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2013, Dizionario Biografico degli Italiani
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Girolamo Orsi è un medico attivo ad Ancona nella seconda metà dell'Ottocento, protagonista dell'assistenza, della sanità e dell'igiene in città e provincia, impegnato nella lotto contro il colera e il vaiolo.
Estudis Romànics, 2024
Calabria, ed è stato Fellow di Villa I Tatti a Firenze. In oltre cinquant'anni di carriera si è occupato di filologia occitana, catalana e italiana, di metrica, di critica letteraria, di letteratura italiana contemporanea, di informatica umanistica, firmando una decina di volumi e un centinaio di articoli di altissimo valore. Il suo primo interesse scientifico lo lega indissolubilmente alla Catalogna, allorché decide di laurearsi con una tesi sul poeta Ausiàs March e di partire nel 1969 alla volta di Barcellona per svolgervi le ricerche necessarie. Come egli stesso ricorda: Sapevo, perché lo avevo letto nei libri e me lo avevano detto i miei professori italiani, che Ausiàs March era un grandissimo poeta, al punto di influenzare i maggiori poeti castigliani del Siglo de Oro; ma nel giro di pochi giorni di lavoro alla Biblioteca de Catalunya mi resi conto che la bibliografia su di lui si riduceva a ben poco. Poco quantitativamente e per di più di modesto livello, salvo qualche notevole eccezione e nonostante un leggero incremento delle pubblicazioni in occasione del quinto centenario dalla morte, dieci anni prima. Questa situazione rendeva da un lato più facile il mio lavoro, perché di cose da dire ce n'erano tantissime, dall'altro avevo l'impressione di muovermi nel vuoto. 1
Scritti teorici e tecnici di agricoltura, a cura di Sergio Zaninelli, vol. III, Dall'Ottocento agli inizi del Novecento, 1992
Regime doganale sull'introduzione del grano e sugli altri prodotti agrari, in AGI, vol. XVII (1891). Esperienze sulla concimazione dei foraggi freschi con la pressa Blunt, in
in Dizionario Biografico degli Italiani, 90, 2017
degli Italiani -Volume 90 (2017) SANTACROCE, Girolamo. -Le notizie biografiche relative a questo grande scultore, orafo e architetto napoletano sono scarse e di interpretazione problematica. La più antica citazione di lui si deve all'erudito Pietro Summonte, il quale lo dice «di anni circa ventidue» in una lettera del 1524 all'indirizzo di Marcantonio Michiel. Summonte ricorda anche la formazione da orefice di Santacroce, che si sarebbe successivamente «voltato in marmo», e gli assegna una medaglia fusa per il poeta umanista Iacopo Sannazaro, insieme a un perduto Apollo in marmo (Nicolini, 1925, p. 168). In uno scampolo biografico inusualmente elogiativo, Giorgio Vasari ricorda la morte dello scultore napoletano «d'anni trentacinque», avvenuta nel 1537 (Vasari, 1568. La perfetta corrispondenza tra le testimonianze di Summonte e Vasari, tra loro indipendenti, ha indotto la critica a collocare la data di nascita verso il 1502 (Naldi, 1997, p. 13). Oltremodo complessa si è rivelata la questione della formazione di Santacroce. L'ipotesi di un apprendistato da orefice sembra comprovata non solo dai possibili legami con una famiglia di orafi documentati a Napoli nell'ultimo quarto del Quattrocento (Filangieri, 1891, pp. 417 s.), ma anche da un gruppo di opere di oreficeria già ricordate da fonti letterarie e documenti d'archivio. La medaglia del poeta Iacopo Sannazaroconosciuta in molteplici esemplari, di cui il più importante nella collezione Parkes Weber al British Museum di Londra (Hill, 1917, pp. 100-105) -fu commissionata dalla marchesa di Mantova Isabella d'Este tra il 1516 e il 1519, come si ricava da una missiva spedita l'11 giugno 1519 da Iacopo Perillo, persona di fiducia della marchesa a Napoli (Naldi, 2007b, pp. 217-221). Quella di Andrea Carafa conte di Santaseverina, pure al British Museum nelle collezioni del re Giorgio III, è stata datata invece ai primi mesi del 1524 (Hill, 1917, pp. 100-105); un altro interessante esemplare della medaglia carafesca si conserva presso la Wallace Collection di Londra. La «patena» in oro che Ferrante Rota commissionò al Santacroce, «di tanta bellezza che fu donata dal signore Alfonso Rota [fratello minore di Ferrante] all'illustrissimo signor marchese del Vasto per una delle più belle cose di quei tempi; e poi dal detto signor marchese a Carlo V imperador nostro» (Rota -Ammirato, 1726, pp. 178 s.), non è stata identificata, ma va forse datata verso il 1528 -35 (Naldi, 1997. Sembra plausibile ritenere, pertanto, che per lunga parte del suo percorso artistico Santacroce abbia svolto l'attività di orefice parallelamente a quella di scultore.
GIROLAMO E I SUOI RAPPORTI CON AQUILEIA L'edizione dei testi di Girolamo relativi ad Aquileia arricchisce considerevolmente lo studio del cristianesimo aquileiese. Grande merito va alla curatrice Maria Elisabetta Bottecchia Dehò. La scelta precisa dei testi, ricavati dalle migliori edizioni critiche, la traduzione italiana, il commento, le prefazioni brevi ma esaurienti, la bibliografia e, fast but not least, i più che indispensabili indici: insomma tutto l'insieme rappresenta un importante passo in avanti nelle ricerche su Girolamo e il suo tempo 1 • Nel presentare Girolamo sulla scorta di questa nuova edizione ci limiteremo a trattare il tema specifico dei contatti di Girolamo con Aquileia. In proposito è bene ricordare che ci sono problemi che la ricerca storica non ha ancora risolto in modo definitivo; probabilmente alcuni di questi sono irrisolvibili con le fonti oggi a disposizione. Di Girolamo, a differenza dei suoi contemporanei più importanti quali Martino di Tours, Ambrogio e Agostino, non si possiede infatti una biografia composta da chi l'abbia conosciuto personalmente; la fonte principale e in molti casi unica per la conoscenza della sua vita resta la sua opera letteraria, in particolare l'epistolario.
La Salmace, Girolamo Preti, 2014
Idillio tratto dall'edizione delle "Rime" del 1618.
La signoria rurale nell'Italia del tardo medioevo. 5. Censimento e quadri regionali, 2021
Scheda sulla signoria rurale degli Orsini nei secoli XIV-XV
2021
Il contributo analizza e propone in edizione critica l'edizione della Vita dell'abate riformatore della Badia Fiorentina, il portoghese Gomes Eanes, proveniente da Santa Giustina di Padova e promotore della riforma monastica benedettina emanante da questo chiostro nel secolo XV. Questo testo , redatto da un noto giurista toscano, costituisce un interessante e non comune esempio del genere vite di uomini illustri, riferibile ad un religioso contemplativo destinato a muoversi fra realtà italica e lusitana. Il contributo analizza sia la biografia del Gomes, sia l'operato del medesimo tra Firenze e Coimbra e tra realtà religiosa e politica fiorentina e corte portoghese
Studi Sul diSegno padano del rinaScimento a cura di Vittoria romani dipartimento di Storia delle arti ViSiVe e della muSica uniVerSitÀ di padoVa mmX La ricerca e la realizzazione dell'opera hanno beneficiato dei contributi del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca finalizzati a Programmi di Ricerca scientifica di rilevante Interesse Nazionale (ai sensi del D. M. 287 del 23 febbraio 2005) stampato in italia · printed in italy isbn 978-88-86899-92-5
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Atti del Convegno Internazionale di Studi (Roma, 31 gennaio-1 febbraio 2017), Istituto storico italiano per il medio evo, Roma, 2018
Polymatheia. Studi classici offerti a Mario Capasso, 2018
«’ANANKH», n. 60, pp. 92-105. ISSN: 1129-8219, 2010
Archivio Storico Siracusano, 2016
Scelta di ricordi di San Girolamo di Agnano, 2019
Ritratto tizianesco di Ercole Gonzaga, 2017
Un gigante addormentato? Sfide e opportunità del turismo a Bagamoyo, 2023
«SINESTESIE», 2018
Girolamo Arnaldi. 1929-2016. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Roma, 31 gennaio - 1 febbraio 2017), a cura di Isa Lori Sanfilippo e Massimo Miglio, 2018
Augustinianum, 2015