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The paper aims to analyse a new drawing (bozzetto) by Domenico Antonio Vaccaro (Naples, 1678-1745) son of Lorenzo Vaccaro and pupil of Franceso Solimena. This new drawing is strictly connected with two different paintings of same subject, "The martyrdom of Saint Catherine of Alexandria", both by Vaccaro (one is preserved in Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova, the other picture was at auction in Naples in 2014). In the end this new discovery intends to increase the small drawing catalogue of Domenico Antonio Vaccaro and help who wants to study his career.
Incontro per parlare di Europa, di economia, della crisi che stiamo vivendo in Europa e quindi anche in Italia, lo faremo con un ospite che è un professore di economia, ma soprattutto un giornalista esperto di economia e un divulgatore delle materie economiche. Cercheremo di capire insieme al professor Angelo Vaccariello quali sono le realtà della crisi che stiamo vivendo in Europa, in Occidente e quindi anche in Italia e quali sono le prospettive perché potrebbero esserci da qui a qualche anno delle prospettive che magari invertono positivamente la realtà. Il professore Angelo Vaccariello, è un docente di economia, il
Solamente i cultori delle opere di Ernesto De Martino si sono soffermati a conoscere l"eccentrica, ma per certi versi illuminante figura di Raffaele Vittorio Macchioro 1 , con le sue singolari scoperte, i suoi indubbi meriti culturali e le sue travagliate e sfortunate vicende personali. La sua biografia lo vede nascere nella Trieste mitteleuropea, importante crocevia plurietnico brulicante di vita interculturale, il 29 novembre del 1880 da Davide, un commerciante ebreo proveniente da Split, e da Noemi Longi. Il giovane Macchioro si trovò, così, obbligato a respirare fin da piccolo quel particolarissimo clima di austera religiosità tipico di ogni famiglia giudea di rito sefardita. Una volta terminati gli studi liceali si iscrisse alla facoltà di lettere dell"Università di Bologna 2 fortemente attratto dal carisma personale e culturale di Giosuè Carducci. Nonostante la presenza dell"illustre poeta si formò, però, alla scuola del grecista Vittorio Puntóni 3 per quanto concerneva la letteratura e la cultura greca, con Giovan Battista Gandino 4 per la letteratura e la cultura latina e con Edoardo 1 «Macchioro, un ebreo di origine dalmata-sefardita, cresciuto a Trieste, porta anzitutto un fondo ebraico mitteleuropeo; ma poi nel suo tormentato e infine fallito sforzo di inserirsi nella cultura e nella vita italiana indica certi aspetti essenziali della cultura italiana: anzitutto la scarsa simpatia con cui è accolto dagli idealisti napoletani; poi la impossibilità di questo ebreo di rimanere tranquillo nel Cattolicesimo a cui si converte, perché il suo Cattolicesimo più o meno è ab origine il Cattolicesimo modernista; in seguito il disastro della sua successiva conversione al protestantesimo in una sede così lontana dal protestantesimo come Napoli, dove il pastore protestante è lui stesso in origine un ebreo, cioè il padre del nostro Arias; per finire in un ritorno al Cattolicesimo corrispondente con la persecuzione antiebraica del 38-39, che non lo salva da questa persecuzione e più o meno trasforma in pazzia il suo squilibrio» Cfr. A. MOMIGLIANO, Epilogo, ancora senza conclusione, in R. DI DONATO (a cura di) La contraddizione felice ?, cit., pp. 197-198, ripubblicato in R. DI DONATO (a cura di), Nono contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1992, pp. 723-724, R. DI DONATO, Preistoria di Ernesto de Martino, cit., pp. 41-67. 2 «Bisogna immaginare lo studente Macchioro quando lascia Trieste per l"Università di Bologna, come uno di quei giovani militanti che optano per la causa patriottica contro i riti e gli obblighi della tradizione ebraica. Se consideriamo i primi nomi, italiani e non ebraici, che il padre ha dato ai suoi bambini, questo allontanamento è già voluto dai genitori. A Bologna, lo studente riusciva a trovare un modello: nato in una famiglia ebrea triestina, il leader Giacomo Venezian che insegna diritto all"università, ha scelto la fede cattolica; si arruolerà come volontario nel 1915 e morirà al fronte. Nella nuova affiliazione religiosa di Vittorio Macchioro non c"è dunque alcun misticismo ma, appunto, una scelta a favore della modernità teologico-politica. Lo conferma la sua adesione al movimento europeo del modernismo che, in Italia con E. Buonaiuti come in Francia con A. Loisy, si dedica ad applicare le regole della critica storica agli studi biblici. L"arcivescovo Fracassini, al quale i commentatori attribuiscono la conversione di Macchioro, fa effettivamente parte del gruppo che si è insediato nell"Italia centrale, la cui prima preoccupazione è alzare il livello scientifico degli studi ecclesiastici» Cfr. G. CHARUTY, Ernesto de Martino. Le precedenti vite di un antropologo, FrancoAngeli, Milano, 2009, p. 180. 3 Vittorio Puntóni fu un famoso grecista italiano professore emerito nelle università di Pisa, Messina e Bologna dove fu anche più volte rettore fin dal 1896. Nel 1921 fu socio nazionale dell"Accademia dei Lincei e nel 1922 venne nominato senatore del Regno. Si occupò di Esiodo, degli Inni omerici, di mitologia e favolistica. Fu anche autore di un"apprezzatissima Grammatica della lingua greca edita nel 1918. 4 Giovanni Battista Gandino è stato un eminente latinista italiano, dal 1861 docente all"Università di Bologna. Nato a Bra nella provincia di Cuneo, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell"Università di Torino ma non si è certi se abbia in quella completato gli studi. Nella prima guerra d"indipendenza, si arruolò nell"esercito del Regno di Sardegna e venne ferito nella battaglia di Novara del 22-23 marzo del 1849. Nel 1861 ottenne la cattedra di Letteratura Latina all"Università di Bologna, dapprima come professore straordinario, poi, due anni più tardi, come professore ordinario. Nell"ateneo felsineo fu amico e collega di Giosuè Carducci all"epoca docente di Letteratura italiana. Tra i suoi allievi vi fu anche Giovanni Pascoli, che subentrò a Carducci nel 1904. Cultore di Cicerone, fino ad essere considerato uno degli ultimi ciceroniani, con la sua opera e i suoi scritti contribuì alla formazione di molti apprezzati studiosi. 5 L"archeologo Edoardo Brizio nacque a Torino il 3 marzo 1846, da una famiglia di commercianti originari di Bra. Nel 1868, dopo due anni nell"università torinese dove seguì le lezioni di Ariodante Fabretti, fu ammesso alla Prima Scuola Archeologica Italiana situata a Pompei. Nel 1871 concluso il triennio pompeiano fu incaricato dal Comune di Bologna a redigere il catalogo di alcune sezioni dell"appena creato Museo Civico, il cui progetto era stato affidato al suo primo maestro Ariodante Fabretti. L"anno seguente si trasferì a Roma, dove fu assunto come segretario della Soprintendenza agli Scavi e alla Conservazione dei Monumenti della stessa Provincia. Nel 1875 rientrato da un soggiorno di studi in Grecia fu nominato Ispettore dei Musei e degli Scavi della Direzione Generale degli Scavi delle Antichità. Nel 1876 venne chiamato dall"Università di Bologna a ricoprire la cattedra di Archeologia e Numismatica, nonostante l"opposizione dello storico, accademico dei Lincei e senatore del Regno Giovanni Gozzadini, e insieme, l"incarico di direttore del Museo dell"Università. Dal 1881, quando fu inaugurato il nuovo Museo Civico, ne divenne direttore della sezione archeologica. Nello stesso periodo fu nominato socio corrispondente e dal 1886 socio attivo della Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna. Alla morte del Gozzadini, nel 1887, gli succedette nella carica di Direttore Generale del Museo Civico e di Commissario degli Scavi di Antichità. Da quel momento poté ampliare il raggio dei suoi scavi dalla sola Bologna all"intera Emilia-Romagna e alle vicine Marche. La sua concezione dell"archeologia era quella di una scienza strettamente ancorata ai monumenti e ai materiali dell"antichità, tanto che spesso faceva lezione nelle sale del museo e promuoveva visite di istruzione sui luoghi di scavo. Nell"insegnamento universitario si dedicò all"arte e all"archeologia classica, all'attività scientifica di scavo e all"archeologia italica, senza trascurare la paletnologia. Morì a Bologna il 5 maggio 1907. 6 Renato Serra fu uno stimatissimo scrittore italiano e critico letterario. Nato da Pio Serra e Rachele Favini, appartenne ad una famiglia benestante e di tradizione risorgimentale. Suo nonno, Giuseppe Favini, fu un patriota delle Cinque Giornate di Milano. Si formò presso il Regio Liceo Ginnasio Vincenzo Monti di Cesena dove concluse gli studi a sedici anni, senza sostenere l"esame di maturità per via degli altissimi voti ottenuti. Nel 1900 s"iscrisse all"Università di Bologna presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, dove ebbe come insegnanti: Giosuè Carducci, Francesco Acri e Giovanni Battista Gandino, e dove divenne ammiratore delle idee socialiste di Severino Ferrari anche questo suo insegnante. Si laureò in Lettere nel 1904 con una tesi sullo "Stile dei Trionfi del Petrarca". Divenne anche allievo dell"Istituto di Studi Pratici e di Perfezionamento di Firenze. Nel 1906 fece ritorno a Cesena, dove svolse il servizio militare prestando servizio come sottotenente nel 69º Reggimento Fanteria della Brigata "Ancona", per essere poi congedato lo stesso anno. Nel 1907 lasciò Cesena e si trasferì per un breve periodo a Torino, dove collaborò con Luigi Ambrosini alla creazione di un dizionario Italiano-Latino per la casa editrice Paravia. Dopo i primi articoli sulla rivista "La Romagna", s"inserì ben presto nell"ambiente de "La Voce" dove pubblicò diversi articoli e saggi, ed entrò in rapporti con Giuseppe De Robertis e Giuseppe Prezzolini. Ebbe anche una vitale corrispondenza con Benedetto Croce. Ottenne anche l"incarico di direttore della Biblioteca Malatestiana di Cesena. Nel 1910 pubblicò su "La Romagna" un saggio sullo scrittore Alfredo Panzini, ponendolo sulla ribalta della critica italiana. Nazionalista e tradizionalista, rimase sempre legato al modello carducciano, fino a un evento radicale che sconvolse lui e tutta l"Europa: la prima guerra mondiale, nella quale volle partecipare come volontario. Una delusione d"amore lo cambiò totalmente, sia come scrittore che come pensatore. Nel 1915, in piena conflitto, scrisse uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, "L"Esame di coscienza di un letterato". Richiamato alle armi il 1º aprile, giunse al fronte il 5 luglio, ancora sofferente per i postumi di un grave incidente automobilistico accadutogli il 16 maggio. Inquadrato, col grado di tenente, nell"11º Reggimento Fanteria della Brigata "Casale", si trovò a fronteggiare il nemico col proprio reparto nel settore del Podgora, presso Gorizia, partecipando alla Seconda e alla Terza battaglia dell"Isonzo nel corso della quale, il 20 luglio 1915, rimase ucciso in combattimento sul monte Podgora a soli 31 anni. 7 Il medievalista e archeologo Renato Soriga nacque a Massa Carrara il 27 Giugno del 1881. Frequentò la facoltà di Lettere e Filosofia dell"Ateneo felsieno dove si laureò il 24...
In Circolo, 2019
Il museo si fa città", questo il motto del Macro Asilo, nuovo corso del Museo d'Arte Contemporanea di Roma che, sotto la direzione di Giorgio De Finis, presenta un nuovo progetto artistico, a partire dal primo ottobre 2018. Il Macro Asilo, con sede in Via Nizza 138, incontra la città, proponendosi di essere uno spazio aperto a chi ne voglia usufruire, a chi lo voglia riempire di attività e contenuti, senza intermediazioni. Una piazza, insomma, dove si può arrivare da strade diverse con il proprio e personale bagaglio di saperi, esperienze e attitudini e condividerlo con la comunità.
Gioacchino Chiarchiaro, Likasë (edizione critica), 2004
Edizione critica del "quaderno" mansocritto in albanese di Gioacchino Chiarchiaro, originario di Palazzo Adriano (Sicilia)
«On the Baroque»: a Lacanian repertoire – Lacan often claimed the Baroque features of his discourse to highlight its originality and to ironically reply to criticism. The paper takes its cue from these claims to present an overview of Lacan’s theory, in the light of one of the categories of the history of art. The inventory of the occurrences of the term in Lacanian documents, between 1954 and 1973, identifies the twentieth seminar as its theoretical barycentre. The second part of this contribution focuses on this seminar in order to highlight some crucial themes running through Lacan’s reflection on baroque, i.e. the scientific revolution, the relation between letter and spirit, the sexual intercourse, two Berninian masterpieces and the woman. Keywords: Baroque, psychoanalysis, Bernini, woman, Lacan
Italiano LinguaDue, 2024
Il termine Medioevo significa "età di mezzo" e fu coniato dalla cultura umanistica dei secoli XV-XVI che voleva ricollegarsi idealmente all'antichità greco-romana. Indica il periodo che si estende dalla caduta dell'impero romano d'occidente con il suo ultimo imperatore Romolo Augustolo , deposto nel 476 d.C. Altri intendono come limite iniziale la morte dell'imperatore Teodosio (395 d.C.). In ogni periodizzazione si tenga comunque conto dell'arbitrarietà della scelta dei limiti temporali, che non possono essere considerati in termini assoluti, ma come riferimenti cronologici orientativi. Al di là delle coordinate temporali sta il fatto che il termine ha avuto storicamente un'accezione negativa. È innegabile che i secoli dal V al X sono dominati in Europa da chiari segni di crisi: le città si spopolano, il commercio è sostituito dal baratto, il latino è abbandonato a favore dei volgari, si impone il sistema economico del feudalesimo, che si basa su un'economia di sussistenza. Ma dopo l'anno Mille si assiste ad una ripresa dei commerci. Si distingue pertanto tra un Alto Medioevo (fino al Mille) che fu segnato effettivamente da un regresso socio-economico generalizzato e un Basso Medioevo (dopo il Mille) con una ripresa economica graduale. A testimonianza del fatto che le periodizzazioni storiche hanno un carattere preminentemente arbitrario lo storico Le Goff sostiene che il Medioevo, contraddistinto dal sistema feudale, arriverebbe fino agli albori del XIX secolo. La società feudale era divisa in tre ordini: oratores (coloro che si dedicavano agli aspetti spirituali dell'esistenza umana), i bellatores (chi si dedicava alla guerra) e i laboratores (chi si dedicava alle attività pratiche).
VAGNUCCI Iacopo (DBI, dattiloscritto).
Alla voce "posthumanism" Wikipedia elenca sette possibili sfumature semantiche del termine, tutte riconducibili a diverso titolo a questa controversa nozione: si menzionano l'anti-umanismo, il postumanismo culturale, il postumanismo filosofico, la condizione postumana, fino ad arrivare ai massimalismi di transumanismo, Al Takeover ed estinzione volontaria dell'uomo. Ora, senza entrare nel merito di questa catalogazione -che come tale implica una certa arbitrarietàcercheremo di presentare il saggio di Antonio Lucci Umano Post Umano (Inschibboleth, 2016), azzardandone una collocazione all'interno del cosiddetto postumanismo filosofico. Premessa: "postumano" indica un ambito delle scienze umane distante da una stabilizzazione disciplinare; i margini tematici a cui richiama sono sfrangiati ed estremamente porosi, continuamente soggetti a sconfinamenti e ampliamenti epistemici -di carattere sia inclusivo che esclusivo. Dagli anni '70 fino a oggi, infatti, l'idea di poter parlare di "postumano" nei termini di una questione culturalmente rilevante ha fatto sì che il sintagma "post" -su cui pesa tutta la portata della sua novità concettuale -divenisse l'oggetto di innumerevoli branche delle humanities. Con buona probabilità il motivo di questa fortuna è dipeso dal fatto che parlare di post-umano significhi, più o meno consapevolmente, testare la tenuta di un'idea di scienza -"umana" appunto -che mai come oggi pare minacciata da un preoccupante autosuperamento. L'espressione post-umano effettivamente, come
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Il Mezzogiorno di Sturzo e Gramsci nel saggio di D'Andrea e Giasi, 2020
See Abstract.
Osservazioni sui paragrafi delle 'Leggi' ittite relative al matrimonio, 2017
M. Lodone, recensione di G. SAVONAROLA, Rime, a cura di G. TUCCINI, Genova, Il Melangolo, 2015, «Rivista di storia e letteratura religiosa», LIII, 2017, pp. 187-189