco, in movimento nella relazione con chi questa esperienza ha deciso di donarla. In questa cornice si propone allora questo libro: per dare spazio alla narrazione di malattia intesa come esperienza di vita significativa e significante, per dare testimonianza della cura praticata dai professionisti in favore delle persone ammalate di tumore. Si è convinti che la lettura di queste narrazioni possa essere arricchente per tutti noi, possa altresì proporsi come uno stimolane materiale didattico, potenzialmente utilizzabile.
Historika : Studi di Storia Greca e Romana, 2016
Scopo di questo contributo e fare il punto sull’annosa e controversa questione della presenza micenea a Creta e, in particolare, a Cnosso a partire dalla meta del XV secolo a.C., la cui realta e natura negli ultimi decenni e stata messa in discussione. I principali dati che hanno indotto a credere che un gruppo di Micenei si fosse installato nel sito del palazzo di Cnosso sono rappresentati dal rinvenimento di tavolette scritte in lineare B, quindi in una forma di proto-greco, e dalla scoperta di tombe di tipo continentale con corredi caratterizzati da importanti set di armi, che fecero definire queste sepolture come “Tombe dei Guerrieri”. In anni recentissimi, particolare risonanza hanno avuto analisi archeometriche compiute su materiale osseo proveniente dalle tombe di Cnosso tramite la tecnica degli isotopi dello Stronzio ( 87 Sr/ 86 Sr). Tali analisi hanno dimostrato che gli individui esaminati hanno sempre vissuto a Creta, negando quindi la possibilita che provenissero da aree ...
Breve storia della Teratologia L'anomalia fisica ha sempre suscitato enorme curiosità. Il suo potere consiste nel mettere in questione la regolarità delle leggi naturali, formandosi, minaccia imprevedibile, all'interno della vita stessa. Le pitture murali
2019
Gli scavi condotti fino ad oggi dal Centro Jean Berard nella necropoli di Cuma, nel settore esterno alla Porta mediana, hanno portato alla luce circa 80 edifici funerari e 200 tombe individuali per un totale di circa 400 sepolture databili dal IVIII secolo a.C. fino al VI secolo d.C. Questo studio si basa sull’esame dei contesti funerari nei quali e documentata la presenza di monete, che allo stato attuale della ricerca sono 34 (per un totale di 37 monete). Lo studio numismatico ha fornito piu di un elemento a sostegno della ricostruzione e della articolazione in fasi del deposito archeologico consentendo una lettura integrata dei dati stratigrafici per una ricostruzione delle dinamiche di storia culturale, economica e sociale, del sito tra l’eta sannitica (romana repubblicana) e la tarda antichita. Si discute qui la fisionomia complessiva del dato numismatico con riferimento alla cronologia di produzione e di distribuzione dei reperti (per contesti); si rilevano quindi alcune pecul...
L'OCCASIONE DEI BIOMI ANTROPOGENICI. Storia di un mondo eco-corologicamente nuovo, 2024
Questo saggio è incentrato sulla tecnica della mappatura dei biomi, e in particolare dei biomi antropogenici, la quale secondo la teoria della gerarchia ecologica consiste in una parcellizzazione o divisione delle superficie terrestre in sotto-regioni caratterizzate dall’uniformità regionale geologica, climatica ed ecosistemica dette «biomi» (es: tundra, savana, …) al cui interno è contenuta la vita. Nell'elaborato ho tentato di dimostrare come i biomi che individuiamo sulle mappe geografiche non siano tuttavia delle piccole e astratte sotto-unità, bensì dei mosaici di vite concrete abitanti il nostro pianeta all’interno di gerarchie annidate di regioni. Il saggio si compone di due parti. Nella prima s’intende ricostruire l'evoluzione storica e semantica del concetto di «bioma» tra Otto e Novecento e rintracciare le fondamenta filosofiche che hanno contribuito a costruirne il significato. La seconda è dedicata all’avvento di una nuova forza bio-geomorfologica, ossia l’uomo. Le figure principali per questo percorso sono state: 1) Il botanico statunitense neo-lamarckiano Frederic Clements, poiché fu lui ad introdurre il metodo della mappatura dei biomi attraverso l’esperimento dei quadrati e a coniare il termine «biome» nel 1916 in "Plant Succession", intendendo con esso gli organismi organizzati in comunità biotiche (vegetali o animali) abitanti le varie aree del pianeta e capaci di modificarle attraverso i modi propri di agire e di operare. 2) L’ecologo tedesco Ernst Haeckel fornì loro, invece, nella "Generelle Morfologie der Organismen", del 1866 le solide basi filosofiche fino ad allora ancora inesistenti, muovendosi lungo il solco tracciato dalla filosofia classica, e in particolar modo, da quella platonica. Dal dialogo platonico del "Timeo" Haeckel riattualizza il concetto di «chora», imponendo una precedenza cronologica e ontologica delle interrelazioni corologiche rispetto a quelle ecologiche, ovvero della categoria di spazio rispetto a quella di sostanza e di relazione, in quanto è dallo spazio che emerge la vita. 3) Il zoologo tedesco Karl Möbius, il quale nel 1877 con il concetto di «biocoenosis» comprese non solo che organismi di specie diverse costruiscono delle gerarchie socio-ecologiche dalle quali dipende la loro stessa vita, ma anche che la realtà è co-costruita da due forze: quelle naturali e geologiche e il lavoro e l’ethos umano. Per cui l’uomo è una forza bio-geomorfologica che ha plasmato sia la morfologia degli organismi sia oltre il 70% della superficie terrestre. 4) Il geografo statunitense Erle Ellis sostiene che le mappe dei biomi tradizionali utilizzate oggi da ecologici e geografi non siano più adeguate poiché non rispecchiano la realtà che oggi ci circonda. Dobbiamo pertanto inserire le persone sulle mappe, e per fare ciò dobbiamo introdurre dei nuovi parametri per descrivere la realtà: (a) l'incremento esponenziale della densità di popolazione umana; (b) l'equivalenza quantitativa fra massa antropogenica e biomassa; (c) il land use a fini prevalentemente agricoli ed edili. Ellis giunse così a conteggiare diciotto nuovi biomi denominati «antromi o biomi antropogenici», quali ci descrivono un mondo eco-corologicamente nuovo caratterizzato da nuovi oggetti ibridi, cioè nati dalla conciliazione delle forze naturali con quelle antropiche. Dunque non è più la natura ad ospitare le persone, ma sono i paesaggi antropizzati ad assorbire e incasellare la natura al loro interno. Sono giunta alle seguenti conclusioni: 1. La cartografia tradizionale basata sulla geometria euclidea e quindi sui concetti di omogeneità, continuità e isotropia non ci offre una descrizione coerente con l’empiria. Di contro i biomi antropogenici non semplificano, bensì conservano la complessità del reale. 2. La tecnica della mappatura dei biomi antropogenici riesce sia ricostruire il passato di una regione sia a prevedere le sue future possibili configurazioni, e con questo anche la futura localizzazione delle risorse alimentari ed energetiche dalle quali dipendono fenomeni sociali come quelli migratori o bellici. 3. L’Antropocene non è una nuova era geologica in cui s’assiste all’avvento della volontà di potenza dell’uomo o alla sottomissione e spartizione di una natura Andromaca. È una storia di condivisione in cui natura e persone concrescono, cioè co-evolvono e co-dipendono mutualmente e simultaneamente all’interno di regioni, e in cui i viventi mediante un'intenzionalità collettiva costruiscono il senso della realtà. Tutti gli organismi – senza eccezioni – sono dunque dei grandi produttori collettivi di senso.
According to one of the most influential definitions, formulated by Michel Foucault in his Les anormaux, the monster is, since the Middle Ages, a violation of a “bio-juridical” order. In critically discussing the historical plausibility of this claim this article explores medical and philosophical conceptions of monsters between medieval and early modern period, addressing in particular the matter of the relationships between first and second causes in nature's errors. The main authors dealt with are Thomas Aquinas, Ambroise Paré, Francisco Toledo and Fortunio Liceti. What emerges is that up to the 17 th century monsters were always conceived as products – and not as real contradictions – of a nature ordered by God's will, goodness and perfection, without a real “bio-juridical” order (as Foucault thinks).
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.