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Professore di Storia dell' Arte Moderna all'Università degli Studi dell'Insubria, Direttore scientifico della rivista "Artisti dei Laghi" e di APPACuVI, Coordinatore scientifico del Museo Giovanni Paolo II -Collezione Porzyński di Varsavia, membro dell'Istituto Universitario La Corte en Europa, Conservatore dei Musei Civici di Castiglione Olona, membro di comitati scientifici e redazioni riviste di settore. Specialista di storia dell'arte moderna nei secoli XVI-XVIII, autore di oltre duecentottanta pubblicazioni, relative all'iconologia politica, alla consorteria Arese, all'arte dello stucco, alle relazioni artistiche fra Milano Genova e Roma, alle ditte pittoriche del Manierismo, alla rappresentazione della natura, al classicismo di secondo Seicento, alla nascita del rococò; ma soprattutto agli artisti dei laghi lombardi.
915-2021. L’enigma Caravaggio. Nuovi studi a confronto. IV giornata, a cura di Sergio Rossi e Rodolfo Papa, convegno on-line, 2021
L’intervento rilegge le diverse commissioni del Merisi per le sedi ecclesiastiche romane, dalla cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi alla Cerasi in Santa Maria del Popolo, da Santa Maria della Scala alla basilica di Sant’Agostino, alla luce degli interventi, in quegli stessi siti, degli artisti lombardo-ticinesi, suoi conterranei, sia nel settore lapideo che in quello dello stucco. Oltre a mettere in luce apporti e dialettiche fra le diverse tipologie di espressioni figurative, considerando le logiche tipiche dell'imprenditorialità lacuale, si considererà il rapporto con i pittori provenienti dal territorio insubre, a partire dalla paradigmatica figura di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, la cui presenza nell’Urbe, come noto, è documentata negli ultimi due decenni del Cinquecento, con particolare attenzione ai superstiti lavori intrapresi dall’artista nella cappella della Concezione della chiesa di San Silvestro in Capite (1596). Infine, in considerazione dell’appartenenza, a tutti gli effetti, del Merisi allo Stato di Milano, sarà riletto il suo rapporto con la potente e strutturata arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo, la cui sede al Corso divenne chiesa nazionale dei Lombardi nell’Urbe.
Lettere pittoriche: nuove acquisizioni per le committenze bresciane di Tiepolo e Batoni, 2021
Nuova serie 193 | 2021 | 3 I contributi presentati ad «Arte Lombarda» sono valutati, in forma anonima, da studiosi competenti per la specifica disciplina (double-blind peer review).
Text Vigorovea PD, 2019
Il libro descrive in ordine alfabetico, per mestiere, l'artigianato di Lago (Cosenza) dal XVIII al XX secolo come gli armieri, gli arrotini, i bachicoltori, i banditori, i barbieri, i bottai, i calderai, i calzolai, i carbonai, i cestai, i coltellinai, i fabbri, i falegnami, le filatrici, i frantoiani, gli impagliatori, gli intagliatori, gli intarsiatori, le lavandaie, i liutai, i macellai, i mugnai, i mulattieri, i muratori, gli ombrellai, i panettieri, i pittori, i sarti, i scalpellini, gli scultori, i tegolai, le tessitrici, i torrefatori, i vasari, i vignaiuoli e i zampognari
Bramante a Milano. Le arti in Lombardia 1477-1499, catalogo della mostra (Milano, Pinacoteca di Brera 2014-2015), Milano, 2015
2015
Il Balaton come l'Adriatico. Viaggiatori ungheresi a Fiume "La mia dimora è semplicemente magnifica. Se penso a Tinnye 1 mi viene da ridere per il contrasto. Le finestre danno sul mare, con uno spettacolo di colori in cambiamento continuo, meraviglioso. Vele di fila sotto le mie finestre, approssimativamente 10 navi di commercio a 3 ancore, destinate a trasportare i tesori dell'Ungheria nelle lontane parti del mondo. Sulla sinistra al delta della Fiumara, le vele delle navi più piccole... Il golfo di Fiume non è ancora alto mare, proprio perché è un golfo, che entra in profondità nella terraferma. E' molto simile al Balaton, solo dieci volte di più grandicello, con la 'Bocca grande e piccola' in mezzo. E' molto simile al Balaton, solo dieci volte di più grandicello, con la "Bocca grande e piccola" in mezzo (parole citate in italiano di Kossuth, 2 puntando sulla presentazione più acuta delle circostanze) le isole di Veglia e di Cherso e Castelmuccio, come Tihany nel Balaton; il tutto era patrimonio dei Frangipani, il cui ultimo erede fu trasportato dal castello di Castelmuccio, del quale ci sono ancora delle rovine stupende, a Vienna, al patibolo, più di 150 anni fa; gli abitanti dell'isola di Veglia portano ancora il lutto in sua memoria. Sulla sinistra le coste dell'Istria, come al Balaton le catene di Zala, con le cime alte fino al cielo del Monte Maggiore, da dove col bel tempo, con un buon binocolo si possono vedere le torri di Piazza San Marco di Venezia. Fiume del resto non è ancora l'Italia, della vegetazione mediterranea ci sono solo gli olivi e i fichi, ma offre una visione estremamente bella." 3 Ecco come Lajos Kossuth descrive le sue prime impressioni su Fiume in una lettera alla moglie nel 1845era alloggiato sulla costa nella locanda Czaczanich, più tardi l'Hotel Europa. Prosegue poi con la descrizione delle rocce delle montagne, "talmente paurosamente stupende" che "la gente ci porta con cesti un po' di terra in modo da poter coltivare dell'uva (non cespugli, ma alberi), ma malgrado tutto le catene delle montagne sono adorne di ville sontuose, perché i marinai del luogo, quello che guadagnano nei mari lontani, lo investono in una bella casetta, e piantano un po' di uva fra le rocce ed essa, in loro assenza, viene coltivata dalla moglie. Fra queste rocce, la discesa per la via Luisa a Fiume è indescrivibilmente 1
Territori e contesti d'arte, 1, 1998
Since XV century till the end of Venetian Republic Lombards were the ruler of building industry in Venice. Their <<botteghe>> produced pietra d'Istria capitals, architectural details but several of them were also original architects in touch with novelties from Florence, Urbino or Milan.
Rivista di Studi ungheresi 22, 2023
Questo breve saggio è un estratto da un lavoro di tesi magistrale dal titolo «Potevo arrivare al mare anche senza di loro». Ethos e campo letterario negli esuli di Fiume: vi si delinea un campo letterario fiumano autonomizzato dalle dinamiche di potere che colpirono la città a partire dalla conclusione della Prima guerra mondiale. Gli autori analizzati – Viktor Garády, Géza Kenedi e Lőrinc Szabó per la parte ungherese, Enrico Morovich e Paolo Santarcangeli per quella italiana – sono accomunati dalla nazionalità magiara e dall’interiorizzazione di un ethos fiumano di libertà che permette loro di produrre una letteratura desiderosa di restituire un’immagine della città intima e naturale, lontana dalle leggi della violenza simbolica e dei campi del potere. Sono sviluppate le considerazioni di critica letteraria integrandole con dei riferimenti alla storiografia istro-dalmata e alla sociologia di Pierre Bourdieu. Dopo una riflessione sulla problematica definizione di “letteratura dell’esodo” si giunge a definire le premesse del campo letterario fiumano come spazio sociale risultato della città come corpus separatum insensibile alle dinamiche della violenza simbolica tipica di una società sottomessa al potere. Questo saggio vuole proporre alcune riflessioni sull’opera di Viktor Garády, mettendo a disposizione la traduzione inedita di alcuni frammenti delle sue raccolte nell’ottica di una letteratura ungaro-fiumana distante dalla famosa “fiumanità di passaggio” tanto cara ad altri autori ungheresi, iscrivendo l’opera di Garády a una sorta di “surrealismo fiumano” di cui l’italiano Enrico Morovich può essere un altro rappresentante.
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Collana Artium Symphonia, n. 1, AlboVersorio Edizioni, 2022
L’Immacolata nei rapporti tra l’Italia e la Spagna, a cura di A. Anselmi, 2008
Dante degli Unhgheresi, 2023
Atti del XXXIII Convegno di Ricerche Templari, Vicenza 19 settembre 2015, 2016
https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/elisabetta-di-ungheria-turingia/, 2023
Incontri # 49-4 (maggio giugno), 2020
Restauro Archeologico. Conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio architettonico. Rivista del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze, 2019
in "Ricerche di storia dell'arte", n. 132, 2020, pp. 39-49, 2020
Quaderni Vergeriani, 2022
in "Fiumi reali e immaginari nella lingua e nella letteratura italiana", a cura di Franco Musarra e Ulla Musarra-Schroder, Firenze, Cesati, 2018