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2018
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I Contratti, 2020
Lo studio affronta la questione della validità del trust liquidatorio, quale strumento di segregazione del patrimonio aziendale utilizzato per la liquidazione di una società in stato di crisi.
Di trust, com'è noto, si inizia a parlare in Italia a seguito della ratifica della Convenzione de L'Aja del 1985 sulla legge applicabile ai trusts e al loro riconoscimento, avvenuta con l. 16 ottobre 1989, n. 364 entrata in vigore il 1° gennaio 1992.
Dottrina e giurisprudenza più recenti riconoscono piena validità al trust interno. E’ evidente, però, che tale istituto non può essere utilizzato per frodare la legge o per eludere le garanzie assicurate ai creditori dalla disciplina fallimentare. In linea di principio, il trust con funzione liquidatoria è compatibile con la procedura concorsuale, se ha lo scopo di tutelare, per conto del disponente non ancora dichiarato fallito, i creditori-beneficiari del trust. Al disponente non è, invece, consentito segregare l’intero patrimonio sociale in prossimità del fallimento, sottraendo i beni alla disponibilità del curatore ed impedendo la liquidazione fallimentare. Se il trust è stato istituito quando la società non era ancora insolvente, il fallimento ne rappresenta una causa sopravvenuta di scioglimento; se, invece, è costituito da una società già insolvente, l’atto istitutivo deve essere considerato nullo sin dall’origine, perché è volto ad eludere le norme imperative che disciplinano la liquidazione concorsuale.
Il saggio si concentra sulla liceità ed efficacia del trust qualora questo sia utilizzato nell’ambito della crisi d'impresa. L’Autore, dopo aver esaminato l’utilità del trust in rapporto ai vari strumenti di composizione negoziale della crisi, fornisce una lettura innovativa del leading case costituito dalla Cass. n. 10105/2014. In particolare, osserva che ai fini della riconoscibilità di tale istituto in ambito concorsuale perda rilevanza la sussistenza dello stato d’insolvenza al momento dell’istituzione del trust, a favore di una sempre maggiore importanza della sua causa in concreto. Quindi, dato il rilievo assunto dalla valutazione del concreto programma di segregazione patrimoniale, l’Autore esamina i possibili indici di elusività del trust, traendo spunto dalla prassi giurisprudenziale. Infine, in chiave di tutela dei creditori, sono analizzate le questioni attinenti l’azione revocatoria e la sorte del trust in caso di sopravvenuto fallimento.
Studio di Impresa n. 17-2013/I LA TRASFORMAZIONE DI SOCIETÀ IN TRUST Approvato dalla Commissione Studi d'Impresa il 16 gennaio 2013 Sommario 1. Premessa; 2. La trasformazione eterogenea atipica; 3. Trasformazione eterogenea atipica e trasformazione di società in trust; 4. Dalla società al trust attraverso procedimenti indiretti; 5. Società partecipata da un unico trustee e trasformazione in impresa individuale; 6. Il trattamento tributario della trasformazione eterogenea di società in trust.
Un recente studio del notariato sul trust liquidatorio offre spunti per una riflessione, in generale, sul ruolo del notaio nelle operazioni di trust e, in particolare, sull’impiego del trust liquidatorio ed a supporto delle procedure concorsuali.
Analisi giuridica dell'economia, 2021
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Rivista di Diritto del Risparmio, 2022
2023
Sulla contestata nullità del contratto di fideiussione a garanzia delle obbligazioni assunte dalla società mutuataria in compresenza della garanzia del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese c/o MCC in ordine al medesimo finanziamento – Nullità parziale – Opposizione a decreto ingiuntivo – Parere – Settembre 2023.
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LA GARANZIA MOBILIARE NON POSSESSORIA D'IMPRESA: CONFLITTI E RIMEDI, 2024
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Giurimetrica, Anno 5, n. 2, 2021
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Diritto privato. Studi in onore di Antonio Palazzo, II. Persone, famiglia e successioni, a cura di S. Mazzarese e A. Sassi, Torino, Utet, 2009
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