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2018, Tra archivi e storia. Scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi, volume I, ISBN 978-88-6453-704-7 (print) ISBN 978-88-6453-705-4 (online), Firenze University Press
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About The Vergin and her reading
Riparazione mariana, 2022
Maria, Volto di speranza, educatrice alla speranza.
Ecclesia Orans, 2022
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 65/2017 del 30-03-2017-Direttore responsabile Stefano Visintin PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO ECCLESIA ORANS 2 fascicoli all'anno | published two times a year Prezzo annuale | Subscription rate: 50,00 Euro + spese postali | posting Tariffa studenti | Student rate: 40,00 Euro + spese postali | posting Per la valutazione degli articoli la rivista segue le procedure internazionali di peer review. Articles submitted for publication will be reviewed according to the international standards of double peer review. The National Agency for the Evaluation of Universities and Research Institues (ANVUR) recognised Ecclesia orans as an Academic Journal in category A. This journal was approved according to ERIH PLUS criteria. Ecclesia orans is available on ATLA.
Parola di Lea Vergine
“L’arte non è necessaria. È il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ più felici o meno infelici è il superfluo”. Questa perentoria affermazione di Lea Vergine, figura di rilievo nell’ambito della critica relativa all’arte contemporanea, è stata espressa nel corso di una videointervista realizzata da Stefania Gaudiosi – artista, curatrice e promotrice culturale, oltre che autrice di saggi dedicati alla contemporaneità e ai new media – nell’estate del 2019 per Artribune intitolata L’arte è un delfino. È da tale affermazione che deriva il titolo Necessario è solo il superfluo (Postmedia Books, 2019) della prima uscita in libreria dalla collana “Sartoria editoriale” – laboratorio tessile editoriale milanese impegnato nell’organizzazione di corsi e workshop – che presenta una rielaborazione scritta di quel colloquio.
Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia, 2024
La percezione dell'autorialità femminile in merito a testi di tipo religioso tra Medioevo ed Età Moderna sta al centro di questo contributo, dove è proposta una riflessione che prende l'avvio da casi eccezionali, collocati ai due estremi del "sacro": la diabolicità e la santità. La strearia la facimo in più deversi modi, pare che non àve funno in tanti modi che se fa: como che se usa la leie delo mundo fra ducturi, a quil modo ene la strearia. "Como che se usa la leie delo mundo fra ducturi, a quil modo ene la strearia": Bellezze Usini, Orsola Fontebuoni e le altre Nel tribunale di Fiano Romano Marco Calisto da Todi, giudice di Fano e luogotenente del conte del conte Ludovico Orsini da Pitigliano, istruì e amministrò nel 1528 un processo penale contro Bellezze Ursini con la collaborazione del notaio Lucantonio da Spoleto 1 . L'imputata era nativa di Collevecchio ed era stata accusata da una madre di Filacciano di aver praticato la stregoneria e fatto morire suo figlio per mezzo del "tocco malefico". Bellezze visse e operò in Sabina, soprattutto a Collevecchio e a Filacciano, dove aveva servito presso gli Orsini di Monterotondo. Lei stessa racconta di aver visitato altri luoghi, giungendo addirittura fino a Zara, quand'era al servizio della potente famiglia Orsini 2 . Il processo ebbe luogo subito dopo il Sacco di Roma a opera dei lanzichenecchi, fatto pluri-evocato dai testimoni, diventando il cupo sfondo della vicenda giudiziaria ai danni di Bellezze. Negli atti processuali, accanto al Sacco, compare ripetutamente la paura del pericolo islamico 3 : se Costantinopoli era caduta per mano turca ormai nel lontano 1453 ed era finita da due anni l'ondata di conversioni forzate dei musulmani iberici, le coste mediterranee occidentali e le coste atlantiche dell'Europa e dell'Africa continuavano a essere comunque interessate dai fitti attacchi dei pirati barbareschi, ottomani e nordafricani. Il demonio che è citato a più riprese nel processo porta, non a caso, il nome di Maccometto. La protagonista del processo è ovviamente Bellezze, l'imputata, ma dietro di lei si stagliano le sagome di altre, mute, imputate: le scritture. Libri malefici, libri demoniaci, com'era malefica e demoniaca la donna, ma anche un quaderno, scritto da Bellezze con autodichiarazione di autografia e comprendente la sua confessione. Quel quaderno ci è pervenuto in originale: può darsi che non sia stato vergato da Bellezze, perché aveva i polsi slogati dopo essere stata torturata, ma da suo figlio; in ogni caso non mancano sicuri riferimenti all'autografia 4 . Mentre, dunque, i torchi degli stampatori funzionavano a ritmi sempre più serrati e la novità del libro stampato rivoluzionava l'Europa e l'Italia dell'epoca, i libri diventavano, assieme a Bellezze, i protagonisti di quel processo per stregoneria. L'imputata si presenta al giudice: il suo nome è "Belleze de Agnelo Ursini di Collevecio", e ci racconta che, "quasi pucta", era stata sposata ed era poi rimasta vedova; dopodiché stata assunta come serva a Monterotondo presso il castello Orsini. Qui puliva, badava alle bestie, cucinava e serviva i suoi padroni, occupandosi anche di una donna che era stata rinchiusa nelle carceri del castello. Costei era Lucia di Ponzano ed era una presunta strega. Sicuramente conosceva le erbe capaci di curare le malattie. Ben presto Lucia divenne la sua maestra: "quessa era strea mastra e me imparò ogne cosa che sapiva de mal fare, e sapiva tante de cosse" 5 . Era poi entrata in contatto con grandi vescovi e signori, che aveva accompagnato spesso in vari viaggi. La querela contro di lei fu sporta tra maggio e giugno 1528 e Bellezze era giudicata da un tribunale civile in quanto rea di un maleficio che era in realtà un omicidio. Il processo riporta anche le ultime parole della vittima che, a detta dei testimoni, affermava di essere stato affatturato da lei ed era consapevole d'essere destinato a morire perché i medici non potevano guarirlo. I testimoni che si avvicendano sono tutti concordi nell'indicarla come una donna dal tocco potente che può risanare o può uccidere. "Tu sai chi è Bellezze: male se fai bene, e pegio se fai male. Fugila più che poi" 6 . La fama pubblica ha già compromesso gravemente Bellezze e lei, durante il processo, tenta di difendersi e di negare, ma poi ammette tutto e focalizza l'attenzione su un oggetto magico: un libro. Dice di possedere un libro di 180 carte, dove furono scritti tutti i segreti del mondo, dove ha imparato tutto quello che sa e lo ha pure insegnato agli ad altri. Ha prestato quel libro a persone importanti, a "signori e maestri", ma anche ai frati e, insinua, potrebbe pure prestarlo al giudice: "Vogliono inprestare a vui e beati vui che starete in gratia de patroni, et tucto quello che desiderate haverete", dice, cercando di blandirlo, di conquistare la sua benevolenza con la promessa di condurlo per mano ad acquisire il potere della magia 7 . Grazie all'attenta analisi di Michele di Sivo possiamo presumere che si trattasse di un Herbolario volgare, in una veste a stampa non troppo cara, realizzata nel 1526 a Venezia, e che conta esattamente 180 carte. Sui margini e nell'interlinea delle carte stampate probabilmente lei stessa aveva annotato tecniche e ricette di sua esclusiva conoscenza. Quel libro racchiudeva dunque una sapienza arcana e potentissima, tanto da aver conquistato persino i frati di Civitella San Paolo che, incaricati di controllarla, in realtà si erano lasciati "sedurre" dalla sua meravigliosa conoscenza magica 8 . La presenza di un libro al centro del banco processuale non è un unicum. A Firenze il medico Francesco da Carmignano fu processato perché possedeva, teneva, comprava e vendeva libri e "quaternos" negromantici, con cui invocava i demoni. Nel 1383 a Siena, l'inquisitore Pietro Lippi di Firenze parlava anch'egli di un libro magico, che era stato prestato ad altri, per diffonderne le conoscenze. Nel 1384, ancora a Firenze, veniva processato per il medesimo motivo Niccolò Consigli e fu messo al rogo, mentre altri due uomini, Andrea cappellano di Sassetta e il medico Vieri di Cetona, che avevano compiuto reati analoghi, furono condannati a pene assai più leggere. Ma erano uomini 9 . Il giudice di Fiano, invece, evita il libro di Bellezze. Lo teme. Dal canto suo Bellezze chiarisce al giudice la complessità dell'arte stregonica: è conoscenza che spinge a conoscere sempre di più, "più vai inanti più vo' ire e non te ne cuntenti". La stregoneria prevede un sistema di vita che è apprendimento e insegnamento. Esistono regole da apprendere, ma poi "onneuna le recompone a so modo e se iova de multe invenzione". Anzi: "como che chi impara la lettera se dà el principio delo leiere e delo scrivere, e po' se sequita secunno la 'ncrinazione de onnechivelli, chi a uno modo chi a un altro […] quante più cose cierchi de inparare tante più sonno quelle che trovi da 'nparare". Come chi impara a scrivere usa le lettere dell'alfabeto per comporre storie che sono il frutto del suo
Compalit 2023. Poteri della lettura, 2023
Negli ultimi vent’anni stiamo assistendo a una nuova fervida produzione critica sulle teorie e le pratiche della World Literature. Dai contributi a cavallo dei due millenni di Casanova, Damrosch e Moretti, alle recenti pubblicazioni di Dagnino e Ganguly, l’analisi della letteratura come sistema-mondo complesso ha segnato certamente la letteratura comparata anglosassone, ma anche quella francese (Pour une littérature-monde, 2007) e italiana (tra gli altri Albertazzi, Benvenuti, Sinopoli e Pennacchio). Lo studio della World Literature si è focalizzato in particolare su: campo letterario, circolazione, traduzione, morfologia della letteratura global. Tuttavia, nel vasto panorama critico sembra esserci un grande assente: il lettore. Nella collettanea Tensions in World Literature (2018) David Damrosch definisce la World Literature come ciò che un singolo lettore sperimenta leggendo libri scritti fuori dalla propria tradizione culturale. La lettura, dunque, si situa in uno “spazio ellittico” tra la cultura di origine del testo e il sistema di ricezione del lettore: qui diventa evidentemente cruciale la traduzione, che può assimilare il diverso oppure straniarlo. Nella stessa raccolta Matthias Freise si concentra sulla funzione sociale attribuita alla lettura della letteratura mondiale: se in passato essa era funzionale all’affermazione di una postura intellettuale elitaria, nella contemporaneità si è sempre più legata ai temi della creolizzazione. In Culture and Imperialism (1993) Said definiva il contrapuntal reading come la capacità di contestualizzazione storica e culturale delle diverse voci di un testo, ma quale tipo di lettore possiede gli strumenti per attuare una simile lettura? E come si relaziona questa domanda alla scorrevolezza narrativa, all’alta traducibilità e alla delocalizzazione tipica dei best sellers della global novel? Infine, qual è il ruolo del lettore nella World Literature, e come si relaziona con le diverse teorie della traduzione?
2024
Lettore della sua contemporaneità, Alfred Tennyson dà voce alle sue perplessità sulla figura della lettrice nel lungo poema narrativo The Princess. Innumerevoli ritratti di lettrici punteggiano il poema, eppure le astute dinamiche spaziali messe in atto dal poeta fanno trasparire la vera natura della lettura femminile, motivata dall'ozio o dal mero piacere. Tacitate e richiamate al giusto ruolo, le incaute lettrici in The Princess voltano infine le spalle ai libri, rinunciando così alla costruzione di una genealogia femminile della ribellione.
Postumia, 2021
Approfondimento intorno al dipinto già nella chiesa della Madonna della Vittoria in Mantova ed ora esposto in Sant'Andrea, raffigurante la Madonna col Bambino, santi e quattro appartenenti alla famiglia Norsa
Il genere dei sermoni costituisce una tipologia culturale e letteraria tra le più rappresentative del Barocco, ma, sebbene gli ultimi decenni abbiano segnalato un'intensificazione degli studi e delle pubblicazioni, l'analisi tematica, linguistica, storico-sociale e religiosa delle raccolte omiletiche dei principali predicatori dell'area slavo orientale (Ioanikij Galjatovs'kyj, Antonij Radyvylovs'kyj, Lazar Baranovyč, Simeon Polockij, Dmytro Tuptalo) è ancora ferma a uno stadio embrionale 2 . Sono scarsamente sviluppate, ad esempio, le indagini sui legami tra il sermone e le fonti teologiche occidentali (polacche, tedesche, fiamminghe, spagnole, italiane), o sulla sua relazione con la realtà liturgica del giorno, la quale si esprimeva in un uso attentamente regolamentato delle citazioni tratte dalla Bibbia e dai libri liturgici .
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Lettrici italiane tra arte e letteratura dall’Ottocento al Modernismo, 2021
La storia del brigantaggio in 50 oggetti, a cura di M. Carli, G. d’Autilia, G. L. Fruci, A. Petrizzo, 2023
Archivio Teologico Torinese 2, 2024
SCRITTURE CARISMI ISTITUZIONI PERCORSI DI VITA RELIGIOSA IN ETÀ MODERNA STUDI PER GABRIELLA ZARRI, 2018
F. M. Giani, "Scultore lombardo. Assunzione della Vergine", in "Il Rinascimento nelle terre ticinesi 2. Dal territorio al museo", catalogo della mostra, a cura di G. Agosti, J. Stoppa, Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2018, pp. 161-163, 2018
Exhibition Catalogue, 2017