Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2018
…
12 pages
1 file
École des hautes études en sciences sociales; Rui Manuel Trindade Braz Afonso, Universidade do Porto leNote di U3 sono una sezione de leRubriche del giornale on line UrbanisticaTre urbanisticatre.uniroma3.it/
Lo schema urbanistico adottato dai Romani nella costruzione della città è caratterizzato dall'incontro ortogonale delle strade, cardi (da nord a sud) e decumani (da est a ovest), che suddividono la città in isolati quadrangolari.
Il rapporto che si instaurò nell'impero romano tra il governo centrale e le comunità cittadine[1] fu senza dubbio "originale", se paragonato all'organizzazione di altri imperi del passato. Ne furono ben consapevoli gli autori dell'epoca, che non mancarono di sottolineare la scelta di Roma di servirsi delle città come «cellule insostituibili dell'organismo imperiale»[2], di attribuire cioè alle comunità urbane un ruolo determinante nella gestione dell'impero stesso.
2010
Abstract: Questo articolo discute il concetto di capitale sociale da un punto di vista politico-istituzionale. Accrescere il capitale sociale nel mezzogiorno è un obiettivo fondamentale per rilanciare la competitività delle regioni meridionali, che può essere raggiunto solo attraverso la saldatura della sussidiarietà verticale e orizzontale. Da questo punto di vista, la recente riforma sul federalismo fiscale, pur se ancora difficile da decifrare, appare insufficiente per azionare un meccanismo di convergenza economicosociale tra le regioni.
Roma Luoghi persone visioni, Istituto Enciclopedia Italiana Treccani, 2019
Le trasformazioni della città e delle architetture di Roma capitale unitaria
Antropologia Pubblica, 2020
Parallelamente all'incremento dei consensi e all'ascesa delle destre, un'attenzione crescente ha interessato il divario sociale, economico e demografico tra agglomerati urbani a crescita accelerata e metropoli, da un lato, e città medio-piccole e zone rurali, dall'altro. Questi luoghi-per i quali si utilizza spesso l'appellativo di "abbandonati", caratterizzati da stagnazione economica, declino, spopolamento, alti livelli di disoccupazione e radicata povertà-sono spesso rappresentati come il motore del successo delle destre; una sorta di tropo per discutere dell'ascesa del populismo nel dibattito pubblico e in quello scientifico (Hendrickson et al. 2018; Carter 2016; Rodrígues-Pose 2018). Significativamente però, se le migrazioni occupano uno spazio discorsivo determinante nella rappresentazione dell'avanzata di questi schieramenti politici nelle città economicamente deprivate, limitata attenzione è stata riservata ai migranti stessi e al loro posizionamento nella produzione e ri-produzione del tessuto economico, sociale, politico e affettivo di questi luoghi. Come già sottolineato altrove, a lungo si è trascurato lo studio e l'elaborazione teorica sul posto dei migranti in contesti urbani di diverse dimensioni, al punto che le relazioni e le dinamiche della migrazione continuano ad essere concepite primariamente sulla base di ricerche condotte nelle metropoli e/o nelle città di passaggio e frontaliere (Glick Schiller, Çağlar 2009; Çağlar, Glick Schiller 2011, 2018) 2. Sorprende questa mancanza per diverse ragioni: sul piano empirico, fin dagli anni '90 si è registrata una tendenza crescente all'insediamento dei migranti in città spopolate e in declino, o nelle zone rurali (Jentsch 2007; Kasimis et al. 2003; Kasimis 2010; Pinnila et al. 2008). Inoltre, accanto alla tendenza a stabilirsi sempre più di frequente in queste aree, molte di queste città avvicinano e accolgono attivamente i migranti (e i rifugiati e le rifugiate) nel quadro di politiche di ripopolamento e rivitalizzazione. Mi 1 La traduzione dall'inglese è stata curata da M. Carolina Vesce; la traduttrice ha scelto di usare il termine "depotenziate" per l'inglese disempowered per cercare di restare più vicino possibile all'uso che nell'originale ne fa l'autrice; per lo stesso motivo è stato scelto di non tradurre i termini city-making e city-makers. 2 Per una discussione delle basi epistemologiche e delle conseguenze metodologiche di ricerche e analisi teoriche sull'interazione tra migranti e città nei contesti urbani di confine si veda Glick Schiller, Çağlar 2009. Fin dall'inizio degli anni 2000 gli studiosi si sono concentrati sulla presenza di migranti in contesti identificati come "città di piccole dimensioni" o "città secondarie", per quanto le implicazioni teoriche e metodologiche di queste ricerche abbiano raramente mosso l'interesse degli studiosi di migrazioni.
G. UGGERI (a cura di), Ricerche di topografia antica: bilancio critico e prospettive (Atti del VII convegno topografia antica – Roma 29-30 ottobre 2009), JAT XIX, 2009, pp. 41-58 (ISBN 9788880869351)
Lo studio dell'urbanistica in età tardoantica e altomedioevale è notevolmente progredito in questi ultimi anni grazie a campagne di scavo condotte con metodologie adeguate e, soprattutto, grazie alla crescita dell'attenzione per questi periodi, che in precedenza erano stati trascurati o documentati in maniera inadeguata. Le riflessioni che vorrei proporre, per ovvi limiti di tempo, non potranno essere sistematiche, ma si concentreranno piuttosto su alcuni punti che mi paiono promettenti e che comportano considerazioni metodologiche di un qualche interesse. Il confronto tra Roma e gli altri centri cittadini in Italia vanta una lunga tradizione, ma spesso si è accentrato su singoli aspetti monumentali: alludo per esempio al problema dell'origine della basilica civile, all'articolazione dei fori, alle discussioni sul Comizio a Roma e nelle colonie, oppure ancora allo sviluppo di singoli tipi architettonici. Più raramente il confronto ha preso in considerazione fenomeni urbanistici complessivi. Ciò per diversi comprensibili motivi: da un lato, infatti, la complessità dell'urbanistica di Roma e la ricchezza delle fonti letterarie, archeologiche e archivistiche necessarie al suo studio comporta una forte specializzazione e una tendenza a ragionare in termini, per così dire, romanocentrici; dall'altra solo in anni recenti iniziamo a disporre per colonie e municipi italici di evidenze sufficienti a delineare, almeno nelle grandi linee, la vicenda urbana fino alla transizione al Medioevo. Con una base di dati più soddisfacente è possibile invece impostare il lavoro con maggiore confidenza nella solidità dei risultati e mi sembra che proprio il periodo tardoantico sia favorevole a uno studio comparativo tra quanto si registra nelle città dell'Italia romana e quanto sta emergendo dalle ricerche su Roma. Nella Roma della prima e media età imperiale, infatti, lo status e le funzioni di capitale di un enorme impero schiacciavano le caratteristiche più propriamente civiche. In epoca tarda, invece, lo spostamento della corte in altre sedi sottrae risorse pubbliche alla città, ma in compenso innesca un processo che potremmo definire di "normalizzazione" -sia pure parziale -della vita cittadina, nel senso che gli aspetti e le funzioni civiche -almeno in parte comuni anche alle colonie e municipi d'Italia -guadagnano evidenza ai nostri occhi sia nelle fonti che nel tessuto della struttura urbana. In altre parole il confronto tra la realtà romana e quella delle varie città della penisola diventa più paritetico, con mutui vantaggi. I fenomeni romani possono essere meglio compresi come parte di tendenze evolutive più ampie e -simmetricamenteci si può chiedere se alcuni fenomeni, attestati a Roma grazie alla più ricca documentazione, non siano presenti, in forme da precisare di volta in volta, anche in altre città. ::-Università di Firenze
2022
In Giovanni Caudo e Mauro Baioni, ROMA 100X100. DA CAMPAGNA A METROPOLI SENZA PASSARE PER LA CITTA’, Quodlibet, 2022 (in corso di pubblicazione).
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
il Mulino, 2017
In: D.F. Moccia, a cura di. La città sobria, pp. 39-48, Napoli: Edizioni Scientifiche Italiane
Newslettere dell'Osservatorio sulla città globale, 2023
Tevere cavo una infrastruttura di nuova generazione per Roma tra passato e futuro, 2016
La falsificazione epigrafica. Questioni di metodo e casi di studio, a cura di L. Calvelli, 2019