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mercoledì 21 novembre 2018 | ore 15 Campus di Novoli aula D5 | 3.50 -III piano via delle Pandette -Firenze interviene su
GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA RIABILITATIVA, 2008
La professione infermieristica ha sempre dato grande attenzione alla valenza etica del suo agire. Molto spesso i valori etici di riferimento hanno posto attenzione alla dignità della persona, alla visione dell’uomo come essere visto in modo unitario e globale e alla difesa della vita umana in tutte le circostanze e condizioni. Tuttavia, in un’epoca di relativismo etico imperante come la nostra, tali valori non sempre hanno una valenza universalmente condivisa e riconosciuta. D’altra parte l’importanza della professione infermieristica e l’ampliarsi delle sue competenze e ambiti di attuazione, non può prescindere dall’impegno per approfondire quelle caratteristiche dell’agire etico che è garante non solo di efficacia professionale, ma anche di realizzazione integrale dell’operatore sanitario. Una riflessione sull’etica professionale infermieristica non può pertanto limitarsi a descrivere l’agire etico sulla base dei modelli proposti dai codici deontologici o ritenuti validi in un certo tempo e luogo, senza cercare di decodificare le concezioni antropologiche ad essi sottese. Essa esige, inoltre, di chiedersi se l’etica del nursing è un’etica comune alle professioni di servizio alla persona e, più specificamente, alle professioni di cura, oppure è pensabile come un’etica a sé; in altri termini, se essa ha delle caratteristiche che la rendono in qualche modo unica. In questo lavoro si cercherà di individuare le premesse che permettano di riflettere sull’etica infermieristica come si applica, ad esempio, nel campo della riabilitazione, ritenendolo emblematico dell’etica infermieristica. I modelli concettuali che guidano l’assistenza infermieristica si caratterizzano secondo i diversi concetti di persona, salute, ambiente e assistenza infermieristica che ne costituiscono il metaparadigma. Benché essi presentino notevoli differenze, un concetto che emerge tra tutti è quello dell’importanza data all’autonomia del paziente e che presenta notevoli ripercussioni nell’ambito del nursing della riabilitazione.
2021
Il lessico della cura è sempre più presente nel dibattito pubblico contemporaneo. Che si parli di fine vita e dell’accompagnamento di persone con patologie cronico-degenerative, di questioni etiche correlate alla pandemia di Covid-19 o della gestione del cambiamento climatico, il riferimento alle categorie della vulnerabilità, dell’interdipendenza e della cura è pervasivo. Questo studio si propone di offrire un’introduzione all’etica della cura basata, da un lato, sulla ricostruzione della nascita del dibattito e l’analisi critica delle opere fondative e, dall’altro, sulla discussione di alcuni dei principali snodi teorici del dibattito contemporaneo. L’obiettivo è far emergere le risorse che una riflessione sulla cura può offrire per ripensare la filosofia morale oggi.
Many bioethical questions arise in everyday clinical practice and present a very practical profile: how can we approach these problems and how can we solve them? Ethics committees and clinical ethics consultation services represent different and complementary ways of dealing with the ethical questions of the healthcare professions. Considering some ethical questions and the contribution of ethics in the clinical practice, this paper presents and analyzes the goals, functions, and structures of these new practices, in order to show how these activities are determined and influenced also by organizational dynamics, decisions, and choices.
Sonia Servino , 2022
L’attività di nursing persegue l’obiettivo principale di erogare ‘’good care’’, ovvero fornire la cura più giusta che ha come il fine ultimo di promuovere e mantenere il benessere di una persona in ogni sua dimensione. Come esseri umani siamo necessariamente esseri sociali, facendo confluire tale assunto nella pratica infermieristica si evince che la relazione di cura costituisce la base del nursing come pratica morale: il soggetto che viene assistito è vulnerabile e la responsabilità dell’infermiere riguarda il fornire la risposta giusta per le esigenze del paziente attraverso la propria persona e la relazione di cura. La relazione di cura si mostra come il ‘’microcontesto’’ in cui l’infermiere mette in scena i propri valori personali e professionali, il comportamento di cura, dunque, non può essere ridotto alle sole competenze pratiche, ma esso concerne pure una sfera più ‘’astratta’’ che consente un incessante interessamento emotivo e una continua motivazione per raggiungere l’obiettivo finale di good care. Il nursing, che si manifesta in una relazione di cura, ha come valore e scopo primario la good care, che consiste nella promozione e nel mantenimento del benessere di un individuo: sebbene sussista una reciproca influenza tra le diverse figure che prendono parte al processo di cura, l’infermiere, tuttavia, ha l’obbligo di perseguire e soddisfare i valori dell’assistito. L’infermiere, tuttavia, nel suo operato quotidiano deve essere capace di destreggiarsi in un sistema di valori che possono essere in contrasto o contrari ai propri; pertanto, può andare incontro a diversi tipi di problemi, tra cui il moral distress. In letteratura viene definito “moral distress”, termine coniato nel 1984 da Andrew Jameton, la situazione di sofferenza vissuta dall’infermiere nel momento in cui “riconosce la cosa giusta da fare e tuttavia per impedimenti istituzionali gli è impossibile seguire il giusto corso d’azione”. Nel 2001 è stato elaborato il primo strumento capace di identificare la frequenza e l’intensità del distress morale negli infermieri del reparto di terapia intensiva, ovvero la Moral Distress Scale (MDS), successivamente revisionata in Moral Distress Scale Revised (MDS-R), che consente di conoscere la frequenza e l’intensità del moral distress nonché del residuo morale in varie situazioni. Dai diversi studi che sono sati effettuati è stato rilevato che l’angoscia morale che provano gli infermieri, e i conflitti che si generano in seno all’ambiente lavorativo, sono parti inscindibili della vita professionale. Rientrano tra le suddette questioni: l’assenza di consenso dinnanzi a procedure, il prolungamento della vita dell’assistito senza prendere in considerazione la qualità della stessa, le pratiche terapeutiche discutibili se non crudeli, il rendere banale l’evento morte, l’assenza di comunicazione, le decisioni frastagliate, la difformità nella disposizione delle risorse (in particolare quelle dirette al personale infermieristico), la carenza di organico e l’eccessivo carico di lavoro. Il distress morale, a prescindere dall’eziologia, costituisce una fonte di sofferenza per l’infermiere, provocando una serie di conseguenze fisiche, spirituali, comportamentali ed emozionali. Il moral distress rappresenta una probabile minaccia per l’integrità morale, nel momento in cui essa viene compromessa ci si imbatte nel residuo morale. Secondo Webster e Baylis il residuo morale è quello che ognuno porta con sé da quelle fasi della vita in cui, dinnanzi ad una situazione di distress morale, ci si sente realmente compromessi. Il moral distress, molto spesso, viene descritto, in letteratura, come un concetto ombrello che include varie esperienze morali che possono generare conseguenze psicologiche fisiologiche, spirituali ed emotive. Alcuni autori, infatti, hanno criticato e suggerito di abbandonare il concetto di distress morale poiché ritenuto filosoficamente impreciso e anche per il fatto che la ricerca sul tema –benché sia molto estesa – è debole dal punto di vista metodologico. Parecchi autori convengono sul fatto che il distress morale rappresenti una minaccia per quel che riguarda l’identità e integrità personale e professionale: si verifica, infatti, una violazione dei propri valori morali che lede la moralità di un soggetto danneggiandone la correlativa integrità e identità. Tra le azioni pro-attive che possono essere adottate dal singolo infermiere per fronteggiare ad una situazione di moral distress vi è, innanzitutto, la mancata negazione del fenomeno. L’infermiere essendo consapevole delle conseguenze nocive del moral distress utilizzerà meno atteggiamenti negativi di fuga, di allontanamento e di elusione che costituiscono una soluzione a situazioni affliggenti e dolorose. Tuttavia, pretendere di gestire da soli o tra pari il moral distress non basta. Bisognerebbe invogliare gli infermieri a discutere delle loro valutazioni e perplessità con i medici in riferimento, ad esempio, all’inutilità delle cure in modo rispettoso e non minaccioso.
Annali di studi religiosi, 2018
Two conceptions of human dignity at the end of life are discussed: the one tied to a specific conception of the sanctity of life and the one developed by liberal theories of self-determination. It is argued that-due to their abstract character-both conceptions fail to meet the practical requirements of a truly dignified human death. It is suggested that the practice of palliative care embeds a partly different conception of dignity that acknowledges the values of life and autonomy, without turning any of them into an absolute. This third conception, which has several advantages over the two prevailing models, also seems to adequately fit with the approach taken by the recent Italian law on advance directives. Quella di dignità umana è stata spesso indicata come una delle nozioni centrali per la discussione in bioetica; ciò nonostante, solo in anni re-lativamente recenti è stata fatta oggetto di analisi approfondite, sia dal punto di vista generale dell'etica filosofica sia da quello più specifico della bioetica 1. Un elemento indubbiamente caratteristico della discus-sione sulla dignità umana è la varietà di significati che vengono attri-buiti a questa espressione e, conseguentemente, la varietà di posizioni 1 Tra le opere recenti che illustrano il tema della dignità da un punto di vista etico generale si vedano: M. Rosen
Professioni infermieristiche
Health ethics plays a crucial role in the activities performed by health care systems. Both the scientific and the professional literatures have usually stuck to a reductionist interpretation of health ethics, which paved the way for a focus only on clinical ethics. On the other hand, organizational ethics has been widely neglected among both scholars and practitioners. However, the recent institutional changes aimed at applying the New Public Management principles to health care, which have characterized most of health care systems in Western Countries, incite to pay an increasing attention to the organizational determinants of health ethics. From this point of view, the manuscript is intended to systematize the scientific contributions of the international scholarship in the field of organizational ethics of health care organizations, discussing the main issues which concern this topic. For this purpose, a systematic literature review has been performed, involving a total number of 206 articles collected through the citation databases “Scopus-Elsevier”, “Web of Science™” and “Pubmed”. Organizational ethics is understood as crucial to the enhancement of the social and institutional sustainability of health care organizations. Nonetheless, organizational ethics is still overlooked dealing with both the policy making and the decision making activities of health care organizations
2015
Gianfranco Pellegrino’s book is a bold and original contribution both to the literature on public ethics and to the current debate on political morality in Italy. One might object, however, to Pellegrino’s description of his own normative stance as distinct from political realism.
Studia Bioethica, vol 8, no. 1, 3-4.
il Principio di Responsabilità Sociale in Bioetica Based on Article 14 of the UNESCO Declaration on Bioethics and Human Rights, and research papers presented at the Workshop held in Mexico City, November 2014.
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TEORIA Rivista di filosofia, 2022
Ordines, 2022
SALUTE E SOCIETÀ, 2017
Butlletí de la Reial Acadèmia Catalana de Belles Arts …, 1996
Studia Ecologiae et Bioethicae, 2020
La Società degli individui, 2021
Professioni infermieristiche
Professioni Infermieristiche, 2012
Emergency Care Journal, 2005
Le Monnier Università, Mondadori Education, Milano, 2020
Vita e pensiero, 2018
SCIENZA &POLITICA, vol. XXXIII, no. 65, pp. 21- 4, 2021