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Lo zar Nicola II, ultimo re della dinastia Romanov, deposto nel 1917 Una delle questioni storiografiche più recenti che hanno coinvolto il popolo russo, alla luce dei festeggiamenti per il centenario della 'Rivoluzione russa' del 1917, è quella che riguarda le sorti della famiglia Romanov e la sua esecuzione.
Nostalghia tra Italia e Russia , 2020
Un secolo di cinema Italia -Russia L'Europa dell'Est mi sembra Gambettola, il paese vicino a Rimini dove stava mia nonna. Il modo di baciarsi dei russi e di trattenersi le mani prima di salutarsi definitivamente mi è sempre parso segnato da quella religiosità campagnola che respiravo in casa della nonna durante la settimana santa insieme al profumo di certi dolcetti. In Russia, quando ci sono stato, ho provato soprattutto questo tipo di familiarità, quel senso cristiano dell'esistenza che ti fa pensare più a Tolstoj che a Majakovskij, ti ridà la memoria di una vita racchiusa fra cielo e terra, scandita da lunghe, avvolgenti stagioni, intiepidita da sapori e profumi d'altri tempi, di quand'eri piccolo e avevi tutti i sensi ancora dilatati sulle cose che ti circondavano, le persone, le piante, gli alberi, gli odori di casa…
2018
Nov 01 Posted by Marco Limburgo in Smolensk Dalla caduta dell'Unione Sovietica, la Russia ha sperimentato un convinto revival delle religiosità e del ruolo delle istituzioni ortodosse nella vita comunitaria. Molto si è scritto sul ruolo della Chiesa ortodossa come strumento di consolidamento del potere da parte del Cremlino e i parallelismi con il passato imperiale si sprecano, in un'opinione pubblica troppo spesso avvezza a ridondanti paragoni. Secondo le statistiche governative, più del 70% dei russi si considera cristiano ortodosso anche se i tassi di partecipazione attiva alle funzioni religiose rimangono drammaticamente bassi. Tuttavia, la fine dell'ateismo di stato ha coinciso con un ritorno delle manifestazioni di religiosità collettiva e con la riappropriazione di simbologie e icone di un passato controverso. La figura dell'ultimo zar, Nicola II Romanov appare paradigmatica in questo contesto, in quanto l'attitudine modesta e la dedizione alla famiglia e allo Stato, pur in momenti di profonda difficoltà, rappresentano una costante fonte di emulazione, al fine di ricostruire l'immagine dell'uomo russo dopo decenni di esperimento sociale sovietico. I Romanov hanno retto i destini dell'Impero russo per quasi 400 anni, ampliando smisuratamente i confini e il prestigio dello Stato in in tutta l'Eurasia. La fucilazione di Nicola II, della moglie e i suoi cinque figli può essere letta come un altro tassello della persecuzione dell'Ortodossia nel corso dei decenni comunisti, offrendo ad una nazione in costante crisi di identità un potente collante fra vertici ecclesiali, cittadinanza e potere. La potenza economica del Patriarcato russo (la prima Chiesa ortodossa orientale per numero di fedeli diffusi fra Russia, Bielorussia, Ucraina, Giappone, etc.) ha facilitato una diffusione capillare del culto e delle icone all'interno dell'ecumene ortodosso; non è raro imbattersi in sfarzose chiese di provincia dedicate alla memoria della famiglia reale, mentre cerimonie partecipate si svolgono da San Pietroburgo (ex capitale e residenza imperiale) a Ekaterinburg. E proprio questa città siberiana, teatro della morte degli ultimi Romanov, sta traendo maggior profitto dal revival religioso inerente al culto di Nicola II. Il Patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill, il 16 luglio scorso, ha guidato un'imponente processione per le strade della città nei luoghi del martirio dello zar Nicola II e della sua famiglia, insieme ai vescovi riuniti nella speciale sessione del Sinodo. La solennità era stata preparata nei giorni precedenti alle celebrazioni per i 1030 anni del Battesimo della Rus' di Kiev, che secondo le parole del Patriarca fu "l'avvenimento che segnò una svolta nella storia dei popoli slavi, indicando la strada della civiltà slava, dal buio dei falsi ideali alla rivelazione della verità divina". La partecipata solennità ha permesso al patriarca di lanciare un monito alla popolazione, ma con precisi riferimenti alla classe politica: Nel passato, il popolo russo è stato investito dal folle treno, quando pensieri a noi estranei, ideali estranei, mentalità estranee, formate da opinioni politiche e filosofiche che non avevano niente in comune con il cristianesimo, con le nostre tradizioni nazionali o la nostra cultura, hanno cominciato ad essere accolte dall'intelligencija e dall'aristocrazia, perfino da una parte del clero, come fossero pensieri che portano al progresso, e seguendoli fosse possibile cambiare in meglio la vita del popolo Kirill I Il patriarca ha quindi invitato tutti a rigettare le "tentazioni provenienti dall'estero", che diffondono illusioni sul futuro benessere della Russia: "La lezione principale da ricordare è che non dobbiamo fidarci delle promesse di una vita felice, non dobbiamo riporre speranze in aiuti che vengano da fuori,
Contributo in atti di convegno
Cento anni fa il brutale assassinio della famiglia imperiale poneva fine a quattro secoli di dominio Romanov sullo sconfinato impero russo. La rivoluzione bolscevica affronta allora i suoi momenti più difficili: le armate bianche controrivoluzionarie ben armate e comandate da ufficiali di carriera (fra i tanti Anton Denekin, Aleksandr Kolčak e il Barone Pëtr Vrangel') avanzavano indisturbate e gli interventi militari internazionali mettevano a dura prova il progetto rivoluzionario di Lenin.
• “La mosca al naso: in AA.VV., Animali e metafore zoomorfe in Verga, cur. G. OLIVA, Roma, Bulzoni, 1999, pp. 217 – 247;
La Nobiltà Russa dopo il 1861, 2019
Introduzione 2 CAPITOLO PRIMO: La nobiltà russa nell'Ottocento I. La nobiltà russa: caratteri originari 6 II. La nobiltà russa nell'Ottocento 9 III. Composizione etnica e religiosa della nobiltà 13 III. Proprietà terriere, servizio e occupazione 16 IV. Lo status economico della nobiltà 20 V. La nobiltà, la formazione di un ceto di servizio 27 CAPITOLO SECONDO: La crisi della nobiltà terriera I. La nobiltà pre-emancipazione: una classe sociale? 33 II. Il rapporto della nobiltà con la terra pre e post-emancipazione 35 III. La nobiltà e l'agricoltura 38 IV. L'impatto dell'emancipazione sulla nobiltà terriera 42 V. La divisione delle terre 44 VI. Il risarcimento ai nobili 48 VII. Vendita e acquisto delle terre 51 VIII. L'impoverimento della nobiltà terriera 57 CAPITOLO TERZO: Nobiltà e attività politica I. Il potere politico e la nobiltà 62 II. L'influenza politica della nobiltà e le modalità del suo esercizio 65 III. La crisi politica della nobiltà terriera 74 IV. Le assemblee nobiliari: composizione e condizioni per la partecipazione 90 V. Figure di potere: i marescialli nobiliari 98 CAPITOLO QUARTO: La nascita di un'opposizione I. Ideologie e politica nobiliare 105 II. Le politiche della nobiltà dalla seconda metà degli anni '90 del XIX secolo al 1904 116 CONCLUSIONI: Nobiltà e autocrazia BIBLIOGRAFIA 131 1
2014
La tesi si pone come obiettivo quello di indagare le modalità e le forme in cui si è sviluppata la memorialistica sulla campagna di Russia nell'Italia del dopoguerra,seguendone l'evoluzione fino ad oggi. Il punto di partenza per questa ricerca è stato individuato nello studio delle memorie conservate presso la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, integrando poi questa ricerca con le principali opere di memorie sul fronte russo che sono state pubblicate. Nell'indagare lo sviluppo della memorialistica nell'Italia del dopoguerra, si tenta di capire come queste testimonianze vengano recepite nella società e come la società stessa reagisca in modo diverso nei vari periodi di produzione delle memorie. Per fare questo sono stati studiati gli articoli apparsi su due dei principali quotidiani italiani, La Stampa e L'Unità, che hanno fornito un quadro, anche se non completo, molto significativo di come sulla stampa sono state recepite le tematic...
Pluteus 12, 2022
L'oggetto di questo articolo è una bolla papale di Callisto II, datata 6 aprile 1123 e conservata nella Biblioteca Nazionale di Russia a San Pietroburgo 1. Latrice delle decisioni del Concilio Laterano del marzo 1123 relative alla revoca alla Chiesa pisana dei diritti metropolitici sulle diocesi corse, essa è esplicitamente diretta «dilectis fratribus et coepiscopis, in insule Corsice costitutis» 2. Del prezioso documento si cercherà di studiare la vicenda archivistica, la genesi e il contesto di produzione, la ricezione negli archivi cittadini genovesi e, infine, gli aspetti materiali, al fine di evidenziarne l'importanza per la definizione del contesto politico e culturale tirrenico nel primo quarto del secolo XII.
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Philomusica on-line 9/I (2010) – Saggi, 2010
Il Nastro Azzurro, 2020
Treccani.it - Lingua italiana, 2020
l Mezzogiorno italiano: riflessi e immagini culturali del Sud d'Italia, coord. por Carmen F. Blanco Valdés, Linda Garosi, Giorgia Marangon Bacciolo, Francisco José Rodríguez Mesa, Vol. 1, 2016, ISBN 978-88-7667-595-9, pp. 39-48, 2016
ICONA DELLA SS TRINITÀ DI A. RUBLËV
«La propaganda è l’unica nostra cultura». Scritture autobiografiche dal fronte sovietico (1941-1943), ed. by Quinto Antonelli, pp. 273-311, 2016
Pagine Historie, XXXII (2023), n. 2 - Sborník Národního archivu K životnímu jubileu PhDr. Aleny Pazderové, pp. 169-190
L'ultima erede indoeuropea? La Rus' di Kiev! , 2017